Aumento della spesa alimentare: consigli per risparmiare

 La ventiquattresima edizione dell’inchiesta annuale sui supermercati di Altroconsumo ha messo in luce come i prezzi dei prodotti alimentari siano costantemente aumentati negli ultimi anni. L’analisi dei prezzi al dettaglio di un paniere dei consumi composto da 500 prodotti per l’alimentazione, la casa e la cura della persona in quasi 1000 negozi in Italia, ha messo in evidenza un aumento dei prezzi nel 2012 dell’1,6% rispetto al 2011.

Il risparmio, quindi, diviene fondamentale. Ecco i consigli di Altroconsumo per una spesa consapevole e conveniente.

► Aumento della spesa alimentare: i prodotti più economici e le città più convenienti

Promozioni e offerte, occhi aperti

Altroconsumo ha messo in evidenza come le promozioni e le offerte fatte da supermercati e ipermercati permettono di risparmiare solo fino al 22% sul prezzo iniziale del prodotto, in quanto sono più uno specchietto per attrarre nuovi clienti. Inoltre, Altroconsumo ha dimostrato che in una città non viene mai messo in offerta una quota maggiore del 36% del paniere individuato, e questo vuol dire che per fare la spesa a suon di promozioni si dovrebbe girare tutta la città senza peraltro riuscire a comprare tutto ciò che serve a prezzo speciale.

Si otterrebbe al massimo un risparmio di circa 60 euro l’anno (l’1%), risparmio che verrebbe eroso dai costi di spostamento.

► Aumento della spesa alimentare: i negozi più convenienti

Come scoprire se l’offerta è davvero conveniente 

Il marketing è una cosa seria e le promozioni e le offerte dei supermercati sono studiate per stimolare il cliente a fare un acquisto emozionale, non razionale. Non c’è neanche nulla di sbagliato nell’acquistare prodotti in promozione, ma si deve fare attenzione a due particolari:

– data di scadenza: i prodotti in promozione sono solitamente vicini alla data di scadenza, quindi acquistateli solo se realmente necessari;

– prezzo al chilo: non fatevi ingannare dal prezzo a ribasso della confezione, controllate il prezzo al chilo o al litro per capire se l’acquisto è davvero conveniente.

Aumento della spesa alimentare: i negozi più convenienti

 La spesa alimentare aumenta di anno in anno. Secondo la ventiquattresima edizione dell’inchiesta annuale sui supermercati svolta da Altroconsumo quest’anno ogni famiglia italiana ha speso un quarto del suo budget per i prodotti alimentari, con un aumento tendenziale dell’1,6% rispetto allo scorso anno.

Ma non sono solo le spese alimentari ad aumentare, è il costo della vita in generale che sta lievitando e diventa quindi necessario cercare delle vie alternative per risparmiare.

► Aumento della spesa alimentare: i prodotti più economici e le città più convenienti

Il consiglio di Altroconsumo per risparmiare sulla spesa alimentare è quello di fare acquisti nelle zone deove c’è una maggiore presenza di punti vendita delle diverse catene della Grande Distribuzione. Infatti, dove ci sono più punti vendita c’è più concorrenza e le diverse insegne tendono ad abbassare i prezzi o a fare delle interessanti offerte. Altro consiglio è quello di individuare il punto vendita che meglio rispecchia le esigenze alimentari della famiglia e frequentarlo con costanza, invece che seguire lo specchietto per la allodole dell’offerta stagionale o occasionale.

I negozi più convenienti

Altroconsumo ha dato un indice di convenienza a tutte le catene di supermercati considerate nell’inchiesta. Il massimo che una catena può ottenere è 100, e quest’anno il primato di negozio più conveniente è andato a U2 Supermercato.

Seguono gli  ipermercati Iper e Interspar, Leclerc Conad e IperSimply con 101, Alì, Ipercoop, Bennet e Auchan con 102 e  Panorama ed Esselunga con 103.

► Aumento della spesa alimentare: consigli per risparmiare

La maglia nera della catena più cara d’Italia è andata alla Despar, con prezzi superiori anche del 10% rispetto alle concorrenti più convenienti.

