Per il ministro Giovannini possibile inversione di tendenza quest’anno

 Il 2014 si apre con la speranza della ripresa economica dopo gli anni di crisi. Il 2013 è stato ancora una anno di crisi ma, soprattutto negli ultimi mesi, ci sono stati dei segnali di ripresa con alcuni indicatori che hanno iniziato una sorta di inversione di tendenza. In Italia, la questione del lavoro e quella della disoccupazione sono però due aspetti problematici verso i quali anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha affermato che interverrà. Per Letta questi sono aspetti prioritari e i dati non lasciano molto scampo alle interpretazioni.
Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha parlato di possibile inversione di tendenza a Radio Anch’io. Il ministro ha detto che ci sono “alcuni segnali di una possibile inversione dopo la crisi più grave per il Paese”. Il ministro ha sottolineato come alcuni indicatori hanno mostrato un miglioramento nel terzo trimestre del 2013 e, tra questi, la frenata della caduta del Pil che dovrebbe crescere di poco nel quarto trimestre.
Il ministro del lavoro ha affermato che è necessaria una riforma degli ammortizzatori sociali e ha detto che nel terzo trimestre “l’attivazione di nuovi contratti di lavoro ha superato le cessazioni” e questo “segnala come il mercato del lavoro si stia rimettendo in moto”. Di sicuro quella del lavoro è una delle sfide più importanti per il governo in questo 2014 visto che i dati sulla disoccupazione, e su quella giovanile, sono veramente preoccupanti. Inoltre, c’è Renzi che sta lavorando al suo piano per il lavoro e potrebbe influenzare il governo Letta verso una riforma che apra maggiori possibilità per l’occupazione giovanile.

L’Italia seguirà il declino economico dell’Europa entro il 2018

 Previsioni di lunga data e non certo – solo – di fine anno per il Centre for Economics and Business Research, che ha tracciato un quadro macroeconomico dell’Italia e dell’Europa nei prossimi anni all’interno del  suo annuale rapporto sull’economia degli altri paesi, compresi quelli emergenti. 

Saldo positivo per le imprese italiane nel 2013 tra aperture e cessazioni

 Anche per il 2013 il saldo tra le aperture di nuove imprese e le cessazioni di attività in Italia è rimasto positivo. L’anno di crisi, si chiude, quindi, con un sospiro di sollievo almeno a guardare ai dati recentemente diffusi dalla Cgia di Mestre, che ha analizzato i risultati dei primi nove mesi dell’anno. 

Vacanze di Capodanno 2014 in calo rispetto all’anno precedente

 Dove andranno gli italiani a Capodanno? Lo dice la Coldiretti, che ha analizzato le statistiche di coloro che anche per Capodanno 2014 partiranno o rimaranno  a casa. La situazione si presenta piuttosto sfaccettata, ma il dato macroscopico è che la crisi economica ha ridotto le aspirazioni dei vacanzieri italiani anche per il ponte di San Silvestro, così come già per il Natale. 

Angela Merkel, la crisi in Europa non è finita

 Angela Merkel la Cancelliera conservatrice tedesca nel suo primo intervento al Bundestag appena dopo il suo terzo insediamento ha tenuto a precisare che la crisi nell’area dell’euro non è ancora finita e che chi vuole più Europa, più unità e condivisione del debito, deve essere pronto a riscrivere i Trattati e “rivedere le competenze specifiche”.

Meno italiani andranno in vacanza per le feste di Natale

 Quest’anno gli italiani staranno per lo più a casa per le feste di Natale e di Capodanno. Passi per il Natale, che tradizionalmente è una festa che gli italiani preferiscono trascorrere a casa e in famiglia, ma anche per il Capodanno le persone che andranno in vacanza saranno poche. Gli effetti della crisi economica si fanno ancora sentire e gli italiani sono costretti a evitare le vacanze. Una situazione che rispetto al 2012 è peggiorata.
I dati di Federalberghi mostrano l’incremento del numero degli italiani che trascorrerà le prossime feste a casa. Sono 48 milioni quelli che non andranno in vacanza, mentre gli italiani che non resteranno a casa sono 12 milioni. Rispetto al 2012 c’è un incremento del 3% tra gli italiani che resteranno a casa senza andare in vacanza. I dati mostrano anche che gli italiani che non andranno in vacanza sono 32 milioni. Un numero molto alto che dimostra come la crisi economica insiste e preoccupa gli italiani.
Per Natale, gli italiani che resteranno a casa sono l’8% in più rispetto all’anno scorso. Stiamo parlando di circa 600 mila persone che soprattutto per motivi economici tradcorrerà il Natale a casa con parenti o amici. A Capodanno gli italiani che si sposteranno sono quasi 6 milioni. Un numero  in crescita del 3% rispetto all’anno precedente con molti che andranno all’estero. Per Federalberghi, questi dati si spiegano con il fatto che all’estero ci sono tariffe più vantaggiose perché non sono influenzate dalla pressione fiscale a cui sono sottoposte le aziende italiane. Federalberghi sembra quindi individuare nelle tasse il motivo per cui è sempre più difficile fare le vacanze in Italia.

