In Italia i consumi sono in stallo

 L’industria italiana dà segnali di ripresa, il Prodotto interno lordo (Pil) inverte lentamente il declino, ma secondo i dati dell’Istat a gennaio 2014 il settore del commercio è rimasto in posizione di stallo: l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio ha infatti registrato una variazione di zero punti rispetto al mese precedente. Nell’ultimo trimestre che va da novembre a gennaio, il tasso ha anzi segnato una contrazione media dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Nel confronto con il mese di dicembre 2013 le vendite di prodotti alimentari hanno mostrato a gennaio una variazione nulla, quelle di prodotti non alimentari sono diminuite dello 0,1%.

Nei dodici mesi tra gennaio 2013 e gennaio 2014, l’indice del totale delle vendite ha segnato una flessione dello 0,9%, risultante dalle contrazioni dello 0,1% per le vendite di prodotti alimentari e dell’1,3% per le vendite di prodotti non alimentari. Nel dettaglio però i volumi di vendita, suddivisi in base alla forma distributiva, hanno evidenziato per la grande distribuzione un aumento dell’ 1,0% (+ 0,9% per i prodotti alimentari,+ 1,2% per quelli non alimentari) ed una diminuzione del 2,5% per le imprese operanti su piccole superfici (- 2,9% per i prodotti alimentari, -1,3% per quelli non alimentari).

 

Fiducia dei consumatori in crescita e Padoan in Germania parla dell’economia italiana

 

Quanto alla grande distribuzione organizzata, a gennaio 2014 si registrano variazioni positive dello 0,7% per gli esercizi generalisti e del 2,6% per quelli specializzati. Nel dettaglio, tra gli esercizi generalisti si segnalano quelli a prevalenza alimentare con un aumento dello 0,8% delle vendite. Quest’ultima tipologia commerciale ha registrato variazioni positive per tutte le forme di vendita: +3,1% per i discount, +0,6% per gli ipermercati e +0,2% per i supermercati.

Fiducia dei consumatori in crescita e Padoan in Germania parla dell’economia italiana

 La fiducia dei consumatori in Italia è in crescita consistente. I dati sulle vendite al dettaglio non sono ancora alti, avendo mostrato una crescita pari a zero, ma a marzo la fiducia ha mostrato un rialzo significativo sostenuto dalle aspettative sullo stato futuro dell’economia nel nostro Paese.

I dati sono stati mostrati dall’Istat che ha spiegato come l’indice del clima di fiducia dei consumatori a marzo ha realizzato un incremento significativo. L’indice è arrivato a 101,7 da 97,7 del mese precedente. In miglioramento i giudizi sulla situazione economica attuale e quelli sulle attese future. In crescita anche le aspettative sulla situazione economica della famiglia mentre peggiorano i giudizi sul bilanco familiare.

 

Negli Stati Uniti scende a sorpresa la fiducia dei consumatori

 

Con la fiducia dei consumatori sull’economia del paese che cresce, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha parlato della situazione economica in Italia nella sua visita in Germania. A Berlino, Padoan ha affermato: L’Italia ce la farà. Voglio una crescita forte e non tradirò i patti Ue”. Il ministro ha anchee aggiunto: “Soprattutto voglio una crescita ricca di lavoro, di nuova e buona occupazione, in un Paese finalmente in grado di fare funzionare l’economia e lo Stato”.

Padoan ha parlato della necessità di riformare il mercato del lavoro e quello delle regole e delle norme, in modo da semplificare la burocrazia che pesa molto per le imprese in Italia. Non è mancato un riferimento ai rapporti con la Germania rispetto alle riforme, con il ministro che ha detto che le proposte sul lavoro e sulla semplificazione sono state accettate e vanno nella direzione corretta.

Poche variazioni nei prezzi al consumo negli Stati Uniti

 Il costo della vita negli Stati Uniti è cambiato di poco nel mese di febbraio, mostrando come l’inflazione stia facendo scarsi progressi rispetto agli obiettivi della Federal Reserve (Fed) che si riunisce questa settimana.

