In aumento le ore di cassa integrazione e i sottoccupati part-time

 Il Centro studi della Confederazione Nazionale degli Artigiani – Cna – ha previsto che entro la fine del 2013 il numero dei disoccupati italiani potrebbe arrivare a toccare i 3,5 milioni. A giugno 2013 il numero degli italiani senza un lavoro era pari a 3 milioni e 100 mila unità, ma l’ incremento costante delle ore di cassa integrazione non fa ben sperare sull’ evolversi della situazione in senso positivo. 

I disoccupati saranno 3,5 milioni a fine 2013

 Entro la fine del 2013 il numero dei disoccupati italiani potrebbe continuare a salire. Lo prevedono le ultime analisi della Confederazione Nazionale degli Artigiani, che stima che entro la fine di quest’ anno il numero delle persone senza un lavoro potrebbe salire a quota 3,5 milioni.

Fondo per i mutui per le giovani coppie – requisiti di accesso

 Con la presentazione, entro la fine del mese di agosto, della bozza di riforma del sistema di tassazione degli immobili italiani, il Governo ha intenzione di promuovere anche l’ acquisto delle abitazioni, agevolando l’ accesso al credito da parte delle fasce meno abbienti ed in particolare dei giovani. 

Perché in Italia è difficile accedere al mutuo

 Il settore immobiliare italiano è uno dei settori economici maggiormente colpiti dai rovesci della crisi che da molto tempo sta interessando il Paese. Nel giro di pochi mesi è infatti diminuito sia il numero delle compravendite immobiliari, sia, di conseguenza, il volume d’ affari generato dai prodotti finanziari dedicati all’ acquisto di abitazioni.

Nuovi finanziamenti per il Fondo per i mutui alle giovani coppie

 Da molti mesi la casa è al centro delle attenzioni del Governo, che in questo momento è al lavoro sulla riforma complessiva del sistema di tassazione degli immobili italiani, insieme di provvedimenti e nuovo assetto normativo che coinvolgerà sia i proprietari di prima casa, sia coloro che sono proprietari di più immobili e li concedono in locazione.

L’Eurozona è fuori dalla recessione

 Se alla fine dell’anno scorso e per tutto il primo trimestre del 2013, il tormentone finanziario è stato legato al termine e al concetto di spread, adesso è in atto un nuovo trend: si parla soltanto di ripresa. Tutti cercano di capire se e quando ci sarà, se si può parlare fin da ora di fine della recessione. La stima più recente, in proposito, è quella fatta dall’Eurostat.

In Germania esiste il doppio lavoro

Il centro di statistiche europeo, infatti, nel secondo trimestre del 2013, ha rilevato una crescita dello 0,3 per cento del Prodotto Interno Lordo dell’Eurozona. Una crescita che è stata superiore alle previsioni ed ha interessato tutti i 27 paesi che fanno parte dell’UE. La notizia è rimbalzata da un versante all’altro del Vecchio Continente. In fin dei conti siamo di fronte al primo dato positivo dopo 7 trimestri chiusi nel peggiore dei modi.

Perchè gli USA investono nell’UE

I politici che seguono da vicino l’andamento dell’economia e della crisi, come Olli Rehn, tentano comunque di tenere a freno l’entusiasmo spiegando che la ripresa è davvero vicina ma in questo momento non si può ancora dire che la crisi sia passata.

L’Eurozona, sicuramente, uscirà dalla recessione. Tra maggio e giugno il PIL europeo è cresciuto dello 0,3 per cento ed è stato il primo risultato positivo dopo tanti mesi di flessione. Gli analisti si aspettavano una crescita dello 0,2% per cui l’Europa è stata in grado di migliorare anche le aspettative.

In Germania esiste il doppio lavoro

 Ci sono moltissime persone che ritengono che in Germania si stia benissimo, sotto il profilo lavorativo e finanziario. Invece qualcosa non va a sentire le parole di Angela Merkel, salita in cattedra per una lezione di economia.

Come si evita la recessione in Germania

L’Ufficio federale del lavoro, infatti, dice che nel 2012 sono aumentati i tedeschi che fanno un secondo lavoro. Nel 2012 i cittadini che abitano in Germania e non possono accontentarsi di un solo impiego sono 2,66 milioni e nel 2011 erano 56 mila in meno. Il tasso di “doppilavoristi” è raddoppiato rispetto al 2004 quando soltanto il 4,3 per cento della popolazione era dedito a due attività professionali.

