Secondo un recente studio portato a termine dalla Confcommercio e intitolato “Trasporti al passo, economia ferma”, i numerosi ritardi accumulati nel corso degli ultimi dodici anni nello sviluppo delle infrastrutture italiane, hanno generato per il Paese una perdita del prodotto Interno Lordo pari a 24 miliardi di euro.
Confcommercio
A marzo i consumi sono tornati ai livelli del 2000
Non migliora neanche nel mese di marzo il quadro ormai depresso dei consumi italiani. La Confcommercio ha infatti recentemente segnalato, attraverso il suo indicatore dei consumi (Icc) che anche nel terzo mese del 2013 si è potuto registrare su questo fronte una ulteriore diminuzione del 3,4% in termini tendenziali e una dello 0,1% rispetto al mese precedente.
> Ancora giù i consumi degli italiani nel 2013
A livello complessivo, dunque, il primo trimestre del 2013 si è chiuso con una diminuzione del 4,2% rispetto all’ analogo periodo dell’ anno precedente. Andando più nello specifico, rispetto al mese di marzo 2012, nel corso di quest’ anno si è potuto registrare un calo del 2,2% della domanda relativa ai servizi e un calo del 3,9% della spesa relativa ai beni.
> Crollano i consumi al dettaglio
Un dato tendenziale positivo è stato invece offerto dalla spesa per i beni e i servizi delle comunicazioni, che nel mese di marzo è salito del 3,1% rispetto all’ anno precedente.
A differenza del settore delle comunicazioni, tuttavia, numerosi altri settori e comparti sono stati interessati da forti flessioni, tra cui spiccano quelle della mobilità (-8,5%), dei servizi ricreativi (-5,6%), di alimentari e tabacchi (-3,0%), nonché delle consumazioni dei pasti fuori casa (-2,8%).
Nel singolo mese di marzo, invece, il dato più negativo è stato il calo relativo ad alberghi e ristorazione (-1,4%) , mentre modestamente positiva è stata la mobilità (+1,6%).
Rapporto Confcommercio sulla povertà in Italia
► Oltre la metà delle famiglie italiane è in crisi
Continua a crescere la povertà
La condizione economica delle famiglie italiane continua a peggiorare. Il rapporto di Confcommercio evidenzia che nel corso di quest’anno la quota delle persone che possono essere definite ‘assolutamente povere’ salirà a 4 milioni, pari ad oltre il 6% della popolazione. In cinque anni in Italia sono stati prodotti ben 615 nuovi poveri al giorno, un dato che, secondo l’analisi di Confcommercio, è destinato a salire.
I dati sui nuovi poveri in Italia è stato ottenuto con l’utilizzo del MiC (Misery index Confcommercio) un indicatore macroeconomico aggregato per la misurazione del disagio sociale.
Taglio del Pil e dei consumi
Nel 2013, secondo i dati analizzati dalla Confcommercio, i consumi delle famiglie scenderanno ancora del 2,4%, con una leggera ripresa nel 2014 (+0,3%). Una stima al ribasso rispetto a quanto l’Associazione dei Commercianti aveva dichiarato (-0,9%).
Il calcolo complessivo della contrazione dei consumi dall’inizio della crisi nel 2007 ad oggi mostra che gli italiani hanno perso circa 1700 euro a testa del budget disponibile per le spese personali.
Anche per il Pil le stime della Confcommercio non dicono nulla di buono: per il 2013 si prevede un calo dell’1,7%, in ribasso rispetto al –0,8% indicato cinque mesi fa. Poco meglio le previsioni per il 2014, anno per il quale la Confcommercio indica un rialzo dell’1%.
► Giovani europei a rischio povertà, soprattutto gli italiani
Lavoro e produttività
Il rapporto di Confcommercioha messo in evidenza un’anomalia tutta italiana: i lavoratori del nostro paese, pur lavorando più dei loro colleghi tedeschi e francesi, producono di meno.
Lavoratori dipendenti e autonomi hanno lavorato circa 1.774 ore ciascuno (20% in più dei francesi e il 26% in più dei tedeschi) ma producono di meno: la ricchezza prodotta da un lavoratore italiano per ogni ora lavorativa è di circa 36 euro, mentre i tedeschi producono il 25% in più e i francesi quasi il 40% in più.
Inoltre, mentre in altri paesi la produttività ha avuto un andamento positivo, aumentando progressivamente ogni anno -fino al 20% in più in Germania e all’11% in più in Francia, ma lo stesso fenomeno si è verificato anche in altri paesi- in Italia la crescita della produttività si è fermata al +4%.
