Codacons lancia allarme per crollo consumi alimentari

 Un nuovo allarme arriva dalla Codacons che riflette sui dati Istat circa i consumi alimentari degli italiani. Secondo quanto riportato dall’Istituto di Statistica, infatti, le vendite al dettaglio per il mese di novembre hanno fatto registrare un ulteriore calo (0,4% rispetto ad ottobre) che porta il trend su base annua fino a -3,1% in confronto al 2011.

Dati Confcommercio su redditi e consumi

Il Codacons parla di una situazione drammatica per una larga fetta delle famiglie italiane che, sotto una pressione fiscale sempre più alta e la conseguente perdita del potere di acquisto, stanno disertando i supermercati. E’ questo il problema principale, quello, cioè, del crollo della spesa degli italiani nel settore alimentare che  registra un crollo del 2%. In questa percentuale è compreso anche l’andamento dell’inflazione, ragione per cui la perdita reale potrebbe attestarsi intorno al 4%.

La spending review dei cittadini europei

A mettere maggiormente in allarme il Codacons, inoltre, la perdita che registrata da supermercati e ipermercati i quali anche in condizioni di crisi, grazie alla possibilità di applicare prezzi vantaggiosi, riescono a resistere. Ma così non è stato  e per il 2012 è stato segnalato un calo tendenziale del 2,6%.

Insomma, i consumi degli italiani sono tornati a quelli del dopoguerra, ragione per cui

occorre che le istituzioni pubbliche prendano atto della realtà in cui vivono gli italiani e vi si adeguino.

Indice Pmi dà i primi segnali di ripresa

 Il PMI (Purchasing Managers Index) è un indicatore dell’attività manifatturiera di un Paese che riflette la capacità dell’acquisizione di beni e servizi da parte di un paese. Questo indice è prodotto da Markit Group che, in queste ultime ora, ha anche reso noto alcune stime di quello che sta succedendo in questo primo periodo del 2013.

FMI rivede le stime di crescita del Pil globale

A dispetto di molte altre stime, quella fatta da Markit Group sembra essere in controtendenza: gli analisti, infatti, evidenziano che, secondo i dati relativi al PMI, già dalla fine del 2012 sono stati avvistati i primi segnali di uscita dalla recessione economica, che porteranno ad una ripresa dell’attività economica a partire dalla seconda metà dell’anno in corso.

A trainare le vendite e gli acquisti è il mercato cinese, paese in cui l’attività manifatturiera ha raggiunto il livello massimo degli ultimi due anni proprio a gennaio. Stesso discorso anche negli Stati Uniti con l’indice PMI manifatturiero che è salito a 56,1 punti dai 54 di dicembre. Le buone performance di questi due paesi stanno positivamente contagiando anche la situazione della zona euro, in cui la Germania fa da protagonista, con un indice PMI globale pari a 47,5 punti ((a dicembre segnava 46,1).

Confindustria contro la crisi

Certo, non si può parlare di fine della crisi, per quello ci vorrà ancora del tempo, ma gli analisti di Markit sono convinti che questo rialzo tendenziale dell’indice PMI sia un chiaro segno di una incipiente, seppur lenta, stabilizzazione economica.

Mario Monti lascia al WEF il suo messaggio per Bersani

 Una campagna elettorale dai toni troppo esacerbati è un concreto rischio per il paese perché potrebbe far scomparire la fiducia che l’Italia ha riconquistato in questo anno di governo tecnico, soprattutto per quanto riguarda i mercati.

World Economic Forum Outlook 2013

Il messaggio lanciato dal premier Monti in conclusione del suo intervento al World Economic Forum di Davos ha un destinatario ben preciso: si tratta di uno dei suoi principali avversari politici, Pier Luigi Bersani, il quale non ha risparmiato parole dure nei confronti dell’operato del governo monti soprattutto per quanto riguarda esodati e riforma del lavoro.

Suggerisco per la seconda volta al segretario Pd di non usare il termine polvere sotto il tappeto perché, sicuramente al di là della volontà dello stesso Bersani, può risuonare sinistro nei mercati finanziari internazionali e dare l’impressione che ci sia qualcosa che è stato nascosto nel bilancio pubblico; nell’interesse del Paese preferisco che non si creino equivoci.

Ancora problemi di copertura per gli esodati

Tono sicuramente diplomatico, ma comunque le intenzioni di Monti sono ben chiare: il lavoro fatto da lui e dai ministri scelti è stato difficile, sia per il governo che per i cittadini, ma era tutto necessario per poter portare di nuovo l’Italia ad essere un paese concorrenziale.

Per questo il premier lascia Davos con soddisfazione: anche al WEF si è parlato di Italia e di crisi economica, ma il nostro paese, proprio in virtù di quanto fatto, è stato portato come esempio positivo.

 

Anche il mago dei panini rallenta la sua corsa

 McDonald’s, fin dall’inizio della carriera aziendale, è stato associato ad un’idea di capitalismo imperante, ma adesso anche il mago dei panini, colui che ha saputo rendere celebre l’europeissimo hamburger, è costretto a fare i conti con la crisi.

Nei periodi d’oro del mercato, McDonald’s non contava nemmeno più i pasti distribuiti, mentre oggi si torna a fare qualche calcolo, scoprendo che il tetto dei 300 miliardi di pasti distribuiti fino al 2013, altro non è se non l’emblema del rallentamento dell’industria.

 Arrivano le prime assunzioni Mc Donald’s

McDonald’s, come chiosco ambulante per la distribuzione dei panini, è attivo dal lontano 1937, quando l’inventore del panino che sarà poi famoso in tutto il mondo, faceva fortuna in California vendendo hot dog.

 Sindacati contro McDonald’s

Il periodo d’oro dell’azienda è stato alla metà degli anni Novanta quando del successo della strategie di McDonald’s parlò anche il Wall Street Journal. Le statistiche parlano di 247 miliardi di pasti distribuiti nel 2010 che sarebbero dovuti arrivare a 300 miliardi entro il 2013. Una cifra emblematica che non aveva fatto i conti con la crisi. Oggi anche McDonald’s deve sfidare il calo delle vendite.

Un pensiero in più per chi guida l’azienda, ma la preoccupazione non è condivida dagli investitori che hanno ancora fiducia nel titolo. Così le azioni McDonald’s, restano invariate a quota 1,33 dollari ciascuna.

► Vola McDonald’s all’inizio della settimana

Mario Monti spiega la sua candidatura politica al Wef

 Tanti i personaggi del mondo dell’economia e della finanza che in questi giorni si sono riuniti a Davos in occasione del World Economic Forum. Tra loro anche il premier uscente Mario Monti che ha colto l’occasione per spiegare ai presenti le motivazioni della sua discesa in campo.

World Economic Forum: Outlook 2013

Anzi, per dirla con le sue parole, si è trattato di una salita in politica che ha lo scopo di tutelare le vittime dei governi precedenti. Secondo il professore, infatti, i governi politici che l’hanno preceduto non sono stati in grado di contrastare evasione fiscale e corruzione e sono colpevoli, inoltre, di non aver mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale, lasciando soprattutto i giovani in una situazione di instabilità e di incertezza.

Il contratto a tempo indeterminato flessibile di Monti

E’ questo che lo ha spinto a creare una lista civica, una via alternativa alla politica tradizionale, attraverso la quale costruire una economia di mercato competitiva sia in Italia che in Europa, con il quale ripagare quella sostanziosa fetta di italiani che stanno facendo i conti con la crisi, quindi i giovani e i disoccupati.

Il premier dimissionario ha colto anche l’occasione per parlare, con la sua solita diplomazia, a tutti coloro che hanno criticato le scelte del governo tecnico: per Monti le riforme messe in campo sono, sì, impopolari ma necessarie per il risanamento del paese, anche se, per poter avere un quadro completo dei risultati, serve ancora del tempo.

 

Cosa ci dobbiamo aspettare dal Regno Unito

il mappamondo economico del 2050 ma qualche previsione di breve termine la possiamo fare ugualmente.

Australia, Regno Unito, Canada e il mondo ForEX

Il Regno Unito, in queste settimana, è alle prese con la pubblicazione di numerosi indici. Sicuramente ci saranno tre rilasci di tre versioni del rapporto sul PIL. Il primo documento sarà una stima preliminare, poi ci sarà le versione rivista dell’indice e in un terzo momento il PIL finale.

A livello di impatto sul mercato valutario il PIL preliminare sarà quello maggiormente incidente sull’andamento dei prezzi, perché offrirà comunque una visione sintetica di quel che sta accadendo all’economia del paese.

In più, il 25 gennaio, ci sarà il rilascio del rapporto sull’economia inglese da parte del National Institute of Economic and Social Research (NSIER) che parla di una contrazione dello 0,3 per cento del PIL del Regno Unito durante l’ultimo trimestre del 2012.

A dicembre, inoltre sono scese le vendite al dettaglio ed è rallentata la produzione industriale. Il PMI costruzioni, in più, è stato rivisto al ribasso.

Peggiora la situazione spagnola

 In Spagna non si parla più, ormai, di crisi, ma di recessione. A gravare su una situazione già difficile c’è il debito dell’area euro, la crisi del mercato immobiliare interno e, come accaduto anche altrove, le misure adottate per il risanamento che, anche se volte al raggiungimento di obiettivi a medio o lungo termine, hanno delle ricadute immediate sull’economia reale del paese.

Perché conviene l’investimento in Bonos?

In queste ora la Banca Centrale di Spagna ha diffuso i dati sull’andamento del paese nell’ultimo trimestre. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la Spagna, negli ultimi tre mesi del 2012, ha avuto un abbassamento del Pil pari a 0,6 punti percentuali.

In Spagna aumentano i salari minimi, ma anche i pignoramenti e gli sfratti

Anche se si tratta ancora solo di una stima, si può vedere come questa contrazione sia la peggiore per il paese iberico degli ultimi tre anni (era il secondo trimestre del 2009 quando il Pil spagnolo segnò un -1,1%). Nel complesso la Banca Centrale spagnola, e fra qualche giorno potranno confermarlo anche i dati dell’ente statistico nazionale, indica una contrazione economica dell’1,3% su base annua, quindi una prospettiva migliore di quella presentata dal governo che aveva previsto un calo del Pil pari all’1,5%.

La Banca, inoltre, prospetta anche un peggioramento dei dati sulla disoccupazione, che alla fine del 2012 si è assestata al 26% della popolazione, contro il 25% precedentemente stimato.

Diminuiti incassi Stato su giochi e scommesse

 C’è crisi anche nel settore dei giochi e in quello delle scommesse. Parliamo di una delle principali “droghe” degli italiani, che frutta ogni anno molti soldi al Monopolio di Stato, e che pare però una tendenza meno in auge rispetto alle precedenti stagioni.

Gli ultimi dati parlano di una diminuzione degli incassi nel 2012.

DATI

Gratta e Vinci: l’incasso è di 35 milioni di euro.

Superenalotto: l’incasso è di 16 milioni di euro.

Jackpot: nel complesso i giocatori hanno portato a casa 151,8 milioni di euro. In questo contesto lo Stato ha guadagnato 9,1 milioni senza neanche fare i conti con le probabilità di indovinare i numeri vincenti.

Win for Life: l’incasso per lo Stato è di 1,8 milioni.

Vecchie formule di gioco + Viva l’Italia, Grattacieli e Cassaforte: da queste rendite lo Stato ha incassato più di 600 mila euro, cifra alla quale debbono aggiungersi i 300 mila euro dei premi promozionali da un milione:

Si vince tutto: lo Stato ha incassato 600 mila euro.

In conclusione c’è da sottolineare che in ogni caso l’Erario porta comunque a casa un montepremi sicuramente più ricco di quello portato a casa dai giocatori. Ma il gettito per il 2012 è sicuramente minore rispetto a quello del 2011. Cosa succederà nel 2013? Tutto lascia presagire che vi sarà un ulteriore calo in questo settore così fiorente.

200 milioni di disoccupati

 Dopo uno stop durato per ben due anni, la disoccupazione mondiale è tornata ad incrementare le sue cifra, ingrossando le fila di coloro che sono senza lavoro. La chisuura del 2012 è a dir poco disastrosa. Tutto ciò è stato riferito dall’Ilo all’interno del Rapporto sulle Tendenze globali dell’occupazione. In esso è stato previsto un ulteriore aumento, che perdurerà anche nel 2013.

Grilli auspica riduzione tasse

Il numero di disoccupati è in salita di 4,2 milioni (numero che è stato revisionato al ribasso, visto il dato di 200 milioni relativo al 2011). Con ciò si supera la cifra di 197 milioni e si porta il tasso di disoccupazione a quota 5,9%.

GIOVANI

Dati Ilo su occupazione mondiale

Aumenta il numero dei giovani rimasti senza lavoro nel mondo, i quali ad oggi sono quasi 74 milioni.

Il rapporto mette in luce un tasso di disoccupazione per le persone di età compresa tra i 15 e 24 anni uguale al 12,6%. Suscita un particolare timore per l’Ilo, il fatto che sono sempre di più coloro i quali hanno a che fare sulla propria pelle con una disoccupazione di lunga durata. Nelle economie avanzate, quasi il 35% è rimasto escluso dal mercato del lavoro per almeno 6 mesi.

Sono dunque in aumento gli scoraggiati che abbandonano la ricerca. La questione tiene banco anche dal punto di vista psicologico e la situazione continua ad aggravarsi.

Aumento conto corrente

 Attivata la commissione per saldare il mutuo. È una spesa che si deve alla banca per pagare la rata mensile del finanziamento immobiliare, la quale in precedenza non c’era, mentre da adesso viene richiesta quasi in tutti gli istitui. La cifra in media si aggira intorno all’euro e mezzo, ma può raggiungere fino a 2,75 euro.

► Redditometro franchigia al 20%

Si tratta di una delle novità di fine 2012, che i risparmiatori possono scoprire sull’estratto conto di riepilogo di dicembre.

CATTIVE NOTIZIE

Ma ci sono anche altre brutte notizie, in confronto all’anno precedente.

In primo luogo c’è da parlare del peso della neonata commissione d’istruttoria veloce sugli sconfini, che può raggiungere quota 50 euro al mese (se andate in rosso oltre i 500 euro per più di una settimana).

Grilli auspica riduzione tasse

Occorre poi menzionare l’aumento di quasi tutte le spese bancarie nell’anno in cui la crisi è diventata profonda: si va dal canone della carta di credito al pagamento delle bollette.

AUMENTO

In due anni le commissioni bancarie hanno subito un incremento, giungendo a incidere sull’estratto conto di dicembre per 217,20 euro nel mese, rispetto ai 159,29 euro di fine 2010: parliamo dunque di un considerevole +36%.