La situazione economica e le aziende italiane da tenere sotto osservazione

 I seguenti elementi potrebbero influenzare l’economia italiana nei prossimi giorni e anche per gli investitori e le strategie sono importanti.

Per quanto riguarda la politica internazionale, il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha affermato che le recenti turbolenze nei mercati emergenti non pone alcun rischio per l’Italia, considerata instabile nella zona euro.

Consumi. I dati dell’Istat sulla fiducia dei consumatori a gennaio mostrano come questa sia salita.

 

La fiducia dei consumatori è in crescita a gennaio

 

Per le imprese, la Fiat con Sergio Marchionne è arrivata al controllo pieno di Chrysler e potrebbe cambiare la vecchia sede italiana.

L’Eni gestisce il terminal dove i pirati hanno attaccato un rimorchiatore nei pressi del fiume Brass, terminal di esportazione di greggio in Nigeria. Il capitano e un ingegnere sono stati rapiti come affermano fonti della sicurezza.

Per la Banca Monte dei Paschi di Siena, la Banca di Italia ha detto che ha incontrato il top management di Mps e il principale azionista che è la Fondazione per discutere le prospettive di un aumento di capitale rapido della banca.

Per il Banco Popolare, Nomura, Credit Suisse, Goldman Sachs, Merrill Lynch-Bank of America, Deutsche Bank, JPMorgan, Barclays, Citi, BNP Paribas, Credit Agricole e Natixis si sono rivolti ai coordinatori globali dei diritti della banca per prendere parte all’operazione, ma Ubs e Mediobanca vogliono solo fino a 6 altre banche a partecipare.

La Popolare Etruria ha informalmente discusso i suoi piani di fusione con Ubi, Bper, Popolare Vicenza e un’altra banca cooperativa italiana meridionale, come ha affermato Il Sole 24 Ore citando fonti vicine alla questione. Essi sono in grado di presentare un’offerta non vincolante nei prossimi giorni, ma Bper sta emergendo come il probabile vincitore con Ubi che non è molto interessato.

Per la Carige, la fondazione di beneficenza che è il principale azionista della banca dovrà scegliere un consulente dal 15 febbraio per elaborare una strategia entro un mese per affrontare il previsto aumento di capitale che la commissione annuncerà entro il 31 marzo.

La fiducia dei consumatori è in crescita a gennaio

 La fiducia dei consumatori in Italia è salita nel mese di gennaio, invertendo la sua caduta del mese precedente. Lo stato d’animo delle famiglie è migliorato anche se la loro visione dell’economia è rimasta sostanzialmente stabile. Per l’Istat, l’indice di fiducia dei consumatori in Italia è salito a gennaio a 98,0 da 96,4 di dicembre, un dato rivisto al rialzo da 96,2.

Il piccolo aumento riflette il miglioramento del sentiment riguardo le famiglie e la loro situazione e il clima in generale, secondo uno studio mensile dell’Istat. Le prospettive per il futuro è rimangono stabili mentre la visione dell’economia è deteriorata in maniera modesta.

Nonostante la crescita, la fiducia dei consumatori in Italia è ancora ben al di sotto del livello raggiunto a 100,8 nel mese di settembre, ma ha invertito il calo del mese di dicembre, in un momento di confusione politica oltre che di imposte dovute.

 

Draghi afferma che la ripresa nell’Eurozona è ancora fragile

 

Le famiglie, che in Italia tendono ad avere basso debito e notevoli risparmi, hanno espresso atteggiamenti che mostrano più capacità di gestire i loro bilanci, la situazione economica e le aspettative private, e soprattutto, come dimostra l’istat, hanno riferito che la loro situazione non sta peggiorando.

I dettagli dell’indagine dell’Istat hanno mostrato che probabilmente questi dati riflettono una visione della disoccupazione, che è aumentata considerevolmente negli ultimi tre anni, in fase di stabilizzazione, anche se i consumatori non si aspettano una crescita dei posti di lavoro.

Le intenzioni di acquisto di automobili, di immobiliare o per la ristrutturazione delle case esistenti sono ulteriormente diminuite a livelli molto bassi. La fiducia è aumentata in tutte le regioni, ma il miglioramento maggiore è nel nord-est.

Consumi alimentari, va alla grande la cucina “fai da te”

 La crisi incide sugli stili di vita degli italiani, ed anche sulle loro abitudini.

E se cambiano le abitudini, cambia anche il modello dei consumi alimentari, settore nel quale si segnala un aumento delle vendite dei prodotti “fai da te” a fronte di un corrispettivo calo dei cibi “già pronti”.

 

► Inflazione ai minimi storici. Due italiani su 3 tagliano i consumi

 

Questo è quanto risulta da una ricerca commissionata da Coldiretti,secondo la quale nei primi nove mesi dello scorso anno il volume degli acquisti di materie base quali miele, farina, uova e preparati per dolci hanno registrato un aumento record , rispettivamente di 12 ,7,5, 6 punti percentuali.

Un trend in assoluta controtendenza se confrontato con il contemporaneo e generalizzato calo degli acquisti di alimentari, in flessione del 4 per cento. Nel 2013 gli italiani hanno infilato nel carrello della spesa più materie prime per la preparazione che non cibi già pronti: le “merendine” ad esempio sono calate in valore del 3 per cento, e i gelati sono precipitati a meno 7 per cento..

