L’Assemblea straordinaria di Confindustria ha approvato il nuovo Statuto che mette in vigore immediatamente le linee guida della Riforma del sistema associativo approvata dalla Giunta lo scorso ottobre.
Confindustria
Confindustria, cambiano i componenti e le deleghe
Giorni difficili anche per Confindustria. A due anni dall’insediamento si proclama infatti un rimpasto nella squadra di Giorgio Squinzi, rimpasto che sarà formalizzato dalla riunione della Giunta. Dalla squadra va fuori un nome “pesante” come il romano Aurelio Regina, che dovrebbe essere sostituito da Carlo Pesenti.
Per Confindustria l’Italia dovrebbe negoziare una maggiore flessibilità di bilancio
Per Confindustria, l’Italia dovrebbe essere autorizzata a negoziare un budget più flessibile con l’Europa in cambio di riforme strutturali per l’economia. L’Associazione degli industriali in una dichiarazione ha precisato che i negoziati dovrebbero essere aperti in modo che l’Italia, insieme con gli altri Paesi nella stessa situazione che ne fanno richiesta, siano ammessi a margini di flessibilità che sono nel patto di stabilità in cambio di una robusta serie di riforme strutturali.
► Secondo Confindustria si può risparmiare un miliardo tagliando i costi della politica
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha promesso una vasta serie di riforme economiche, tra cui il taglio del cuneo fiscale, che afferma essere necessarie per rilanciare la crescita economica dopo una recessione prolungata.
L’Italia ha però poco spazio di manovra per mantenere il suo disavanzo al di sotto del limite dall’Unione europea. Il nostro Paese è anche impegnato a ridurre il debito pubblico, che è il secondo più alto nella zona euro e che è sotto osservazioe dell’Ue. C’è poi la questione della disoccupazione che è arrivata al 13% e quella della disoccupazione giovanile che è sopra il 40%. E non va dimenticata la scarsa competitività delle aziende italiane, anche questo aspetto messo sotto osservazione dall’Unione europea e che necessita di riforme per l’inversione di tendenza e lo sviluppo.
Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha affermato: “Se il governo continuerà ad andare nella direzione delle riforme strutturali noi continueremo a dare il nostro appoggio. Un’ agenda incisiva e concreta avendo come obiettivo prioritario il rilancio della crescita e della competitività delle imprese e questo anche in una ottica europea. L’Italia deve riconquistare quel posto da protagonista che le spetta nello scacchiere europeo.
Per Squinzi il governo si potrà giudicare con i fatti ed è d’accordo Dl lavoro
Negli ultimi giorni si è parlato molto dei rapporti tra governo e Confindustria. Dopo l’approvazione iniziale dell’Associazione degli industriali al governo per il taglio del cuneo fiscale e per la riforma del lavoro, il Presidente Giorgio Squinzi ha punzecchiato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sull’incontro con la Merkel e sull’eccessiva burocrazia che spinge le aziende italiane all’estero.
In una conferenza stampa a margine di un incontro sulle politiche industriali europee, Giorgio Squinzi ha affermato che fino a ora si è visto solo il decreto sul lavoro preparato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, mentre sulle altre riforme si aspettano le realizzazioni. La posizione di Confindustria sembra essere di fiducia ma legate alla realizzazione concreta delle proposte avanzate. Squinzi mostra di essere a favore del decreto sul lavoro e ha detto: “Ad oggi come realizzazione abbiamo visto solo il decreto sul lavoro preparato dal ministro Poletti che nella formalizzazione finale che andrà in Parlamento ci trova d’accordo”.
► Squinzi punge Renzi e provoca sulle aziende italiane che vanno all’estero
Al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha risposto il ministro dello Sviluppo Economico Guidi che ha affermato: “Fa bene il presidente di Confindustria Squinzi a pungolare il governo Renzi, ma serve tempo per dare un giudizio corretto sul suo operato. Il governo si è insediato da poco più di un mese. Per poter essere giudicati ci vuole un minimo più tempo. Però la sollecitazione a non abbassare la guardia sulla necessità di fare in fretta, è un buon pungolo”.
