Se in molte nazioni europee è tornata a serpeggiare la voglia di spese, il presidente della Banca Centrale Europea – BCE – Mario Draghi è tornato in questi giorni ad invitare i Paesi dell’ Eurozona ad un contenimento delle proprie.
Crisi
La BCE risponde al FMI sul salvataggio della Grecia
Il Governatore della Banca Centrale Europea (BCE) Mario Draghi ha risposto in maniera indiretta all’ ammissione di colpa confessata due giorni fa dai vertici del Fondo Monetario Internazionale, che ha riconosciuto in un rapporto di aver commesso degli errori di valutazione nel corso delle operazioni di salvataggio della Grecia.
Piena crisi per la carta stampata
Profondo rosso per i conti della carta stampata italiana, che vive oggi una fase di crisi come mai accaduto in passato. A denunciarlo è il rapporto interno presentato dalla Federazione degli Editori di Giornali (FIEG) sulla situazione del mercato dell’ informazione nel nostro paese tra il 2010 e il 2012.
Ulteriore calo dei consumi ad aprile 2013
L’ascesa dei paesi emergenti è imbarazzante
Chi investe nelle opzioni binarie è sempre alla ricerca di un modo per impiegare i propri soldi in modo fruttuoso. Le economie però cambiano rapidamente e se c’è una cosa che ormai si deve valutare è l’ascesa dei mercati definiti emergenti che finirà per surclassare l’Occidente.
►L’oro non è più un bene rifugio?
Le economie emergenti, quelle che fino a qualche anno fa dovevano imporsi per evitare che l’Occidente prendesse il largo incrementando il gap tra ricchi e poveri, non tarderanno a ribaltare la situazione. Secondo una previsione abbastanza strutturata, è facile che nel 2017 siano proprio i paesi emergenti a mettere nell’angolo l’Occidente arrivando a produrre il 74 per cento del PIL mondiale.
►Pronta una banca mondiale per gestire l’ascesa
In cinque anni, quindi, ci sarà un ribaltamento di fronte e i paesi emergenti raddoppieranno nel mondo, la loro capacità produttiva, nonché quella di distribuire beni e servizi ai paesi industrializzati. Se pensiamo soltanto ai call center delle grandi multinazionali, relegati nelle zone a basso costo dell’India o del Sud del mondo, oppure se pensiamo alla tendenza alla delocalizzazione delle aziende nostrane, non è difficile immaginare il futuro prospettato nell’analisi in questione.
Tutte le considerazioni acquistano ancora più valore se pensiamo che sono state fatte dal Fondo Monetario Internazionale. Questo organismo, di recente, ha anche ripensato a ciò che è stato fatto in Grecia.
Il calcio italiano non è più il migliore
Il calcio italiano è stato a lungo considerato il più bello del mondo oltre che il più pagato ma questo non vuol dire che adesso tutto sia immutato, anzi, la corona di campionato migliore del mondo, è passata dalle mani delle squadre italiane a quelle delle squadre inglesi e tedesche.
►La Francia ci prova con la supertassa per i calciatori
Il campionato inglese, tanto per essere precisi è quello che totalizza la maggior parte dei ricavi in Europa, mentre, se si fa un’analisi in termini di profitti, allora il primo posto nel Vecchio Continente è da attribuire alla Bundesliga tedesca. Il calcio più ricco, quindi, non è più quello italiano.
►L’UE vuole tassare il calciomercato
Il calcio dei ricchi è a nord anche perché nel nostro paese, soprattutto per quanto riguarda la Serie A, ci sono troppi interessi economici in campo, nel senso che i calciatori e gli altri professionisti del pallone sono pagati troppo. Gli stipendi elevati fanno il paio con le entrate legate ai diritti televisivi troppo limitate per il sistema creato negli anni. In più bisogna aggiungere la diminuzione degli spettatori negli stadi.
Tutti elementi che, considerati insieme, offrono un quadro preciso della situazione del calcio europeo ed italiano. Da notare anche come siano in calo gli incassi calcistici in Spagna dove le uniche due squadre contro corrente sono il Real e il Barça.
Consumi TLC in calo nel nostro paese
La crisi è talmente grande che adesso intacca i consumi storicamente sempre in voga nel nostro paese. Non molti mesi fa l’Italia ha fatto i conti con il periodo più duro della crisi e l’Istituto nazionale di statistica ha notificato che qualcosa sta cambiando.
►I poveri sono sempre meno numerosi
Per esempio gli italiani, per risparmiare, hanno deciso di tagliare su tutto. Per prima cosa sono state abolite le spese superflue, per esempio i viaggi, le vacanze e tutto ciò che non è strettamente legato alla sopravvivenza quotidiana. Poi però anche le spese alimentari hanno subito una flessione.
►Grazie alla Pasqua la ripresa dei consumi
Non si è detto che gli italiani mangiano meno ma piuttosto che mangiano peggio, nel senso che vanno a rifornirsi nei discount di alimenti meno controllati e privilegiano cibi di scarsa qualità. Adesso, l’ultima ricerca, portata avanti da Confcommercio, dimostra che stanno cambiando anche altri tipi di consumi: quelli per le telecomunicazioni.
Insomma, l’italiano medio tutto pasta, pizza e telefonino, è un archetipo da mandare in soffitta. Il fatto è che l’occupazione è in calo e la ripresa economica stenta ad arrivare, per questo bisogna ridurre anche i beni di cui non possiamo proprio fare a meno, per esempio quelli legati alla comunicazione.
I consumi sono calati del 3,9 per cento su base annuale.