Preoccupa il dato della disoccupazione giovanile (15-24 anni). Nel 2014, sulla scia di un’incremento generale, il tasso aumenta di 0,7 punti. Ancora una volta, inoltre, la situazione è particolarmente critica a Sud. Il meridione rimane l’area con più inoccupati. Il numero, in totale, è salito vertiginosamente. Basti pensare che rispetto al 2008, ci sono un milione di inoccupati in più.
Disoccupazione
Disoccupazione giovanile altissima in Italia, Grecia e Spagna
Sono circa il 40% i ragazzi italiani tra i 15 e i 24 anni privi di lavoro. Un dato a dir poco preoccupante. Siamo in ‘buona compagnia’ dal momento che anche in Grecia e Spagna la situazione è simile.
I tre Paesi citati sono in cima alla classifica della disoccupazione giovanile fra 18 i Paesi dell’Eurozona. Lo scrive la Bce, rilevando che Atene e Madrid vestono la maglia nera. Il livello si attesta “su valori compresi fra il 50 e il 60%. Ma il nostro Paese non fa molto meglio con indici “prossimi al 40%”. Stesso discorso per Portogallo e Cipro.
Disoccupazione in lieve calo a dicembre ma a +10 in un anno
Scarsi e deboli movimenti di vitalità arrivano dal fronte occupazionale in Italia, soprattutto per quanto riguarda i giovani.
Secondo gli ultimi dati ISTAT, nel mese di dicembre 2013 il livello di disoccupazione si è attestato al 12,7%, segnando un calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente, ma registrando una crescita del 10% rispetto all’anno 2012.
In valori assoluti, i disoccupati in Italia sono 3 milioni 229 mila, cioè 32 mila in meno rispetto a novembre, ma 293 mila in più rispetto a dicembre del 2012 (+10,0%).
Contestualmente continua a scendere il numero degli occupati: a dicembre 2013 erano 22 milioni 270 mila, con una diminuzione dello 0,1% rispetto a novembre (-25 mila persone) e dell’1,9% su base annua (-424 mila persone). Il tasso di occupazione, che corrisponde al 55,3%, è diminuito complessivamente di 0,1 punti percentuali.
In Europa meno disoccupati e più inflazione
La disoccupazione tra i giovani della fascia d’età 15-24 anni tocca il 41,6%, segnando il massimo storico a partire dal 1977. La percentuale segna una flessione dello 0,1% rispetto al mese precedente ma un aumento del 4,2% anno su anno.
A dicembre,i dati di Eurostat documentano una disoccupazione ferma al 12% per l’Eurozona e in calo dal 10,8% di novembre al 10,7% per i 28 paesi UE . I disoccupati ammontano a 26,200 milioni, con una flessione di 162 mila unità.
Tra i paesi membri i tassi di disoccupazione più bassi riguardano l’ Austria (4,9%),la Germania (5,1%) ed il Lussemburgo (6,2%), mentre quelli più alti coinvolgono la Grecia (27,8%) e la Spagna (25,8%). I rialzi più forti dell’indice di disoccupazione si sono registrati a Cipro (da 13,9% a 17,5%), in Italia (da 11,5% a 12,7%), in Grecia (dal 26,1% al 27,8), in Olanda (da 5,8% al 7%).
Tassi in discesa invece in Irlanda (da 14% a 12,1%), in Lettonia (da 14% a 12,1%) e in Lituania (da 13 a 11,4%).
In Europa meno disoccupati e più inflazione
La situazione economica in Europa è in chiaroscuro. Da una parte ci sono deboli segnali incoraggianti dal lavoro, dall’altra l’allarme sull’inflazione.
Eurostat ha affermato che ci sono 129 mila disoccupati in meno rispetto al mese precedente anchee se il tasso di disoccupazione è stabile al 12%. Il dato è modesto ma buono visto che è il primo calo di rilievo dopo una fase molto lunga caratterizzata da peggioramento. Questi sono gli anni in cui l’Europa ha vissuto la recessione a seguito della crisi finanziaria e poi la crisi dei debiti pubblici.
L’inflazione dell’Eurozona ancora in calo
La situazione però non è ancora buona in genere, visto che il tasso di disoccupazione al 12% è sempre vicino al record del 12,1%. Su base annua, poi, il numero di disoccupati è aumentato di 130 mila unità.
L’inflazione preoccupa con Eurostat che ha comunicato come a gennaio cìè stato un nuovo rallentamento allo 0,7%. Le revisioni degli analisti non erano di questo tipo e si allontana la stabilità dei prezzi con il rischio deflazione e l’obiettivo dell’inflazione al 2% più lontano.
Dagli ultimi mesi dello scroso anno sull’area ci sono timori di deflazione anche per l’indebolimento della crescita dei prezzi. Questo ha condotto la Bce a tagliare i tassi di interesse a novembre arrivando al nuovo minimo storico dello 0,25%.
