Dalla BCE un nuovo piano di cartolarizzazioni per le banche?

 La Banca Centrale Europea starebbe elaborando un nuovo piano per risolvere il problema della concessione del credito e dei prestiti alle PMI da parte degli istituti di credito sparsi sul territorio europeo.

E il ventaglio delle soluzioni sembra essersi posato, per il momento, sulla reintroduzione del vecchio sistema delle cartolarizzazioni Abs, cioè le asset-backed securities, già impiegate in passato e tristemente note per le conseguenze negative che sono state in grado di creare nel biennio 2007 – 2008.

> La risoluzione bancaria al centro del dibattito europeo

Basti pensare, infatti, alla situazione italiana. In occasione di quel primo aiutino della BCE alle banche, ben 260 miliardi sono stati dirottati verso gli istituti del nostro Paese, senza però restituire neanche un centesimo fino ad oggi. Ora, tuttavia, si parla di dare in prestito mille miliardi in tre anni ad un tasso agevolato dell” 1%.

> Le banche puntano sui Titoli di Stato

Le cartolarizzazioni Abs sono infatti sistemi che consentono agli istituti di credito di erogare i finanziamenti alle PMI, incassare le commissioni e parte degli interessi, ma scaricare i rischi degli investimenti su altri soggetti, anche pubblici.

I rischi di insolvenza dei debitori, infatti, vengono in genere scaricati sulle spalle di chi compra le obbligazioni emesse da quella società fuori bilancio  creata ad hoc per risultare intestataria dei prestiti emessi dalla banca.

Primo trimestre 2013 nero per i mutui

 Il primo trimestre del 2013 doveva essere un periodo di ripresa per il settore dei mutui, invece i primi report riferiti ai mesi di gennaio, febbraio e marzo, si conferma triste per il credito alle famiglie. Il Crif descrive molto bene la situazione: in primo luogo c’è stata la contrazione delle domande dei potenziali mutuatari che sono scese dell’11 per cento. E poi i loan to value delle banche restano troppo bassi.

Come si usa lo stipendio degli italiani

La contrazione delle domande di mutuo del primo trimestre del 2013 segue la contrazione delle domande del 2012 che è stata del 42 per cento su base annua. Se poi si vuole analizzare il numero reale delle abitazioni acquistate nel 2012, sfruttando la banca dati dell’Agenzia del territorio e dell’Agenzia delle Entrate, allora si scopre che c’è stata una riduzione degli acquisti del 38,6 per cento. Sono state effettuate soltanto 155.466 compravendite.

Come sospendere le rate del mutuo

La situazione descritta per quello che riguarda i mutui, influisce direttamente anche sul mercato immobiliare e su quello edilizio, considerati cruciali per l’economia nel suo intero. I clienti delle banche, però, hanno ormai perso la fiducia nei loro istituti di credito che non finanziano più del 60 per cento del valore dell’immobile. Il primo passo da compiere, quindi, sarebbe un ritorno ai finanziamenti che superano l’80 per cento.

Come si usa lo stipendio degli italiani

 La Confederazione italiana agricoltori ha realizzato uno studio sulle spese compiute dai nostri connazionali. Il risultato è che il 60 per cento degli stipendi degli italiani è usato per quelle che si chiamano “spese obbligate”, vale a dire il mutuo o l’affitto, la rata della macchina e le bollette, nello specifico acqua, gas e luce.

La Grecia torna sul mercato dei bond

Per questo motivo, visto il rallentamento del mondo del lavoro e vista la riduzione degli stipendi, si assiste ad una battuta d’arresto dei consumi. Le famiglie infatti, una volta pagate le spese obbligate, si trovano a dover risparmiare, o meglio tagliare, tutto il resto.

La casa non è una spesa per tutte le famiglie italiane

Ogni famiglia è chiamata in questo periodo di crisi a definire delle priorità di spesa, a scegliere se investire nel settore alimentare, piuttosto che nel vestiario. La recessione è ad ogni modo inevitabile e infatti, nel primo trimestre del 2013 c’è stato un crollo dei consumi del 4,2 per cento.

