Squinzi pessimista sull’Italia

 Il presidente del Consiglio, in queste settimane, sta cercando di prendere le redini dell’Italia ma la situazione del nostro paese è davvero drammatica e infatti, intervenuto all’Assemblea annuale di Confindustria, dove si sono riuniti tutti gli imprenditori del Belpaese, prende atto della situazione dell’Italia industriale.

Il miracolo del Sassuolo dipende da Squinzi

Le parole di Giorgio Squinzi sono inequivocabili: la situazione italiana è drammatica e l’attacco è rivolto direttamente al neopremier:

“Ciò che manca è il tempo, bruciato nelle parole spese vanamente, perchè il Nord è sull’orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta. E’ questo quello che vogliamo?”

Stavolta, dunque, non è colpa del profondo Sud se l’Italia non va avanti. Le radici di questa crisi sono da attribuire al sistema fiscale considerato eccessivamente punitivo, oppure all’edilizia che non accenna a risollevarsi e anche al costo del lavoro che per le imprese è diventato proibitivo.

Squinzi pone le priorità per la crescita

Squinzi non è assolutamente tenero con il governo che ha trovato in modo quanto meno anomalo la copertura finanziaria per gli ammortizzatori sociali. Si parla di anomalia perché si è pensato di togliere liquidità al fondo per lo Sviluppo, per spostarlo verso la cassa integrazione in deroga, con il rischio che si crei nuova disoccupazione.

Il prestito della Speranza della Caritas

 L’indebitamento è un problema molto diffuso nel nostro paese e in Europa e per questo le banche cercano sempre nuove strategie per andare incontro alle famiglie che hanno qualche difficoltà economica. L’ultima proposta, quella di un prestito su misura, è offerta dalla Caritas.

I prestiti d’onore servono davvero?

In pratica questo ente offre la possibilità di eliminare tutti i debiti a carico delle famiglie, facendo uso di uno strumento che è “tradizionale”, accessibile e a buon mercato. I prestiti delle banche e delle finanziarie sono spesso esosi, la Caritas, dunque, offre un’alternativa.

La proposta è quella di un microcredito per le famiglie che hanno una condizione economica difficile. Ad erogare il fondo è la Conferenza episcopale italiana che ha previsto nell’ufficio Caritas anche uno sportello per i prestiti. Ma quali sono i requisiti da rispettare per accedere al Prestito della Speranza?

I prestiti in Italia sono più costosi

La destinazione di questo finanziamento è l’acquisto di beni e servizi, ma anche il pagamento delle bollette e delle spese fisse che non sono sopportabili dalle famiglie. Per accedere al fondo è necessario essere disoccupati o cassaintegrati, o comunque avere un solo reddito per soddisfare le esigenze di spesa di tutte le famiglie.

Con questi requisiti si possono ottenere prestiti dai 6 mila ai 25 mila euro, da restituire in 60 mesi a tasso agevolato.

La Grecia verso la ripresa economica

 La Grecia si starebbe avviando ad uscire finalmente dalla crisi economica. E’ questa, infatti, l’ opinione del Governatore della Banca Centrale Ellenica, Giorgos Provopoulos, che ha parlato di una possibile ripresa dell’ economia del Paese già a partire dal 2014.

Fitch alza il rating della Grecia

Segnali positivi, dunque, sotto il profilo finanziario, oltre che per l’ Europa in generale, anche per la Grecia, che negli ultimi anni ha dovuto affrontare enormi difficoltà a causa della crisi, ma ha cercato di resistere ad esse. Il presidente Provopoulos si è espresso così, infatti, nel corso di una manifestazione incentrata proprio sul tema della crisi nella zona euro.

Lo scenario finanziario europeo va migliorando

E uno dei segni tangibili della ripresa del paese è ravvisabile anche nel semplice fatto che il termine “Grexit” è stato sostituito da quello di “Grecovery“. A questo successo hanno sicuramente contribuito, secondo la Banca Centrale, gli sforzi del governo ateniese nell’ attuare il piano di risanamento economico concordato con i creditori internazionali, sforzi che hanno, al tempo stesso, riconfermato saldamente la posizione della Grecia nella zona euro.

Un secondo segno tangibile è poi costituito dal ruolo assunto attualmente dalle banche greche nell’ economia reale del Paese in seguito alla loro ristrutturazione e ricapitalizzazione.

L’ intervento di Provopoulos è stato infine chiosato da quello del vice presidente della BCE, Vitor Costancio, presente alla manifestazione, che ha invitato i greci ad attuare, dopo il risanamento dei conti pubblici, le riforme strutturali.

Lo scenario finanziario europeo va migliorando

 In un intervento dal titolo “Il futuro dell’Europa nell’economia globale”, tenuto ieri  sera a  Londra, il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha per la prima volta dopo molti mesi parlato di segnali di miglioramento per lo scenario finanziario dell’ Europa.