L’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,1%, corrispondente al progresso in gennaio. Escludendo cibo e combustibile, la misura è salita ugualmente dello 0,1% da gennaio, in aumento dell’1,6 per cento negli ultimi 12 mesi.

 

Negli Stati Uniti scende a sorpresa la fiducia dei consumatori

 

Le aziende stanno mantenendo bassi i prezzi per cercare di aumentare le vendite visto l’insolito duro inverno che ha fatto registrare meno clienti disponibili ad avventurarsi fuori casa per andare nei negozi. Le pressioni sui prezzi limitati stanno portando la Fed a mantenere i tassi di interesse bassi, anche se c’è stata una riduzione della disoccupazione.

Le imprese sono riluttanti ad aumentare i prezzi, dato che la domanda non è ancora a un livello considerato ottimale. La Fed ha messo in chiaro che si è preoccupati per l’inflazione troppo bassa, che è un elemento da tenere sott’occhio come quella troppo alta. Le stime per l’indice dei prezzi al consumo variano da un calo dello 0,1% a un aumento dello 0,4%.

Un altro rapporto ha mostrato che il mercato immobiliare è cambiato poco a febbraio dopo il calo minore a quanto stimato del mese precedente. Questo indica che il settore immobiliare si sta stabilizzando dopo che le intemperie hanno frenato le costruzioni.

Dopo questi rapporti i futures sugli indici di Borsa hanno tenuto i guadagni precedenti. Lo Standard & Poor 500 è in crescita.

Il rapporto del Dipartimento del Lavoro ha mostrato che i prezzi al consumo sono aumentati dell’1,1% nel confronto di 12 mesi fino al mese di febbraio, il più basso guadagno nel confronto annuo a partire  dal mese di ottobre.

L’aumento dello 0,4% dei prezzi alimentari, il più alto dal settembre 2011, ha visto il costo della carne aumentare al livello più alto dal mese di aprile 2010.

I costi energetici sono scesi dello 0,5% rispetto al mese precedente, con un calo dei prezzi della benzina. In aumento dello 0,2% gli affitti e le cure mediche che sono stati in gran parte compensati dal calo dei prezzi dell’abbigliamento, dell’arredamento e delle auto usate. I guadagni orari rettificati per l’inflazione sono saliti dello 0,3% nel mese di febbraio, il più grande guadagno dal mese di aprile.

La Fed ha sollevato preoccupazioni circa l’inflazione troppo bassa, sostenendo che i prezzi costantemente inferiori al loro obiettivo dovrebbero essere considerati dannosi come quelli che sono costantemente al di sopra.

Negli Stati Uniti scende a sorpresa la fiducia dei consumatori

 La fiducia dei consumatori negli Stati Uniti è scesa inaspettatamente a marzo indicando ch  la spesa delle famiglie ha avuto una battuta d’arresto anche per i problemi meteorologici all’inizio di quest’anno.

L’indice preliminare della Thomson Reuters – Università del Michigan ha messo in mostra come la fiducia è scesa a 79,9 questo mese da 81,6 di febbraio.

 

Negli Stati Uniti vendite al dettaglio in aumento

 

I consumatori intervistati sono più pessimisti circa le prospettive economiche, indicando che la crescita dei salari è necessaria per spingere i consumi. Il mercato del lavoro dovrebbe continuare a migliorare, anche se ad un ritmo moderato, ed è quindi fondamentale l’aumento dei salari, che sarà il vero fattore per guidare i consumi e il sentimento degli americani sull’economia.

Un altro rapporto ha mostrato che l’inflazione a livello di ingrosso è diminuita il mese scorso. L’indice è diminuito in modo imprevisto dello 0,1 per cento nel mese di febbraio, dopo un progresso dello 0,2 per cento con il costo dei servizi che è sceso.

L’indice sul sentiment per le aspettative a sei mesi è sceso a 69,4, il più basso dal mese di novembre, da 72,7 del mese scorso.

I dati recenti indicano che il mercato del lavoro sta iniziando a stabilizzarsi. Le cifre del Dipartimento del Lavoro hanno mostrato richieste di sussidi di disoccupazione inaspettatamente diminuite la scorsa settimana al il livello più basso dalla fine di novembre. Il tasso di disoccupazione, invece, è salito al 6,7 per cento dal 6,6 per cento.

