Arrivano i tagli per le auto blu e gli aerei di Stato

 Non si ferma l’ opera di revisione della spesa portata avanti dal Consiglio dei Ministri. Questa volta, ad essere interessati dalle cesoie della spending review di governo, sono i mezzi di trasporto di Stato. Auto blu a disposizione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ore di volo e aerei di Stato subiranno infatti della riduzioni..

Doppio lavoro per i tedeschi a causa della crisi

 La crisi e la recessione economica prima o poi colpiscono, in maniera indiscriminata, tutti i Paesi europei. Anche quelli per lungo tempo dati come più solidi e inattaccabili. Stiamo parlando, nel caso specifico, della Germania, da tempo ritenuta, anche per i valori di crescita che è riuscita nel tempo a conservare, la più salda e sana economia dell’ Unione Europea.

In rialzo la produzione industriale dell’Eurozona

 Continuano ad arrivare, dall’ Europa, segnali positivi per quanto riguarda la ripresa dell’ economia. Nel mese di giugno 2013, infatti, la produzione industriale dell’ Eurozona è cresciuta dello 0,7%, mentre nell’ Unione Europea allargata, quella a 27 membri, la crescita è stata dello 0,9%.

Il PIL dell’Eurozona torna a crescere dello 0,3%

 Dopo una serie di trimestri di contrazione, sette per l’ esattezza, l’ economia dell’ Eurozona torna a crescere. Lo rilevano, infatti, gli ultimi dati Eurostat, che per il periodo maggio – giugno 2013 registrano un incremento del Prodotto Interno Lordo pari allo 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. Il dato, anzi segnala un incremento maggiore anche rispetto alle stime fatte in precedenza, attraverso le quali era stata prevista una crescita dello 0,2%.

Stipendi statali bloccati fino alla fine del 2014

 Gli stipendi dei lavoratori del pubblico impiego non subiranno rinnovi contrattuali fino alla fine del prossimo anno. Il Consiglio dei Ministri ha infatti deciso che le retribuzioni dei lavoratori della Scuola, della Difesa e della Sanità rimarranno bloccate fino a dicembre 2014. Possibili rinnovi dei contratti, dunque, solo nel 2015. 

Rallenta il calo del PIL della Grecia

 Dalla nazione ellenica, investita da sei anni a questa parte dalle conseguenza di una durissima crisi, arrivano i primi spiragli positivi. Per il terzo trimestre consecutivo, infatti, il Prodotto Interno Lordo greco ha rallentato la sua caduta libera. Nei mesi che vanno da aprile a luglio, infatti, il PIL ellenico è sceso solo del 4,6% rispetto al 5,6% che era stato possibile registrare nel primo trimestre del 2013.

Ultimi sondaggi sul mercato immobiliare

 La crisi continua ad interessare la società italiana e lo si vede dall’analisi del mercato immobiliare. L’ultima indagine in proposito è stata effettuata attraverso la somministrazione di alcune interviste a ben 1375 operatori. Si è cercato di capire l’andamento delle compravendite, i movimenti del mercato degli affitti con i prezzi reali applicati alle case in vendita e a quelle locate. Il periodo di riferimento è il secondo trimestre dell’anno, da aprile a giugno.

Si vende casa ma con lo sconto

La crisi economica ha un effetto importante sulla compravendita delle case. Sicuramente si tratta di una conclusione “scontata”, ma l’affermazione è stata più volte suffragata dai dati reali. Bankitalia, Tecnoborsa e l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, hanno cercato di approfondire il tema.

Potere d’acquisto e crisi immobiliare

Per quanto riguarda le compravendite di case, in questo momento siamo in una fase di flessione. Scende, infatti, il numero delle agenzie che nei mesi scorsi hanno venduto almeno un’abitazione ma il crollo del terzo trimestre dell’anno scorso è da considerarsi acqua passata. Insomma la crisi c’è ancora ma si è attenuata sensibilmente.

Per quanto riguarda i prezzi delle case, gli agenti immobiliari parlano di quotazioni stabili, quindi di una battuta d’arresto nella contrazione dei prezzi. Solo per pochissimi intervistati i prezzi degli immobili sono ancora in una fase crescente.

A quanto ammonta il debito giapponese

 Il Giappone, nelle ultime elezioni, ha confermato la supremazia del partito del premier Shinzo che prolungando i tassi molto bassi, ha dato una mano all’economia locale. In questo momento, però, si torna a parla di debito pubblico e i livelli raggiunti dal Giappone sono a dir poco preoccupanti.

Dov’è arrivato il debito italiano

Non si tratta delle indiscrezioni di qualche analista contrario alla politica del premier in carica, ma di una rivelazione ufficiale, arrivata per bocca del Ministro delle Finanze giapponese: il debito pubblico del paese ha raggiunto la quota record di un biliardo di yen. Un milione di miliardi che è una cifra con 15 zeri. Se si volesse quantificare questo debito in euro diremmo che siamo di fronte a 7700 miliardi di euro di buco.

Abe vince anche alla Camera Alta

Il problema, in questo momento, è capire perché si è arrivati a questa situazione. La prima cosa che salta all’occhio è sicuramente il rendimento dei titoli giapponesi, prossimo all’1 per cento e quindi molto più basso del rendimento dei titoli italiani.

La preoccupazione per il debito, però, sembra svanire quando si considerano i proprietari dei titoli: quasi tutti cittadini giapponesi e istituzioni locali che non intendono restituire i buoni chiedendo interessi. Insomma, il rischio default non è assolutamente all’orizzonte del Giappone.

I danni economici della caduta del governo

 Il nostro paese sta migliorando la sua posizione economica ed ha anche recuperato la stabilità politica che molti investitori auspicavano da tempo. Eppure c’è qualcosa che non convince del tutto e si comincia a pensare alle possibili ricadute economiche di un crollo del governo.

A lanciare l’allarme ci ha pensato l’associazione degli artigiani di Mestre, la CGIA. Quest’associazione spiega che il governo, dopo il downgrade delle agenzie di rating e dopo le ultime minacce legate ad un ulteriore possibile declassamento, deve affrontare dei nodi importanti.

Un’impresa su tre chiude i battenti

Non è soltanto arrivato il momento delle riforme che dovrebbero mettere ordine nel mondo del lavoro e lenire la piaga della disoccupazione giovanile. Adesso si stratta di riformare le tre imposte più urgenti: l’IMU, la Tares e l’IVA.

L’IMU è il campo di battaglia dei partiti politici ed oggi è all’esame del ministro delle finanze che propone delle soluzioni alternative per fare in modo che non si abolisca questa imposta che condannerebbe il paese ad una nuova fase di recessione.

Nuove proposte sull’IMU da Saccomanni

Si deve decidere quindi se e come procedere con l’aumento dell’Imposta sul Valore Aggiunto senza danneggiare i consumi italiani. In più bisogna capire bene cosa includere nella Tares. La riforma di queste imposte, però, non deve mettere in difficoltà il governo, o renderlo meno stabile, perché se il gabinetto Letta dovesse vacillare, per gli italiani ci sarebbe lo spettro di nuove tasse.

Si parla di 7 miliardi d’imposte in più: impossibili da digerire con la peggiore delle austerity.

In calo le partite IVA nel primo semestre del 2013

 Il dipartimento delle Finanze del Ministero dell’ Economia ha fornito gli ultimi bilanci in merito alle aperture delle Partite Iva nel corso del primo semestre del 2013. Le statistiche dimostrano che, rispetto al primo semestre del 2012, queste ultime hanno subito un calo del 6,5%.