I rapporti tra Confindustria e governo non sembrano essere tesi ma nemmeno idilliaci. C’è voglia di vedere la realizzazione delle varie proposte prima di giudicare l’esecutivo. È necessaria quindi concretezza più che intenzioni prima di considerare i risultati.
La risposta di Renzi alle critiche di sindacati e Confindustria
Negli ultimi giorni il governo Renzi ha ricevuto le sue prime critiche di un certo tipo da sindacati e Confindustria. La Cgil con il segretario generale Camusso ha criticano il piano sul lavoro del governo. Confindustria, con il suo presidente Giorgio Squinzi ha punzecchiato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sull’incontro con la Merkel, affermando che lui non vede questo clima idilliaco di allegerimento della Germania verso l’Italia e che gli aspetti burocratici potrebbero portarlo con la sua azienda all’estero.
Matteo Renzi ha proposto le sue riforme, che hanno trovato vari consensi, ma ora arrivano le critiche da due importanti gruppi come quelli sindacale e degli industriali. Il premier ha affermato che non si farà bloccare e che le riforme vanno avanti.
► Squinzi punge Renzi e provoca sulle aziende italiane che vanno all’estero
Domani renzi incontrerà Obama e Cameron. A proposito delle critiche di Squinzi, Renzi ha detto: “Dal momento che qui si parla di rapporti con Stati stranieri, la superficialità e l’improvvisazione lasciano il tempo che trovano. Merkel ed io abbiamo fatto una conferenza stampa insieme: le dichiarazioni della cancelliera e mie le hanno sentite tutti. Gli incontri a livello di Governo sono andati molto bene. Infine, si è svolta una cena in cui Merkel ed io abbiamo partecipato facendo a nostra volta domande agli imprenditori italiani e tedeschi presenti a quel tavolo. Squinzi era lì: se non ha gradito la cena, non so. Magari non ha apprezzato il menù. La parte politica è quella che avete visto voi in conferenza stampa”.
Il Presidente del Consiglio ha parlato anche del 3%. Questo ciò che ha affermato: “Questo è il punto centrale e politico. La nostra battaglia non è per ottenere una deroga al 3%. Noi rispettiamo tutti gli impegni, però diciamo anche: nel semestre italiano vogliamo discutere, approfondire, capire cosa possiamo modificare per far sì che le regole del gioco aiutino l’Europa a crescere. Altrimenti succederà ovunque come in Italia, dove la fiducia verso l’Ue è crollata dal 54 al 28% in cinque anni”.
Del Rio parla dell’arrivo di riforme contro la burocrazia
Ieri, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi aveva affermato che le “lungaggini” burocratiche lo stavano facendo riflettere sulla possibilità di spostare la sua azienda in Svizzera. La burocrazia è un aspetto criticato da tutti gli imprenditori italiani, che limita la loro possibilità di movimento e che spesso mette in crisi le prospettive di una impresa. Il fatto che ha parlarne sia stato il capo dell’associazione degli industriali italiani è elequente in questo senso.
Oggi sembra essere arrivata la risposta del governo. Il sottosegretario a Palazzo Chigi Graziano Del Rio in una intervista ha parlato della burocrazia italiana, che ha chiamato “paludosa”, e della necessità di fare delle riforme. Il governo sembra impegnato a migliorare l’aspetto burocratico anche se si aspettano le riforme di cui ha parlato.
► Squinzi punge Renzi e provoca sulle aziende italiane che vanno all’estero
Il sottosegretario Del Rio ha detto: “Occorre uno tsunami di riforme, per liberare l’Italia dall’anomalia di avere una pubblica amministrazione elefantiaca e poco efficiente. La burocrazia costa miliardi, a causa della non semplificazione dell’intero sistema”. Poi ha aggiunto: “Stiamo lavorando per superare le inefficienze e per abbattere i costi della burocrazia. E occorre impegnarsi per tagliare i privilegi di dirigenti e strutture apicali. Che sono troppi e inaccettabili, in una fase nella quale gli italiani soffrono una crisi così profonda”.
