Approvato al Senato il decreto legge per lo sblocco dei pagamenti delle PA

 Il Decreto legge per lo sblocco dei pagamenti alle pubbliche amministrazioni ha ricevuto questa mattina il sì del Senato – 247 voti a favore, 7 astenuti e nessun contrario – dopo che qualche giorno fa sono stati discussi e approvati alla Camera gli ulteriori emendamenti proposti.

► Le novità del decreto legge sui debiti delle pubbliche amministrazioni

Ora, il decreto legge dovrà tornare a Montecitorio per la terza lettura e per l’approvazione definitiva, il tutto entro la fine della settimana.

Gli emendamenti approvati

Il testo arrivato al Senato conteneva molti emendamenti proposti dai vari relatori, per la maggior parte, però, sottoposti a revisione:

pagamento dell’intero debito delle pubbliche amministrazioni entro il 2014 attraverso anticipazioni del sistema creditizio nazionale e internazionale con garanzia dello Stato;

esonero per i comuni dal pagamento dell’Imu sugli immobili di loro proprietà;

proroga di sei mesi dei poteri di Equitalia per la riscossione delle imposte contestate per conto dei Comuni;

eliminazione della riserva dello Stato sull’Imu sugli immobili di categoria D di proprietà dei Comuni;

revisione dei criteri di ripartizione del fondo sperimentale di riequilibrio e la semplificazione dei criteri per il fondo di solidarietà comunale per il 2013.

► Gli otto miliardi della fine della procedure di deficit devono andare alle imprese

 

 

Le novità del decreto legge sui debiti delle pubbliche amministrazioni

 La commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera al Dl sui pagamenti dei debiti della Pa che sarà votato, poi, esaminato e votato dalla Camera mercoledì 5 giugno per l’ufficializzazione definitiva del testo e dei vari emendamenti.

► 250 emendamenti al decreto sui debiti della Pubblica amministrazione

Il decreto legge sui pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni è stato, fin dall’inizio, un testo molto discusso, che però, finalmente, sta giungendo alla sua versione definitiva. Di seguito riportiamo le principali novità al testo che dovranno passare all’esame della Camera.

Il nuovo testo prevede che le Pubbliche amministrazioni inizino il pagamento dei loro debiti non solo alle imprese ma anche ai professionisti e la concessione entro il 2014 della garanzia dello Stato per l’agevolazione della cessione dei crediti maturati nei confronti della Pubblica amministrazione entro il 2012 a banche e ad altri intermediari finanziari.

Sul fronte delle pubbliche amministrazioni, la nuova versione del decreto legge sullo sblocco dei debiti, prevede che per i comuni sei mesi di tempo (fino al 1 gennaio 2014) in più per organizzare la riscossione in proprio dei tributi, anche ricorrendo ad Equitalia.

► Le conseguenze dell’uscita di Equitalia dai Comuni

Inoltre, il decreto prevede un ammorbidimento della legge di stabilità per le amministrazioni locali che si dimostrano particolarmente virtuose.

 

I conti pubblici dell’Italia promossi dall’Europa

 E’ ormai ufficiale la notizia che nella giornata di domani il commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn chiuderà una volta per tutte la procedura di infrazione per eccesso di deficit, aperta nel 2009, che ancora grava sul nostro Paese.

Verso la chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo

Un discreto traguardo, dunque, per l’ Italia, che ha risanato lo stato dei suoi conti pubblici, e che, grazie all’ operato del Governo Monti ha chiuso il 2012 con un deficit al 3%. Ora gli obiettivi per il futuro saranno, però, quelli di mantenere tali risultati anche nei prossimi due anni.

Sei raccomandazioni per la promozione sui conti pubblici

La buona notizia, tuttavia, è quella secondo cui la chiusura della procedura di infrazione conferirà al Governo dei piccoli margini di manovra per l’ attuazione dei provvedimenti che l’ esecutivo ha annunciato di varare, notizia di cui lo stesso premier Enrico Letta si è detto soddisfatto.

Solo nel mese di luglio, tuttavia, l’ Italia potrà effettivamente conoscere l’ ammontare delle risorse economiche su cui poter contare, quando da Bruxelles saranno rese note le regole e i parametri relativi  alle spese che per l’ Europa “generano crescita” e che quindi non andranno conteggiate all’ interno del deficit.

