Nonostante la crisi a Piazza Affari c’è ottimismo

I dati di Bankitalia sugli investimentihanno in parte smentito le notizie che arrivano da Bruxelles.

Il banco di prova per il mercato italiano saranno sicuramente le elezioni politiche ma fino a febbraio si dovrà trovare un’altra giustificazione plausibile a quel che accade a piazza Affari. Secondo Mario Draghi che in fondo ha sempre tenuto d’occhio la situazione italiana, è necessario attivare delle riforme strutturali, le stesse enucleate nel Patto di Stabilità e Crescita.

La situazione del Belpaese, in fondo, non è stabile, benché la visione del futuro sia ottimistica. Il 2013 sarà in leggera ripresa. Il sentiment, forse, è confermato dalle continue e buone performance di Piazza Affari che si è confermata anche nella giornata di ieri come maglia rosa d’Europa.

► Cosa c’è nel calendario economico di oggi

La borsa di Milano ha chiuso in positivo con il FTSE Mib in ripresa dell’1,43 per cento e con lo spread in ribasso a 260 punti circa. A seguire sono da considerare soltanto sufficienti le performance di Parigi, Francoforte, Madrid e Londra.

Se poi si fa uno zoom sui titoli bancari si scopre che il vero exploit, stavolta, non è di un titolo bancario ma delle azioni Mediaset che hanno guadagnato il 9,03% dopo alcuni sonori tonfi.

Bersani no alla Patrimoniale

 Pier Luigi Bersani è stato chiaro. Non pensa ci voglia una patrimoniale. Secondo il parere del segretario del Pd, in Italia la patrimoniale c’è già, è quella sugli immobili e si chiama Imu. Questo il suo pensiero, espresso nell’intervento a `Nove in punto´, in onda su Radio 24.

Bersani ha ripetuto che l’Imposta municipale unica necessita di maggiore progressività alleggerendo posizioni più deboli.

► Il Pd fa il punto sull’economia italiana

Per quanto concerne la restante parte dei patrimoni, Bersani non intendo pensare ad una patrimoniale.

Il problema dell’Italia in un siffatto contesto sarebbe la tracciabilità.

Bersani è dell’idea che occorre diminuire di gran lunga la pressione fiscale, iniziando dal lavoro, dalle pensioni, l’Irpef, i redditi più bassi e aiutando gli investimenti. Così Bersani pensa già ad eventuali tagli al fisco.

► Una panoramica sull’andamento dell’euro

Per quanto riguarda la sua affermazione che il Pd andrà a vedere sui conti la polvere sotto il tappeto, il leader Pd chiarisce che non voleva dire che i conti sono truccati ma bisogna capire se le spese obbligate sono coperte e se le previsioni di crescita ottimiste del governo sono reali.

CRISI

Bersani è intervenuto anche sulla crisi, affermando che la proiezione del governo è un po’ ottimistica. Bersani non crede che sia saggio, comunque, continuare a lavorare sul Pil con nuove manovre.

L’importante per il segretario del Partito Democratico è non fare promesse a vanvera, bensì procedere in forme da tali da non deprimere l’economia.

FMI su Usa, Europa e politiche monetarie

 Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), ha rassicurato l’Europa e il mondo intero parlando del superamento del pericolo di un collasso dell’economia, ma avverte anche che è necessario prendere dei provvedimenti mirati al fine di evitare delle ricadute.

In attesa della pubblicazione del prossimo World Economic Outlook, nel quale saranno contenute le stime di crescita per i prossimi periodi, Christine Lagarde, si sofferma sulla necessità di innescare un circolo virtuoso di crescita e occupazione, che deve basarsi sulla sostenibilità dei conti pubblici.

Lagarde: priorità all’unione bancaria

Da qui introduce le sue preoccupazioni per quanto riguarda la questione del tetto del debito americano e sul ritardo nel raggiungimento di un accordo che mette in difficoltà mercati e popolazione. Ma non è solo la questione americana a preoccupare la numero uno del Fondo Monetario Internazionale, ma anche quella europea, in cui i provvedimenti prioritari devono essere quelli per una maggiore unione bancaria.

