Dopo mesi e mesi di cali senza fine, anche i consumi italiani possono tirare il fiato per un momento. E’ quello che è capitato nel mese di agosto 2013 agli acquisti degli italiani, che hanno fatto registrare all’Istat una battuta d’arresto rispetto al loro vorticoso calo.
Consumi
Il prezzo del cacao sale alle stelle e diminuisce la produzione di cioccolato
La crisi, economica ma non solo, arriva a colpire anche uno dei prodotti più amati da piccoli e grandi: il cioccolato. In questi giorni, infatti, a causa di una virulenta malattia che ha colpito le piante del cacao, il prezzo di questa materia prima è schizzato alle stelle, facendo a sua volta lievitare quello del prodotto finito in formato barretta.
Nessuna ripresa dei consumi a breve secondo Confcommercio
Una volta tratti i bilanci dei mesi appena trascorsi, anche gli analisti della Confcommercio sono pronti a fare previsioni su come si orienterà nei prossimi mesi il mercato italiano dei consumi, che dovrà fare i conti, tra le altre cose, con ulteriori manovre per il contenimento del bilancio dello stato.
Le spese degli italiani sono diminuite di 61 euro al mese tra il 2007 e il 2012
Arrivano i dati dell’Istat sulla spesa delle famiglie italiane nel corso del 2012. I dati sono stati poi subito rielaborati attraverso un indagine compiuta da Adnkronos e quello che segue ne è il sintetico risultato. Nel corso del 2012, in generale, la spesa delle famiglie italiane è stata più contenuta rispetto a quella degli anni precedenti.
La crisi riporta il potere d’acquisto delle famiglie ai livelli del 1990
Sono sicuramente più povere del passato oggi le famiglie italiane, dal momento che la crisi economica ha progressivamente eroso e ridotto il loro reddito disponibile e il loro potere d’acquisto. A certificarlo è l’Istituto di Statistica, ISTAT, che ha aggiornato i dati relativi alla disponibilità economica delle famiglie italiane relativa all’anno 2012.
Aumento IVA – I rincari dei prezzi previsti dalle associazioni dei consumatori
Con il 1 ottobre l’aliquota dell’IVA passa ufficialmente dal 21% al 22%, non essendo stato in alcun modo possibile bloccarne l’aumento per via istituzionale. Così, a partire da oggi i consumatori italiani si troveranno a fare i conti con tre diversi tipi di aliquote che gravano sui prodotti di consumo:
L’aliquota dell’IVA passa al 22% a partire da oggi
Come previsto e annunciato già nei giorni scorsi, a partire da oggi, 1 ottobre, l’aliquota dell’IVA, la principale tra le imposte indirette italiane, è ufficialmente passata dal 21% al 22%. Non è stato infatti possibile dare corso al Decreto Legge che ne avrebbe dovuto sterilizzare l’aumento, a causa della crisi politico – istituzionale che si è aperta nel corso dell’ultimo fine settimana.
In Giappone la tassa sui consumi sale all’8%
Il premier giapponese Shinzo Abe ha scelto di rialzare la tassa sui consumi all’8% a partire da aprile 2014. Si tratta dunque di un innalzamento di tre punti rispetto al 5% odierno. Innalzamento che segue le scadenze statuite dalla legge approvata nel 2012 sul primo riequilibrio dei conti pubblici, che prevede poi l’aliquota al 10% a ottobre 2015.
Ad annunciare il provvedimento è stato lo stesso Abe nel corso di una riunione del Partito liberaldemocratico.
Il premier del Paese del Sol Levante ha dichiarato che ha deciso di aumentare l’imposta suiconsumo all’8%, dal 5%, a partire dal 1 aprile per completare una prassi di analisi di indicatori e dati economici che di fatto è terminata il 1 ottobre con la diffusione del Tankan, il rapporto trimestrale della Bank of Japan che fotografa stato dell’economia e fiducia delle grandi imprese.
Una soluzione necessaria per mantenere la sostenibilità del sistema di sicurezza sociale alle generazioni future e la fiducia nelle finanze pubbliche giapponesi su scala internazionale, dal momento che il debito pubblico schizzato ben oltre il 200% del Prodotto interno lordo, al livello più alto tra i Paesi industrializzati.
Il premier, che nel pomeriggio ha deciso di tenere una conferenza stampa, ha anche ricordato la messa a punto di un pacchetto di stimoli economici che ha lo scopo di limitare l’impatto degli effetti della manovra sull’economia, tornata verso la crescita in virtù della cosiddetta Abenomics, la ricetta promossa da Abe perportare il Paese fuori da quasi 20 anni di deflazione.
La dimensione delle misure di stimolo, così come progettato dal governo, dovrebbe essere di 6 mila miliardi di yen (circa 45 miliardi di euro), di cui 1.000 miliardi destinati a tagli fiscali per aiutare gli investimenti aziendali.