Il rapporto di Confindustria mostra i dati della crisi economica e parla di effetti di una guerra

 Il rapporto del Centro studi di Confindustria parla della crisi e utilizza termini molto pesanti. Nel rapporto dell’associazione degli industriali si legge “L’Italia si presenta alle porte del 2014 con pesanti danni, commisurabili solo con quelli di una guerra”. Dopo una guerra di solito c’è la ripresa e un probabile boom economico, ma Confindustria non sembra ottimista visto che nel rapporto si legge “L’uso del termine ripresa per descrivere il probabile aumento dell’attività produttiva e della domanda interna nel prossimo biennio è per molti versi improprio. Sul piano politico e sociale è derisorio nei confronti di quanti, imprenditori e lavoratori, a lungo resteranno in difficoltà”. Il Centro Studi di Confindustria afferma che “La profonda recessione dell’economia italiana, la seconda in sei anni, e’ finita, ma i suoi effetti no”.
Da Viale dell’Agricoltura, quindi, non si prevedono miglioramenti decisi dell’economia a breve termine e si dice: “Il percorso di risalita sarà lento e difficile: la ridotta capacità produttiva, intaccata dalla prolungata della domanda interna, rappresenterà una zavorra nella fase di ripartenza. Il Pil potrebbe tornare positivo a partire dal trimestre finale del 2013, tuttavia esistono rischi al ribasso, tanto che viene presentato uno scenario alternativo, più pessimistico e non ipotetico, nel quale la risalita del Pil si interrompe già nel 2015 e il peso del debito pubblico e’ più elevato”.
Confindustria rileva come l’Italia è arretrata di molto a livello economico e come la situazione sociale è peggiorata rispetto a qualche anno fa. Le previsioni parlano di un Pil negativo quest’anno a -1,8% e di una ripresa il prossimo anno al +0,7% e nel 2015 a +1,2%.
Per migliorare l’economia è accelerare il ritmo di crescita sono utili le riforme, che possono far crescere di un punto il Pil, per Confindustria. Nel 2014 è previsto che si fermi l’aumento del tasso di disoccupazione.
Per quanto concerne il debito pubblico, Confindustria afferma: “Il debito pubblico, al netto dei sostegni europei e in rapporto al Pil, sale ancora nel 2014 (al 129,8%) per poi iniziare a flettere nel 2015 (128,2%). Una flessione tutta dovuta a un punto di privatizzazioni e dimissioni omogeneamente distribuiti.

L’investimento in oro

 La crisi finanziaria degli ultimi anni ha portato alla crescita degli investimenti in beni rifugio e, tra questi, in oro. Si può investire in oro direttamente, comprando lingottini, o indirettamente, attraverso strumenti finanziari come ETFs o certificati auriferi. La compravendita di oro non è soggetta a tassazione, mentre le imposte sono presenti in caso di rendite finanziarie che derivano dall’investimento in titoli.
In quanto bene rifugio, capace di aumentare il proprio valore nei periodi di crisi, l’oro ha avuto una quotazione sempre più alta negli ultimi mesi, caratterizzati appunto dalla crisi finanziaria.
L’investimento in oro fisico. L’acquisto deve essere in oro puro a ventiquattro Karati. Questo tipo di investimento permette di avere fisicamente l’oro. La compravendita non è soggetta al pagamento delle tasse, e questo è  un vantaggio, ma ci sono anche degli svantaggi. Intanto la sicurezza, con l’oro che dovrebbe essere conservato in una cassetta di sicurezza. E poi il rapporto tra il prezzo di acquisto e quello di vendita che potrebbe cambiare. In caso di cambiamento delle condizioni finanziarie a livelli internazionale, i beni rifugio come l’oro potrebbero abbassare il loro valore e quindi rendere l’investimento meno proficuo.
L’investimento finanziario in oro. Con l’ETFs o i certificati è possibile investire in oro utilizzando gli strumenti finanziari. Qui non c’è l’oro fisico, con gli ETFs e gli ETC che sono costituiti da un titolo. I certificati sono emessi dalle banche e il loro valore si riferisce all’andamento di una quantità specifica di oro. In questo tipo di investimento più gestibile è previsto il pagamento delle tasse di capital gain e la soggezione al rischio emittente.
L’oro è un bene rifugio e non un vero investimento, visto che non produce interessi o dividendi.