Consumi giù di 45 miliardi in due anni

 E’ questo quanto emerge dalle ultime stime di Confesercenti, che mettono insieme i dati sui consumi dello scorso anno, che sono scesi di 35 miliardi di euro, e quelli di quest’anno, per il quale è stato stimato un ulteriore calo di 10 miliardi.Quindi, nel biennio 2012-2013, il calo dei consumi degli italiani si attesterà a meno 45 miliardi, che equivalgono ad una diminuzione della spesa per ogni famiglia pari a circa 2000 euro. Il tutto, ovviamente, a danno delle piccole e medie imprese.

► I consumi sempre in diminuzione con un leggero miglioramento

La colpa maggiore di questo crollo dei consumi è da imputare alla pressione fiscale -il prelievo fiscale previsto per l’anno in corso, con l’introduzione delle nuove imposte Imu, Tares e Ires, sarà complessivamente di 34 miliardi di euro- che peserà per 800 euro a famiglia.

Se lo stesso conto si applica alle aziende, già messe in ginocchio dalla crisi dei consumi, si ha una pressione fiscale pari a 14 miliardi, pari a 3000 euro per ogni azienda.

Ciò che il governo ha fatto per risollevare le sorti dell’economia, almeno secondo la Confesercenti, potrebbe invece rivelarsi un’ulteriore spinta verso la recessione. Infatti, questa pressione fiscale, andrà ad incidere sul Pil per lo 0,7%.

► Paniere dei consumi 2013

Secondo Marco Venturi, presidente dell’associazione, l’unica soluzione a questo problema è il taglio alle spese, attraverso il quale potrebbero essere recuperati ben 70 miliardi, con i quali ridurre la pressione fiscale e ridare ossigeno a famiglie e imprese.

Secondo Barclays i problemi arrivano da Berlusconi

 Attualmente, se una nazione è stabile dal punto di vista politico, è pensabile che lo sia anche sotto il profilo finanziario. In questo momento, però, è l’instabilità politica, la parola d’ordine che regna nelle analisi dei mercati. Se ci concentriamo sulla situazione italiana, questo particolare è ancora più evidente. Infatti l’Italia, tra due settimane dovrà rinnovare la politica.

Che il peso della crisi sia in gran parte da attribuire all’instabilità politica, lo dicono i mercati, ma lo dicono con maggior chiarezza anche i risultati di uno studio Barclays che in questo momento sta tenendo d’occhio soprattutto la Spagna e l’Italia.

 I quattro rischi per l’economia mondiale

In particolare, secondo gli analisti dell’istituto di credito inglese, ci sono due personaggi che sono ancora protagonisti della politica europea e che potrebbero in qualche modo rinverdire il fuoco della crisi: il premier spagnolo Rajoy e l’ex premier italiano Silvio Berlusconi.

 Sale lo spread per l’incertezza politica

Piazza Affari, per esempio, nell’ultima settimana di campagna elettorale, è arrivata a flettersi del 4 per cento e il rendimento dei titoli di stato italiani, è salito, +0,50 euro dal 25 gennaio ad oggi, con l’ipotesi che a governare l’Italia torni Silvio Berlusconi.

Per completare il quadro ci sarebbe da aggiungere che la moneta unica si è indebolita ulteriormente a febbraio, cedendo tre punti, spinta verso il basso anche dal discorso di Draghi, ma soprattutto dagli atteggiamenti degli investitori.

In Italia ogni giorno si perdono 480 posti di lavoro

Uno studio dell’ufficio studi della Confartigianato sul mercato del lavoro dal 2008 ad oggi, quindi nel periodo della crisi economica, ha mostrato che si sono persi 480 posti di lavoro al giorno. Sono questi i costi che l’Italia ha pagato, tra l’altro, per la crisi economica. E la situazione dell’occupazione non sembra risolta o in miglioramento.

Previsione di assunzione per i giovani
Come dimostra Confartigianato con il suo studio, gli occupati sono passati dai 23 milioni e 541 mila dell’Aprile 2008 a 22 milioni 723 mila, secondo i dati Istat. I posti di lavoro sono quindi diminuiti di 818 mila in quattro anni e mezzo che fa appunto 480 posti di lavoro in meno ogni giorno, posti di lavoro che sono stati persi.

Proposte per risolvere il problema della disoccupazione
La situazione riguarda in particolar modo i lavoratori giovani fino a 35 anni. Sono loro ad accusare maggiormente i problemi della perdita del lavoro o della difficoltà a trovarne uno. In questa categoria di persone, appunto giovai fino a 35 anni, il tasso di occupazione è diminuito di circa il 20% con quasi un milione e mezzo di posti di lavoro in meno.
Nello studio di Confartigianato, nei cinque anni presi in esame si mostra anche la trasformazione del mercato lavoro. Gli occupati a tempo pieno sono diminuiti del 5,1% mentre quelli con contratti part-time sono aumentati dell’11,3%.

