L’ Europa pian piano esce dal tunnel della recessione, ma per l’Italia,c’ è ancora incertezza. Il commissario europeo agli Affari Economici, Olli Rehn, vede così la situazione dell’Italia e dell’intera Ue.
Deficit
Ocse certifica la crescita del debito-Pil italiano
L’Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico, ha reso pubblico il consueto Economic Outlook. Poche buone nuove per quanto riguarda l’Italia, che pur plaudendo per il lavoro fatto nel settore del consolidamento fiscale, insiste che il rapporto tra deficit pubblico e Prodotto interno Lordo, è ancora a livelli troppo elevati. Pertanto potrebbero rendersi obbligatorie ulteriori manovre di riaggiustamento dei conti.
Verso la seconda manovra correttiva in soli due mesi?
Il pareggio di bilancio, prima di tutto. Il pareggio di bilancio e l’Europa, che ancora oggi osserva da lontano i conti pubblici italiani affinché il Paese non ricada nel dramma delle procedura di infrazione per deficit eccessivo, al nuovo sforamento del tetto perentorio del 3% del rapporto tra debito e PIL.
Carlo Cottarelli accetta l’incarico di commissario per la spending review
Risale solo a qualche giorno fa l’annuncio, da parte del Presidente del Consiglio Enrico Letta, del nome di colui che dovrà aiutare lo Stato Italiano a fare finalmente pace con le sue ingenti spese. Si tratta di Carlo Cottarelli, individuato anche dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni come il futuro commissario per la spending review, che avrà quindi il compito di ridurre il più possibile i costi della dispendiosa, più che imponente, macchina statale italiana.
Il viceministro Fassina annuncia misure di contenimento del debito a breve
Secondo gli esperti analisti dell’agenzia di rating americana Moody’s, l’Italia non sarà in grado, nell’immediato futuro di mantenere il proprio deficit al di sotto del limite del 3% del Prodotto Interno Lordo, limite impostole dalla Commissione Europea per evitare di ricadere in una ulteriore procedura di infrazione per eccesso di debito.
Per Moody’s l’Italia supererà il tetto del 3% del deficit
L’agenzia di rating americana Moody’s accoglie bene la notizia della rinnovata fiducia espressa dal Senato al Presidente del Consiglio Enrico Letta, sostenendo, attraverso i suoi portavoce che si tratta del miglior risultato possibile a livello economico, dal momento che il perdurare di un clima di instabilità politica non avrebbe affatto avvantaggiato la situazione economica del Paese e quella del suo rating, così importante in ambito internazionale.
Anche debito pubblico e banche italiane nel rapporto del FMI sull’Italia
Con la pubblicazione della relazione finale sullo stato dell’economia italiana i commissari internazionali del Fondo Monetario Internazionale hanno tracciato un’analisi approfondita della situazione dell’economia del nostro paese, che appare purtroppo ancora travagliato da importanti problemi, come quello del lavoro, che ne fanno un sorvegliato speciale.
Per il FMI il deficit italiano salirà al 3,2% entro la fine del 2013
Mentre il Presidente del Consiglio Enrico Letta si trova ancora in America, impegnato in un lungo tour diplomatico che lo scopo, tra le altre cose, di rassicurare gli investitori internazionali sulla stabilità politica del Paese, arrivano dal Fondo Monetario Internazionale – FMI – previsioni non positive per quanti riguardano i conti pubblici italiani.
Letta annuncia interventi per ritornare sotto il tetto del 3% del deficit
Dall’America, dove sta completando attualmente il suo viaggio il Presidente del Consiglio Enrico Letta, arrivano novità importanti per l’Italia, che solo da poco tempo a questa parte ha preso coscienza dell’esistenza di quello sforamento dei conti pubblici che hanno portato il rapporto debito – PIL a superare la soglia concessa del 3%. Solo alcuni giorni fa, infatti, come è noto, l’esecutivo ha dovuto inserire all’interno del Def, il Documento di Economia e Finanza le previsioni relative alla situazione economica che attende il Paese nei prossimi mesi e al capitolo debito pubblico, si è stati purtroppo costretti ad essere realisti e a scrivere il fatidico valore del 3,1%.