FMI: Accordo su Fiscal Cliff insufficiente

Ciò che deve essere evitato, inoltre, è uno scontro valutario tra Europa e Stati Uniti, che non porterebbe a nessun risultato ma che, invece, si profila sempre di più all’orizzonte se verranno ancora perseguite le politiche monetarie espansive.

La BCE contro Bankitalia sugli investitori

 La BCE, mensilmente, pubblica un bollettino in cui descrive la situazione finanziaria europea. Nell’ultima pubblicazione ha preso in esame i flussi di capitale ed ha sottolineato che nel nostro paese c’è una vera e propria fuga di investimenti verso i titoli core, vale a dire quelli dei paesi con la tripla A.

La BCE, alla rilevazione, ha accompagnato anche una raccomandazione: l’Italia deve fare dei passi avanti nel risanamento dei conti. Le raccomandazioni, arrivate direttamente a Via XX Settembre non hanno affatto impensierito il Governatore di Bankitalia che ha ribadito che non risultano delle fughe di capitali. Basterebbe osservare il declino dello spread che dopo la crisi di governo, in questo momento di transizione, ha comunque perso terreno scendendo al di sotto dei 265 punti.

► Record del debito pubblico italiano

Il presupposto della valutazione della Banca Centrale Europea è che l’incertezza politica allontana gli investitori, ma si tratta di una considerazione scontata e – con riferimento al caso italiano – anche piuttosto inappropriata, visto che dopo la caduta del Governo Monti, il Paese, sembra addirittura più stabile.

 Come e dove è meglio investire nel 2013

 

Draghi ha ribadito che c’è stato un miglioramento delle condizioni finanziarie dell’Italia ma ha anche sottolineato che non c’è un legame diretto tra finanza ed economia reale, ecco perché bisogna lavorare strutturalmente per la ripresa.

Recessione europea 2013

 Diciamolo senza girarci troppo intorno. Il Vecchio Continente nel 2013 cadrà nel baratro della recessione. Anche l’anno in corso non sarà semplice per l’Eurozona.

Un anno complicato, da trascorrere nel disperato tentativo di rafforzare l’economia, riportandola in salute e fornendo a tutti certezze e prospettive di occupazione.

► 10 cose da sapere sulla riforma del lavoro

Oggi che la crisi del debito sovrano preoccupa di meno, pur non essendo stata del tutto risolta, sono ancora molti i nodi da sciogliere per quanto riguarda l’economia reale La via dell’Austerity e del rigore, forse, è stata di aiuto per diminuire i problemi, anche se Austerity e rigore hanno reso più fragile la zona dell’Euro. Il problema, entrando nel gergo tecnico, è che la Banca Mondiale presenta cifre preoccupanti su tutti i fronti

RECESSIONE

Nell’anno in corso il Prodotto Interno Lordo è destinato a contrarsi dello 0,1%.

La diminuzione è minuscola e la recessione dovrebbe durare non più di 12 mesi. Ma saranno altri 12 mesi con l’acqua alla gola. Intorno alla fine del 2014 dovrebbe verificarsi una crescita del +0,9%.

PARALISI FISCALE

Conta poco fare previsioni per il biennio che verrà, poiché bisogna tenere in considerazione una variabile importante, la quale potrebbe condizionare l’economia globale: ci stiamo riferendo alla paralisi fiscale che coinvolge gli Stati Uniti, provocata dal braccio di ferro tra democratici e repubblicani sul budget.

Scongiurato il pericolo – fiscal cliff, al momento il duello concerne il tetto del debito, ormai a un passo dal limite deciso per legge di 16.394 miliardi. Se questo problema non sarà risolto, anche gli Usa saranno risucchiati dal vortice della recessione, con un -0,4% per quest’anno.