Continua ad aumentare la fiducia dei consumatori

 Nonostante le notizie non troppo incoraggianti che arrivano dal mondo del commercio, in cui, nel primo semestre del 2013 è stato possibile registrare un calo delle vendite al dettaglio pari al 3%, il clima di fiducia che investe il mondo dei consumatori continua a crescere. 

Vendite al dettaglio in calo nel primo semestre del 2013

 Ancora nessun risultato positivo per il settore del commercio che faccia pensare ad una ripresa decisiva. I dati relativi al primo semestre 2013, infatti, nell’ ambito delle vendite al dettaglio, restano purtroppo negativi. Dalle ultime statistiche risulta infatti che nei primi sei mesi dell’ anno le vendite al dettaglio in Italia sono calate del 3% rispetto allo stesso periodo del 2012. Tre punti in meno, quindi, su base tendenziale, ma anche a livello congiunturale non si registrano dati positivi.

Aumento della spesa alimentare: i prodotti più economici e le città più convenienti

 I dati dell’Istat parlano chiaro. Ogni famiglia italiana nel 2012 ha investito un quarto del reddito complessivo per la spesa alimentare, con un aumento del 2,8% sulla spesa media registrata nel 2012. Un aumento che per molte famiglie sta diventando insostenibile. Diviene essenziale risparmiare e, grazie alla ventiquattresima edizione dell’inchiesta annuale sui supermercati svolta da Altroconsumo è possibile sapere quali prodotti acquistare e dove per poter abbassare la spesa mensile per l’alimentazione.

► Aumento della spesa alimentare: i negozi più convenienti

La ricerca di Altroconsumo ha preso in considerazione un paniere di 500 prodotti di marca, diviso in base alle 105 tipologie merceologiche individuate dall’Istat. Al suo interno prodotti come acqua naturale, bibite, detersivi, pasta, biscotti, articoli per manutenzione e pulizia, articoli per la cura personale e i prodotti alimentari freschi (frutta, verdura, carne, formaggi e salumi da banco), analizzando i prezzi applicati in 907 punti vendita dislocati in 68 città italiane.

I prodotti alimentari più convenienti

Secondo l’indagine di Altroconsumo i prodotti alimentari del paniere individuato da altro consumo mette in evidenza un aumento dell’1,6% tendenziale. Gli aumenti più consistenti sono stati per i vini, la Nutella, gli olii d’oliva (normale o extravergine) e il tonno in scatola. Diminuiscono il latte (sia fresco sia Uht), gli yogurt, il pane a fette e i cracker, e diversi articoli per l’igiene personale (carta igienica, collutori, bagno schiuma).

► Aumento della spesa alimentare: consigli per risparmiare

Dove conviene fare la spesa – Le principali città italiane in ordine di convenienza

Pistoia, Firenze e Pisa: 5.876 euro

Napoli e Torino: 6.400 euro

Milano e Roma: 6.500 euro

Messina, Siracusa e Reggio Calabria: 6.700 euro

Ragusa, Messina, Sassari, Siracusa, Reggio Calabria: 6.800 euro

Aosta: 6.800 euro

Quanto spenderanno le famiglie italiane nel 2013?

 Mancano ormai solo pochi mesi alla fine dell’ anno. E’ quindi più agevole fare previsioni e bilanci che tengano conto dell’ intero 2013. A sfruttare questa possibilità ci ha quindi pensato l’ Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che ha tratto delle previsioni relative alla spesa delle famiglie italiane nel 2013 e all’ andamento dei consumi.

Ridotta la spesa sulle tavole degli italiani

 I dati diffusi di recente della Coldiretti raccontano di una nuova Italia, quella in cui i cittadini hanno smetto si spendere soldi per i generi alimentari e i consumi sono tornati ai livelli, un po’ imbarazzanti, degli anni Settanta. Una regressione che non depone a favore della ripresa economico-finanziaria del tricolore.

Consumi in calo e arretra Nestlè

In generale la Coldiretti dice che dall’inizio dell’anno, nel primo semestre 2013, si è registrata una flessione del consumo di pesce pari al 13 per cento. Sono poi in calo del 10 per cento le spese per l’olio extravergine e per la pasta. 7 italiani su 10 hanno smesso anche di comprare il latte. In aumento, per quanto riguarda sempre i generi alimentari, ci sono soltanto le uova e il pollo.