In Italia non è raro trovare imprenditori che più che chiedere il taglio delle tasse o maggiori finanziamenti si lamentano per l’eccessiva burocrazia. Un aspetto che fa perdere competitività alle nostre aziene e che il governo Renzi ha affermato di volere contrastare per dare più sviluppo e possibilità di ripresa economica.
Squinzi punge Renzi e provoca sulle aziende italiane che vanno all’estero
Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi è intervenuto con un commento sull’incontro tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel dei giorni scorsi. Squinzi si è mostrato critico e ha affermato: “Devo sfatare il clima idilliaco descritto per l’incontro di lunedì tra la Merkel e Renzi. Lei è molto austera nei nostri confronti. Non è che ci abbia accolto a baci e abbracci”.
Il Presidente di Confindustria ha specificato che la Merkel ha detto di non derogare dalle regole e, quindi, chi commenta l’incontro come una maggiore apertura della Germania probabilmente si sbaglia.
► Per Squinzi andiamo peggio del previsto
Giorgio Squinzi ha poi scherzato sul voto che darebbe a Renzi in questa parte iniziale del suo governo affermando: “Credo che sia ancora a casa a prepararsi. Quando risponderà alle interrogazioni, formeremo i giudizi”.
Il Presidente del Consiglio Renzi è sembrato irritato e ha detto: “Che ne sa Squinzi del mio colloquio con la Merkel? Lui non c’era”.
Il presidente dell’associazione degli industriali ha poi parlato delle difficoltà delle aziende in Italia facendo riferimento alla sua personale azienda: “Anche oggi mi hanno offerto il Canton Ticino per il nuovo Head quarter aziendale. Se le lungaggini burocratiche mi fanno aspettare 4 o 5 anni ci penso”. Squinzi si riferisce alla sua Mapei e ha fatto queste affermazioni in un incontro alla regione Lombardia. Il problema della burocrazia pesa molto per le aziende. Il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha risposto “Non ci pensare nemmeno” e Squinzi lo ha rassicurato “Dobbiamo creare le condizioni perché le imprese lombarde non vadano all’estero”.
Per Confindustria crescita del Pil sopra lo 0,5% a rischio
Secondo il Centro Studi di Confindustria, le previsioni della crescita del Prodotto interno lordo (Pil) superiore allo 0,5% nel 2014 sono a rischio. La stima precedente di Confindustria era dello 0,7%, mentre ora anche la stima dello 0,5% potrebbe essere ricalcolata al ribasso. Alla base, l’Associazione degli industriali individua due fattori principali che frenano la ripresa. Questi fattori sono da una parte lo scenario globale e, dall’altra parte, la scarsa competitività.
Bankitalia con Visco ha parlato di una ripresa lenta per l’Italia. Ora Confindustria parla di crescita che stenta a ripartire.
► Squinzi, Confindustria: “liberarsi dalla burocrazia”
Sul fronte esterno, quindi, il problema è lo scenario globale. Il report del Centro Studi di Confindustria parla di “grande nebbia dell’incertezza sulla solidità dello scenario globale”.
Sul fronte interno, il problema della competitività e quelli strutturali sono messi in luce: “sul fronte interno operano gli handicap competitivi, strutturali e le lunghe code della crisi”. Si fa riferimento anche alle situazioni di incertezza come quella in Ucraina che sono capaci di minare la già debole fasi di ripresa.
Su questo punto, il report di Confindustria parla del fatto che la possibile escalation in Ucraina con le sanzioni alla Russia potrebbe mettere a rischio 111 miliardi di importazioni dall’Italia. Nel report si legge: “un terzo dell’import russo dall’Italia è riconducibile a beni di consumo che sono i settori made in Italy più esposti a un’eventuale escalation delle sanzioni”.
