Krugman sulla contrazione americana

 Che l’America fosse in un momento di crisi economica lo si era capito benissimo alla vigilia di Natale. La neoeletta amministrazione di Barack Obama, al secondo mandato come presidente degli Stati Uniti aveva ricevuto la patata bollente del fiscal cliff.

La risoluzione dei problemi, arrivata proprio nell’ultimo secondo possibile, ha fatto tirare un sospiro di sollievo all’America e alle economie maggiormente legate al Nuovo Mondo. Peccato che sia stato solo un “posticipare” la trattazione del problema perché comunque c’è stata una brusca frenata dell’economia americana.

► Posticipato il raggiungimento del tetto del debito

Così, l’avvio del 2013 ha visto l’entusiasmo nelle borse e la consapevolezza che nel quarto trimestre dell’anno il PIL, a sorpresa, non ha retto a tanto sconquasso ed è andato in leggera flessione. Sicuramente hanno determinato questa situazione una serie di fattori “una tantum”, quali la riduzione delle risorse o il calo delle spese destinate alla difesa.

Allo stesso tempo si è notato che l’acquisto di beni e servizi da parte del governo è cruciale nello sviluppo del paese e qui l’interpretazione dei dati ha lanciato l’ipotesi Krugman: più che di contrazione dell’economia, bisognerebbe parlare di contrazione del governo.

► Krugman sul fiscal cliff

La riduzione del PIL americano è legata alla minore incidenza del governo nelle spese “importanti” tanto che oltre ad un rallentamento dell’economia, si è arrivati a parlare addirittura di contrazione. Per evitare di nuovo il precipizio sarà necessario intervenire su disoccupazione e fisco.

Nell’UE tutti i prezzi degli immobili in calo

i prezzi delle case continuano a scendere.

► Per l’immobiliare ripresa dal 2014

In questi giorni, i dati Eurostat sull’andamento del settore immobiliare nell’Eurozona, hanno evidenziato un calo dei prezzi del 2,5 per cento che si è prodotto tra il terzo trimestre del 2012 e il periodo omologo del 2011. Se invece andiamo a valutare le condizioni dell’Europa intera, scopriamo che la riduzione del valore della case è dell’1,9 per cento, leggermente più basso ma comunque consistente.

I paesi in cui il calo dei prezzi degli immobili classici è stato più consistente sono la Spagna, l’Irlanda, il Portogallo e l’Olanda dove le flessioni sono state rispettivamente del 12,5%, del 9,6%, del 7,7% e dell’8,7 per cento. Aumentano i prezzi delle case soltanto in Estonia e nel Lussemburgo che fanno registrare rispettivamente il +8,4 e il +7,1 per cento.

Continua la corsa agli immobili di lusso

 Per l’immobiliare ripresa dal 2014

Sembra davvero una favola, è il caso di dirlo, ma è sorprendente come nel momento più acuto della crisi, sia esploso il business dei castelli e delle vecchie dimore nobiliari, tanto che il loro prezzo è salito del 9 per cento dal 2011 ad oggi. Le stime sono state realizzate dall’osservatorio di Immobiliare.it

Se si mettono in relazione questi dati con quelli del Censis riferiti al mercato tradizionale che in due anni ha perso il 45%, si capisce che qualcosa non va. L’Ad di Immobiliare.it spiega così la questione:

Se l’offerta cresce e i prezzi aumentano, significa che c’è anche chi acquista. Ci sono prima di tutto i compratori stranieri, primi fra tutti inglesi, tedeschi e francesi, che cercano dimore di alto valore in Italia. È un tipo di acquisto che sostituisce la villa in Costa Smeralda, ma ha un alto valore romantico. Gli inglesi e tedeschi cercano immobili perfetti, mentre i francesi amano l’idea di restaurare in proprio per riportare alla luce le bellezze del passato.