Gli otto miliardi della fine della procedure di deficit devono andare alle imprese

 L’Unione Europea ha deciso di chiudere la procedura di infrazione aperta contro l’Italia per deficit eccessivo. Ancora la decisione non è ufficiale – arriverà solo per il 29 maggio – ma, a meno di grandi rivolgimenti in questi due giorni, la procedura sarà chiusa.

► Verso la chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo

Il beneficio che ne trarrà l’Italia in termini economici è la liberazione di circa otto miliardi di euro che non saranno più bloccati al fine di mantenere stabile il livello del debito pubblico del paese. Cosa ci si può fare con queste nuove risorse?

Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, ha le idee molto chiare e le ha espresse poche ore fa di fronte all’assemblea degli industriali di Varese: questi soldi devono essere dati alle imprese, come rinforzo allo sblocco dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione.

I debiti che la pubblica amministrazione ha accumulato nei confronti delle imprese, infatti, ammontano a circa 130/140 miliardi di euro: tutti soldi che non devono essere considerati come sovvenzioni, ma sono il risultato di servizi, prodotti e forniture fatte allo Stato dalle imprese e dai professionisti italiani che lo Stato ha l’obbligo di restituire.

► Banche tornano in utile, ma non concedono prestiti a imprese e famiglie

E questo passo è fondamentale soprattutto in questo periodo che lo stesso Squinzi definisce di credit crunch: le banche non concedono prestiti e il minimo che lo Stato possa fare per le sue imprese è garantire la liquidità per gli investimenti e la produzione.

250 emendamenti al decreto sui debiti della Pubblica amministrazione

 E’ scaduto questa mattina il termine ultimo di presentazione degli eventuali emendamenti al decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione, con cui il Governo ha intenzione di sbloccare la situazione dei mancati pagamenti alle imprese creditrici dello Stato.

Debiti delle Pubbliche Amministrazioni: il Decreto attuativo in 10 punti

In commissione Bilancio sono state dunque presentate 252 proposte di modifica, sulle quali il Senato sarà chiamato ad esprimere le sue valutazioni a partire da martedì prossimo, per poi arrivare alla lettura definitiva da parte della Camera entro il 4 di Giugno.

Primo passo nello sblocco dei pagamenti dei debiti delle PA

Le possibilità sostanziali di modifica, tuttavia, a detta di fonti governative, sono piuttosto ristrette, a causa dei limiti di bilancio che fissano le risorse disponibili per il momento a 40 miliardi per i prossimi due anni e alla necessità di mantenere il giusto rapporto tra debito e PIL.

Gli emendamenti su cui sembra però più certa la discussione sono la semplificazione della certificazione del debito attraverso la norma del silenzio – assenso; l’estensione della compensazione tra crediti commerciali e debiti; la proposta di estendere il pagamento dei debiti anche a quelli contratti nella prima parte del 2013, dal momento che per ora il decreto copre solo quelli fino a dicembre 2012. Altre proposte riguardano, infine, la non sanzionabilità degli enti locali che hanno pagato le imprese creditrici.

Cartolarizzazione dei crediti, la soluzione della BCE al credit crunc

 Le banche dei paesi del Sud Europa non concedono più crediti alle piccole e medie imprese. Un grave danno che si aggiunge ad una situazione già di profonda sofferenza e che rischia di portare al collasso l’economia reale, ossia l’economia fatta dalle persone e dai loro consumi.

► Le imprese italiane non chiedono prestiti e il credito peggiora

La BCE ha concesso una bella iniezione di liquidità alle banche ma, dati alla mano, sembra che questi soldi non abbiano avuto, da parte delle banche, la destinazione voluta. Per risolvere questa problematica Mario Draghi, il numero uno dell’Euro Tower, propone la sua soluzione: la cartolarizzazione dei crediti.

In cosa consiste la cartolarizzazione del credito?

In gergo tecnico chiamata anche asset-back securities, la cartolarizzazione del credito prevede in caso di prestito di denaro da parte di un istituto di credito ad una impresa, che questo non verrebbe iscritto nel bilancio della banca perché sarebbe trasferito ad una società esterna –  a gestione pubblica o controllata dalla BCE – che emette delle obbligazioni pari al prestito concesso dalla banca.

► Calo vertiginoso dei prestiti alle imprese nel 2012

Le obbligazioni sarebbero pagate con le rate di restituzione dei debitori. In questo modo le banche potrebbero concedere prestiti a rischio zero, anche se tale rischio sarebbe trasferito sull’obbligazionista. Rischio che però si assottiglierebbe notevolmente se l’obbligazionista fosse un ente pubblico, come l’ESM, il Fondo salva-stati permanente, se non la BCE stessa.