La retribuzione dei lavoratori sta mostrando segni di ripresa. le retribuzione orarie per tutti i lavoratori sono salite dello 0,4 per cento, in media a 24,31 dollari il mese scorso, segnando il più grande guadagno da giugno. La retribuzione media settimanale è aumentata a 831,40 dollari da 830,75 dollari.

Consumi, gli italiani tagliano le spese

 Nuovo segnale negativo per i consumi degli italiani, che continuano a contrarsi dopo che si erano avuti alcuni deboli segnali di stabilizzazione facendo vedere come la situazione economica delle famiglie faccia davvero fatica a ritornare su livelli positivi.

In Gran Bretagna sale la fiducia dei consumatori

 La fiducia dei consumatori è salita al livello più alto da quando il quasi collasso della Northern Rock Plc ha innescato la crisi del credito in Gran Bretagna più di sei anni fa. La situazione economica è cambiata molto e ora la Gran Bretagna è accreditata di una crescita interessante.

Un indice del sentimento dei consumatori è salito di 6 punti nel mese di gennaio, il più alto dal settembre 2007. La fiducia dei consumatori è aumentata così come le prospettive economiche della Gran Bretagna.

L’economia britannica ha avuto la sua più forte crescita dal 2007 l’anno scorso in mezzo a un boom immobiliare. Tutto questo è una buona notizia per il governo con le elezioni che cominciano a essere in vista. La crescita della fiducia dovrebbe manifestarsi in una maggiore spesa.

 

La Gran Bretagna e l’economia in più rapida crescita in Europa occidentale

 

Un anno fa molti indici che riguardavano la fiducia e diversi parametri economici erano negativi. Ora le cose sono cambiate. L’economia è cresciuta dell’1,9% l’anno scorso anche se un paio di trimestri di crescita superiore al tasso tendenziale guidato dalla spesa delle famiglie rappresenta un buon inizio, ma non è sufficiente. Gli indici ora non sono più negativi.

Il primo ministro David Cameron ha bisogno di un rilancio per vincere un secondo mandato nel maggio del prossimo anno. Fino ad oggi ha pagato la condizione economica di crisi in Europa e l’aumento delle tasse e delle tariffe a carico dei cittadini.
Con il miglioramento dei parametri economici anche le sue possibilità di essere rieletto potrebbero aumentare.

In Cina si beve più vino rosso che in Francia

 Lo scorso anno si è bevuto più vino rosso in Cina che in Francia. Con un consumo di oltre 155 milioni di casse, contenente ognuna 9 litri di vino, la Cina (compresa Hong Kong) ha scavalcato in classifica la Francia, diventando il primo consumatore mondiale di vino rosso: un totale di 1,865 miliardi di bottiglie, con un incremento del 136% rispetto al 2008.

Nel rank mondiale la Repubblica Popolare di Cina si piazza così davanti alla Francia (150 milioni di casse di vino), all’Italia (141) che è al terzo posto, agli Stati Uniti (134) al quarto posto e alla Germania (112) al quinto posto.

 

Francia, economia ancora in forte difficoltà

 

Data la grande differenza di popolazione residente nei paesi citati, il dato non ha un grande valore in termini assoluti ma attesta in modo chiaro il crescente interesse dei cinesi per questo prodotto. Infatti, secondo uno studio della IWSR (International Wine and Spirits Research), il consumo di vino in Cina è progressivamente aumentato a partire dal 2005, toccando tra il 2007 e lo scorso anno un incremento record del 175,4%: negli stessi anni i consumi italiani e francesi sono calati rispettivamente del 5,8% e del 18%.

La ricerca ha evidenziato comunque che il consumo di vino è in costante progressione in tutto il mondo: fra il 2008 ed il 2013 il tasso di crescita è stato del 3,23%, con una vendita totale di 2,663 miliardi di casse da 12 bottiglie ciascuna.

Un boom di consumi è previsto per gli Stati Uniti, che è stato il primo mercato mondiale del vino nell’anno 2011: con un incremento annuo del 14%, nei prossimi cinque anni il consumo in questo paese arriverà a quota 384 milioni di casse.