Le famiglie, dice la Confederazione italiana agricoltori, punta al risparmio rinunciando anche alla qualità. L’analisi è compiuta su un insieme di 13,8 milioni di famiglie che per rinunciando ai brand hanno iniziato, ad esempio, a servirsi degli hard-discount.

Chi non ha rinunciato ai marchi, invece, fa molta più attenzione alla spesa e cerca soltanto le offerte speciali, gli sconti e le promozioni in vigore.

Crolla il settore dell’edilizia

 Il primo trimestre del 2013 in Italia si è dimostrato un periodo particolarmente difficile per numerosi settori economici: è rimasto negativo, infatti, il mercato dell’ auto, come anche quello delle compravendite immobiliari. Non vanno meglio le cose sul fronte del Pil e dei consumi, le cui stime, anzi sono state riviste a ribasso dall’ Istat nelle ultime settimane.

>Crolla l’immobiliare ma sui prezzi è battaglia

Ma a questa serie di dati economici non entusiasmanti se ne deve aggiungere anche un altro particolarmente rilevante per il nostro paese. Nel primo trimestre del 2013 è stato infatti possibile registrare in Italia un decisivo crollo anche nel settore dell’ edilizia.

>Mercato immobiliare italiano ai minimi storici dal 1985

L’ Istat ha infatti rilevato che nei primi tre mesi dell’ anno c’è stata nel settore una flessione media del 7,2% rispetto agli ultimi tre mesi dell’ anno scorso, mentre per quanto riguarda il mese precedente, cioè febbraio 2013, la flessione rilevata è stata del 4,1%.

Dal punto di vista dell’ indice destagionalizzato, quindi, l’ intero mercato delle costruzioni ha subito, nel giro di un anno, un crollo verticale pari al 20,9%, che gli aggiustamenti relativi agli effetti di calendario – il fatto che vi siano stati meno giorni lavorativi a marzo rispetto a febbraio 2013 – non hanno contribuito a modificare. Analoghi cali, dunque, anche nelle cifre relative alle produzioni.

Combattere la crisi con il Marketing Social Oriented

 Durante l’European Socialing Forum tenutosi a Milano a Palazzo delle Stelline si è parlato della crisi che affligge il sistema economico e che predomina in Italia e in tutto il resto del Vecchio Continente. Sorge, dunque, la necessità di ripensare all’impresa come concetto e di ripensare al rapporto vigente tra ambiente e impresa stessa.

Così, gli esperti durante l’incontro hanno parlato di “Socialing“. Si tratta di una delle nuove forme di bio-economia che possono replicare in maniera efficace alla crisi dei modelli tradizionali che imperversano in un vecchio mondo ormai stantio.

A spiegare cos’è il socialing è il professor Andrea Farinet, docente di Economia e Gestione presso l’Università Cattaneo di Castellanza. Dopo aver condotto per anni ricerche insieme a Giancarlo Roversi, Farinet asserisce che il socialing verte sulla responsabilità sociale delle imprese italiane e sulla crisi del marketing tradizionale.

L’analisi ha dato vita ad un nuovo concetto di marketing socialmente orientato, tale da poter rendere trasparente il rapporto con i cittadini-consumatori. Continua Farinet: “Il frutto di questo lavoro è stato trovato in quattro principi fondamentali: dignità, naturalità, integrità e fertilità. In merito a questi quattro principi è stata scritta la Carta Universale dei Diritti della Terra Coltivata che verrà presentata in sede europea e che proporremo ai Paesi presenti a Expo 2015”.

L’appuntamento, per gli esperti, si configura come una grande occasione non solo per promuovere il sistema imprenditoriale italiano bensì anche per far capire come andrebbero tutelati i consumatori finali. Farinet infatti crede che “I consumatori siano in primis cittadini e come tali hanno diritto ad essere tutelati”. Peranto, all’Expo verrà presentata la Carta di concerto con le altre due proposte denominate ‘Dal Chilometro Zero al Chilometro Verde’ e ‘Dieci filiere per salvare il mondo’, con l’auspicio che si arrivi presto a un primo protocollo firmato dai paesi più importanti in modo tale da dare la più ampia visibilità a questo documento”.