 

La Robin Tax scaricata sui consumatori

Dopo che la globalizzazione si è imposta anche in Italia si è parlato di Robin Tax. La tassa di Robin Hood che doveva colpire i ricchi per aiutare la collettività.

Per la Corte dei Conti ci sono troppe tasse

Nel 2008 è stato proposto un provvedimento in cui l’etica doveva essere l’idea ispiratrice. La Robin Tax riguardava alcune tipologie di imprese, ma non mancavano gli scettici. Nel 2011 il Ministro dell’economia Giulio Tremonti, in un periodo di crisi economica, ha inserito la Robin Tax nella manovra bis aumentando l’Ires dal 6,5% al 10,5% ed estendendo i settori che interessano la tassa che erano quelli petrolifero e della produzione di energia.

Quanto spenderanno gli italiani in tasse

Ora l’Autorità dell’Energia Elettrica e del Gas ha mostrato come la Robin Tax ha portato ad uno svantaggio per i consumatori. In 199 casi su 476 è stato dimostrato che la tassa è scaricata sui consumatori.

La relazione sull’attività di vigilanza del 2012 si riferisce ai due anni precedenti e mostra casi in cui la tassa ha portato ad una maggiorazione dei prezzi. L’Autorità dell’Energia Elettrica e del Gas afferma che “è ragionevole supporre che per ripagarsi la Robin Tax gli operatori recuperino la redditività sottratta dal maggior onere fiscale aumentando il differenziale tra i prezzi di acquisto e i prezzi di vendita”. Una situazione che contribuisce a fare aumentare lo spread con una variazione dovuta all’effetto prezzo che l’Autorità indica in circa 0,9 miliardi di Euro.

 

India rivede le stime di crescita

 Il governo indiano lo ha annunciato questa mattina. Le stime di crescita dell’India per l’anno fiscale in corso sono state riviste al ribasso ,portando le aspettative di crescita dal 5,8% al 5%, dato in controtendenza anche verso le stime fatte dagli analisti che hanno previsto una crescita pari al 5,5%.

 Fitch taglia le stime di crescita dell’economia mondiale

Una contrazione che ha colpito tutti i settori dell’economia indiana. L’agricoltura, a causa di condizione meteorologiche non positive, è stato portato ad un +1,8% dal 3,6% stimato precedentemente, lo stesso per il settore della manifattura, stimato a 1,9% dal 2,7% e quello dei servizi ribassato al 6,6% dall’8,2%.

Una situazione rischiosa, soprattutto se messa a confronto con le stime di crescita della Cina, il primo competitore dell’India, che per quest’anno sono state calcolate al 7,8%. Una situazione che potrebbe mettere in serio pericolo il rating “investment grade” del debito del paese.

► Nel 2030 la Cina sarà la prima superpotenza mondiale

Il governo sta già prendendo provvedimenti in tal senso, con un decremento della spesa pubblica per il prossimo anno del 4% contro l’8,6% di un anno fa, grazie alla limitazione degli investimenti nelle reti infrastrutturali nel paese e una riduzione delle spesa per il welfare.

Soluzione che destano preoccupazione per la situazione del paese, soprattutto dopo il monito del FMI secondo il quale l’economia si trova in una posizione più debole che prima della crisi.

Grilli su tagli spese

 In ballo c’è l’equilibrio del bilancio. Così, il Ministro Vittorio Grilli ha diffuso una lunghissima circolare nella quale avvia di fatto il “giro di vite” legato alla prossima predisposizione del bilancio di previsione riguardante il 2013. L’invito è rivolto soprattutto alle amministrazioni centrali, le quali dovranno tenere in considerazione le norme già ‘passate’ inerenti al contenimento delle spese e al rigore finanziario, così da conseguire l’obiettivo del pareggio di bilancio su cui il governo si è impegnato in sede europea.

Obiettivi 2013

Per il 2013 la necessità è quella di mettere in atto comportamenti congruenti con gli obiettivi prestabiliti e, in particolar modo, vi è l’esigenza di porre in essere le opportune iniziative cosicché gli enti di rispettiva competenza, nell’organizzare il bilancio di previsione per l’esercizio 2013, possano procedere ad un’impostazione previsionale concentrata sul rigore finanziario e secondo criteri finalizzati in primo luogo al contenimento delle spese, ponendo la giusta attenzione sulla possibilità di procedere ad un’oculata riduzione degli stanziamenti complessivi per spese diverse da quelle obbligatorie ed inderogabili.

Grilli si aspetta che tutte le amministrazioni collaborino attivamente. E’ questo un  elemento fondamentale ai fini dell’osservanza dei criteri sovra elencati da parte degli enti di rispettiva competenza.

Solo successivamente si potrà procedere al consolidamento del processo di razionalizzazione della spesa pubblica”.