Confermata la tripla A per la Germania

Insomma, per sopravvivere non è sufficiente un solo salario. Una notizia del genere si potrebbe aspettare che arrivi dalla Grecia o da qualche paese del Mediterraneo, invece arriva direttamente dalla Germania che, su più fronti, è considerata la terra del welfare e del capitalismo. Senza esagerare possiamo dire che la Germania è la prima economia d’Europa e nello scacchiere internazionale occupa addirittura il quarto posto.

Il secondo lavoro cui si fa riferimento nelle statistiche indicate, è un impiego regolare, con trattenute e contributi versati. La crescita del numero di coloro che fanno il doppio lavoro ha consentito alla Germania di attutire la crisi economica del Vecchio Continente.

Nuove prospettive per Blackberry

 Il mercato degli smartphone e dei telefoni cellulari evoluti sta andando avanti lasciandosi alle spalle vecchie tecnologie e progetti che non trovano spazio e gradimento nel grande pubblico. In questo momento le aziende che non hanno un business di massa, come può esserlo quello di Apple e Samsung, devono prendere tempo per elaborare nuove strategie.

RIM prova a rifarsi il trucco

Il gruppo Blackberry, ad esempio, sta vagliando delle strategie alternative che saranno utili alla società per resistere alla fase di contrazione attuale del mercato ed avere nuovo slancio per il futuro. Il management di Blackberry è talmente convinto della strada intrapresa che ha pensato di esporre le quatto soluzioni in cantiere ai giornalisti del Wall Street Journal.

Record di utili e calo delle vendite per Samsung

La concorrenza delle altre aziende in primis e la contrazione delle vendite di telefoni e smartphone, ha messo alle strette la società canadese. La prima soluzione pensata è nella costituzione di una join venture, un modo come un altro per accettare con eleganza l’aiuto esterno.

La seconda soluzione, invece, è nello smembramento della società in divisioni che si occupino dello sviluppo di una sola linea di business. La terza soluzione, altrettanto interessante è nella vendita completa della società che, comunque, potrebbe trovare una scappatoia ai guai finanziari – ecco la quarta soluzione – attraverso l’uscita dalla borsa.

OCSE preoccupata per le economie BRIC

 Le economie emergenti sono sempre considerate la chiave di volta per le economie avanzate che tramite accordi bilaterali con i paesi dei BRIC riescono a risparmiare sul loro business ed aiutare quello dei paesi più in difficoltà.

L’OCSE contro l’elusione fiscale

L’OCSE, però, in questo momento è preoccupata di come stanno andando le cose. Nel suo ultimo rapporto spiega che le economie cosiddette BRIC, quindi Brasile, Russia, India e Cina, stanno rallentando il ritmo della loro crescita e questo rallentamento potrebbe inficiare la ripresa economica, seppur lenta, degli Stati Uniti, del Regno Unito, del Giappone e del Vecchio Continente in generale.

L’OCSE, tra l’altro, a sua disposizione, ha anche i Composite Leading Indicators che sono importanti per conoscere in anticipo i momenti in cui il mercato cambia trend. I CLI, però, dicono che adesso le economie emergenti e le economie principali, vanno in direzioni opposte.

Pronta una banca mondiale per gestire l’ascesa

Direzioni che sono tenute da un mese a questa parte tanto da poter concludere che l’economia mondiale viaggia a tre velocità. Da un lato  i CLI parlano di Stati Uniti, Giappone e Regno Unito come un terzetto in crescita. Ognuno di questi paesi sta rafforzando in modo interessante la sua economia.

Poi abbiamo i paesi dell’Eurozona che potrebbero avere una maggiore trazione economica e migliorare in prospettiva, ma che adesso, sono in una fase di lenta ripresa.

Poi ci sono i paesi BRIC che attraversano la nuova fase di rallentamento, con la sola India che è sull’ottovolante.

Gli stipendi d’oro dei dipendenti della Camera

 In tempi di tagli alla spesa pubblica, anche le retribuzioni dei vari dipendenti dello Stato diventano di interesse generale. E dopo la volta delle pensioni d’ oro dell’ INPS, per cui una apposita interrogazione parlamentare ha appurato che vi sono assegni mensili che superano anche i 91 mila euro, ora è la volta degli stipendi dei dipendenti della Camera.