Anche se l’ Italia è ormai uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo a cui la Commissione Europea l’ aveva sottoposta, i problemi finanziari del Paese non sono del tutto scomparsi.
Debito
Le novità per la riscossione dei debiti apportate dal Decreto del Fare
Sappiamo bene quanto sia pesante la pressione fiscale in Italia. Le tasse ‘mangiano’ quasi tutto ciò che si riesce a guadagnare e, data la particolare congiuntura economica che stiamo attraversando, spesso i cittadini e le imprese si trovano impossibilitati a pagare quanto dovuto.
In questi casi subentra l’Agenzia delle Entrate, coadiuvata, anche se ancora per poco, da Equitalia per ottenere in modo coattivo quanto dovuto dai debitori. Una situazione, questa, non sempre sopportabile e che ha messo sul lastrico moltissime famiglie e imprese.
Per questo, con il Decreto del Fare, il Governo ha deciso di ammorbidire i metodi utilizzati per la riscossione coattiva dei debiti, impedendo, da un lato, i pignoramenti di beni e stipendi e dando maggiori possibilità di rateizzazione.
Vediamo come sono cambiate le metodologie di riscossione dei debiti con il Decreto del Fare.
Decreto del Fare e riscossione debiti: quali novità?
Le novità sui pignoramenti di stipendi e pensioni
Per tutelare le famiglie in difficoltà economiche, con il Decreto del Fare il governo ha reso impossibile il pignoramento dell’ultimo stipendio o pensione accreditato sul conto corrente del debitore, che ne avrà così piena disponibilità.
In secondo luogo, nel caso il pignoramento sia a carico di terzi (datore di lavoro o ente di previdenza) il tempo a disposizione per il pagamento è stato portato da 15 a 60 giorni.
Le novità sui pignoramenti degli immobili
Il Decreto del Fare impedisce ad Equitalia di provvedere al pignoramento degli immobili quando questi risultano essere l’unico immobile in possesso del debitore usato come abitazione principale (sono esclusi immobili di lusso, ville, castelli e palazzi).
Gli immobili, inoltre, non potranno essere pignorati in caso di debito inferiore ai 120 mila euro.
Nel caso, però, in cui il debitore sia in possesso di un solo immobile che però non usa come residenza principale, si potrà provvedere al pignoramento, ma solo in caso di debito superiore ai 120 mila euro.
Le novità sulla rateizzazione
La principale novità per quanto riguarda la possibilità di rateizzazione dei debiti è l’innalzamento della soglia minima entro la quale poteva essere richiesto che è stata portata da 20 a 50 mila euro.
Inoltre sono state aumentate anche il numero delle rate con le quali è possibile restituire il proprio debito: prima erano 72 (sei anni), ora sono 120 (10 anni). Possono accedere all’estensione delle rate tutti i debitori, sia se si tratta della prima richiesta di rateizzazione che di una proroga, ma solo se possono dimostrare:
comprovata e grave situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica ed estranea a responsabilità dirette del contribuente.
Ultima novità per la rateizzazione è l’aumento del numero delle rate insolute necessarie alla decadenza del beneficio della rateizzazione che sono state portate da 2 ad 8.
Pagare entro il 2013 tutti i debiti della PA
La richiesta serpeggiava da tempo nel mondo dell’ imprenditoria italiana – solo alcuni giorni fa era stata anche risollevata dai vertici di Confindustria – e così, oggi, sembra aver trovato anche una via formale d’ espressione a Montecitorio. Proprio questa mattina, infatti, è stata presentata per iniziativa del Pdl una mozione alla Camera per chiedere al Governo di non dilazionare il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione.
Secondo il BRI bisogna tagliare la spesa
La Banca dei Regolamenti Internazionali ha stilato la sua relazione annuale da cui sono venuti fuori dei suggerimenti per l’Italia, per far sì che i nostri conti siano sempre in ordine. In più, sempre nel documento citato, si può leggere un velato rimprovero alla politica monetaria europea che non ha saputo sfruttare gli interventi delle banche centrali.
I conti del nostro paese, dopo l’era Mario Monti, si può dire che siano stati messi in ordine, infatti, in Europa si apprezza tantissimo l’operato del Professore. Gli investitori e i consumatori hanno ritrovato la fiducia nel nostro paese ma è chiaro che adesso serve qualcosa in più.
►Lo sguardo sul debito proposto da Bankitalia
Secondo il BRI, la Banca dei Regolamenti Internazionali, è bene continuare sulla strada della riduzione del disavanzo dello stato, visto che il debito pubblico, continua ad aumentare ed ormai ha raggiunto dei livelli che potremmo definire da record.
