Sette italiani su dieci temono di perdere il lavoro quest’anno

 Qual è la principale preoccupazione degli italiani per il 2014? Quella di perdere il lavoro. Il nuovo anno è iniziato, come accade spesso, con nuovi propositi e nuove speranze per un futuro migliore. Quest’anno, però, sia aggiunge anche questa paura, viste le difficoltà di oggi a trovare un nuovo lavoro.

L’Istat oggi ha mostrato i dati sul tasso di disoccupazione in crescita al 12,7% e quelli sul tasso di disoccupazione giovanile al 41,6%, cioè al livello più alto dal 1977, da quando esistono le serie storiche.

I giovani del 1977 stavano come quelli di oggi? Difficile da dire, ma di certo le difficoltà a trovare un impiego oggi sono molto consistenti.

 

► Disoccupazione in crescita e quella giovanile è da record

 

Molti italiani ascoltano storie di amici, vicini o conoscenti che hanno perso il lavoro e non sono più riusciti a trovarne un altro. Oppure guardano queste storie in televisione o le leggono sui quotidiani. La disperazione si lega spesso alla perdita del lavoro visto il contesto socio economico e la pressione fiscale che paralizzano il mercato del lavoro.

 

L’anno che finendo è molto negativo per il mercato del lavoro

 

E quanto sono ottimisti gli italiani?

Una ricerca della Coldiretti-Ixé dimostra che sono poco ottimisti, e forse questo è un elemento che si lega alla rinuncia al lavoro, anche a cercarlo, stanchi e spaesati dalle difficoltà. Il 35% degli italiani è pessimista e il 51% pensa che le cose non cambieranno, né in meglio né in peggio. Gli italiani ottimisti sono solo il 14%.

Il sondaggio della Coldiretti-Ixé ha mostrato come più della metà degli italiani a paura che in futuro non avrà un reddito sufficiente a soddisfare i bisogni della sua famiglia. Una paura generalizzata che coinvolge il 53% degli italiani.

E come stanno gli italiani?

Quelli che vivono senza problemi sono il 42%, il 45% arriva a fine mese e a pagare le spese ma non può permettersi lussi e il 10% non può permettersi niente compreso il minimo per vivere.

Disoccupazione in crescita e quella giovanile è da record

 La disoccupazione in Italia sale ancora. La situazione, già grave come dimostrato dai dati precedenti, si aggrava quindi ancora di più con il tasso in crescita che dimostra l’emergenza della questione del lavoro in Italia e richiede azioni prioritarie da parte del governo. Sempre più persone disoccupati e giovani che faticano a a trovare un lavoro.

L’Istat ha mostrato come il tasso di disoccupazione è arrivato al 12,7%, in aumento dello 0,2%. La disoccupazione giovanile è poi sempre in una situazione allarmante, anzi ancora peggiore. Il tasso di disoccupazione giovanile è arrivato al 41,6% e anche in questo caso l’aumento è dello 0,2%. Questi dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica si riferiscono a novembre e l’aumento è riferito al mese precedente.

 

► Dall’inizio della crisi la disoccupazione giovanile è cresciuta del 14%

 

La disoccupazione batte i record e fa storia, essendo la più alta dal 1977, ossia da quando sono iniziate le rilevazioni statistiche su questo ambito. A livello numerico, i disoccupati della fascia di popolazione tra i 15 e i 24 anni corrispondono a 659 mila.

 

► Nuovo record disoccupazione, ad ottobre sono più di 3 milioni

 

Il numero di disoccupati è di 3 milioni 254 mila con una crescita maggiore tra gli uomini. Gli occupati a novembre sono 22 milioni 292 mila, in calo dello 0,2% rispetto al mese precedente.

La situazione italiana è leggermente peggiore di quella europea. Il dato sull’Europa mostra il tasso di disoccupazione al 12,2% nello stesso periodo. La disoccupazione giovanile in Europa è invece al 24,2% e in questo caso il dato italiano è decisamente peggiore. Il nostro Paese ha fatto registrare l’aumento più alto del tasso di disoccupazione nella Ue dopo Cipro come dimostra Eurostat. La questione della disoccupazione giovanile è quindi veramente difficile e richiede misure abbastanza urgenti per il futuro dell’Italia.

