Mutui per possessori di Partita Iva – I migliori a tasso misto del 2013

 Chi possiede una Partita Iva, e quindi si configura come un libero professionista, dalle banche viene assimilato nella grande categoria dei lavoratori atipici, ossia quei lavoratori che non hanno uno stipendio fisso o un contratto a tempo indeterminato che possa essere usato come garanzia di fronte all’istituto bancario.

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I liberi professionisti sono talmente scoraggiati da questa situazione che hanno rinunciato addirittura a chiedere prestiti e mutui, ma non tutte le porte sono chiuse, perché ci sono delle banche che hanno creato degli strumenti di credito appositamente studiati sulle esigenze di chi possiede una Partita Iva.

Un primo consiglio da seguire per ottenere credito per i liberi professionisti, è di orientarsi verso mutui a tasso fisso e variabile, che permettono di aderire meglio all’andamento non lineare del loro reddito. Le ciance di ottenere un mutuo aumentano se si scelgono prodotti con opzione di rinegoziazione.

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I migliori mutui a tasso misto per le Partite Iva

Mutuo Arancio di IngDirect: tasso del 4.395% per i primi 5 anni, con possibilità di passare al variabile o rimanere al fisso. Possibilità di rinegoziazione dopo 10 anni; la durata massima del mutuo è di 30 anni per un importo che copre non più dell’80% del valore dell’investimento.

Credito Emiliano (Credem) e Banca delle Marche: tasso misto del 5,72%, durata massima di 30 anni per l’80% dell’immobile.

UBI Banca: tasso al 4.055%, durata massima di 50 anni e copertura all’80%.

Il credit crunch accresce il rischio di usura

 Uno studio recentemente condotto dalla Cgia di Mestre ha sottolineato come la riduzione della concessione di prestiti e finanziamenti alle famiglie italiane abbia inciso in particolare su alcune regioni italiane, collocate nel Sud Italia. Calabria, Basilicata, Molise, Sicilia e Campania sono state le regioni italiane più fortemente colpite dalla contrazione del credito tra maggio 2012 e lo stesso mese del 2013. A conti fatti, infatti, su un totale di 5 miliardi di euro concessi in meno alle famiglie italiane nel periodo, 3 sono stati sottratti a nuclei familiari residenti al Sud.

La contrazione del credito aumenta nel Sud Italia

 Diventano sempre più tangibili in Italia gli effetti del credit crunch, cioè della contrazione del credito, ai danni delle famiglie italiane. Queste ultime, infatti, a causa dei livelli di occupazione, che ancora stentano a salire a causa della crisi e a causa della ridotta disponibilità finanziaria, sono sempre più spesso costrette a fare i conti con le dita. E quando ciò non è possibile, si instaura il rischio di usura

Gli acquisti con una carta di credito prepagata

 Il consumatore che effettua degli acquisti attraverso l’uso di una carta di credito prepagata ha la possibilità di rimanere anonimo. Egli infatti non è più vincolato a dare il numero della propria carta di credito. Ciò lo mette in condizione di evitare ogni tipo di legame (sia esso diretto o indiretto) con il proprio conto corrente. La carta prepagata si configura pertanto come uno strumento sicuro e pratico di effettuare acquisti su Internet, ed è prorpio in relazione a questo utilizzo che la prepagata ha riscosso maggiore successo.

Le carte prepagate si configurano pertanto come la soluzione più adatta per chi non possiede un conto corrente bancario. Il motivo peculiare della diffusione di questo mezzo di pagamento tra i più giovani, i quali rappresentano la quota più significativa del mercato online, è proprio questo.

Una ricerca condotta dalla società SSB, leader nel mercato dei sistemi di pagamento, evidenzia alcuni picchi notevoli nell’utilizzo e nelle ricariche effettuate delle carte prepagate nel periodo estivo, tradizionale momento di forte impatto dei giovani sul mercato online.

Munirsi di una carta prepagata, pertanto, è alquanto utile.

La prassi di acquisto appare sicura e la spesa può essere monitorata costantemente dal momento che il tetto della cifra disponibile per gli acquisti è vincolato alla quantità di ricarica effettuata.

Per tale motivo le carte prepagate, con limiti di spesa certi, sono più facilmente adottabili rispetto ai tradizionali sistemi di pagamento.

Non è un caso che si confermano sempre più come un metodo di pagamento che gli italiani tendono ad apprezzare per la comodità e la praticità di utilizzo.