 

L’interesse della Francia per le energie rinnovabili

 Non è stato sotto i riflettori nonostante i risultati e le dichiarazioni, ma il vertice mondiale sulle energie rinnovabili, sviluppatori ad Abu Dhabi, può dare numerose indicazioni sulla politica energetica globale. A partecipare all’evento sono state ben 150 delegazioni, arrivate da tutto il mondo.

Rinnovabili: il mercato è in crisi

 

Un episodio di questo tipo, per portata e risonanza, non si avrà di nuovo fino al 2015, anno in cui è in programma la conferenza sul clima, probabilmente in Francia. A candidarsi per la location, per accogliere questo evento “storico”, è stato proprio il presidente Hollande che ha proposto la Francia come sede della prossima conferenza ONU.

Non tanto la location, quanto i temi trattati, risultano di cruciale importanza. Si cercherà infatti di affrontare il tema dell’approvvigionamento energetico nel momento in cui finiranno le risorse petrolifere. Sarà tra l’altro necessario non dilungarsi in elucubrazioni teoriche ma trovare degli obiettivi realistici da raggiungere nel più breve tempo possibile.

Intanto si prende atto dell’incremento dell’uso delle energie rinnovabili a livello globale. Entro il 2030, infatti, si arriverà al 30 per cento d’uso nel mondo. Il motore dell’incremento, in questi anni, dovrebbe essere la sostenibilità di queste fonti energetiche.

L’economia è la prima sfida di Obama

Hollande, da parte sua, candida la Francia come capofila in questa piccola rivoluzione ed apre uno spiraglio anche per l’adesione del gigante cinese all’Agenzia internazionale per le rinnovabili.

Le evoluzioni del mercato dell’auto

 Il mercato automobilistico, nel 2012, ha subito un crollo molto drastico, soprattutto sul versante europeo dove, quanto a produzione automobilistica, l’Italia è subito diventata il fanalino di coda. Cosa ha zavorrato le industrie dell’Eurozona.

► Da cosa può dipendere la crisi dell’auto

Secondo gli analisti è tutta colpa delle misure di austerity in qualche modo richieste dai governi per fronteggiare la crisi che, al contrario, ha fatto diminuire in modo vertiginoso le immatricolazioni. Il calo più vistoso è stato evidenziato proprio nello Stivale.

► Crollo mercato auto dell’Ue: si scende ai livelli del 1993

A pubblicare i report ci ha pensato l’Acea che ha analizzato in modo dettagliato la situazione europea del 2012, spiegando che le nuove immatricolazioni sono state soltanto poco più di 12 milioni. Una soglia che porta il settore automobilistico ai livelli del 1993. In generale, in tutta Europa, si parla di un calo dell’8,2%.

L’unico stato ad andare molto bene è stato il Regno Unito dove le immatricolazioni sono cresciute del 5,3%. I cali, invece, si sono registrati in Italia (-19,9%), ma anche in Francia, Spagna e Germania dove le diminuzioni percentuali sono state rispettivamente del 13,9, del 13,4 e del 22,5 per cento.

Tutti i maggiori marchi automobilistici hanno subito una flessione, da GM Group a Fiat, da Toyota a Ford, ma ci sono state anche industrie che invece hanno concluso l’anno in positivo: Jeep, Jaguar Land Rover e Land Rover. La svolta cinese della FIAT non arriva a caso.

Banca Mondiale chiede riforme e certezze

 Il generalizzato stato di incertezza in cui versano la maggior parte delle economie sviluppate ha messo in allarme la Banca Mondiale, che vede nei problemi fiscali degli Stati Uniti un reale pericolo per tutte le altre economie.

A dirlo è Kaushik Basu, capo economista della Banca Mondiale, che parla di un anno molto rischioso, durante il quale una crisi degli Stati Uniti – in questo momento particolarmente a rischio a causa delle polemiche e degli slittamenti dell’accordo sul tetto del debito che influenza anche le borse mondiali – potrebbe portare a conseguenze ben più gravi di quanto possa fare quello che accade, ad oggi, ad Eurolandia.