Primo passo nello sblocco dei pagamenti dei debiti delle PA

 I primi beneficiari degli effetti del decreto che sblocca i fondi per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni saranno gli enti locali ai quali è stato concesso tutto il plafond disponibile del governo come primo anticipo.

► Debiti delle Pubbliche Amministrazioni: il Decreto attuativo in 10 punti

Le 1.500 richieste pervenute al Ministero dell’Economia entro il 30 aprile 2013 sono state tutte accolte e, in totale, ai comuni che ne hanno fatto richiesta, saranno elargiti 3,6 miliardi di euro con i quali poter pagare quanto dovuto alle imprese e ai professionisti italiani.

Con questa prima elargizione il Ministero ha così rispettato il termine del 15 maggio previsto dalla norma.

Ma, se da un lato tutte le richieste arrivate al Mef sono state soddisfatte, il plafond a disposizione del Ministero – ammontante a 3,6 miliardi di euro – non è stato sufficiente a coprire l’intero debito stimato. Quindi, quanto disponibile sarà elargito, come prevede la norma, in base ad un criterio proporzionale per una percentuale pari a circa il 62% dell’importo richiesto.

► L’Ance avverte il Governo: il decreto non basta a frenare il debito delle Pa

Le erogazioni di questi anticipi saranno effettuate dalla Cassa Depositi e Prestiti per un ammontare di 1,8 miliardi durante quest’anno e i restanti per il 2014.

Debiti delle Pubbliche Amministrazioni: il Decreto attuativo in 10 punti

 Le imprese italiane attendono con impazienza che il decreto per lo sblocco dei pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione arrivi al via libera definitivo.

Non c’è ancora molto da aspettare e, a meno di ulteriori stravolgimenti in corsa, l’approvazione alla Camera è prevista per il 7 giugno 2013.

Vediamo allora cosa prevede questo decreto e come influenzerà la vita delle imprese italiane.

► L’Ance avverte il Governo: il decreto non basta a frenare il debito delle Pa

1. I tempi di pagamento dei debiti

Comuni e province avranno 30 giorni di tempo, da quando il ministero dell’Economia eroga l’anticipo, per pagare i debiti che imprese e professionisti vantano, ovviamente dietro certificazione, nei confronti delle Amministrazioni.

2. Possibilità di inserimento dei crediti nella dichiarazione dei redditi

Come voluto dai deputati del Movimento 5 Stelle, le imprese e i professionisti che vantano dei crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione potranno indicarne il valore – per i crediti certi, liquidi e esigibili – nella dichiarazione dei redditi, attraverso un allegato dedicato che dovrà essere predisposto dal ministero delle Finanze.

3. Sospensione dei lavori degli appalti in caso di mancato pagamento

Le imprese che stanno eseguendo lavori per appalti pubblici possono sospendere i lavori per mancato pagamento dell’importo contrattuale di almeno il 15% e non oltre il 25%.

4. Predisposizione di una convenzione tra Governo e associazioni di categoria per il monitoraggio

Governo e associazioni di categoria dovranno collaborare per controllare che l’immissione di liquidità per le imprese derivante dal pagamento dei debiti sia realmente utilizzata a sostegno dell’economia reale.

► Arrivano ai Comuni i primi soldi dal decreto attuativo

5. Aggiornamento del Def

Il Governo ha l’obbligo di aggiornare il Def – Documento di Economia e Finanza – con l’introduzione di una relazione sul decreto per lo sblocco del pagamento dei debiti della PA e sugli eventuali altri provvedimenti per lo smaltimento dell’intero debito.

6. Obbligo di regolarità delle imprese 

Le imprese che vogliono vantare crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni dovranno dimostrare di essere in regola con la contribuzione: in caso contrario al valore del credito da restituire sarà tolto l’ammontare di quanto manca per la regolarizzazione delle posizioni Inps, Inail o Cassa edile.

7. Autenticazione gratuita degli atti di cessione

Le imprese possono rivolgersi all’ufficiale rogante dell’amministrazione debitrice per l’autenticazione  gratuita del credito vantato. Lo stesso può essere fatto tramite atto notarile ma previo pagamento da parte dell’impresa dell’onorario spettante, anche se dimezzato.

8. Nessun aumento delle tasse per le Regioni

Come proposto dal Movimento 5 Stelle le Regioni che devono pagare dei debiti nei confronti delle imprese e dei professionisti non potranno aumentare le tasse, come previsto nella prima versione del decreto per lo sblocco del pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, per poter procedere a sanare i debiti del settore sanità.