Stanziato per decreto 1 miliardo per la Cassa Integrazione

 E’ stato approvato questa mattina in Consiglio dei Ministri il decreto che si aspettava da giorni per risolvere, una volta per tutte, la questione IMU e quella relativa alla Cig, la Cassa Integrazione in deroga. E se sul fronte IMU è stata decisa la sospensione della rata di giugno per la prima casa fino al prossimo 16 settembre, sul fronte degli ammortizzatori sociali sono state definite le risorse disponibili al provvedimento.

>Le risorse per il rifinanziamento della Cig

E’ stato infatti approvato lo stanziamento di un miliardo di euro per la ulteriore copertura delle mobilità dei lavoratori in cassa integrazione, miliardo che, come ha precisato anche lo stesso premier, Enrico Letta, saranno in parte presi dai fondi di produttività non utilizzati, con l’ impegno del Governo, però a ripristinare in un secondo momento i fondi stessi.

Giovannini fa il punto sul rifinanziamento della Cig

Sulla questione del reperimento delle coperture è intervenuto poi anche il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini, che ha aggiunto che si tratta in realtà di fondi di produttività destinati all’ erogazione nel 2014, e derivanti da accordi presi con le parti nel 2013. Ma il governo ne utilizzerà per il momento solo una parte che poi sarà reintegrata.

Della soluzione, però, si è dichiarato scontento Angeletti, segretario generale della UIL, che ha parlato di una Cig autofinanziata dai lavoratori stessi.

La BCE considerata responsabile unica della crisi

 La crisi economica europea è importante soprattutto nei paesi che stanno a sud del paese. Ma chi ha causato questa situazione? Sembra che tutta la colpa oggi si possa attribuire alla BCE. A sostenere questa tesi è in primo luogo Paul De Grauwe che pensa che a rendere meno nervosi i mercati non sia stata l’austerity ma piuttosto il backstop di liquidità imposto dalla Banca Centrale.

La salvezza dell’Italia dalla BCE

Se si analizza nel dettaglio quello che è successo all’Italia e alla Spagna si può ottenere una spiegazione approfondita delle cause della crisi. In molti paesi, infatti, le politiche economiche applicate, pur con le differenze relative allo spread che è diverso per ogni nazione, hanno ottenuto praticamente lo stesso risultato. Com’è possibile? Si è verificata questa omogeneità dei risultati a causa dei cambiamenti voluti dalla BCE e validi per tutti.

L’Italia combatte contro la crisi

Un grafico proposto da Paul Krugman dimostra che tutte le teorie promosse in questi anni di sviluppo della crisi, a sostegno delle politiche economiche di austerità, che avrebbero dovuto far abbassare i tassi d’interesse e stimolare la crescita, sono fasulle.

La BCE, con i suoi continui ribassi dei tassi, è da considerarsi l’unica responsabile della crisi. Il grafico dimostra che tutte le modifiche dei trend e dei tassi, in Spagna e in Italia, sono legate agli interventi della banca centrale.

L’Economist spiega il mondo del lavoro in India

 In un recente rapporto, il quotidiano Economist ha provato a spiegare in modo lucido perché l’India, pur avendo un enorme potenziale demografico, lo sta sprecando senza cogliere le opportunità espresse dal mondo del lavoro.

Sembra quasi un paradosso quello del Subcontinente indiano che ha una concentrazione enorme di risorse umane, che si adopera per l’acquisto di oro mettendo al sicuro i suoi conti e allo stesso tempo non riesce a sfruttare a pieno le richieste del mercato. Ma in che senso? Lo spiega l’Economist.

