L’austerity spagnola sembra avere ragione

 Gli investitori che vogliono qualche dritta sul prossimo paese che accuserà grandemente la crisi, devono provare a leggere un interessante articolo pubblicato sul wall Street Journal e firmato da Simon Nixon. Il giornalista in questione ha dedicato molta attenzione alla situazione finanziaria del governo di Madrid.

Quando si parlerà di ripresa economica

La domanda che tutti si pongono, in queste settimane, è se la Spagna sia davvero sul viale della ripresa e se il piano di austerity promosso da Berlino ed adottato dal governo spagnolo, abbia avuto ragione sul medio periodo. L’austerity, in generale, è criticata su più fronti. Basta considerare quello che sta succedendo in Portogallo.

La Spagna ha dovuto effettuare delle riforme strutturali ed ha prediletto la strada della competitività, del taglio dei salari, al fine di raggiungere l’obiettivo della svalutazione interna senza dover mettere le mani nei tassi di cambio. Secondo Simon Nixon l’esperimento si può considerare riuscito.

Non ci sarà la bolla immobiliare

La Spagna, tra l’altro, è emblematica dal punto di vista finanziario visto che ha subito più di un colpo in periodo di crisi: ha dovuto fronteggiare la crisi del mercato immobiliare, ha dovuto rimettere in sesto le finanze di molte banche visto che il sistema creditizio ha vacillato.

I segnali oggi restituiti dal mercato, fanno pensare agli ottimisti, di essere in una fase crescente. Gli scettici, invece, prevedono l’avvio di una fase di stagnazione.

Anche Siemens non sta bene

 Il settore delle imprese tecnologiche torna a soffrire e si prende nota di un’altra situazione che potremmo definire “a rischio”, quella della Siemens che tra l’altro è un’azienda tedesca e come sappiamo, alla Germania, è stata rinnovata di recente la tripla A.

Confermata la tripla A per la Germania

La seconda azienda più grande della Germania deve far fronte a problemi di natura industriale ma anche di natura economica. Il Direttore Generale che aveva previsto una tenuta dell’azienda, è stato mandato a casa alla fine di luglio anche se gli analisti maliziosi sostengono che ci sia qualcosa di più grave sotto.

La Siemens è la seconda azienda tedesca e la sua posizione privilegiata dipende sia dal fatturato, sia dal numero di dipendenti. L’azienda si occupa di infrastrutture ma anche di energia e di sanità ed è quotata alla Borsa di Francoforte e alla Borsa di New York.

Come si evita la recessione in Germania

Il fatturato calcolato nel 2011 è stato di 77,327 miliardi di euro, poi però il 2012 è stato un anno penoso. Il tracollo è legato, dicono gli analisti, alla rivalità interna tra alcuni dirigenti dell’azienda. Si pensi soltanto che a parte il fatturato, l’anno scorso ci sono stati problemi legati ai ritardi nelle consegne.

Basta pensare che alla fine il settore che si occupava delle attività termiche, in perdita per un miliardo di euro, è stato definitivamente chiuso.

L’economia dell’Europa in debole ripresa

 In Italia il primo semestre del 2013 è stato contrassegnato da ulteriori cali nei consumi. I consumatori italiani, infatti, stretti dalla congiuntura negativa della recessione, hanno cominciato a risparmiare sempre di più negli acquisti, riducendo sia quantità che qualità dei prodotti acquistati. 

Consumi sempre più ridotti per le famiglie italiane

 La crisi coinvolge sempre più da vicino i bilanci familiari e va a modificare le abitudini di spesa degli italiani che acquistano e spendono sempre meno. Lo rilevano, infatti, gli analisti di Confindustria, che hanno registrato come dal 2007 ad oggi ci sia stata una riduzione nei consumi annuali pari a  3.660 euro. 

Disoccupati italiani sempre oltre il 12%

 Non accenna a diminuire il numero dei disoccupati italiani, che per il terzo mese consecutivo, a giugno 2013, rimane fisso oltre il 12%. Non risolleva affatto la situazione, del resto, il calo quasi impercettibile dello 0,1 che si è potuto registrare a confronto con il mese di maggio 2013. 

Per le banche meno prestiti e più titoli di Stato

 La morsa del credito, in Italia, che prosciuga i rubinetti delle aziende, è ormai una realtà consolidata. Lo afferma, infatti, la Cgia di Mestre, che in una recente ricerca sulle operazioni finanziarie compiute dalla banche del Belpaese negli ultimi tre anni ha rilevato come il numero dei prestiti sia continuato a diminuire negli anni, mentre quello degli acquisti dei titoli di Stato sia in realtà aumentato. 

La BCE secondo Hetzel sbaglia tutto

 Le banche centrali si sfidano a parole nel senso che dal discorso di Londra di Mario Draghi in poi, tutti gli istituti hanno iniziato ad annunciare quello che avrebbero fatto in merito ai tassi d’interesse in modo da dare indicazioni sempre più precise sulle forward guidance agli investitori.

La BCE, però, con il suo modo di fare e con il crescendo della sua politica di tassi ai minimi, secondo Robert L. Hetzel, sta sbagliando tutto. Chi è Hetzel? Si tratta di un economista che ha lavorato alla Federal Reserve e che ha già scritto un saggio per dimostrare che anche la crisi americana, non ha avuto certo inizio dal crollo della Lehman Brothers, quanto piuttosto dalle scelte della banca centrale.

BCE e BoE protagoniste del mercato

Insomma Hetzel se l’è presa con la FED ed ha usato il modello matematico monetarista, che in molti definiscono new-keynesiano, per spiegare gli errori della banca centrale. Errori che in realtà hanno una radice profonda e prendono il via dal 2006, anno in cui l’offerta monetaria in generale ha iniziato a rallentare.

La BCE, nel 2011, quando c’erano dei timidi segnali di ripresa, ha tenuto i tassi troppo alti ed ha tarpato le ali alle imprese creditizie e non che avevano bisogno di prestiti ingenti per dare una mano alla produzione.

Il Senato approva il Decreto Lavoro

 Con 203 voti a favore, 35 voti contrari e 32 astenuti il Senato ha approvato l’ atteso Decreto Lavoro, che quindi ora passerà alla Camera in seconda lettura. 

In arrivo altri 2,5 miliardi di aiuti per la Grecia

 L’ Unione Europea ha dato, nelle ultime ore, il suo beneplacito allo sblocco di ulteriori fondi per gli aiuti internazionali destinati alla Grecia. Come ha confermato anche il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, questa volta si tratterà di una tranche da 2,5 miliardi di euro, a cui però vanno aggiunti circa 1,5 miliardi di profitti che gli Stati dell’ Unione verseranno per la detenzione dei bond della nazione greca.