Il presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi ha affermato che si è pronti a entrare in azione se necessario, ribadendo che i tassi rimarranno bassi a lungo. I dati di oggi potrebbero influenzare la prossima riunione della Bce, mentre fino a ora gli analisti non si aspettavano novità di spessore.
Lavoro, a rischio 200.000 posti
L’Osservatorio Cisl rimarca che gli esuberi sono circa il 15% degli occupati complessivi delle imprese coinvolte. Diciotto delle imprese per le quali il ministero ha aperto un dossier hanno cessato l’ attività (2.300 i lavoratori coinvolti). Nel 2013 sono stati firmati 62 accordi al ministero che hanno evitato circa 12.000 licenziamenti.
Il piano straordinario sul lavoro del Ministro Giovannini
“Nel terzo trimestre 2013 per la prima volta dopo 5 trimestri il saldo tra nuovi contratti di lavoro e cessazioni è attivo” grazie innanzitutto “ai contratti a tempo indeterminato e apprendistato che hanno beneficiato degli incentivi”. Così Enrico Giovannini,il ministro del Lavoro, reclama i frutti dell’azione di governo durante un’audizione alla Commissione Lavoro del Senato.
Bankitalia, nel 2014 migliora l’economia ma non la disoccupazione
L’economia italiana è al turning point e le prospettive di una ripresa diventano realistiche e concrete: resta grave però lo stato di salute del mercato del lavoro.
È questa la stima del Bollettino Economico emesso dalla Banca d’Italia per il futuro prossimo della nostra economia: in base a questi dati il PIL nazionale dopo essere calato di un altro 1,8% nel 2013, aumenterà dello 0,7% nel corso di quest’anno e dell’1% nel 2015.
► Per Bankitalia ripresa debole e non priva di problemi
In realtà una prima percentuale positiva è già stata raggiunta negli ultimi tre mesi del 2013, dopo l’interruzione della flessione registrata nel terzo trimestre.
► Per Bankitalia la disoccupazione crescerà nei prossimi due anni
Le valutazioni espresse nel Bollettino di Bankitalia divergono comunque rispetto a quelle fissate nel DEF del governo, che punta su un più consistente incremento del Pil sia per il 2014 (1%) che per il 2015 (1,7%). Nei prossimi due anni tuttavia la ripresa sarà sostanzialmente lenta e a rischio in tutta la zona euro.
Sul fronte del lavoro, “nonostante i primi segnali di stabilizzazione dell’occupazione e di aumento delle ore lavorate”, la situazione resta invece difficile: sempre secondo il rapporto della Banca Centrale infatti la disoccupazione toccherà il picco del 12,8% nel 2014 e del 12,9% nel 2015, per poi iniziare a deflettere.
Nello scenario complessivo del prossimo biennio, il prodotto dovrebbe segnare un lento recupero, grazie anche ad un miglioramento della domanda interna e ad un politica monetaria agevolante, con tassi livellati al minimo storico dello 0,25%.
Il mese di novembre 2013, a confronto con il mese di novembre 2012, ha registrato nel contempo (dati Istat) una sensibile riduzione del volume totale di export italiano (-3,4%), con un saldo commerciale comunque superiore di 3,1 miliardi.
Per Bankitalia la disoccupazione crescerà nei prossimi due anni
Bankitalia ha presentato il suo bollettino in cui si parla della situazione economica in Italia. Le previsioni economiche sono di una ripresa debole grazie soprattutto alle esportazioni. Per le piccole imprese e per la domanda interna invece la situazione è negativa. I problemi sono soprattutto per le imprese del sud. In questo senso, la crescita debole non è per così dire lineare e ci sono incertezze che bisogna considerare.
► Disoccupazione in crescita e quella giovanile è da record
La Banca d’Italia parla anche di uno dei principali problemi dell’Italia in questo periodo, la disoccupazione. Il tasso di disoccupazione è alto ed è in crescita, con il livello raggiunto dalla disoccupazione giovanile che desta una certa preoccupazione.
La ripresa del Pil è prevista per quest’anno e per il prossimo anno. Una ripresa debole che non avrà influenze significative sul tasso di disoccupazione. Bankitalia prevede quindi la disoccupazione in crescita al 12,8% per quest’anno e al 12,9% per il 2015. La Banca d’Italia afferma che il miglioramento dell’attività economica “si trasmetterebbe gradualmente e con ritardo al mercato del lavoro”.
Per ciò che concerne l’inflazione, le previsioni sono al ribasso rispetto a luglio. Si prevede un calo per quest’anno all1,1% mentre nel 2015 dovrebbe risalire all1,5%. Questa crescita dovrebbe dipendere dalla “flessione della componente energetica e dalla contenuta dinamica dei prezzi interni che sconta l’ampia capacità produttiva inutilizzata delle imprese”.
Il possibile rischio deflazione viene visto modesto e c’è il rischio che l’inflazioni cali più di quanto atteso.
Sulla questione del credito, per Bankitalia è un peso che influenza in maniera negativa la crescita. Gli acquisti di titoli italiani all’estero sono invece ripresi a settembre e a ottobre.