Banca Mondiale taglia stime di crescita PIL

Gli Stati Uniti sono la prima economia al mondo e per quest’anno la crescita del paese sarà dell’1,9%, ma la recessione è dietro l’angolo e tutto dipenderà dallo sviluppo della situazione politica, mentre per l’Eurozona è stata prevista una contrazione dell’economia dello 0,1%.

A risentirne maggiormente i paesi in via di sviluppo, i quali, nel frattempo, hanno già evidenziato un rallentamento nella crescita come non succedeva da almeno dieci anni.

Obama preoccupato per il rischio default

La Banca Mondiale parla di un critical divide, ossia una situazione per cui anche se il sentiment degli investitori va migliorando grazie ai provvedimenti che sono stati presi soprattutto nell’Eurozona, le economie sottostanti manifestano evidenti segni di debolezza, che potrebbero venire a galla se la situazione di incertezza attuale non migliora, dando vita ad un’altra serie di rischi finanziari. Basu sottolinea che per le economie emergenti è necessaria la stabilità dell’economia USA, e chiede, quindi, che la situazione di paralisi fiscale attuale venga risolta prontamente con provvedimenti mirati ed efficaci.

Con Abe cambia il Giappone e il suo futuro

Le prospettive economiche del Giappone siano in linea con i risultati economici e finanziari del paese.

E’ evidente che in questo momento, il colosso asiatico di cui stiamo parlando, attraversa un momento di forte stress e ci fa immaginare anche il futuro dell’Italia visto che, almeno a livello tendenziale, parliamo di due realtà molto simili: bassa natalità e sostrato economico da ricostruire e consolidare.

I giapponesi, per indole, sono stati sempre restii all’accettazione degli aiuti esterni ed hanno preferito sempre le dimamiche protezioniste dell’economica. Il nuovo premier, Shinzo Abe, è un campione dell’austerità e in questo periodo ha fatto un discorso molto chiaro alla nazione spiegando che il suo desiderio è quello di pompare l’economia con più denaro, rilanciare la domanda interna e poi sostenere ogni intervento attraverso il supporto della banca nazionale.

Sul sostegno della banca nazionale, Shnizo Abe ci crede parecchio perché il suo desiderio è che tornino in Giappone molte linee d’investimento e per farlo è necessario tenere lo Yen sotto un certo livello.

► Dollaro/Yen: una settimana complessa

 

Incertezza politica Italia allontana investitori, il parere della BCE

 La Banca centrale europea (Bce) mostra le sue preoccupazioni per la situazione politica di incertezza che c’è in Italia. Il bollettino mensile della Bce sottolinea la debolezza della situazione economica in Europa e chiede le riforme.

In particolare, quindi, l’incertezza politica in Italia non fa bene al Paese con gli investitori e i capitali che stanno fuggendo all’estero. E questa situazione frena la ripresa nel nostro Paese.

Nella crescita del paese ci crede solo il 16% degli italiani

Secondo la Bce:

continuano a pesare le persistenti incertezze e gli aggiustamenti di bilancio in atto nei settori finanziari e non finanziari e solo nella seconda parte del 2013 è attesa una graduale ripresa.

Una situazione di debolezza economica che riguarda quindi l’Eurozona. Dalla Bce si chiedono quindi le riforme strutturali per risanare le finanze pubbliche, diminuire i rendimenti sui titoli di Stato e riequilibrare gli investimenti nell’area dell’Ue.

La preoccupazione per la situazione italiana nasce “dall’accresciuta incertezza politica all’origine di alcuni flussi di capitali, con l’obiettivo di ricercare investimenti più sicuri, verso i titoli emessi dai paesi con rating AAA”.  Il calo della fiducia dei consumatori in Italia è un indice che preoccupa la Bce.

Finanziamenti per famiglie e imprese in diminuzione

Nel bollettino della Bce c’è anche un riferimento all’accesso al credito come base per rilanciare l’economia. Si propone una vigilanza bancaria unificata.