L’ Italia sta diventando un Paese in cui è sempre più sicuro utilizzare le carte di credito per i propri pagamenti. Il Ministero dell’ Economia e delle Finanze ha infatti recentemente pubblicato un rapporto che dimostra che le frodi relative a questi strumenti di pagamento, nel corso del 2012, sono state pari solo allo 0,019% sul totale dei pagamenti e hanno fatto quindi segnare un calo del 2,8% rispetto al 2011.
Consumi
Consumi sempre più ridotti per le famiglie italiane
La crisi coinvolge sempre più da vicino i bilanci familiari e va a modificare le abitudini di spesa degli italiani che acquistano e spendono sempre meno. Lo rilevano, infatti, gli analisti di Confindustria, che hanno registrato come dal 2007 ad oggi ci sia stata una riduzione nei consumi annuali pari a 3.660 euro.
Conviene di più il mercato libero o il servizio di maggior tutela per la fornitura di energia?
Lo switching, ossia il passaggio dalle vecchie tariffe amministrative per l’energia elettrica alle nuove, ossia quelle determinate dalle leggi della libera concorrenza, è un fenomeno ancora poco diffuso in Italia.
La maggior parte degli italiani preferisce rimanere con il vecchio gestore e con le vecchie tariffe, anche perché fino a poco più di un decennio fa – fino al 2000 – esistevano solo le tariffe amministrative. Oggi queste tariffe sono state definite di maggior tutela, e garantiscono una tariffa standard per la fornitura dell’energia.
► Le bollette italiane di luce e gas sono le più care d’Europa
Quali sono le motivazioni di un tale atteggiamento? Perché gli italiani sono più portati a mantenere le vecchie abitudini quando potrebbero risparmiare aderendo alle tariffe del libero mercato?
Passare al mercato libero per l’energia fa davvero risparmiare?
Uno dei problemi alla base della scarsa predisposizione allo switching in Italia è la mancanza di offerte semplici e davvero convenienti del mercato libero che possano eguagliare, in quanto a servizi e tutela, le tariffe di maggior tutela.
Oltre a ciò, il risparmio che si può ottenere passando al mercato libero è piuttosto basso e, soprattutto, non garantito.
Si può ottenere un risparmio che va dal 5 al 10% con il passaggio al libero mercato per l’energia, ma per farlo è necessario, in primo luogo, passare alle nuove tariffe sia per la fornitura di gas che per quella di elettricità e poi è necessario fare un’analisi molto dettagliata delle offerte dei gestori.
► Energia – Recesso da contratto per la fornitura di energia elettrica
La giungla delle tariffe
Chi passa alle tariffe libere, quindi, può risparmiare. Ma ad una condizione: conoscere bene il proprio profilo di consumatore e scegliere la tariffa che fa di più al nostro caso, tra le tante che vengono proposte dai vari operatori sul mercato.
Ce ne sono di tutti i tipi, ma è necessario essere molto oculati: il rischio è quello di trovarsi a pagare di più.
I costi fissi delle bollette
Un altro fattore che, purtroppo, in Italia gioca a sfavore di una completa adesione al mercato libero sono i costi delle bollette, ossia quei costi che non dipendono dal consumo di elettricità o di gas ma che sono ‘tasse’ e ‘costi’: maggiorazioni per distribuzione e trasporto, finanziamenti per le rinnovabili e per lo smaltimento del nucleare sono solo alcune delle voci.
Letture e conguaglio anche nel mercato libero?
Sì. La possibilità esiste. Alla base del rischio di ricevere un conguaglio anche in caso di adesione alle tariffe del mercato libero c’è la mancanza di infrastrutture adeguate, nella fattispecie i contatori.
I nuovi contatori elettrici digitali installati dai distributori di elettricità che non sempre sono azionati come dovrebbero: registrano i consumi, ma queste informazioni non vengono poi trasmesse al distributore e la bolletta viene calcolata in base al consumo stimato.
Quindi sì, il conguaglio potrebbe arrivare, ma con tempi e modi che non si possono prevedere.
È il vecchio gestore, inoltre, detenendo comunque la gestione dei contatori, che fa capo anche alle operazioni di lettura e comunicazione.
► Energia – Recesso da contratto per la fornitura di gas naturale
Il valore aggiunto: i servizi ai clienti
Recenti indagini dimostrano che più della metà di coloro che hanno effettuato lo switching sono poi tornati indietro al servizio di maggior tutela. Una delle motivazioni principali, oltre alla effettiva mancanza di un risparmio sostanzioso, è la poca soddisfazione nei confronti del gestore scelto, sia per le offerte commerciali che, soprattutto, per i servizi.
Il primato rimane dunque ad Enel, che è riuscita ad unire ai servizi al cliente (call center, sito interattattivo, etc) anche una nuova forma di risparmio, il rimborso compensativo, che i clienti del mercato libero possono ottenere con gli sconti su merci e servizi previsti per loro.
Per l’ Istat la fiducia dei consumatori è in crescita
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ Istat, l’ Istituto Nazionale di Statistica, i giudizi degli italiani sulla situazione economica del Paese stanno progressivamente migliorando. Nel corso del mese di luglio, infatti, l’ indice del clima di fiducia dei consumatori italiani è passato da un valore di 95,8 che era stato registrato nel corso del mese precedente, all’ attuale 97,3.
In Italia si parla ancora di calo delle vendite
L’Italia è sul viale della ripresa? A quanto pare il viale della ripresa si è allontanato ancora nel primo semestre dell’anno che è stato archiviato con molta delusione dai consumatori, dalla politica e dall’economia. Adesso gli euroscettici presenti nel nostro paese sono aumentati in linea con il trend europeo ma quello che più preoccupa è la risposta ad una serie di stimoli che arrivano dal mercato e dall’economia in generale.
►Undicesimo calo delle vendite a maggio 2013
Sono stati lanciati i saldi, ad esempio, e il boom di vendite registrato l’anno scorso, è subito apparso un ricordo lontano e sfocato. Più in generale, ed è questa la notizia di oggi, c’è stato un calo delle vendite. Il raffronto è stato fatto su un anno e si è visto chiaramente che c’è stato un calo dell’1 per cento nonostante qualche piccolo miglioramento da un mese all’altro.
►Negli USA vendite al dettaglio sotto tono
Sembra che a fare la differenza sia stato soprattutto il comparto non alimentare dove le vendite sono diminuite sensibilmente. A tenere banco restano soltanto l’informatica e la profumeria. Al contrario, nel settore alimentare proliferano i profitti dei discount. I dati sono stati organizzati e riassunti in un report dell’ISTAT che nota come nel trimestre marzo-maggio 2013 ci sia stato un calo delle vendite dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti.