Dov’è più semplice ottenere un mutuo

il mutuo può essere nullo se finanzia più dell’80 per cento del valore dell’immobile.

Oggi, come in un report sulla crisi del mercato immobiliare, s’individua la stretta creditizia come caratterizzante del panorama bancario italiano ed europeo, dove è molto difficile per una banca superare il loan to value dell’80 per cento, anzi, le banche offrono sempre meno opportunità di finanziamento. Trascurando per un attimo la nullità dei mutui, cerchiamo di capire insieme: dov’è più facile accendere un mutuo in Italia.

Un’indagine del CRIF ha dimostrato che rispetto all’anno precedente, i mutui più “semplici” da ottenere sono quelli delle banche situate in Valle d’Aosta o in Friuli Venezia Giulia. Considerando numerose variabili, infatti, si scopre che è più semplice rispetto alla media nazionale.

Pignoramenti record nel 2012

In Veneto e in Trentino Alto Adige, ad esempio, i prestiti finalizzati sono cresciuti del 7 per cento in un anno e tra le regioni “in crescita” ci sono anche altre 8 realtà locali. Al contrario, diminuiscono dell’8 per cento i mutui erogati in Toscana e la maglia nera sul fronte dei prestiti personali restano le Marche. Sul fronte mutui è più difficile ottenerli al sud che a nord Italia.

Rischio povertà Italia

 Molte, moltissime famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese.

Povertà relativa e povertà assoluta

In percentuale si tratta dell’11,1%. Un dato che ormai si protrae da anni. In termini assoluti ciò vuol dire che ci sono oltre 8 milioni e 173 mila italiani che faticano e che si trovano in una condizione di povertà relativa. In altri termini vivono in due con mille euro al mese. Inoltre ci sono quelli che stanno ancora peggio e campano nella condizione che l’Istat definisce di povertà assoluta. Per costoro il reddito mensile è di 785 euro al mese, e si tratta del 5,2% delle famiglie, ovvero 3 milioni e 400 mila italiani. Anche in questo l’oscillazione numerica e percentuale è piccola negli ultimi anni.

Nel complesso circa 12 milioni di persone non ce la fanno.

Il dato medio rilevato dall’Istat, tuttavia, non fornisce il senso di questo disagio se non viene suddiviso per aree geografiche e per tipologia di persone. Lungo l’Italia la situazione è, dunque, assai diversificata e i poveri, in Italia, sono nell’area del Meridione. Prendendo in considerazione l’ultimo anno censito, ovvero il 2011, la sola povertà relativa (quella meno problematica) era relativa 4 famiglie su 100 al Nord, a 6 famiglie su 100 al Centro e quasi a 24 famiglie su 100 al Sud.

Centro e Nord

Il Centro, soprattutto nelle realtà di provincia è messo bene. In questa zona l’incidenza della povertà, sia assoluta che relativa è soltanto di natura fisiologica. Quella che c’è, inoltre, concerne le periferie delle grandi aree urbane, in primis Roma.

Per il Nord si può tranquillamente fare lo stesso discorso, tenendo gli stessi valori: i poveri si trovano solo ai margini della società.

 

Bundesbank corregge stime crescita

 La Bundesbank ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita del Prodotto Interno Lordo della Germania.

Il paese, la cui economia è una delle più solide del vecchio continente, secondo la Banca Centrale e l’Ufficio Federale di Statistica che aveva diramato le prospettive, avrebbe risentito nel 2013 della congiuntura economica sfavorevole in cui versano tutti gli altri paesi, in particolare quelli della zona sud del Mediterraneo.

Con la crisi generale rallenta anche la Germania

Oggi, invece, la Banca Centrale Tedesca ha diramato il suo rapporto mensile nel quale si legge chiaramente che l’economia della Germania ha delle prospettive molto più rosse di quanto precedentemente stimato e che, anche se la situazione difficile, potrà essere risolta in brevissimo tempo.

Dalla precedente stima, si legge nel documento, la situazione è cambiata e soprattutto è migliorato l’export, grazie, in modo particolare agli ordini che arrivano dai paesi in via di sviluppo che hanno fatto tirare un respiro di sollievo alla produzione industriale. A dare ancora maggiore fiducia è la ripresa di mercati strategici per l’export come Usa e Cina.

Record di occupati in Germania

Inoltre, la Germania può anche contare su un mercato del lavoro stabile, che, nonostante la crisi e le aziende che hanno richiesto aiuto al Governo, la situazione è stabile e in grado di migliorare nel breve termine.

Grilli nessuna manovra correttiva per l’Italia

 Il ministro dell’economia Grilli è intervenuto davanti alla commissione Affari economici e Finanziari del Parlamento europeo per chiarire le tante voci che in questi ultimi giorni si sono rincorse sulla possibilità o meno di mettere in campo una nuova manovra correttiva per il risanamento strutturale del nostro paese.Il Ministro è stato molto chiaro: prima ha confermato che sarà raggiunto il pareggio di bilancio e poi, pur ammettendo che la crescita dell’Italia non è ancora soddisfacente, ha confermato che non ci sarà bisogno di nessuna manovra correttiva, in quanto il paese sarà in grado di uscire dalla recessione già a partire dall’aprile di quest’anno.

Secondo Tremonti necessaria un’altra manovra

L’uscita dalla crisi prevista da Grilli anticipa le stime fatte dalla Banca d’Italia, secondo la quale le condizioni economiche dell’Italia sarebbero migliorate a partire dalla fine del 2013, quando il PIL del paese farà un balzo raggiungendo il 3%, percentuale destinata a diventare del 5% entro il 2015.

Imposte al debutto, consumatori preoccupati

Il ministro dell’Economia, inoltre, aggiunge:

Abbiamo dovuto ricorrere più di quanto non volessimo ad imposizioni fiscali, la pressione media fiscale deve calare, ma per fare questo occorre fare una revisione specifica della spesa pubblica, con scelte dure per snellire il settore pubblico.

Il fascino del Portogallo colpisce ancora

 Il Portogallo non è ancora un paese del tutto affidabile per gli investitori e a dire la verità, i dati pubblicati dal governo di Lisbona, dimostrano che il paese non ha ancora raggiunto i livelli di sviluppo che si era prefissato. Eppure questo non vuol dire che non ci siano segnali di miglioramento, anzi.

► Paesi in crescita nel 2013

Gli investitori, in autonomia, hanno ricominciato a puntare gli occhi sul Portogallo perché è vero che il ciclo produttivo non mostra i segnali sperati, ma è anche vero che la popolazione ha reagito molto bene alle manovre di austerity propose e il rischio di andare a portare capitali a Lisbona, è diminuito.

Quello che sta succedendo in Portogallo è molto simile a quello che sta succedendo anche in Italia, solo che il Portogallo, tempo fa, ha chiesto aiuto all’Europa ed ora deve rispettare degli impegni, delle scadenze definite dalla Troika, prima di dire di essere uscito dalla crisi.

► Per S&P la crisi europea è finita

Il risveglio del Portogallo, di cui tanto si parla, dovrebbe svilupparsi nell’arco di almeno due anni: per il 2013 si prevede ancora una contrazione del Prodotto interno lordo dell’1,9 per cento ma, già per l’anno prossimo si potrà osservare un buon +1,3% del Pil, sempre a patto che l’austerità non deprima la crescita.

Italia ha perso 7 punti di PIL e mezzo milione di posti di lavoro

 In questi anni dopo lo scoppio della crisi economica internazionale il nostro paese ha sofferto molto. Sono andati persi circa 567.000 posti di lavoro, la richiesta di cassa integrazione è aumentata di circa sette volte rispetto ai periodo precedenti. Questo è quanto emerge dei dati elaborati dall’Osservatorio della Cisl, ma tutte le maggiori istituzioni stanno esprimendo delle grandi preoccupazione e le stime ottimistiche secondo le quali nel corso del 2013 l’economa avrebbe iniziato a dare i primi segni di ripresa stanno scomparendo sotto la pressione dei dati che riguardano l’economia reale.

Nuovi dati disoccupazione dalla Uil

Anche il presidente dell’Istat Enrico Giovannini ha espresso delle forti preoccupazione e parla di un percorso ancora lungo e faticoso per riportare l’Italia alla performance del periodo pre-crisi, dovuto non solo alla sfavorevole congiuntura economica internazionale. In Italia, infatti, a peggiorare le condizioni ci sono anche le conseguenze di

un ventennio in cui e’ stato mangiato tutto quello che avevamo, per cui oggi il reddito pro capite e’ tornato ai livelli del ’93-’94.

Recessione europea 2013

Ed è proprio la questione occupazionale a dare le maggiori preoccupazioni. La Cisl ha confrontato i dati del 2012 su cassa integrazione e occupazione con quelli del 2008 e ne è emerso un quadro tutt’altri che roseo: nel 2012 il tasso di occupazione è del 56,9%, pari a 22.951.000 di occupati, mentre nel terzo trimestre del  2008 il tasso di occupazione era pari al 59%, corrispondente a 23.518.000 persone occupate, con una maggiore penalizzazione del commercio e delle zone dell’Italia centrale.

► Sondaggio Adecco sulla riforma del lavoro

La crisi occupazionale, secondo la Cisl , è dimostrata anche dalla riduzione del lavoro a tempo indeterminato, mentre crescono i dipendenti a termine e i collaboratori.

Camusso accusa Berlusconi e difende Monti su crisi

 Susanna Camusso è indemoniata. Ha un ‘nemico’ e un ‘amico’. Il primo si chiama Silvio Berlusconi. Il secondo è Mario Monti. Per quanto riguarda il progredire della crisi, la colpa secondo la Camusso è del ‘Cavaliere’, non del ‘Professore’: “È l’economia senza lavoro, quella finanziaria, che ha provocato la crisi. Si tratta soltanto una a base di lavoro ce ne tirerà fuori.

CGIL VS FIAT

Ma di quale lavoro si parla? La Camusso non intende “Quello senza prospettive offerto da McDonald’s, né quello faticoso e incerto dei dipendenti Fiat”.

MONTI? NON C’ENTRA

Susanna Camusso fa nuovamente riferimento alle polemiche degli ultimi giorni. L’occasione le viene offerta dal dibattito di ieri mattina con gli studenti dell’Istituto tecnico Federico Caffè di Roma, all’interno del quale il segretario della Cgil ha dato il via al ciclo di incontri dal titolo “La crisi economica spiegata ai ragazzi”. Un’iniziativa importante.

Susanna Camusso scagiona Monti: “La responsabilità della situazione non è di Monti”.Queste le prime parole pronunciate in merito all’argomento della discussione dalla sindacalista.

“L’INCANTATORE DI SERPENTI”

“I tecnici non hanno risolto i problemi, ma la colpa è delle politiche dei governi Berlusconi”. Monti lo ha definito un pifferaio magico, come lo ha definito il premier uscente. La Camusso ci va giù ancora più pesantemente, definendo Berlusconi un “incantatore di serpenti”.

Nuovi dati disoccupazione dalla UIL

 A dirlo è Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, che in una conferenza stampa che si è tenuta poche ore fa afferma come le stime sulla disoccupazione presentate a giugno dello scorso anno siano state troppo ottimistiche. Da una più attenta rilevazione, infatti, è risultato che la media dei posti di lavoro persi ogni giorno è di 2000.

Dati cassa integrazione 2007/2012

Angeletti continua dicendo che nel corso di quest’anno il numero dei disoccupati aumenterà di circa mezzo milione di unità, passando dagli attuali 3 milioni a 3,5. E non risparmia un commento sulle politiche portate avanti dal governo che, seppur mirando ad una ripresa del paese tramite misure di austerità, non prendono in considerazione lo sviluppo, vero motore dell’economia e unica ancora di salvezza dal crollo del paese.

Come Berlusconi vuole risolvere il problema disoccupazione

Quello che è stato ottenuto con l’austerity, infatti, ha si fatto diminuire lo spread, ma questo non ha valore per quanto riguarda i dati dell’economia reale. Per questo Angeletti ha fatto appello alle forze politiche -in modo particolare alla coalizione che uscirà vincitrice dalle elezioni di febbraio- per una riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni, perché:

L’evasione fiscale è il problema, non un problema. Sarei concentrato a far pagare le tasse a tutti piuttosto che introdurre una nuova tassa.

 

 

Crisi industria 2012

 La crisi della domanda interna continua ad essere penalizzante per l’industria italiana in termini di produzione. Stando alle rilevazioni dell’Istat, gli ordini dell’industria sono diminuiti dello 0,5% mensile a novembre (indice destagionalizzato) e del 6,7% in tutto il 2012 (indice grezzo).

► Fiat riassorbirà tutti i dipendenti in quattro anni

Nei primi undici mesi dello scorso anno la caduta cumulata è stata del 9,3% in confronto allo stesso periodo di due anni fa. Secondo i dati dell’Istituto di statistica, il fatturato è calato dello 0,2% congiunturale e del 5,4% tendenziale.

Da gennaio a novembre il calo complessivo registrato è del 4%. A trainare la contrazione di ordini e fatturato è stata in particolar modo la componente interna, mentre quella estera ha contribuito a frenare il calo.

NOVEMBRE

Anche a novembre si è verificata una doppia velocità tra il mercato interno e quello esterno ai confini nazionali. Per il fatturato, il mercato italiano fa registrare di fatto un calo dello 0,6% e quello estero un incremento dello 0,5% congiunturale. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo parla di una flessione del 2,4% in confronto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2011), il fatturato totale scende in termini tendenziali del 5,4%, per via di un calo dell’8,7% sul mercato interno e di un aumento dell’1,5% su quello estero.

INDICI

Gli indici destagionalizzati del fatturato fanno emergere cali congiunturali per i beni di consumo (-1,1%), per i beni strumentali (-0,7%) e per i beni intermedi (-0,2%), mentre è in aumento l’energia (+3,6%). Il fatturato dell’industria degli autoveicoli su base annua è diminuito del 9,4%, mentre gli ordinativi hanno fatto registrare un crollo del 18,3%.

Il mappamondo economico del 2050

 Chi investe in opzioni binarie è sempre alla ricerca di nuove opportunità d’investimento attraverso l’analisi dei dati e la ricerca di trend significativi. A poco servono i bollettini, come quello della BCE, in cui si lancia l’allarme per la fuga d’investimenti dai paesi periferici, verso i paesi con la tripla A, visto che i dati del mercato, quelli raccolti da Bankitalia, descrivono una situazione del tutto diversa.

La BCE contro Bankitalia sugli investitori

Molto meglio, dal punto di vista speculativo ed analitico, un articolo “futuristico” come quello redatto dal Sole 24 Ore in cui si analizzano i paesi che di qui al 2050 cresceranno di più. L’articolo nasce dalla considerazione dei dati di un’indagine di Pwc in cui si spiega lo spostamento del punto d’equilibrio economico a favore del versante asiatico. I paesi emergenti spingono le quotazioni auree e saranno anche quelli con le migliori performance positive.

La prima potenza mondiale, il paese che maggiormente crescerà fino al 2050 è la Cina e soltanto più in basso troviamo anche gli Stati Uniti e l’India ma ad una distanza abbastanza rassicurante per l’impero mandarino. Dal 2012 al 2050 le performance migliori saranno realizzate da Nigeria, Vietnam, India, Indonesia, Malesia, Cina, Arabia Saudita e Sudafrica.

 

L’Italia è considerata in progressiva discesa: oggi è al decimo posto e potrebbe crescere ancora un po’ ma potremmo ottenere un tredicesimo piazzamento alla fine dei giochi. La Turchia crescerà più dell’Italia, così come Russia, Messico ed Indonesia andranno meglio della Germania e del Regno Unito.