Moratoria sui mutui prolungata fino a marzo

 I mutuatari in difficoltà sono stati con il fiato sospeso fino all’ultimo giorno. Avevano già detto che la il fondo di solidarietà era appeso ad un filo e le soluzioni per chi non riesce a pagare le rate del mutuo, esclusa la moratoria, non sono poi così tante.

O ci si affida alle Regioni e agli enti locali, oppure è necessario chiedere la sospensione del rimborso direttamente alla banca, ma in questo caso, per la moratoria, sono richiesti dei requisiti particolari.

Dov’è più semplice ottenere un mutuo

Per esempio è necessario aver perso il lavoro. Tutte le informazioni in merito, comunque, sono disponibili sul sito dell’Abi. E’ proprio dalle pagine web dell’Associazione interbancaria italiana, che scopriamo il prolungamento della moratoria. Le famiglie che hanno difficoltà con il rimborso del mutuo acceso qualche tempo fa, nel caso in cui si verifichi un evento – come la perdita del lavoro – entro il 28 febbraio 2013, hanno la possibilità di entrare nel Piano Famiglie.

Quello che è conosciuto anche come moratoria o fondo di solidarietà è stato rifinanziato e le nuove domande possono essere accettate fino al 31 marzo. Poi la negoziazione tra l’Abi e le associazioni di consumatori firmatarie dell’accordo, potrebbe continuare. Non possono accedere al fondo coloro che ne hanno già beneficiato in passato.

Dati Eurispes sul lavoro in Italia

 Il Rapporto Eurispes sulle famiglie italiane non solo mette in luce le difficoltà che gli italiani stanno attraversando per quanto riguarda le questioni prettamente economiche come la gestione e il sostentamento della famiglia, ma pone anche l’accento sulla situazione occupazionale italiana e la spaccatura che ancora persiste tra Nord e Sud.

Le ‘raccomandazioni’

Ciò che emerge fin da subito è che la ‘spintarella’, ossia la raccomandazione, è ancora un’usanza ben radicata nel nostro paese. La usano almeno un cittadino su cinque, ma non, come verrebbe da pensare, nelle regioni del sud: la spintarella è una pratica di uso comune soprattutto al nord.

 

Per il Rapporto dell’Eurispes sono state intervistate 1.500 persone, e su questo totale il 21,2 per cento ha ammesso di essere ricorso alla propria rete di conoscenze per ottenere un lavoro. Nello specifico è accaduto per il 17,2% dei cittadini meridionali, il 12,1% di quelli delle isole, il 25,5% degli abitanti delle regioni del Nord-Ovest e il 20,8% nel Nord-Est.

I concorsi pubblici

Il tanto caro concorso pubblico, quello che dovrebbe dare il lavoro ‘ministeriale’ al quale in molti ancora aspirano -per intendersi quello considerato noioso dalla Fornero- è più utile per trovare lavoro al Centro-Sud che al Nord e sono le donne che riescono maggiormente ad ottenere un impiego passando per questa via (19,8% di donne contro il 14,9% di uomini).

Il ricorso al concorso, però, scende con l’abbassarsi dell’età: più gli intervistati sono giovani e meno dichiarano di aver avuto un lavoro tramite concorso (25,4% tra 45 e i 64, 8,1%  tra i 25 e i 34 anni, 9,7% tra i 18 e i 24 anni). Uno dei motivi di questa tendenza è il percorso di studi effettuato: infatti, più si arriva in alto con i titoli, maggiormente si ricorre alla candidatura spontanea.

Rapporto tra lavoro e stipendio

Più della metà degli intervistati ha dichiarato che lo stipendio garantito dal loro attuale posto di lavoro non è sufficiente a sostenere il nucleo famigliare. Quando non si riesce con le proprie forze si ricorre spesso alla famiglia di origine (19,6% degli intervistati) un dato che fa riflettere sulla differenza di condizioni economico-sociali tra le vecchia generazione e la nuova.