Che altre conferme aspettano gli investitori? L’italiano medio che almeno a tavola non aveva mai rinunciato alla qualità, adesso ha un potere d’acquisto talmente ridotto che compra prodotti di scarsa qualità, oppure non compra affatto. Il taglio, la spending review famigliare, di cui abbiamo già parlato, riguarda anche i beni di prima necessità.

Consumi TLC in calo nel nostro paese

L’ortofrutta, che non abbiamo menzionato, ha visto ridursi gli acquisti del 3 per cento e anche l’acquisto di carne è diminuito del2 per cento. In generale c’è stata una riduzione della spesa alimentare del 4 per cento circa.

Consumi in calo del 4% nel primo semestre 2013

 Nel primo semestre del 2013 sono calati ancora i consumi degli italiani. Lo rileva, infatti, una indagine compiuta da Coldiretti che ha analizzato le spese degli italiani in fatto di generi alimentari ed altri beni. La popolazione italiana, il cui potere d’ acquisto è stato particolarmente ridotto dal perdurare della crisi economica risparmiano oggi come accadeva negli anni ’70 e i consumi nazionali nei primi sei mesi dell’ anno sono calati in totale del 4%

In campo energetico vince il mercato tutelato

 I prezzi della luce e del gas, in questo momento, non sono certo alle stelle ma sono cresciute nel corso degli anni, le tasse applicate all’erogazione dei servizi. E’ questo il grosso problema dell’Italia, il paese in cui il 60 per cento delle risorse serve ai cittadini per pagare le utenze e i servizi di prima necessità.

Come si polverizza lo stipendio degli italiani

Una recente indagine dell’Autorità per l’energia sui prezzi 2011 ha cercato di capire cosa conviene agli italiani per risparmiare. In campo energetico la risposta non è facile e si tratta di fare un’analisi dei costi del mercato tutelato o a maggior tutela che dir si voglia, e del mercato libero.

Secondo l’indagine dell’Autorità, in questo momento, per avere la luce in casa si spende meno con il mercato di maggior tutela. Rispetto al mercato libero, per la fornitura di energia elettrica il mercato tutelato offre un risparmio del 12,8 per cento e il mercato del gas offre un risparmio del 2 per cento.

La ripresa nel consumo di energia

L’analisi ha preso spunto dalle offerte delle aziende energetiche che operano sul mercato libero. Molti cittadini, infatti, in questi anni, hanno cercato di fare chiarezza sulle condizioni del mercato ma scegliendo una proposta piuttosto che un’altra, non si sono sempre dimostrati consapevoli dei costi sostenuti.

L’autorità, quindi, oltre a rilevare la soluzione più conveniente, ha anche valutato l’opportunità di rendere il mercato sempre più limpido.

Inflazione stabile a luglio 2013

 Nel mese di Luglio 2013 l’ inflazione aumenta di un solo punto percentuale  – cioè dello 0,1% – nei confronti del mese precedente, mentre resta stabile su base annua all’ 1,2%. A rilevarlo è l’ Istat, che registra anche come non vi siano stati cambi rilevanti su base congiunturale per i prodotti di maggior consumo, quelli che le persone acquistano più frequentemente, che rispetto al mese di giugno 2013 diminuiscono solo dello 0,2%. Su base annuale, invece, il cosiddetto carrello della spesa degli italiani sale dell’ 1,2%.

Inflazione e spesa a giugno

A conti fatti, dunque, l’ inflazione si mantiene stabile su un valore dell’ 1,2%, molto vicino al previsto 1,1% delle proiezioni dei mesi precedenti, e c’ è la sensazione che questi valori continueranno a presentarsi anche per i restanti mesi dell’ anno.

> Salgono i prezzi a giugno 2013

Questa relativa stabilità dell’ inflazione, secondo l’ Istat, deve essere addotta alla contemporanea presenza di spinte inflazionistiche di segno opposto, che mentre fanno calare il prezzo di una vasta gamma di servizi, fanno salire ad esempio quello dei beni energetici non regolamentati.

I beni che subiscono i maggiori rincari a luglio 2013 sono soprattutto, dunque, quelli energetici e quelli relativi ai trasporti, mentre calano prodotti freschi come frutta e verdura di stagione e alimentari non lavorati.