Potranno solo intervenire sulla spesa corrente dell’amministrazione stessa.

9. Utilizzo obbligatori della poste certificata

Tutte le informazioni in merito all’importo e alla data di pagamento dei debiti che le amministrazioni devono far pervenire alle imprese e ai professionisti creditori – da inviare entro e non oltre il 30 giugno 2013 – dovranno essere fatte per via telematica ma con utilizzo obbligatorio di una casella di Posta Elettronica Certificata (PEC)

► I tagli all’editoria salveranno le sigarette elettroniche

10. Da dove arriveranno le risorse per il mantenimento degli obiettivi di stabilità?

Ciò che preoccupa di più le amministrazioni regionali e provinciali è sicuramente il rispetto degli obiettivi del patto di Stabilità previsto per il 2013 e il 2014.

Da un lato il decreto per lo sblocco del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione prevede che il governo ampli gli spazi finanziari previsti da tale patto. Inoltre sono state previste altre fonti di approvvigionamento che arriveranno dal taglio dei fondi per l’editoria, di quelli per il fondo Ispe e ulteriori tagli sono stati previsti per Ministero del Lavoro e Ministero degli Affari Esteri.

Salve le sigarette elettroniche.

L’Ance avverte il Governo: il decreto non basta a frenare il debito delle Pa

L’Ance avverte il Governo: pericolosissimo abbassare la guardia per quanto concerne i debiti della Pubblica amministrazione. Un passo è stato fatto con l’approvazione alla Camera del decreto ma non è sufficiente.

Non basta perché il Dl sblocca solo 7,5 dei 19 miliardi necessari nel 2013. All’appello ne mancherebbero dunque circa dodici. Risorse che se venissero rimesse in circolo, farebbero aumentare il Pil dell’1 per cento.

In un dossier esposto oggi a Roma i costruttori edili hanno messo in fila una serie di numeri relativi ai pagamenti.

In ballo, nello specifico, ci sono 19 miliardi di pagamenti in ritardo per quanto riguarda i lavori pubblici. Di questi, sette sono a livello statale e dodici sono a livello locale.

A fronte di ciò, come ha messo in evidenza l’Ance, il piano contempla “Soltanto 7,5 miliardi di pagamenti in conto capitale nel 2013 e nessun pagamento nel 2014”. Ne consegue che rimarrebbero non pagati 12 miliardi di euro di crediti delle imprese nel settore costruzioni.

Ai 7,5 miliardi si arriva mettendo insieme i 4,5 miliardi riconosciuti a Comuni e Province (su 5,2 miliardi di richieste), i 2,2 spettanti alle Regioni e i 500 milioni (su domande per 1,2 miliardi) distribuiti alle Pa centrali.

Male anche il piano di certificazione dei crediti, che procede a rilento. Secondo il decreto pagamenti, il piano bloccarsi entro il 29 aprile. Tuttavia, stando all’Ance si protrarrà almeno fino al prossimo mese.

Nuovo record del debito pubblico italiano

2.034,725 miliardi di euro. A tanto ammonta il debito pubblico in Italia a marzo. Si tratta di un nuovo record storico successivamente a quello di 2.022,7 miliardi euro fatto registrare nel gennaio di quest’anno. Un nuovo aumento, dopo il leggero calo a 2.017,6 miliardi del mese di febbraio 2013. I dati sono stati messi a disposizione dalla Banca d’Italia.

Per effetto di questi numeri, osserviamo che a marzo il debito è aumentato di 17,1 miliardi. Lo scorso anno, di questi tempi, l’asticella faceva segnare 1.955,027 miliardi di euro. Bankitalia spiega l’aumento come il riflesso del fabbisogno del mese di marzo”. Un aumento di 21,8 miliardi, inferiore di 3,8 rispetto a quello dello stesso mese dell’anno precedente.

Tale fabbisogno, elevato per fattori stagionali, è – come spiegano da via nazionale “parzialmente controbilanciato dal calo di 3,8 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (a 45,9 miliardi)”.

L’aumento settore per settore

Per quanto riguarda la ripartizione per sottosettori, in confronto a febbraio il debito delle Amministrazioni centrali è in aumento di 16,9 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali è in aumento di 0,2 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.

Per quanto riguarda invece le entrate tributarie nel primo trimestre dell’anno esse si aggirano intorno agli 83,829 miliardi di euro. Si tratta di un leggero rialzo (+0,79%) in confronto allo stesso trimestre del 2012.