Secondo il Codacons, che ha commentato i dati presentati dalla Confcommercio, non solo i poveri italiani arriveranno a 4 milioni, ma esiste una larga fetta della popolazione, non considerata in questa stima, per la quale il reddito mensile non basta più e che è stata costretta a ridurre i consumi, e aggiunge:
Difficilmente si potrà tornare ai livelli del Pil precrisi prima del 2019 se non si interverrà finalmente per aumentare la capacità di spesa delle famiglie italiane e del ceto medio. Il prossimo Governo, sempre che ci sia, dovrebbe come primo provvedimento rinviare l’aumento dell’Iva di luglio che colpirebbe proporzionalmente ricchi e poveri, strangolando definitivamente quelle famiglie che non riescono più a risparmiare.
Consumi italiani ai livelli del 2004
La Confcommercio ha diffuso oggi i dati relativi ai consumi degli italiani registrati nel mese di gennaio 2013 e la prima impressione non è affatto positiva. Stando all’analisi delle cifre, infatti, i consumi italiani sembrerebbero ritornati ai livelli del 2004, facendo registrare una flessione del 2,4% sulla tendenza del periodo e una dello 0,9% rispetto al mese di dicembre 2012.
> I saldi non rianimano i consumi
L’Italia vive dunque l’ennesimo periodo di recessione e le speranze per il futuro non sono incoraggianti. Gli addetti ai lavori prevedono infatti un ulteriore peggioramento della situazione, che farà dell’intero 2013 un anno particolarmente difficile sotto il profilo economico.
> Bilancio negativo per i saldi invernali
La tendenza negativa dei consumi viene oltretutto confermata anche dai dati relativi al mercato del lavoro. Calo degli ordinativi e calo della produzione non può che favorire l’aumento della disoccupazione. Solo a gennaio 2013 sono stati persi altri 97mila posti di lavoro e altri 110mila unità si sono aggiunte al numero dei disoccupati.
In generale, dunque, il tasso di disoccupazione nel nostro Paese ha raggiunto l’11,7%, con un milione di disoccupati in più nel solo 2012. Sul fronte CIG, di conseguenza, i dati registrano a gennaio un aumento delle richieste del 61% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Cresce in maniera importante anche il numero di ore richieste per gli interventi straordinari.
Dati Confcommercio su redditi e consumi
Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, ha presentato ieri in conferenza stampa i dati relativi all’andamento dei redditi e dei consumi del 2012, portando sul banco una serie di numeri e cifre che danno l’idea di quanto la crisi economica mondiale abbia pesato sulla situazione delle famiglie italiane.
Lo studio, fatto in occasione della Giornata di mobilitazione nazionale in programma per il prossimo 28 gennaio, evidenzia una flessione dei consumi pro-capite del 4,4%, accompagnata da una diminuzione del reddito personale individuale pari al 4,8% rispetto al 2011.
Trasformando in numeri reali le percentuali, si ottiene che nel 2012 i consumi reali pro-capite sono stati di 15.920 euro (nel 2011 la cifra era di 16.654 euro) e il reddito disponibile è sceso dai 18.216 euro del 2011 ai 17.337 euro del 2012.
► Pignoramenti record nel 2012
Secondo la Confcommercio, contrariamente, peraltro, a quanto detto da altre istituzioni, la situazione tenderà a peggiorare nel corso del 2013, con una ulteriore flessione dei consumi pari all’1,4% pro-capite. Una flessione che riporterà i consumi ai livelli del 1998. Peggiori le stime per il reddito pro-capite, che, secondo la Confcommercio, tornerà ai livelli di 27 anni fa.
A preoccupare anche la situazione delle aziende, che nel 2012 hanno avuto un tasso di mortalità a livelli record: si parla della chiusura di una azienda al minuto nel corso del 2012.
Nel 2012 diminuzione record dei consumi
I dati della Confcommercio parlano chiaro, nei primi 11 mesi del 2012 c’è stata una diminuzione dei consumi del 2,9%, che nei servizi arriva al 3,6%. Una diminuzione record quindi che non si era registrata.
Secondo la Confcommercio si dimostra come
il 2012 si avvii a essere ricordato come l’anno più difficile per i consumi del secondo dopoguerra. La riduzione è, infatti, la più elevata registrata dall’inizio delle serie storiche.
► Disoccupazione record dal 1992
La situazione emerge evidentemente dalla crisi che sta vivendo l’Italia e da una sorta di preoccupazione diffusa tra gli italiani. Anche le questioni della disoccupazione e della paura di perdere il lavoro, che spesso è precario, si legano alla contrazione dei consumi.
La Confcommercio ha detto:
Il permanere di dinamiche congiunturali negative, anche nei mesi finali dell’anno, continua a segnalare, unitamente agli altri indicatori congiunturali, come la crisi sia ancora ben presente all’interno del sistema economico. Difficilmente la nostra economia, ed i consumi in particolare, potranno cominciare a mostrare, nel breve periodo, segnali di un significativo miglioramento.
► Partono i saldi in Campania, Basilicata e Sicilia
La ripresa non è quindi prevista nel breve periodo ed è chiaro che la diminuzione dei consumi esprime la situazione di crisi che in Italia è ancora importante.