L’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica ha pubblicato le ultime rilevazioni in merito all’andamento dell’inflazione e dei prezzi nel mese di settembre 2013. Nel corso del nono mese dell’anno, dunque, l’Istituto ha rilevato una battuta d’arresto di questi ultimi rispetto al precedente mese di agosto 2013 e un valore dell’inflazione che si è fermato allo 0,9%. Secondo le indagini dell’Istat un livello così basso di crescita dei prezzi al consumo non si registrava in Italia sin dal 2009.
Consumi
Le conseguenze dell’aumento dell’IVA a gennaio 2014
Proprio in queste ore il Consiglio dei Ministri dovrebbe varare la soluzione definitiva in merito al temuto aumento dell’aliquota dell’IVA, che a partire dal 1 di ottobre sarebbe dovuta passare dal 21% al 22%. Ma il Decreto ora in fase di approvazione prevederà a quanto pare lo slittamento dell’aumento al 1 gennaio 2014, con la speranza di poter trovare, prima di quella data, le altre coperture necessarie per il suo definitivo blocco.
La fiducia dei consumatori sale ai massimi livelli nel mese di settembre 2013
Lo dice l’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, che ha confrontato i dati attuali con quelli del lontano 2011. Nel mese di settembre 2013 la fiducia dei consumatori italiani ha raggiunto gli stessi livelli del luglio di quell’anno, quando la spirale negativa della crisi economica ancora non aveva colpito così duramente il Paese e l’Italia ancora non era entrata in un clima di instabilità politica permanente.
Aumento IVA – In arrivo il Decreto sulle coperture
Siamo ormai giunti alla metà del mese di settembre e in tutta Italia si fanno sempre più pressanti le ansie relative ad un possibile, nuovo appuntamento fiscale che potrebbe calare sulle teste degli italiani a partire dal 1 di ottobre. Stiamo parlando dell’aumento dell’aliquota dell’IVA, che, previsto per lo scorso 1 di Luglio, è stato procrastinato già una volta alla data autunnale, attraverso l’esborso di diversi milioni di euro.
Aumentano le accise sugli alcolici – Le conseguenze per i consumatori e i produttori
Con il Decreto Scuola (decreto legge n. 104 del 2013) il Governo ha cercato di aiutare la ripresa del settore della scuola, con un finanziamento di circa 470 milioni di euro che dovranno essere utilizzati per l’assunzione dei precari del settore e per le borse di studio.
Per riuscire a recuperare questa cifra, come anche accaduto già con il Decreto Imu, il Governo ha dovuto aumentare altre imposte: con il Decreto Scuola aumenteranno le imposte di registro per le transazioni immobiliari e le accise sugli alcolici. Quindi, come al solito, sono i cittadini a dover pagare.
► Le nuove imposte sugli immobili del 2014 – Esempi
Le nuove accise sugli alcolici
L’articolo 25 del Decreto 104/2013 modifica una serie di imposte su produzione e consumi di alcolici.
A partire dal 1° ottobre 2013 le nuove aliquote saliranno, con ulteriori scaglioni progressivi nel 2014 e nel 2015:
1. Birra: dal 10 ottobre a 2,66 euro per ettolitro, dall’1 gennaio 2014 2,7 euro, dal gennaio 2015 a 2,99 euro.
2. Alcolici intermedi: dal 10 ottobre 2013 a 77,53 euro per ettolitro, dal gennaio 2014 a 78,81 euro, dal gennaio 2015 a 87,28 euro per ettolitro.
3. Alcol etilico: dal 10 ottobre a 905,51 euro per ettolitro anidro, dal gennaio 2014 a 920,31 euro, dal gennaio 2015 a 1019,21 per ettolitro anidro.
► Aumenta l’imposta di bollo per gli immobili: quando e quanto
Secondo Assobirra, le nuove accise sulla birra provocheranno un sensibile aumento del costo di una serata in pizzeria, uno dei pochi lussi che ancora si possono concedere gli italiani. Un aumento che si aggiunge a quello dell’aliquota Iva che passa al 22% e che provocherà un calo dei consumi di alcolici di circa il 5/6% nei prossimi mesi:
Il rischio è quello di mettere in ginocchio un settore dove operano 500 aziende tra marchi storici e microbirrifici artigianali e dà lavoro direttamente a 4.700 persone (+4,4% rispetto al 2011), che salgono a circa 144.000 con l’indotto allargato.
Chiudono altri 3000 negozi tra luglio e agosto 2013
Dopo la pausa estiva anche l’associazione dei commercianti torna a stilare le proprie statistiche in merito all’andamento del commercio in Italia. E i dati che descrivono la fotografia del Paese reale non sono affatto incoraggianti. Secondo l’Osservatorio della Confesercenti, infatti, tra il mese di luglio e il mese di agosto 2013 in Italia altri 3000 negozi hanno calato per sempre le saracinesche, facendo precipitare un’altra volta sotto il segno meno la bilancia delle imprese attive.
Confcommercio prevede un calo dei consumi del 2,4% entro fine 2013
Anche l’associazione dei Commercianti emette il proprio verdetto in merito all’andamento dei consumi degli italiani per la fine dell’anno in corso. E sebbene da tutta Italia sia attesa con grande ansia quella ripresa economica che viene profetizzata soprattutto in Europa e da alcune voci ufficiali del Governo, il mondo del commercio resta ancora ancorato a dati e a previsioni piuttosto negative.
Aumento Iva ottobre 2013: cosa, quanto e perché
Cosa vuol dire che aumenta l’Iva?
L’Iva è un’imposta che si applica a servizi e prodotti ad ogni passaggio della loro produzione in base all’acquisizione di nuovo valore del prodotto o del servizio nel processo di trasformazione. Quindi, vuol dire che aumenteranno di prezzo tutti i prodotti di largo consumo e dei principali servizi.
► Iva in Europa: quanto è aumentata negli ultimi 40 anni?
Di quanto aumenta l’Iva?
L’Iva aumenta dal 21% al 22%, aliquota da applicare al valore aggiunto del prodotto o servizio.
Quando aumenta l’Iva?
L’Iva dovrebbe aumentare a partire dal 1° ottobre 2013, ma è allo studio la fattibilità di un ulteriore posticipo a gennaio 2014.
► Aumenti Iva: quanto pagheranno in più gli italiani?
Quali sono i prodotti colpiti dall’aumento dell’Iva?
Tra le principali tipologie di prodotti e servizi che vedranno aumentare il loro prezzo ci sono:
utensili per la casa ed elettrodomestici;
abbigliamento, calzature e accessori;
profumi, cosmetici e parrucchiere;
bevande alcoliche e analcoliche, tabacchi;
televisori, fotocamere e videocamere, computer;
articoli sportivi, biglietti di partire e concerti, piscine e palestre;
giocattoli, pacchetti vacanza, strumenti musicali, fiori,
cartoleria, servizi legali e contabili, parcelle,
auto, moto e bici, riparazione, garage, noleggi,
imbarcazioni, motori fuoribordo, equipaggiamenti;
carburanti da trasporto e carburanti per riscaldamento;
telefoni, servizi telefonici fissi e mobili.
Quanto costa alle famiglie l’aumento dell’Iva?
Secondo le ultime stime, l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota Iva, considerando una famiglia tipo di tre persone, sarà compreso tra i 44 e i 51 euro se l’aumento dell’Iva arrivasse ad ottobre 2013, se fosse invece posticipato a gennaio, l’aumento della spesa per le famiglie sarebbe compreso tra 88 e 103 per il 2014.