Il mercato si fida delle banche centrali

Alla presenza di numerosi esponenti del mondo finanziario della City e di quello politico britannico, il numero uno dell’ Eurotower ha dunque confermato che oggi è possibile vedere dei segnali positivi per le condizioni finanziarie e degli spread nei mercati del debito e dei segnali di ripresa anche sul fronte dei finanziamenti bancari e dei prestiti concessi alle famiglie e alle imprese, che pur rimanendo molto ridotti sono in lieve ripresa.

Per Draghi la disoccupazione è una minaccia per la stabilità

Sebbene lo scenario europeo vada avviandosi verso condizioni di maggiore stabilità, non bisogna pensare che nella zona euro tutti i problemi siano stati risolti. Nei primi tre mesi dell’ anno si è avuta, infatti, una contrazione del PIL e il mercato del lavoro resta comunque molto precario a causa del grave problema della disoccupazione giovanile.

Per Draghi è necessario, tuttavia, continuare a percorrere la strada della prosperità puntando a garantire la stabilità economica e sociale dell’ Europa, ridando in primo luogo prospettive ai giovani.

Per Draghi la disoccupazione è una minaccia per la stabilità

 Il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha sollevato da Londra, davanti a numerosi operatori finanziari della City e ad esponenti del mondo politico britannico, il cruciale problema della disoccupazione in Europa.

Un patto europeo contro la disoccupazione

Secondo Draghi, infatti, il numero di giovani senza lavoro in alcuni Paesi dell’ Eurozona è diventato ormai così alto da costituire una minaccia per la stabilità sociale. Per questo motivo i governi sono stati invitati a varare riforme che assicurino una maggiore giustizia e equità tra le diverse generazioni, in modo tale che i giovani non siano costretti a pagare il peso di una eccessiva flessibilità del mercato del lavoro.

> La Germania lotta contro la disoccupazione giovanile

Il presidente della BCE ha inoltre ricordato le misure attuate dall’ Eurotower per favorire la ripresa economica nell’ Eurozona – come la decisione, presa  ormai diverse settimane fa in merito alla riduzione del costo del denaro, misure attuate in primis per evitare il rischio di default ai danni dell’ intero sistema, causato da un eccessiva innalzamento dei tassi d’ interesse da parte dei mercati.

Grazie a questi interventi l’ Europa ha così potuto ottenere una migliore capitalizzazione da parte delle banche e può contare oggi su situazioni di bilancio più solide.

Fiducia dei consumatori in calo a maggio

 Dopo la parentesi positiva del mese di aprile, in cui la fiducia dei consumatori aveva fatto registrare, in Italia, un piccolo incremento positivo, nel mese di maggio la stessa è tornata a calare e gli italiani oggi si dicono preoccupati per il quadro economico del Paese.

I cittadini europei sono sempre più scettici

Lo ha rilevato, infatti, l’ Istituto nazionale di Statistica – Istat – che ha sottolineato come l’ indice sia sceso dal valore di 86,3 che si era potuto registrare ad aprile 2013, a quello odierno di 85,9.

Negli USA torna la fiducia dei consumatori

Nello specifico, inoltre, la componente riferita al quadro economico è passata questo mese ad un valore di 70,5 da un precedente valore di 73,3. Gli Italiani sembrano infatti preoccupati dalla situazione economica generale, anche se paradossalmente, l’ indice della fiducia personale si è trovato invece in questo mese a salire da un 90,5 che si era potuto registrare ad aprile, al valore di 92,0 del mese di maggio.

A livello geografico, invece, si può dire che in generale il clima di fiducia della popolazione italiana aumenta nel Nord Ovest e diminuisce nella altre regioni del Paese.

Per quanto riguarda, infine, le attese relative alla disoccupazione, è stato possibile registrare un calo, con un passaggio dal valore di 109 all’ attuale 105.

In Italia 150 mila posti di lavoro che nessuno cerca

 L’ ultimo rapporto pubblicato dall’ Istituto nazionale di Statistica – Istat – sulla situazione del lavoro in Italia ha fornito, tra le altre cose, anche un dato decisamente in controtendenza rispetto agli allarmi sul fenomeno della disoccupazione che vengono in continuazione lanciati.

> Lavoro: in 9 milione gli italiani in crisi

In base ai dati del 2012, infatti, in Italia ci sarebbero 150 mila posti di lavoro che nessuno cerca o sarebbe disposto a fare. Le mansioni interessate, rilevate  dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, sono quelle del

Per l’Istat in Italia ci sono 3 milioni di inattivi

Secondo gli analisti, dunque, che hanno tentato di trovare una spiegazione al fenomeno, si tratta di professioni poco ricercate perché presuppongono una buona dose di fatica e lo svolgimento di turni anche notturni.

Ma accanto a queste mansioni vi sono anche una serie di lavori che gli italiani sembrano considerare poco appetibili per il lungo percorso formativo richiesto o per lo scarso livello di attrazione: tra queste la professione di infermiere, tecnico informatico e quella di operaio specializzato, per le quali l’ offerta supera quasi sempre la domanda.

