La Chiesa greca a disposizione dello Stato

 La crisi greca è diventata talmente importante che adesso anche la Chiesa ortodossa ha deciso di dare una mano allo stato che sta facendo di tutto per alleviare la crisi. Ad annunciarlo ci ha pensato, ancora una volta il premier Antonis Samaras che di recente si era scagliato contro il FMI riguardo all’iter definito per il salvataggio di Atene.

Samaras ha spiegato che sarà creata una società mista tra stato e chiesa, con un obiettivo: quello di valorizzare la proprietà immobiliare della chiesa in modo da dare una mano allo stato che dopo l’austerity si trova sempre ad affrontare una situazione troppo critica per i cittadini.

L’economista greco Varoufakis sulla crisi

La società mista di cui si parla tanto, sarà denominata Aeap e servirà a valorizzare quindi sia le case, sia i terreni posseduti dalla Chiesa greca. Ormai è ufficiale. La notizia fa respirare le borse ma dà sollievo soprattutto ad Atene. In termini generali è stato interpretato come un gesto di solidarietà in un momento molto importante per la società greca.

La Grecia reagisce al mea culpa del FMI

In realtà la Chiesa ortodossa sarebbe scesa in campo anche molto tempo fa, ma come ricorda l’arcivescovo Ieronymos, la prima proposta d’interazione, presentata già nel 2009 al governo in carica allora, era stata messa da parte senza fornire una risposta alla controparte.

 

Aler milanese in condizioni critiche

 L’Aler di Milano gestisce il patrimonio delle case popolari e in questo ultimo periodo pare versi in una situazione molto critica. A lanciare l’allarme è Roberto Maroni che prevede una chiusura in rosso per il bilancio della società. Dagli ultimi controlli, infatti, è emerso un buco che supera gli 80 milioni di euro.

Rata Imu giugno 2013: chi non paga

Il presidente della Regione Lombardia in carica è arrivato al Consiglio regionale per spiegare quello che sta succedendo e per le mani aveva una relazione redatta dal Collegio commissariale. Una relazione che ha cercato di fare luce sulle condizioni dell’edilizia pubblica del capoluogo lombardo.

La conclusione è che l’Aler di Milano versa in una situazione di gravita finanziaria e potrebbe addirittura essere insolvente. Per il 2013 si prevede addirittura che l’azienda non riesca a pagare tutti gli stipendi. Purtroppo, come spesso capita in queste situazioni, le uscite sono certe ma non si riesce ad avere un quadro completo e sicuro delle entrate.

Imu: chi paga e chi no

Sicuramente a contribuire al disastro descritto sono state le pendenze, le situazioni di morosità degli inquilini che ormai ammontano a circa 52 milioni di euro. A questa somma si deve poi aggiungere l’inadempienza degli inquilini che occupano le case abusivamente e quindi non pagano. Si tratta di 1120 persone.

 

Da rifinanziare il fondo di Solidarietà

 Il Fondo di Solidarietà è quella dotazione di denaro, messa a disposizione dallo Stato, che consente alle banche di alleggerire il peso del mutuo per i correntisti in difficoltà. Chi ha acceso un mutuo e non è più in grado, almeno momentaneamente, di pagare le rate, se rispetta i requisiti di legge, può chiedere la sospensione del pagamento delle rate.

Sospendere le rate del mutuo: i casi di esclusione

Il Fondo di Solidarietà, però, deve essere periodicamente rifinanziato, anche perché, adesso, siamo in un momento di crisi e la sospensione delle rate è sicuramente un’opportunità da cogliere al volo. Il Fondo è stato riattivato da poco e fino a questo momento, in base ai dati raccolti dagli istituti di credito, sembra ne abbiano beneficiato ben 22 mila famiglie che hanno scelto la sospensione per almeno 18 mesi.

Come sospendere le rate del mutuo

Siccome si tratta di una forma di aiuto molto gettonata, è bene prevedere a stretto giro un rifinanziamento del fondo. Per quanto riguarda il 2013, a disposizione ci sono ben 10 milioni di euro, ma visto il numero crescente delle famiglie in difficoltà, questi soldi potrebbero non bastare.

A chiedere il rifinanziamento, quindi, ci sono il gli enti e le associazioni riuniti attorno ad un tavolo tecnico. L’Anci, la CEI, la Conferenza Stato Regioni, e tanti altri attori istituzionali, stanno chiedendo di considerare il Fondo come una forma di ammortizzatore sociale.

In rosso Air France-Klm

 Si è parlato talmente tanto di Air France come potenziale acquirente di Alitalia che si è persa di vista la condizione di forma della compagnia di bandiera francese. I conti sono stati messi in chiaro in questi giorni. Adesso è evidente che Air France-Klm sono in rosso nonostante una riduzione delle perdite fino a 793 milioni di euro.

Alitalia di nuovo pronta per la vendita

Alitalia non ha certo migliorato le finanze della cordata franco-olandese, anzi, ha avuto un impatto negativo sui risultati del primo semestre della compagnia, quantificabile in 65 milioni di euro. In più il consiglio di amministrazione di Alitalia, sui conti del secondo trimestre, si riunirà soltanto ad agosto. C’è ancora un po’ da aspettare per conoscere qualche misura complementare.