Nel 2013, rispetto al recente passato, si è registrato in particolare un aumento del 18 per cento del numero di italiani che hanno preparato il pane in casa, così come in maniera crescente si sono dedicati alla preparazione domestica di pasta, dolci ed altri prodotti alimentari di base. Complessivamente gli acquisti di pasticceria e dolciumi “pronti” sono calati del 10%, portandosi in valore assoluto al minimo storico di 147 euro all’anno per famiglia. In pratica, rileva la Coldiretti, una tendenza a tornare al “fai da te casalingo” in auge negli anni del dopoguerra.

Calo dei consumi e meno risparmio per le famiglie italiane

 La crisi economica che ancora permane in Italia sta portando i cittadini a un cambio di abitudini. La prima cosa che sembra cambiare sono i consumi, in calo un po’ tutti con gli italiani che stanno imparando a riciclare in molti ambiti.

Le famiglie hanno tagliato i consumi anche per quanto riguarda alimentari e benzina per ridurre le spese. Quello che stanno facendo le famiglie è un po’ come quello che accade nel governo, con la regola che è l’austerity e il risparmio sulle spese superflue.

Nel 2012, i dati mostrano una ricchezza che è calata di 51 miliardi di euro. Lo ha mostrato la banca d’Italia nel rapporto presentato a dicembre. La ricchezza netta delle famiglie nel 2012 è di circa 8.542 miliardi di euro, lo 0,6% in meno nel confronto con l’anno precedente che corrisponde appunto a circa 51 miliardi di euro. Il dato in termini reali mostra un calo che è maggiore del 2,9% e che considera l’aumento dei prezzi.

 

I consumi tornano a calare

 

La ricchezza delle famiglie italiana è scesa del 9% nel periodo che va dal 2007 al 2012. Nel primo trimestre del 2013 si prevedono ulteriori cali.

Nel 2012 è calato anche il risparmio delle famiglie italiane in termini nominali. Questi è di 36 miliardi di euro, mentre circa 10 anni fa era di 100 miliardi di euro. Il rapporto ricchezza netta/reddito disponibile è a 7,87 contro l’8,14 dell’anno precedente. Il rapporto è sempre buono se confrontato con quello di altri Paesi come la Germania, con il rapporto a 6,27, e gli Stati Uniti, con il rapporto a 5,25. Il rapporto tra le attività finanziarie e il reddito disponibili in Italia è invece meno sviluppato che negli altri Paesi. In Italia è a 3,22, negli Stati Uniti a 4,38 e in Giappone a 5,27.

Possibili rincari anche per le bollette dell’acqua potabile

 In un post pubblicato prima di questo abbiamo visto che a partire dal prossimo trimestre le bollette dell’energia elettrica per decisione dell’Autorità dell’Energia per tutti i contribuenti italiani saranno più care dello 0,7 per cento, una percentuale che inciderà almeno per 4 euro a famiglia sul bilancio annuale. 

I consumi tornano a calare

 I dati macroeconomici su questi ultimi mesi del 2013 continuano a essere negativi. Le vendite al dettaglio, come comunicato ieri dalla Cgia di Mestre, cono in calo sia per quando concerne negozi e botteghe sia per la grande distribuzione.

►  In calo la vendita al dettaglio compresa quella alimentare

Il calo delle vendite al dettaglio presagisce il calo dei consumi e oggi sono arrivati i dati di dicembre che confermano questa tendenza in termini di fiducia e dimostrano come la crisi economica è ancora presente in Italia.
A dicembre, quindi, i consumi tornano a calare e peggiorano anche i giudizi e le attese della situazione della famiglia. L’Istat ha mostrato che l’indice è scesa dal 98,2 al 96,2 dopo che il mese precedente era in rialzo. Il livello che ha raggiunto l’indice dei consumi è il più basso da giugno.
L’Istituto di Statistica ha affermato che il calo dei consumi risente dei peggiori giudizi e attese sulla situazione economica della famiglia, un elemento che si riferisce alla fiducia.
Per il clima personale, che riguarda la famiglia, l’indice è sceso dal 101,1 al 97,3 con giudizi negativi sul bilancio familiare e sulle possibilità di risparmio nel presente o in futuro.
L’Istat mostra in miglioramento invece per ciò che si riferisce alle aspettative sull’economia dell’Italia e sulla disoccupazione. Questi sono dati in controtendenza rispetto ai consumi. L’indice sul clima economico è in rialzo da 91,7 a 93. Questo rialzo si basa sulle aspettative di un futuro più sereno e di migliori prospettive economiche, mentre per il presente il giudizio è negativo. Quindi, il clima economico corrente mostra un indice in calo da 99,2 a 95, mentre il miglioramento dell’economia nel futuro mostra un indice in rialzo da 97,3 a 97,4.
L’Istat ha registrato l’abbassamento della fiducia in tutte le zone del Paese a parte che al sud, dove questa è più  o meno invariata.

L’inflazione continua a calare nel mese di novembre 2013

 I prezzi dei beni di consumo sono continuati a calare anche nel mese di novembre 2013. L’inflazione, di conseguenza, in questo mese, ha perso uno 0,2 per cento rispetto al mese precedente di ottobre. A rilevarlo è l’Istat, l’Istituto di Statistica, che per l’undicesimo mese dell’anno ha registrato una inflazione pari allo 0,6 per cento su base annua. 

Finalmente maggiori tutele per i consumatori dalle Autorità

 Potranno arrivare a breve nuove tutele per i consumatori. Quello del consumo, infatti, è un mondo che soprattutto in tempi di crisi si è fatto ancora più complesso e difficile. Se ne è parlato in occasione del Convegno Annuale del Consumer’s Forum che si è tenuto di recente, il cui punto conclusivo è stato quello della necessità di una nuova regolamentazione del settore da parte delle Authority.