 Insomma, ad un bilancio generale, in Italia manca ancora una grande fetta di manodopera specializzata che siamo costretti ad importare.

A maggio sale l’indice PMI nella zona euro

 Dall’ Europa arriva ogni tanto qualche notizia positiva sul fonte economico. Nel mese di Maggio, infatti, l’ indice PMI per la zona euro ha rallentato la sua contrazione ed è tornato a risalire.

Per quanto riguarda, infatti, gli ultimi valori rilevati, si è potuto osservare che l’ indice, per il settore dei servizi, all’ interno del quale sono comprese circa 2000 imprese dell’ eurozona – da quelle finanziarie, come gli istituti di credito e le banche a quelle del settore turistico – alberghiero, è passato dal 47,0 di aprile al 47,5 di maggio.

Far ripartire la crescita in Europa

Anche se si resta sotto la soglia del 50, quindi, che attualmente separa, e da 16 mesi a questa parte, la tendenza alla contrazione da quella all’ espansione, si può tuttavia affermare che a maggio si è avuto un rallentamento della contrazione stessa, anche se l’ attuale scarsità degli ordini potrebbe far prevedere una nuova contrazione dell’ attività nel secondo trimestre del 2013.

La crescita in Europa e ai livelli del secolo scorso

I nuovi ordini, infatti, sono passati nel sottoindice da un valore di 46,2 ad aprile contro un 45,3 –  appunto – del mese di maggio.

Andando ancora più nel particolare, infine, nel mese di maggio si è potuto registrare un 47,8 nel settore manifatturiero e un sottoindice relativo all’ occupazione pari al 47,7.

Il lavoro per i giovani è la priorità italiana in Europa

 Il problema dell’ occupazione giovanile risulta sicuramente centrale e di primaria importanza per l’ Italia e l’ esecutivo ne farà il proprio cavallo di battaglia al vertice europeo in programma per fine giugno.

> Lavoro: in 9 milione gli italiani in crisi

I dati diffusi dal rapporto annuale 2013 dell’ Istat in merito al mercato del lavoro italiano e alla situazione giovanile, però, non sono affatto entusiasmanti.

In Italia, infatti, dimora il più alto numero di giovani che, in Europa, non studiano né sono alla ricerca di un lavoro: sono i cosiddetti Neet, che raggiungono il 23,9% dell’ intera popolazione giovanile, cioè 2 milioni e 250 mila – stando alle stime 2012.

Per l’Istat in Italia ci sono 3 milioni di inattivi

Per quanto riguarda po le cifre vive della disoccupazione, il tasso di giovani senza lavoro nel 2012 è ulteriormente aumentato, raggiungendo il 25,2%: la maggior parte di essi, inoltre, il 37,3% si concentra nel Mezzogiorno. L’ Istat afferma inoltre che ad essere più colpiti dal fenomeno sono stati i giovani con il titolo di studio più basso.

Ma se si guarda anche alla condizione dei laureati, si scopre che solo il 57,6% dei giovani laureati o diplomati lavora entro tre anni dal completamento del ciclo di studi, mentre il target europeo sarebbe fissato all’ 82% per il 2020. Mentre si aspetta di migliorare gli obiettivi, dunque, il numero degli inattivi è salito a quasi 3 milioni.

Per l’Istat in Italia ci sono 3 milioni di inattivi

 L’ Istat ha recentemente pubblicato il suo rapporto annuale 2013 e all’ interno di quest’ ultimo un’ attenzione particolare è stata data alla descrizione del mondo del lavoro italiano, che appare sempre di più penalizzato dal problema della disoccupazione.

Le aspirazioni dei giovani disoccupati italiani

L’ Istat ha rilevato, ad esempio, che in Italia il numero delle persone inattive, ovvero coloro che sarebbero disposti a lavorare ma non sono in cerca di una occupazione ha raggiunto oggi i 3 milioni, cifra che, se sommata al numero ufficiale dei disoccupati, altri 3 milioni, dà come risultato un totale di 6 milioni di persone che potrebbero essere impiegate nei processi produttivi.

Un nuovo piano per il lavoro entro giugno

L’ Istituto ha inoltre sottolineato che, soprattutto nel Mezzogiorno, è in aumento il numero delle persone che pur essendo abili al lavoro, non lo cercano più in modo attivo, causa la sfiducia e lo scoraggiamento conseguenti ai numerosi tentativi non andati a buon fine.

La disoccupazione, del resto, nel 2012, è aumentata del 30,2% e la metà dei nuovi disoccupati ha un’ età compresa tra i 30 e i 49 anni. Il 53% dei disoccupati, inoltre, cerca lavoro almeno da un anno, mentre la durata media della ricerca di un nuovo si è allungata fino a 21 mesi. Per le prime occupazioni si aspetta fino a 30 mesi. Anche il numero dei cassaintegrati è salito nel 2012.