Negli Usa crescita dei consumi e del Pil

 L’aumento dei consumi delle famiglie e le esportazioni robuste hanno mantenuto l’economia americana su un terreno solido nel quarto trimestre, ma i salari stagnanti potrebbero sgretolare alcuni degli elementi di slancio economico all’inizio del 2014. Il prodotto interno lordo negli Stati Uniti è cresciuto ad un tasso annuo del 3,2%, come ha affermato il Dipartimento del Commercio, in linea con le aspettative degli economisti.

In precedenza molti economisti si aspettavano un ritmo di crescita inferiore al 2%, mentre la crescita nella seconda metà dell’anno potrebbe avere un ritmo del 3,7%. La spesa dei consumatori è stato l’elemento principale della crescita nel quarto trimestre, ma c’era anche un importante impulso che arriva dal commercio.

 

Perché i mercati emergenti preoccupano Wall Street

 

Il dato sul Pil in crescita nel quarto trimestre è arrivato il giorno dopo che la Federal Reserve ha parlato di crescita dell’attività economica negli ultimi trimestri. La Fed ha annunciato un’ulteriore riduzione dei suoi acquisti di obbligazioni mensili e sembra potersi scrollare di dosso la sorpresa del rallentamento della crescita di posti di lavoro nel mese di dicembre.

I consumi negli Usa sono aumentati a un tasso del 3,3%, il migliore dal quarto trimestre del 2010. La spesa dei consumatori, che rappresenta oltre i due terzi dell’attività economica americana, è avanzata a un ritmo del 2% nel terzo trimestre.

La crescita robusta della domanda dovrebbe mettere l’economia su un sentiero di crescita più forte quest’anno. Tuttavia, i salari stagnanti potrebbero richiedere un certo margine di sconto dei consumi nei primi mesi dell’anno. Inoltre, gli investimenti delle imprese dovrebbe moderarsi e il buon andamento delle esportazioni è improbabile che venga ripetuto.

Per la prima volta meno consumi di benzina e meno gettito fiscale

 Secondo le rilevazioni dell’Unione Petrolifera,  in Italia il consumo di prodotti petroliferi nel 2013 è stato pari a circa 61 milioni di tonnellate, con un calo del 5,2% rispetto all’anno precedente. La flessione dei consumi di carburanti è stata del 3,3%, risultante dalla media fra benzina (-4,8% ) e gasolio (-2,7%).

 

Il consumo di petrolio in aumento nei Paesi emergenti

 

Conseguentemente alla contrazione dei consumi,anche il gettito fiscale derivante dai prodotti petroliferi (compreso il gpl) ha registrato un calo per un importo complessivo di 970 milioni di euro, di cui 415 milioni imputabili alle accise, i restanti ad Iva e altre tasse. La riduzione su base annua, rispetto al 2012, è del 2,6%: la prima volta nella serie storica dei rilevamenti.

Solo nello scorso mese di dicembre, i consumi hanno segnalato una leggera ripresa portandosi a circa 5,2 milioni di tonnellate, ma sempre in flessione (-2%) rispetto allo stesso mese del 2012.

Più nel dettaglio, prodotti per autotrazione nel mese di dicembre hanno evidenziato il seguente andamento: i consumi di benzina sono diminuiti dell’1,3% rispetto a dicembre 2012, mentre quelli del gasolio per autotrazione sono aumentati del 2,2%. Nel mese di riferimento quindi la domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) ha raggiunto i 2,5 milioni di tonnellate, di cui 0,7 tonn. di benzina e 1,8 tonn. di gasolio per autotrazione, con una crescita media pari a +1,2% sul dicembre 2012. A questo va aggiunto il buon livello di consumo del Gpl auto (+10,2%) e dei lubrificanti (+7,1%).

Nel mese considerato le immatricolazioni di autovetture nuove hanno segnato un aumento  dell’1,4% , dovuto in maggioranza ad auto diesel ( 55,2% del totale. Su base annua però le vendite di auto nuove (54,1% diesel; 45,9% a benzina) hanno subìto un calo del 7,1%.