Confesercenti
Per il Codacons le previsioni sui saldi sono negative
Iniziano i saldi con sconti alti e speranza di ripresa del settore
Per Confesercenti le spese di Natale saliranno rispetto allo scorso anno
Natale austero e pochi soldi per lo shopping
Il Natale si avvicina ed è tempo di sogni e desideri. I bambini sono impegnati con le loro letterine da inviare a Babbo Natale piene di richieste, ma anche i più grandi quest’anno hanno molti desideri che vorrebbero vedere soddisfatti.
Un sondaggio di Confesercenti-Swg ha rilevato come anche quest’anno le tredicesime saranno utilizzate soprattutto per mettere a posto le spese. Il sondaggio mostra un Natale ancora difficile, ma gli italiani non sono pessimisti. I giovani sono meno ottimisti di chi ha più di 50 anni, un dato paradossale in quanto ci si aspetterebbe che fosse in contrario, mentre le maggiori difficoltà si vedono nella fascia di età attorno ai quaranta anni.
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Il fattore che maggiormente pesa è la situazione economica personale. Il 24% indica questo elemento come quello più importante che limita un Natale più sereno. Il dato è in crescita dell’8% rispetto allo scorso anno. Ci sono poi le tasse che per il 21% degli italiani sono il fattore alla base di un Natale più austero. Anche questo elemento è in crescita rispetto allo scorso anno. Gli italiani vogliono l’abbassamento delle tasse secondo il sondaggio. Il 34% di italiani vorrebbe che fossero diminuite le tasse sui redditi.
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Situazione economica persona e tasse sono quindi quelli che maggiormente limitano gli acquisti di Natale degli italiani. C’è preoccupazione per i prezzi, soprattutto nei giovani che vivono una grande incertezza per il futuro.
La tredicesima sarà quindi utilizzata soprattutto per il mutuo e le spese arretrate. Se rimane qualcosa si compreranno i regali e poco o niente per il risparmio.
Chiudono 50mila imprese ma cresce il commercio al dettaglio sul web nel 2013
L’Osservatorio della Confesercenti, una delle più grandi associazioni di categoria del settore del commercio, ha diffuso gli ultimi dati relativi all’andamento delle imprese italiane nel corso dei primi 8 mesi del 2013. L’indagine ha infatti analizzato come nei primi otto mesi dell’anno in Italia abbiano chiuso in totale 50 mila imprese afferenti ai settori del commercio e del turismo, con il saldo tra aperture e chiusure che è rimasto ancorato ai numeri negativi per un totale di 20 mila unità.
Più di 20 mila imprese in meno dall’ inizio dell’anno
Confesercenti torna a segnalare in questi giorni il grave problema rappresentato dalla continue chiusure degli esercizi commerciali. Secondo una ricerca condotta dall’ Osservatorio dell’ associazione, infatti, dall’ inizio del 2013 ad oggi si sono potute registrare ben 21 mila chiusure di imprese commerciali, che hanno fatto sprofondare tra i numeri negativi (-12.750 unità) il saldo tra le aperture e le cessazioni di quest’ anno.
L’aumento dell’aliquota IVA potrebbe abbattersi sul fisco
Proprio in queste ultime ore l’ Ufficio studi di Confcommercio e la Cgia di Mestre hanno reso note le stime relative ai rincari che il futuro aumento dell’ aliquota IVA imporrà sul bilancio annuale delle famiglie italiane. Con il passaggio dell’ IVA al 22%, infatti, si aspetta un aggravio di almeno 135 euro per nucleo familiare.
> L’aumento dell’aliquota IVA potrebbe abbattersi sul fisco
Ma se da un lato le associazioni dei consumatori mettono in guardia rispetto alle conseguenze negative che potrebbero abbattersi sul mondo dei consumi e su quello delle imprese italiane all’ introduzone di questa misura, dall’ altro la Confesercenti lancia l’ allarme sulla possibilità che anche lo stesso gettito fiscale ne subisca un grave danno.
> Per il Codacons i carrelli della spesa sono sempre più vuoti
Secondo le stime diffuse dal presidente Marco Venturi, infatti, le entrate del fisco italiano, piuttosto che aumentare di 3 miliardi come previsto dal Governo Monti, potrebbero subire una riduzione di 300 milioni.
Le stime ufficiali su cui è stato calcolato l’ incremento delle entrate sono, a detta di Confesercenti, calcolate su una quota pari di beni venduti. Ma molti prodotti hanno già fatto registrare importanti cali nelle vendite, dunque gli ulteriori rincari non favoriranno certo i consumi.
La strada utile sarebbe, invece, quella di ridurre l’ aliquota al 20%, tagliare le spese e gli sprechi pubblici, nonché combattere sistematicamente la corruzione e il sommerso dell’ economia italiana.
Le proposte di Confesercenti per il rilancio dell’economia
Confesercenti ha commentato questa mattina la Risoluzione di maggioranza sul Def votata nelle ore precedenti da Camera e Senato, avanzando alcune proposte per il generale rilancio dell’ economia italiana.
L’ economia italiana, infatti, soffre da molto tempo di problemi di produttività e competitività delle PMI, affossate, oltre che dalla perdurante crisi, anche dall’ aumento della pressione fiscale, dal calo del potere d’ acquisto e da una serie di problemi strutturali e infrastrutturali.
> L’allarme di Confesercenti sui consumi
Per Confesercenti il nodo della questione risiede nella ripresa del mercato interno, che dovrebbe essere incentivato attraverso delle azioni mirate che vadano a intervenire in particolare su pressione fiscale e mercato del lavoro.
> Sondaggio Confesercenti su crisi
Per questo motivo Confesercenti ha elaborato una serie di 4 proposte per promuovere il rilancio dell’ economia del Paese. Le proposte prevedono quindi di:
- abolire definitivamente l’ aumento dell’ aliquota dell’ IVA previsto per il mese di luglio 2013;
- riportare il valore dell’ aliquota dell’ IVA al 20% in modo tale da non deprimere ulteriormente i consumi ma di incentivarli;
- ridurre al più presto la pressione fiscale su famiglie e imprese, incentivando politiche di taglio delle spese pubbliche attraverso ulteriori interventi di spending review;
- ridurre il costo del lavoro in modo da incentivare l’ occupazione e incrementare i livelli di produttività.