Carta di credito prepagata

 La carta di credito prepagata è una carta acquistabile a priori, che ha un credito a scalare e che non bisogna di alcun collegamento ad un conto corrente.

Il sistema di funzionamento delle carte di credito prepagate, che solitamente sono appartenenti al circuito Visa Electron, le avvicina alle più note carte telefoniche. A ben vedere, le carte prepagate sono esattamente una derivazione delle vecchie schede telefoniche.

Tipologie

Le carte prepagate si dividono in due tipologie:

carte prepagate ricaricabili: consentono di ripristinare anche via web l’importo una volta esaurito;

carte prepagate “usa e getta”: sono usabili unicamente sino all’esaurimento della somma disponibile.

I costi di ogni carta prepagata sono prestabiliti dalla società che le eroga, ma alcune di esse possono essere utilizzate unicamente nei negozi virtuali convenzionati.

In sostanza, la carta prepagata è uno strumento capace di offrire notevoli vantaggi all’utente che ha specifiche esigenze, prime fra tutte, quella di mantenere l’anonimato dell’acquisto, il non possedere un conto corrente e la possibilità di controllare le proprie spese ricaricando la carta dell’importo desiderato.

Il consumatore che effettua acquisti mediante l’utilizzo di una carta di credito prepagata resta anonimo, non essendo più obbligato a dare il proprio numero di carta di credito. Ciò fa si che egli possa evitare un qualsiasi legame (diretto o meno) con il proprio conto corrente. La carta prepagata è dunque un mezzo sicuro e pratico al fine di perfezionare acquisti sul web, ed è prorpio in relazione a tale utilizzo che la prepagata ha ottenuto un enorme successo.

Carte di credito senza spese annuali

 Esistono alcune carte di credito per le quali non è richiesto il pagamento della quota associativa annuale. Stiamo parlando di quelle carte che vengono definite a “zero costi” o “senza spese”.

Vantaggi delle carte di credito senza spese annuali

Quali sono le principali agevolazioni per chi possiede una carta a “zero costi” o “senza spese”? Uno dei vantaggi è quello di non dover caricare il proprio conto con le spese iniziali della carta di pagamento. Tale vantaggio, inoltre, è rafforzato dal fatto di vedersi comunque garantiti i servizi standard di una carta di credito.

Appare in ogni caso opportuno prestare la massima attenzione a quelle che sono le condizioni stabilite dagli istututi emittenti tali tipologie di carte, dal momento spesso i limiti di credito consentiti sono abbastanza inferiori rispetto a quelli delle carte di pagamento che prevedono una quota iniziale ed annuale.

Elenco

A

Carta Alfa Romeo

B

Carta Barclaycard

Blu American Express

D

Carta db Comfort

F

Carta Fiat

I

Carta IWBank Revolving

K

Carta Kataweb

L

Carta Lancia

S

Banca Sella Visa Revolving

V

Carta Vodafone Cash Card

Piano Casa – Le idee allo studio del governo per il rilancio del settore immobiliare

 Il mercato immobiliare italiano è in grave crisi: le banche non concedono mutui se non a fronte di ampie garanzie, ma le famiglie italiane, alle prese con la contrazione del mercato del lavoro, non ne possono dare. La situazione è ancor peggiore per i giovani, che non hanno un lavoro e, quando il lavoro, sono i contratti posti in essere che non piacciono alle banche.

Per questo il governo sta pensando ad un Piano Casa che risolva i principali problemi del settore immobiliare – credit crunch e mancanza di lavoro – con apposite garanzie a tutela dei cittadini e delle banche che dovrebbero produrre una crescita del 3-5% del mercato immobiliare, circa 2 miliardi di euro.

Sono già molti dubbi sollevati sull’effettiva efficacia di questo Piano, nonostante non abbia ancora visto la luce. Cerchiamo di capire il perché analizzando cosa dovrebbe prevedere il Piano Casa allo studio del Governo.

► Gli interventi incentivati dal Conto Termico 2013

Il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti

Nell’ultimo anno in Italia si è dimezzata la quantità di denaro concesso dalle banche: nel 2011 le banche hanno erogato prestiti per 55 miliardi di euro, nel 2012 il credito si è ridotto a soli 26 miliardi.

