Se proprio nelle ultime ore il Centro studi della Confidustria ha rilasciato stime non troppo entusiasmanti sull’ andamento dell’ economia italiana nei prossimi mesi del 2013, anche sul fronte internazionale le cose non vanno poi così bene.
Crisi
Per Confindustria le misure del Governo sono ancora limitate
Se dalle ultime dichiarazioni rilasciate questa mattina il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini è sembrato essere abbastanza ottimista sulle possibilità di ripresa del mercato del lavoro italiano e dell’ intera economia nella seconda metà del 2013 – in funzione anche delle misure recentemente varate dal Governo, molto più cauto si è rivelato invece il pensiero dell’ Unione degli Industriali italiani, che ha recepito gli ultimi dati elaborati dal Centro studi di Confindustria.
L’ AEEG riferisce alla Camera sul prezzo dell’ energia
Il Presidente dell’ AEEG – l’ Autorità italiana garante per l’ Energia, Guido Bortoni, ha tenuto nel corso della giornata di oggi la sua annuale relazione alla Camera sull’ andamento dei prezzi del mercato dell’ energia in Italia e sulle conseguenze che quest’ ultimo ha sulle bollette che arrivano a casa degli utenti.
La crisi di oltre 23 mila imprese italiane
Ancora dati negativi per il mondo dell’ imprenditoria italiana. Il primo trimestre del 2013 ha fatto segnare un vero e proprio record nel numero delle imprese protestate, ovvero nel computo di quelle aziende che hanno avuto delle difficoltà nel saldare i debiti con i propri fornitori oppure hanno comunque allungato i tempi per il saldo delle fatture.
Il credit crunch cinese non piace all’Europa
La Cina ha rallentato la crescita e questo particolare preoccupa soprattutto l’Europa che nel colosso asiatico esporta numerosi materiali. Le preoccupazioni maggiori, in tal senso, attanagliano la Germania che considera la Cina il maggiore recipiente dell’export del settore manifatturiero. Tecnicamente, per la Cina, si potrebbe parlare di default, ma la People’s Bank of China smentisce questa analisi.
►La Cina e l’immobiliare tricolore
Si sa che quando un mercato è preso nella morsa della paura, i movimenti e i trend sono di difficile interpretazione e in più si rischia l’immobilità delle contrattazioni. Ecco per quale motivo se la Cina rallenta e la paura assale gli investitori europei c’è da preoccuparsi non poco.
►La Cina influisce sui mercati europei
Il problema principale secondo gli operatori del Vecchio Continente, è nel credit crunch che ormai interessa la Repubblica Popolare cinese. L’economia reale potrebbe subirne le conseguenze. La situazione delle banche cinesi, tra l’altro, non sembra prossima alla soluzione.
Alcuni blogger hanno aggirato la censura della rete dicendo che il paese è finito in un default momentaneo visto che per una mezz’ora circa è sprofondato nell’assenza di liquidità. Le banche, in più, si dimostrano poco flessibili concedendo un numero inferiore di prestiti rispetto al passato e a tassi addirittura proibitivi. Risolvere il problema delle banche è dunque il primo passo da compiere.
Potere d’acquisto e crisi immobiliare
Il crollo del mercato immobiliare è oggi da considerare un dato di fatto visto che tutte le statistiche annunciano la riduzione del 50 per cento delle compravendite. Adesso, a livello speculativo, si cerca di capire le origini di questa situazione. L’ultima proposta interpretativa è quella di Federconsumatori e dell’Adusbef.
Queste due associazioni che si occupano della tutela dei consumatori hanno annunciato che il crollo del mercato immobiliare dipende dall’azione combinata dell’aumento dei prezzi delle case e della perdita del potere d’acquisto delle famiglie.
► Anche l’Istat conferma il calo immobiliare
Il rapporto cui le due associazioni fanno riferimento è quello dell’Associazione nazionale costruttori edili, l’Ance che ha parlato del dimezzamento delle compravendite nel nostro paese. Un dato che risulta quanto mai catastrofico. Non si deve pensare però che la stretta sui mutui abbia inciso in modo determinante, né che a fare la differenza siano le tasse sulle abitazioni.
► La Cina e l’immobiliare tricolore
La radice principale della situazione contingente del mercato immobiliare è nella perdita del potere d’acquisto delle famiglie. Questo è diminuito del 14,1 per cento in cinque anni, dal 2008 ad oggi. Se poi si considera che i prezzi delle case non sono mai diminuiti, il gioco è fatto.
Con riferimento ai prezzi delle case bisogna specificare che la diminuzione dei costi degli immobili è stata lieve e limitata alle zone marginali e periferiche, così lieve da non poter influire sulla ripresa delle compravendite.