Air France-Klm, quindi ha dovuto prendere atto delle perdite e rivedere anche l’utile operativo stimato per il secondo trimestre. Ad un anno dalla ristrutturazione, la situazione di crisi del Vecchio Continente, ha inciso negativamente sui conti dell’azienda.

Scopri perché si parla tanto di Alitalia e AirFrance

Ci saranno però delle modifiche al fine di cambiare i risultati economici nel breve periodo: s’interverrà sui voli e medio raggio e sul cargo.

La perdita rilevata dalla compagnia Air France-Klm è di 793 milioni di euro. Alla chiusura del primo semestre del 2012, la perdita era di 1,26 miliardi a fronte di una crescita dell’1,3 per cento del fatturato.

Per Confindustria la recessione si sta attenuando

 Per gli analisti del Centro Studi di Confindustria le previsioni per il prossimo futuro non sono totalmente nere. Esistono infatti dei timidi segnali che fanno sperare che la recessione economica subisca presto una attenuazione. Questi sono rappresentati, in primo luogo, dall’ aumento degli ordini e delle esportazioni e dal blocco della contrazione della produzione industriale.

Per l’ Istat la fiducia dei consumatori è in crescita

 Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ Istat, l’ Istituto Nazionale di Statistica, i giudizi degli italiani sulla situazione economica del Paese stanno progressivamente migliorando. Nel corso del mese di luglio, infatti, l’ indice del clima di fiducia dei consumatori italiani è passato da un valore di 95,8 che era stato registrato nel corso del mese precedente, all’ attuale 97,3.

La BCE conferma il calo dei prestiti a giugno 2013

 Dopo i dati diffusi nei giorni passati, da parte di istituti come l’ Abi, l’ Associazione Bancaria Italiana e come le stesse statistiche realizzate da Bankitalia, anche la BCE, la Banca Centrale Europea, ha confermato i recenti andamenti del mercato finanziario italiano ed europeo nel settore dei prestiti.

Altri 10 miliardi per i debiti della Pubblica Amministrazione

 Dopo aver ricordato, solo alcuni giorni fa, l’ ammontare dei pagamenti fino a questo momento compiuti in favore delle aziende creditrici dello Stato, nel corso di una audizione in Commissione Finanze al Senato il Ministro dell’ Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, ha annunciato che entro il mese di settembre il Governo valuterà l’ opportunità di accelerare ulteriormente il saldo dei debiti della Pubblica Amministrazione, aggiungendo altri 10 miliardi a quelli già preventivati. 

In crescita la fiducia dei consumatori

 L’Italia non sembra più un Belpaese, almeno dal punto di vista finanziario e i dati che arrivano dagli analisti economici, testimoniano che ci sono dei problemi strutturali da risolvere, delle riforme cui dare seguito al fine di tornare ad essere competitivi.

Risale lo spread e cala la borsa di Milano

I consumatori, invece, sono impermeabili a queste analisi poco ottimistiche della situazione dello Stivale e tornano ad essere fiduciosi per il futuro. L’Istat ha spiegato che l’indice che misura la fiducia dei consumatori italiani è passato nell’ultimo mese da 95.8 a quota 97.3 e questo miglioramento nasce dalla ricostruzione del quadro economico e dalla sensazione rispetto alla situazione personale.

Insomma, i consumatori sentono che qualcosa cambiare per loro in prima persona e poi anche per il resto dell’Italia. Intanto però, la crisi non accenna a diminuire e quello che più preoccupa è la disoccupazione che amplia le fila delle persona in cerca di un lavoro e s’infoltisce di giovani e meno giovani che da troppo tempo sono a braccia incrociate.

Per Squinzi andiamo peggio del previsto

In generale si pensa che migliorerà in primo luogo la situazione economica dell’Italia, si pensa poi che la piaga della disoccupazione sarà sanata a stretto giro e che ci sarà un miglioramento generale delle condizioni di vita e di lavoro.

 

Scende ancora il numero dei posti di lavoro

 L’Italia si sta concentrando sui temi etici, quasi a preparare un’estate calda dal punto di vista delle discussioni ma un po’ povera dal punto di vista delle riforme. In fondo, al di là di quello che si sceglierà riguardo la legge sull’omofobia, l’eutanasia e quant’altro, in autunno il nostro paese dovrà fare i conti con 250 mila posti di lavoro in meno.

Rispetto al 2012 le statistiche parlano di 112 mila contratti in meno. Siamo quindi molto distanti da quanto profetizzato all’inizio dell’anno sulla ripresa economica. Il recupero dell’Italia, infatti, dovrebbe iniziare alla fine del 2013 ma non sembra possibile uno scenario di questo tipo.

Entro domani la ricezione delle linee guida per gli stage

Basta dare un’occhiata ai consumi, all’andamento del prodotto interno lordo, ai livelli della produzione industriale e ai famosi dati sul lavoro. La preoccupazione per come stanno andando le cose, tra l’altro, è stata espressa da più attori.

L’ INPS raddoppia la spesa per la disoccupazione

Casaleggio, il guru del Movimento 5 Stelle ha detto che presto ci saranno delle rivoluzioni nel nostro paese. Lo stesso Graziano Delrio ha sottolineato che tra qualche mese la situazione del Belpaese potrebbe peggiorare ancora. Secondo la CISL, infatti, la crisi economica non è mai finita e le conseguenze per tutte le categorie di lavoratori, sono indiscutibili.

Resta quindi da capire in cosa consistono le 750 mila assunzioni previste per il 2013.