►La BCE punta il dito sull’Italia
Peccato soltanto che l’Italia possa fare ben poco in questa direzione visto che non è possibile, in questo momento specifico, continuare ad aumentare le tasse. L’unica alternativa, quindi, sembra essere riposta nella riduzione della spesa, strumento essenziale per la minimizzazione di costi di breve termine legati al risanamento delle finanze.
In più è importante intervenire in modo puntuale ed efficace sul mercato del lavoro. Cose già dette?
Cresce il debito pubblico italiano
Il debito pubblico italiano a gennaio ammontava a 2.022 miliardi di euro. A febbraio sembrava fosse successo il miracolo e il debito era sceso di ben 5 miliardi, arrivando così a 2.017, per poi, però, risalire immediatamente dopo, con i 2.034 miliardi di marzo e il nuovo record che ha toccato ad aprile del 2013, con il raggiungimento dei 2.041,3 miliardi.
► L’ Italia virtuosa stia attenta al disavanzo
A dirlo è il bollettino statistico stilato da Bankitalia che spiega questa nuova impennata con l’aumentato fabbisogno delle pubbliche amministrazioni, che negli ultimi quattro mesi hanno avuto necessità di 46,6 miliardi di euro, una cifra che supera di 0,5 miliardi il fabbisogno registrato nello stesso periodo dello scorso anno.
Ad incidere di più sull’aumentato fabbisogno delle pubbliche amministrazioni hanno contribuito quelle locali, con una richiesta maggiore da parte delle Regioni, il cui debito è salito a 46,7 miliardi, in aumento di 1,37 miliardi rispetto al mese precedente.
Meglio le Provincie, che hanno visto calare il debito a 8,26 miliardi dagli 8,5 di marzo, mentre particolarmente virtuosi si sono dimostrati i Comuni che hanno diminuito il loro debito di 1 miliardo di euro.
► Gli otto miliardi della fine della procedure di deficit devono andare alle imprese
Bankitalia, inoltre, evidenzia che nei primi quattro mesi del 2013 sono aumentate le entrate tributarie: +1,58% rispetto allo stesso periodo del 2012.
Presto arriverà il decreto per rendere più semplice il credito alle PMI
È il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni a parlare del possibile arrivo di un decreto, entro breve tempo, che renda più agevole l’accesso al credito per le PMI, le piccole e medie imprese italiane.
► Per Bankitalia diminuiscono i flussi di credito
Il Ministro ha dichiarato, intervenendo questa mattina all’assemblea di Assonime, che il Governo sarebbe già al lavoro per stilare un testo nel quale si preveda una maggiore efficienza del Fondo Centrale di Garanzia che porterebbe una maggiore possibilità di avere a disposizione liquidi alle aziende in modo da sfruttare gli spazi di crescita imprenditoriale presenti nel paese.
Questo decreto sarebbe un ulteriore passo avanti per il progetto di rilancio dell’economia che sta portando a termine il Governo, le cui risorse arriveranno dalla riduzione della spesa pubblica, soprattutto nel settore della sanità, e dall’eliminazione dei sussidi a carico del bilancio.
Inoltre, il ministro dell’economia si è anche posto come garante di fronte delle amministrazioni pubbliche italiane di fronte alle imprese, dichiarando che si impegnerà personalmente nel monitoraggio delle amministrazioni, per far sì che le imprese possano vedersi restituito quanto dovuto.
► Nessuna cartella esattoriale per le imprese creditrici delle PA
Ultimo obiettivo del ministro Saccomanni è di fare in modo che non si ripresenti più un debito così alto delle amministrazioni pubbliche, facendo in modo che anche in Italia, come detta l’Unione Europea, le amministrazioni saldino i conti con le imprese in 30-60 giorni.
Nessuna cartella esattoriale per le imprese creditrici delle PA
Finalmente è stato approvato anche in terza lettura il decreto legge che sblocca i 40 miliardi necessari al pagamento dei debiti accumulati dalle pubbliche amministrazioni nei confronti di imprese e di professionisti italiani.
► Via libera definitivo al decreto sui debiti delle PA
Con questo provvedimento si potrà ridare un po’ di ossigeno alle imprese italiane che nei prossimi anni si vedranno restituire i loro crediti.
Ma il decreto legge contiene anche degli altri importanti provvedimenti per le imprese, soprattutto di natura fiscale.