Anche per questo un quarto degli intervistati tra i 35 e i 44 anni (il 25,4%) afferma di non riuscire a fare progetti per il futuro perché la situazione lavorativa non permette di fare progetti a lungo termine.

Rapporto Eurispes su famiglie italiane

 Secondo i dati pubblicati oggi nell’ultimo rapporto dell’Eurispes le condizioni economiche delle famiglie italiani sono davvero drammatiche. Il 53,3% degli italiani, infatti, ha dichiarato di non riuscire a sostenere adeguatamene la famiglia con quello che guadagna mensilmente.

► Codacons lancia allarme per crollo consumi alimentari

Nello specifico i dati dell’Eurispes parlano di un 61,3% dei lavoratori che con il proprio stipendio non sono in grado di accedere alle spese importanti, quali possono essere l’accensione di un mutuo per l’acquisto della casa o di un’automobile.

► Dati Confcommercio su redditi e consumi

La diminuzione del potere d’acquisto è stata sentita come molto forte dal 31% degli intervistati (42,4% abbastanza; 22,2%  in misura contenuta e il 4,4% non l’ha avvertita). Negativo anche il giudizio sulle possibilità di risparmio. Pochi coloro che si dicono sicuri di poter accrescere i propri risparmi nel corso del 2013 (un italiano su venti), mentre sono due su tre gli italiani che si dicono sicuri di non riuscire a mettere nulla da parte.

► Le risposte e i consumi dei cittadini europei di fronte alla crisi

Questa difficile situazione si evidenzia anche attraverso l’esplosione dei cosiddetti compro oro, cresciuti dell’8,5% rispetto allo scorso, ai quali si rivolgono soprattutto le donne, e l’aumento dei lavori informali (assistenza ad anziani, a sartoria, babysitter, vendita di oggetti autoprodotti, pulizie, giardinaggi.

Sui prestiti per liquidità va meglio IBL

 In un periodo di forte crisi economica, la tensione all’indebitamento è molto alta. Ecco allora che le soluzioni proposte per l’acquisto di una casa o dell’arredamento sono ottime se il TAEG resta basso, ma crescono le richieste di prestiti finalizzati ad ottenere della liquidità. 

 Liquidità in prestito con le offerte di prestiti

In realtà esistono molte soluzioni per evitare di aggravare la propria posizione di debitori e per migliorarla. Il consolidamento è un’opportunità, lo dicono in tanti, ma è anche utile dare un’occhiata alle recensioni effettuate dagli intermediari online.

Siamo partiti dalle proposte selezionate da PrestitiSupermarket, scoprendo che dal primo posto del podio è scomparsa la proposta di Findomestic, molto conveniente per l’acquisto di computer ed auto. Insomma con Findomestic compri il computer e compri anche l’auto nuova, per il resto c’è IBL.

Il finanziamento recensito come più conveniente è quello con la cessione del quinto della pensione o dello stipendio, che a fronte di una richiesta di 20 mila euro di liquidità da rimborsare in sette anni, propone un TAEG dell’8,65% che si traduce in 84 rate da 315 euro.

Sono incluse nel prezzo anche le spese di istruttoria pari a 450 euro e l’imposta sostitutiva di 56,28 euro. L’erogazione può avvenire anche con assegno.

Il credit crunch è più soft per il nostro paese

 Bankitalia la chiama “stretta creditizia” ma alla storia passerà con la nomenclatura di credit crunch. Stiamo parlando del giro di vite che hanno subito prestiti e mutui da quando è iniziata la crisi e da quando il mercato del lavoro è diventato sempre più precario.

 Bankitalia su debolezza economica

Le banche, infatti, adesso non concedono più prestiti e mutui a cuor leggero ma dagli aspiranti debitori di lungo periodo vogliono delle assicurazioni che talvolta sono scritte tra le righe di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, altre volte, invece, trovano spazio tra gli euro versati per una polizza aggiuntiva al prestito o al mutuo.