Accorgimenti

Tra le indicazioni fornite vi è in evidenza il suggerimento di usare le carte elettroniche istituzionali per i pagamenti e i rimborsi a cittadini e utenti, nonché la necessità di ridurre le comunicazioni cartacee e le spese telefoniche. In conclusione occorre  ottimizzare gli spazi.

I ricavi di Vodafone in calo nel terzo trimestre

 La situazione di crisi economica in Italia e in Europa si riflette in molti ambiti. La crisi riguarda aziende giovani e anche grandi con utili che sono in perdita rispetto ai periodi precedenti. E mentre molte aziende storiche sono in crisi e licenziano molti lavoratori, e alcune chiudono, come nel caso di Elettrolux e Richard Ginori, altre aziende più stabilizzate nel mercato arrivano a perdite.

Vodafone è in rosso di 2,5 miliardi

Questo è il caso della Vodafone che nel terzo trimestre ha ricavi in diminuzione del 2%. Per Vodafone in particolare i ricavi sono in diminuzione in Italia e in Spagna, che sono Paesi che in Europa stanno sentendo particolarmente la crisi. I ricavi di Vodafone sono invece in aumento in India e in Turchia, che sono Paesi emergenti con una economia in crescita.

In una nota, Vodafone ha affermato che sono comunque confermati gli obiettivi di utile operativo adjusted e di “free cash flow”. Dall’azienda telefonica inglese si dice anche che i risultati riflettono le condizioni del mercato in Europa, che sono condizioni difficili, come ha affermato il ceo Vittorio Colao.

Vodafone ha chiuso il terzo trimestre con ricavi in diminuzione del 2%. I ricavi da servizi sono in calo del 2,2% e il flusso di cassa nel trimestre è pari a 1,2 miliardi con un -18%.

Per la Corte dei Conti ci sono troppe tasse

 Mentre Berlusconi si affretta a ripetere agli elettori che lavorerà per togliere l’IMU dalle imposte a carico delle famiglie, i suoi avversari trovano il sistema più scientifico per dimostrare l’impraticabilità di questa promessa. Intanto sulle tasse si concentra tutta l’attenzione e il dibattito politico.

 Si può abolire o rimborsare l’IMU?

A mettere il carico ci ha pensato la CGIA di Mestre che dopo un’analisi della situazione italiana ha ribadito che gli italiani, almeno fino a giugno, devono pensare di mettere da parte lo stipendio per pagare le tasse, visto che la pressione fiscale è al 45,1 per cento e, ultracentenari e bambini compresi, ogni italiano dovrà dare all’erario quasi 12 mila euro.

 Quanto spenderanno gli italiani in tasse

Una critica, un allarme che fa il paio con quello lanciato qualche settimana fa anche dalla Corte dei Conti che ha aperto l’anno di attività tra le critiche e le polemiche. L’inaugurazione dell’anno giudiziario, infatti, è stata celebrata senza la presenza di Giorgio Napolitano e si è parlato soprattutto di tasse.

Un aumento del prelievo fiscale è stato considerato dai giudici una causa della recessione del paese. Da lì l’invito a redistribuire il carico fiscale, ma soprattutto ad eliminare le zavorre alla ripartenza economica, quali sono le situazioni di corruzione sistemica.

La Corte dei Conti ha anche detto che gli interventi del governo dovranno essere finalizzati al contenimento della spesa.

Cambiano le spese, attenti al redditometro

 Nel Redditometro sono comprese più di 100 voci di spesa che gli italiani devo indicare al fisco per dimostrare che le uscite che fanno sono compatibili con le entrate. Periodicamente, poi, l’Istituto nazionale di statistica aggiorna il paniere dei consumi italiani, indicando i cambiamenti della società e trovando nuove basi per il calcolo dell’inflazione.

► Parametri, spese e spia del Redditometro

Il paniere del 2013 aumenterà in volume visto che ci saranno ben 1429 prodotti che sono sicuramente più dei 1383 prodotti del 2012. La volontà è quella di capire come di comportano gli italiani davanti all’enorme scaffale dei consumi tricolore.

► Che impatto hanno le spese medie Istat

Il grande dato importante è l’ingresso nel paniere del gas metano per autotrazione. Sono molti quindi gli automobilisti che si sono convertiti alle vetture a gas, al fine di risparmiare qualcosa sui trasporti. Non stupisce altrettanto l’introduzione nel paniere dei phablet e dei tablet trasformabili.

Con i cellulari di nuova generazione, gli smartphone, infatti, si riescono a cumulare più attività (agenda, calendario, lettura del giornale) nello stesso dispositivo. Tanto sono diffusi gli smartphone anche tra i giovani che praticamente esce dal paniere il diario, con la cui etichetta si comprendono sia l’agenda professionale, sia il diario scolastico.

A livello alimentare entrano nel paniere l’amaro e la pancetta in confezione mentre tutti di affrettano a ribadire che i consumi degli italiani sono cambiati.