Il più importante riguarda sicuramente Equitalia: il Governo, infatti, prima di approvare in via definitiva il decreto, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno con il quale si è deciso il blocco delle cartelle esattoriali agli imprenditori e professionisti che possono vantare dei crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni.
Per potersi vedere bloccare le cartelle esattoriali, però, il credito vantato dall’impresa o dal professionista deve essere di importo uguale o superiore a quello della cartella esattoriale.
► Le novità del decreto legge sui debiti delle pubbliche amministrazioni
Anche se l’ordine del giorno per il blocco delle cartelle esattoriali ha riscontrato qualche resistenza all’inizio, l’aula ha poi votato unanimemente a favore per garantire alle aziende di poter davvero tornare ad essere produttive e salvare così anche molti posti di lavoro.
Le novità al dl per lo sblocco dei pagamenti delle PA introdotte dal Senato
Il termine ultimo per l’approvazione del decreto legge per lo sblocco del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso imprese, aziende e professionisti è fissato per la fine di questa settimana.
Il decreto è stato approvato questa mattina dal Senato, ma il testo ha subito delle importanti modifiche, che arrivano dopo gli emendamenti proposti ed approvati la scorsa settimana quando il decreto è stato revisionato dalla Camera.
► Approvato al Senato il decreto legge per lo sblocco dei pagamenti delle PA
Ora, prima di essere convertito in legge, il decreto per lo sblocco dei debiti delle pubbliche amministrazioni, dovrà passare per Montecitorio dove si dovrà decidere che fare delle ulteriori modifiche e poi giungere al testo definitivo.
Le novità introdotte dal Senato al Decreto Legge per lo sblocco dei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni
Platea più ampia per la compensazione dei debiti: saranno compensati tutti i debiti tributari iscritti a ruolo entro il 31 dicembre, allungando così di 8 mesi la scadenza per la registrazione, fissata dal testo precedente ad aprile.
Proroga per la chiusura dei bilanci preventivi dei Comuni: la scadenza è stata prorogata al 30 settembre, prima era stata fissata al 30 giugno.
Estensione degli incentivi statali per le Regioni: il Patto Verticale è stato esteso fino al 2014. Provincie e Comuni avranno così la possibilità di rimodellare gli obiettivo del patto di stabilità interno con maggiore flessibilità.
Comunicazioni telematiche: la pubblica amministrazione dovrà comunicare ai creditori la data e l’importo esatto del pagamento del debito entro il 30 giugno e solo tramite posta elettronica certificata.
► Le novità del decreto legge sui debiti delle pubbliche amministrazioni
Convenzione Abi-Governo per il monitoraggio della destinazione della liquidità proveniente dal pagamento dei debiti.
30 giorni di tempo per saldare i debiti pagati con anticipazioni: le amministrazioni avranno l’obbligo di estinguere i debiti pagati con anticipazione di liquidità entro e non oltre 30 giorni dalla data dell’anticipazione.
Patto si stabilità più morbido per gli enti virtuosi: gli enti che sforeranno i limiti del patto di stabilità per il pagamento dei debiti andranno incontro a sanzioni meno severe.
Stato garante dei debiti maturati fino al 2012: in questo modo si potrà procedere più velocemente al pagamento dell’intero stock del debito.
Taglio dei fondi per le imprese per il finanziamento dei Comuni che hanno avuto tagli di risorse a causa dell’Imu: si tratta di circa 400 milioni di euro.
Stop all’Imu su immobili categoria D: impianti sportivi, teatri e capannoni di proprietà dei comuni non saranno soggetti all’Imu.
Tagli: al fine di reperire la liquidità necessaria la pagamento dei debiti saranno tagliati i fondi dei ministeri dell’Economia, del Lavoro e degli Affari esteri, il fondo per gli interventi strutturali di politica economica, i fondi per l’editoria e le risorse anche per le fonti rinnovabili.
Sono invece stati esclusi dai tagli previsti dal testo del decreto legge la scuola, la ricerca, l’Expo 2015 e i fondi per la cooperazione internazionale, anche se sono state introdotte delle riduzioni per le indennità di servizio all’estero per il personale delle ambasciate.
► Gli otto miliardi della fine della procedure di deficit devono andare alle imprese
Crediti certificabili anche per i professionisti.
Società in house: questo tipo di società potranno utilizzare la liquidità che arriva dal pagamento dei loro crediti per pagare quelli che hanno accumulato a loro volta verso imprese e professionisti.
Proroga per Equitalia: le amministrazioni potranno rivolgersi ad Equitalia per la riscossione delle imposte, compresa la Tares, fino al 1 gennaio 2014, termine entro il quale dovranno rendersi autonome.