Quali nazioni soffrono della svalutazione aurea

Da qui al 2024, in dieci anni circa, la popolazione indiana che è in età lavorativa, quindi uomini e donne che hanno un’età compresa tra 15 e 64 anni, crescerà ancora di 125 milioni di unità. Poi, nel decennio successivo, la popolazione in età lavorativa crescerà ancora di 103 milioni di unità. Questo vuol dire che la forza lavoro indiana potrebbe presto superare quella cinese. Peccato che l’economia del Subcontinente non sia preparata.

Il protezionismo sta uccidendo l’export UE

La bomba demografica, in realtà, è stata un problema importante negli anni Settanta, quando la classe dirigente avviò una campagna di sterilizzazioni forzate. Questa scelta si è rivelata fallimentare perché con la crescita economica e il calo del numero dei figli per famiglia, l’India non è stata in grado di supportare lo sviluppo del paese.

Adesso la situazione si ripresenta ma vista la scarsa lungimiranza della sterilizzazione il management indiano deve impegnarsi nella creazione di 100 milioni di posti di lavoro in dieci anni.

La Slovenia si può salvare con questo piano

 La Slovenia deve essere assidua nel rispetto delle regole stabilite nel piano di salvataggio per fare in modo che si eviti il ricorso ai prestiti dell’Europa. Il piano di salvataggio, all’indirizzo del quale è stato manifestato molto scetticismo, comporta l’aumento dell’IVA e l’avvio di una fase importante di privatizzazioni.

La Slovenia ristruttura le banche

Il primo ministro sloveno, Alenka Bratusek, giovedì scorso ha annunciato le misure economiche che intende mettere in atto per evitare di rivolgersi all’Unione Europea e al Fondo Monetario Internazionale. Le misure indicate sono anche inserite in un’agenda molto serrata.

I titoli sloveni sono considerati tossici

Entro il primo luglio ci sarà un aumento di due punti percentuali dell’IVA che dovrà passare dal 20 al 22 per cento. Poi si passerà alla privatizzazione di ben 15 imprese pubbliche, tra cui anche la seconda banca del paese, vale a dire la Nova KBM, la compagnia aerea nazionale e l’operatore di telecomunicazioni più importante del paese. Insomma, dal settore creditizio a quello tecnologico, sono tutti impegnati nel salvataggio della Slovenia.

Il paese in questione, infatti, nel 2012, ha chiuso i conti con un rapporto tra deficit e PIL pari al 3,7 per cento. Secondo le stime, il 2013 si chiuderà con un deficit tra il 5 e il 7 per cento.

Calano le vendite nell’Eurozona

 Il mese di marzo 2013 ha fatto registrare per il nostro Paese il primo rosso delle esportazioni su base annuale a partire dal lontano 2009. Ma che cosa è successo, invece, in Europa, alla bilancia commerciale delle altre nazioni della zona euro?

A marzo negativo l’export italiano

Nel mese di marzo 2013 a livello di Eurozona si è potuto registrare un aumento delle esportazioni pari al 2,8%, mentre le importazioni hanno subito un calo dell’ 1%. Una situazione abbastanza simile, poi a livello tendenziale si è potuta rilevare anche nella UE, dove le esportazioni sono aumentate del 3,4%, mentre le importazioni sono diminuite dell’ 1,1%.

Tutta l’Eurozona è in recessione

Andando più nello specifico, per quanto riguarda la situazione dei singoli Paesi, il dato sorprendente è che nell’ ultimo periodo, cioè a marzo, anche l’ export della Germania ha subito un forte calo del 10%, calo seguito da quello della Francia, che ha fatto registrare una flessione del 7,1%. Ma le cose non sono andate bene neanche in Spagna, dove i dati attestano un picco negativo addirittura di 20 punti.

La situazione dell’ Europa, dunque, appare quella di un’ area in cui gli acquisti hanno subito in generale un drastico calo, che si è inevitabilmente riversato sulle economie nazionali come la nostra, che perde 2,76 miliardi di acquisti nel primo trimestre 2013.