Sul fronte interno ci sono le vere sfide per la ripresa economica. Secondo viale dell’Astronomia bisogna considerare “gli ostacoli fatti in casa, tutto ciò che rende il Paese poco attrattivo per gli investimenti: dall’eccessiva regolamentazione ai tempi lunghi della pubblica amministrazione, dalla tassazione alta (in particolare il cuneo fiscale) all’inefficienza della spesa pubblica”. Due problemi importanti sono anche la restrizione del credito e i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese italiane.
Squinzi appoggia i tagli proposti dal governo
Parole di approvazione sulle riforme proposte dal governo Renzi arrivano da Confindustria. L’associazione degli industriali è in attesa di vedere i fatti rispetto a quanto proposto, ma si ritrova sulla direzione presa dal governo che si basa sul taglio del cuneo fiscale e delle tasse per le imprese. Quindi c’è l’approvazione del piano che il governo ha proposto me si attendee di vedere come saranno messi in atto.
Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha affermato: “Per ora abbiamo visto un’elencazione di intenzioni, che sembrano andare nellla direzione giusta. Renzi ha detto che sta organizzando da un lato il reperimento di fondi e dall’altro una tempisttica ma ho già sentito uno slittamento sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione al giorno di San Matteo a settembre”.
Squindi ha poi aggiunto: “Renzi è una persona molto energica, giovane. Sembra un motore di Formula 1. Il probleema è adesso scaricare la potenza per terra”.
► Secondo Confindustria si può risparmiare un miliardo tagliando i costi della politica
Il problema dell’economia italiana e delle imprese, che nel nostro Paese sono soprattutto piccole e medie imprese, è comunque la domanda a parte la pressione fiscale esistente. In altre parole, le imprese italiane hanno anche bisogno di innovazione e di nuove strategie per guadagnare competitività nel mercato globale. Il problema riguarda soprattutto le imprese che operano nel mercato interno, per le quali l’aumento delle bustae paga dei lavoratori e il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione potrebbero essere delle buone notizie per potere ripartire.
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L’impatto della Tasi sulle imprese e sul mercato immobiliare
Qualche giorno fa il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha affermato che la Tasi per le imprese è “un’altra botta”. In effetti, l’aumento dello 0,8 per mille dell’aliquota base della Tasi, cui possono fare riferimento i comuni secondo il decreto legge Omnibus per finanziare le detrazioni, si possono applicare a tutti i tipi di immobili come i negozi e i capannoni. Per le imprese questo può essere un peso fiscale più elevato in quanto c’erano già stati degli aumenti e minori agevolazioni decisi per gli immobili delle aziende. Il rischio è che lo sconto per le famiglie venga pagato dalle imprese.
Un aspetto importante è che a livello di consenso politico le famiglie hanno un impatto maggiore delle imprese essendo di più e questo è un elemento che potrebbe portare le imprese a pagare una parte più alta.
► Caos Tasi tra aumento dell’aliquota e detrazioni
Con riferimento alle case di lusso, che sono caratterizzate dalla rendita catastale A1, A8 e A9, queste pagheranno sia l’Imu sia la Tasi con l’aliquota massima per le due tasse del 6 per mille, come quella dell’Imu dello scorso anno, cui si aggiunge il possibile aumento dello 0,8 per mille che stabiliranno i comuni. Questa tipologia di case sono circa 70 mila.
Il regime fiscale complesso scoraggia l’acquisto di una seconda casa e il mercato immobiliare ne risente. Le vendite degli immobili sono in diminuzione ed è aumentata la morosità degli affittuari. In questo modo, le tasse sulla casa non aiutano il mercato immobiliare. Gli aspetti che favoriscono i proprietari sono pochi e tra questi ci sono il finanziamento per le ristrutturazioni e la legge proposta dal ministro delle Infrastrutture Lupi di diminuire le tasse sulla cedolare secca per gli affitti con canone concordato.