Comuni, tagli per 8 miliardi in quattro anni

Nel periodo intercorso tra il 2010 e il 2014, i Comuni hanno subito tagli pari a quasi otto miliardi, compensati da incrementi assolutamente accentuati delle tasse locali al fine di conservare l’equilibrio in risposta alle severe misure correttive del governo.

Fondi Comuni, la classifica Morningstar dei migliori

 Il prossimo 26 marzo a Milano verranno assegnati i Morningstar Awards, che assegneranno un premio per l’eccellenza nella gestione dei fondi. I premi vengono dati ai fondi e alle case di gestione che hanno creato valore per gli investitori, conseguendo le migliori performance giuste per il rischio, all’interno di una categoria o gruppi di categorie Morningstar, nel corso del 2013 e degli ultimi cinque anni.

Tasi, le regioni più colpite

 L’Ufficio studi della Cgia, ha fatto una simulazione ipotizzando l’applicazione dell’aliquota base all’uno per mille, secondo cui la Tasi “colpirà” soprattutto i proprietari di immobili in Lombardia, Lazio e Veneto.

Quando conviene investire in fondi comuni

  Questi strumenti di investimento vengono considerati come dei mezzi di intermediazione finanziaria il cui scopo è di consegure una raccolta di liquidità da più risparmiatori, in modo tale da ottenere un gain sia per gli investitori, sia per i gestori del fondo, attraverso una gestione di una serie di portafogli.

Quali sono i Fondi Comuni più interessanti su cui investire?

  Nel momento in cui si stabilisce di fare un investimento in fondi comuni è conveniente orientarsi su quelli cosiddetti tematici: i più interessanti sono quelli che si riferiscono segmento del biotech, dell’ecologia e delle energie alternative. Vediamo la classifica

Più di 7000 mila società pubbliche con perdite superiori a 1 miliardo l’anno

 La giungla delle società italiane che fanno capo alla mano pubblica è stata, finalmente, censita con precisione: sono 7.310 le imprese che contano fra i propri azionisti diversi ministeri, enti locali, agenzie pubbliche, istituti di previdenza, ACI, case di riposo e altre istituzioni dello Stato.

 

200 poltrone libere nelle società pubbliche

 

Il numero totale delle presenze pubbliche, che variamente si intrecciano nel novero di queste società, ammonta, sempre con estrema precisione, a ben 30.133, tra partecipazioni dirette e indirette, maggioritarie e minoritarie.

 

Nuove regole per i vertici delle società statali

 

Queste sono le cifre che emergono dal rapporto recentemente pubblicato, per la prima volta, dal Ministero dell’Economia riguardo alle partecipazioni societarie detenute dalle amministrazioni pubbliche: un rapporto che enumera con certosina pazienza i bilanci e i guadagni di tutte le partecipate.

Ma il rapporto elenca soprattutto le perdite di esercizio di ogni singola società. E qui emerge che un terzo delle società di cui l’Amministrazione è azionista segna bilanci in rosso, con una perdita complessiva da profondo rosso pari, per l’esattezza, a 1,1 miliardi anno.

Solo i Comuni italiani (circa 8000) dichiarano la propria partecipazione azionaria in 5.000 società, con un numero totale di partecipazioni dirette o indirette pari esattamente a 19.583 , spesso accavallate nelle stesse imprese.

L’Automobile Club d’Italia Aci conta partecipazioni a 153 imprese, un numero superiore a quello di qualunque fondo d’investimento italiano. Questa è una società spesso criticata per questi aspetti. Di certo in un’epoca di tagli probabilmente è bene considerare meglio la funzionalità di queste società partecipate e pretendere il rispetto di criteri di maggiore efficienza.

Uno studio della Uil mostra i costi della politica che sono di circa 757 euro per contribuente

 È possibile risparmiare sui costi della politica è riservare maggiori risorse ai lavoratori e ai pensionati. Con questa motivazione la Uil ha fatto uno studio dettagliato sui costi della politica per fare capire al governo se per tagliare il cuneo fiscale si possono anche utilizzare i fondi derivanti da una razionalizzazione dei costi della politica.
Il segretario della Uil Luigi Angeletti aveva affermato che avrebbe fatto questo studio dettagliato al Presidente del Consiglio Enrico Letta e ora ci sono i dati che sono stati presentati in una conferenza stampa e che si possono trovare anche sul sito della Uil.
Il report dello studio della Uil mostra come gli organi istituzionali, le società pubbliche, le consulenze, le auto blu e tutto ciò che riguarda la voce costi della politica pesa per 23,2 miliardi l’anno. Questa è l’1,5% del Pil. Le persone che lavorano nelle attività legate alla politica sono 1 milione e 100 mila e corrispondono al 5% dei lavoratori italiani. Considerando quanto costa la politica in proprorzione agli abitanti italiani si ha un rapporto di 386 euro per persona. Se si considera solo chi paga l’Irpef, e non anche i bambini e i neonati, il costo è di 757 euro a persona.
Per Angeletti, si potrebbero ridurre i costi della politica di circa un terzo che sarebbero 7 miliardi risparmiati che per la Uil dovrebbero essere utilizzati per abbassare le tasse sul lavoro.
Gli organi istituzionali delle amministrazioni centrali e decentrate costano 6,1 miliardi. Nel 2013 c’è  un risparmio dl 4,6% rispetto al 2012, ma ci sono situazioni diverse. Come quelle delle regioni che costano di più. Le consulenze costano 2,2 miliardi; gli organi degli enti e dlle società partecipate costano 2,6 miliardi; le altre spese, come il personale nominato dalla politica, le auto blu o i direttori delle Asl, costano 5,2 miliardi.
I 7,1 miliardi che rimangono sono quelli che secondo Angeletti potrebbero essere tagliati. Un terzo circa di 23,2 miliardi. Queste spese riguardano costi generali di funzionamento per 3,2 miliardi. L’accorpamento dei comuni con meno di 15 mila abitanti, il taglio delle provincie e la riduzione delle spese delle regioni potrebbe far risparmiare su queste spese.

Le regole da seguire per scegliere un fondo comune di’investimento

 Esistono tre tipi di fondi, fondi azionari, fondi obbligazionari e fondi bilanciati. I fondi azionari investono soprattutto in azioni e obbligazioni convertibili e solitamente hanno un più alto livello di rischio, ma garantiscono rendimenti più elevati. I fondi obbligazionari investono soprattutto in obbligazioni ordinarie e titoli di Stato, hanno un rischio contenuto, ma danno minori garanzie di profitto. Nei fondi bilanciati c’è un equilibrio tra più forme di investimento.