Per questo nel Piano Casa allo studio del Governo Letta giocherà un ruolo fondamentale la Cassa Depositi e Prestiti. Da un lato, infatti, la Cassa metterà a disposizione due miliardi di euro per l’erogazione di nuovi mutui che abbiano la finalità dell’acquisto dell’abitazione principale, per la riqualificazione energetica e per le ristrutturazioni.

Le banche, inoltre, potranno finanziare i prestiti e i mutui per l’acquisto e le ristrutturazioni con obbligazioni bancarie garantite dalla Cassa Depositi e Prestiti

Il Piano Casa potrebbe anche prevedere ulteriori di due miliardi di euro in investimenti per l’housing sociale.

► Cosa incide sull’erogazione del mutuo

Fondo di garanzia per i mutui

Il Piano Casa prevede, al momento, anche uno stanziamento di 60 milioni di euro per il Fondo di garanzia per i mutui a favore di giovani coppie, genitori soli con figli piccoli, lavoratori atipici, un provvedimento che si pone a favore soprattutto dei giovani sotto ai 35 anni che non hanno un contratto a tempo indeterminato.

Molto probabilmente verranno introdotti dei requisiti per l’accesso al Fondo Garanzia per i Mutui, come un reddito Isee inferiore ai 40 mila euro e altri che riguarderanno la tipologia dell’immobile che si vuole acquistare: il prestito potrà essere di un massimo di 200 mila euro per un immobile, non di lusso, di un massimo di 95 metri quadrati.

Il Fondo di Garanzia per i Mutui andrà anche a sostegno di chi ha già acceso un mutuo ma non può più sostenerne le rate: il Governo dovrebbe finanziare 40 milioni per il pagamento degli interessi delle rate sospese, per un massimo di 18 mesi.

Anche in questo caso saranno previsti dei criteri per l’ammissione alla Garanzia: il mutuo deve gravare più del 30% del reddito che dovrà comunque essere inferiore a 30.000 euro; l’ipoteca deve rimanere sotto i 250 mila euro. Per ottenere l’aiuto, inoltre, si dovrà dimostrare di aver perso il lavoro o l’autosufficienza necessari al pagamento delle rate del mutuo.

► Perché sarà sempre più conveniente il tasso variabile

E chi paga l’affitto?

Gli inquilini, che ogni mese, come accade a chi ha un mutuo da pagare, hanno da versare l’affitto al padrone di casa, se si trovano in difficoltà potranno usufruire di due fondi di garanzia: uno è un fondo di circa 60 milioni di euro per l’erogazione di contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione, al quale potranno accedere i cittadini con reddito annuo complessivo non superiore a due pensioni minime Inps, ma solo se il canone è maggiore del 14% reddito; il secondo fondo, per il quale si prevede di stanziare 40 milioni di euro, servirà per la copertura della morosità incolpevole, per evitare che chi ha sempre pagato regolarmente l’affitto ma non può più provvedere perché disoccupato, in mobilità o in cassa integrazione subisca lo sfratto.

Credito agevolato per le PMI nel Decreto del Fare

 Nei giorni scorsi ha trovato la sua approvazione da parte della Camera il Decreto del Fare, un decreto che comprende una serie di misure di diverso genere, molte delle quali con importanti risvolti economici. Il Governo, infatti, ha da sempre inteso il provvedimento come il primo passo verso la possibile ripresa economica del Paese. Ora si attende la sua conversione in legge. 

Prorogati i finanziamenti dell’ABI per le PMI

 Fino al 30 giugno 2014 tutte le piccole e medie imprese italiane potranno accedere a ulteriori possibilità di ottenere un finanziamento. L’ ABI, l’ Associazione Bancaria Italiana ha infatti prorogato fino a giugno prossimo i termini di scadenza per richiedere i finanziamenti relativi al progetto “Progetti Investimenti Italia” dedicato appunto alle PMI, per le quali è stato già accantonato un plafond da 10 miliardi di euro.

Pochi prestiti anche nel secondo trimestre 2013

 Il fenomeno del credit crunch colpisce pesantemente l’ economia e l’ imprenditoria italiana anche nel secondo trimestre del 2013. Il centro studi della Confcommercio ha infatti rilevato che da aprile a giugno 2013 per le aziende del commercio, del turismo e dei servizi la situazione del credito non è affatto migliorata, ma in realtà sono stati concessi solo il 26,9% del totale dei finanziamenti richiesti.