In ogni caso il periodo di restrizione del credito si sta attenuando. L’Italia sarà fuori dalla recessione da aprile, intanto le banche italiane stanno riprendendo le fila del discorso “prestiti e mutui” e si dimostrano molto disponibili nei confronti delle imprese. Siamo ad un livello di restrizione che non si registrava dal primo trimestre del 2011.

 I dati di Bankitalia sugli investimenti

Il riassunto che molti giornali hanno fatto dell’indagine Bankitalia “IV trimestre del 2012 e prospettive per il I trimestre del 2013” è: più credito alle imprese ma meno crediti alle famiglie. Non è stato però sufficientemente spiegato che il secondo settore soffre della crisi del settore immobiliare, del deterioramento delle prospettive del mercato degli immobili residenziali e della fiducia dei consumatori.

 

Barroso parla dell’emergenza sociale

 Alcune considerazioni, fatte nel contesto della politica, possono avere un’importanza sovranazionale, soprattutto se, in qualche modo, parlano di un trend comune a più stati. Sono queste le considerazioni che chi investe in opzioni binarie, puntando principalmente sui titoli di stato, deve tenere a mente.

Ecco allora che dobbiamo parlare di quanto detto da Josè Barroso, il Presidente della Commissione Europea che si è presentato al Parlamento dell’UE mettendo sotto gli occhi di tutti un problema molto urgente da risolvere: la disoccupazione.

 Le tre tappe di Van Rompuy per la ricapitalizzazione delle banche

Le statistiche parlano chiaro: in 12 paesi su 27 dell’Unione Europea il 25 per cento dei ragazzi non ha un lavoro. Ci sono stati sicuramente altri obiettivi negli ultimi mesi, tra cui quello di uscire dall’impasse economico ma adesso bisogna, secondo Barroso, iniziare a ragionare sul mercato del lavoro, per evitare una vera e propria emergenza sociale.

 Barroso lancia allarme lavoro per l’Europa

A livello economico l’UE ha dato la sua prova di forza, dimostrando che non c’è assolutamente niente da temere riguardo la stabilità dell’Euro, ma adesso, il mercato valutario deve essere un attimo accantonato per lasciare spazio ai problemi emergenti come quello dell’occupazione.

Barroso ha detto:

Abbiamo fatto molto per affrontare i punti deboli dell’Europa, e oggi possiamo dire che chi prevedeva la fine dell’euro si è sbagliato. Da fine 2012 la Ue e l’Eurozona hanno iniziato a uscire dalla crisi, gli indicatori sono migliorati, ma dobbiamo dire che non ci possiamo fermare perchè la situazione resta molto grave, soprattutto quella della disoccupazione.

Perso 75% fondi Welfare in cinque anni

 I fondi nazionali per gli interventi di natura sociale vanno molto male. Negli ultimi cinque anni, il 75% delle risorse stanziate in totale dallo Stato è venuto a mancare.

L’Indagine dello Spi-Cgil sul Welfare

Il fondo per le politiche sociali, che rappresenta la fonte principale di finanziamento statale degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, è stato vittima della decurtazione più significativa, translando da una dotazione di 923,3 milioni di euro ad una dotazione di 69,95 milioni. Ciò si evince da un’indagine dello Spi-Cgil sul welfare nel nostro Paese.

Fondo non autosufficienza

La dotazione finanziaria di questo fondo nel 2010 era di 400 milioni, come afferma il sindacato dei pensionati della Cgil, ed è stato del tutto eliminato dal governo Berlusconi, al punto da non essere stato corroborato dal governo Monti, malgrado le reiterate promesse in tale ottica.

Ulteriori decurtazioni di risorse sono state inserite al fondo per le politiche della famiglia (da 185,3 a 31,99 milioni) e al fondo per le politiche giovanili (da 94,1 a 8,18 milioni).