Dall’inizio della crisi la disoccupazione giovanile è cresciuta del 14%

 L’Istat ha mostrato dati negativi sulla situazione lavorativa e sociale in Italia dall’inizio della crisi. Il livello di povertà nel nostro Paese è ai massimi storici, mentre la disoccupazione è aumentata di 14 punti da quando la crisi ha avuto inizio. Nei dati di “Coesione sociale 2013”, l’Istituto Nazionale di Statistica ha messo in mostra una disoccupazione giovanile che ha superato il 35%, mentre nel 2008, prima della crisi, era al 21%. I dati sul 2012 sono preoccupanti anche per quanto riguarda la povertà relativa, salita al 12,7% delle famiglie residenti in Italia e al 15,8% degli individui.
Il Rapporto dell’Istat mostra come la disoccupazione generale è invece cresciuta nel 2012 del 2,3% rispetto al 2011 arrivando vicino all’11%. La crescita della disoccupazione rispetto al 2008 è di 4 punti percentuali.
Che il 2012 sia stata un anno negativo per il lavoro lo dimostrano anche i dati degli occupati nel nostro paese, 22 milioni 899 mila, 69 mila in meno rispetto al 2011. Anche qui la fascia giovanile è quella più penalizzata, con la classe di età 15-24 anni che ha fatto registrare dal 2008 un abbassamento di occupati del 5,8%. Il 13,8% dei lavoratori dipendenti ha un contratto a tempo determinato e questi sono soprattutto giovani e donne. Gli occupati part-time sono il 17,1% con la componente femminile che è la parte maggiore.
La condizione di povertà relativa cresce anche per effetto dell’aumento della disoccupazione. I valori sulla povertà relativa mostrati dall’Istat sono i più alti dal 1997, cioé da quanto sono iniziate le serie storiche. A pagare soprattutto la situazione sono le famiglie numerose, con figli minori e residenti al sud. Gli anziani in situazione di povertà al sud sono il 27,2%.

L’Istat mostra come il 27% dei giovani non lavora e non studia

 In Italia la questione della disoccupazione giovanile è un’emergenza sempre più grande. Il tasso di disoccupazione giovanile è arrivato al 41,2% e questo significa che circa un giovane su due tra i 15 e i 24 anni non ha un lavoro. La situazione della disoccupazione generale si aggrava quindi quando si parla di giovani. Le aziende non assumono, anche per i costi alti del lavoro in Italia, o assumono con contratti temporanei. E i giovani che fanno?
Per i dati dell’Istat sui “Neet“, non solo un giovane su due non lavora, ma molti di quelli disoccupati nemmeno studiano. In sostanza, alcuni giovani non fanno niente. Il “Neet” è un’espressione di origine inglese, significa “Not engaged in Education, Employment or Training” che tradotto vuol dire appunto che non lavorare, non studiare e non essere all’interno di un percorso di formazione o di stage. I dati dell’Istat hanno mostrato che il 27% dei giovani tra i 15 e i 34 anni sono “Neet”. Sono tanti quindi quelli che non lavorano, non studiano, non stanno facendo un percorso di formazione o uno stage. Un dato preoccupante per il presente e per il futuro dell’Italia.
Lo studio dell’Istat ha mostrato che nel terzo trimestre del 2013, i giovani con meno di 35 anni in questa situazione sono 3,75 milioni. I numeri crescono al sud raggiungendo il 36,2%. Nel mezzogiorno, quindi, i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in percorsi di formazione o stage sono circa 2 milioni. Il problema per questi giovani è che l’inserimento lavorativo è considerato molto difficile. Quindi, non è solo il dato sulla disoccupazione giovanile a preoccupare, ma anche l’assenza totale di progetto e di opportunità che rende la situazione di alcuni giovani disperata e rinunciataria non lasciando molte possibilità alla crescita e allo sviluppo personale.

L’anno che sta finendo è molto negativo per il mercato del lavoro

 L’anno che sta per finire potrebbe essere ricordato come un anno nero per il lavoro. In Italia, in questo 2013 la problematica occupazionale si è acuita e i dati mostrano come quella del lavoro è una vera emergenza economica e sociale. La disoccupazione è elevata, sia quella generale sia quella giovanile. Quest’ultima ha raggiunto livelli preoccupanti.

► Nuovo record disoccupazione, ad ottobre sono più di 3 milioni

La crisi economica continua a stringere l’Italia e il tessuto socio-economico ne risente. In questi giorni le proteste stanno aumentando un po’ in tutta Italia anche perché il mercato del lavoro è in una situazione sempre più peggiore. L’Inps ha mostrato i dati sulle richieste di disoccupazione in crescita, così come quelle di mobilità e di cassa integrazione, mentre i fondi a disposizione sono quasi finiti. A novembre si è certificata la crisi del mercato del lavoro in Italia. L’Osservatorio dell’Inps ha parlato di situazione praticamente ferma, impantanata e che al momento non trova vie di uscita.

► La disoccupazione europea scenderà al 12,1% nel 2014 per la BCE

Vediamo alcuni dati sul mercato del lavoro con i quali chiuderà il 2013. Iniziamo dalla disoccupazione. Il tasso di disoccupazione generale è al 12,5%. Il tasso di disoccupazione giovanile è al 41,2%, e questo significa che quasi un giovane su due tra i 15 e i 24 anni non ha un posto di lavoro.

Le domande di disoccupazione nei primi dieci mesi del 2013 sono cresciute del 31% rispettto allo stesso periodo del 2012. Le richieste di disoccupazione presentante a novembre sono 1.726.898 mentre 1.316.515 son o quelle presentate l’anno precedente. La disoccupazione è arrivata a un nuovo record con circa 3 milioni di persone senza un lavoro.

La cassa integrazione nei primi dieci mesi di quest’anno è sempre molto elevata.

 

 

Usa, Congresso ha raggiunto lo storico accordo

 Negli Stati Uniti oggi è stato raggiunto un accordo che il presidente Obama ha definito storico, nel quale è stato eliminato il cosiddetto sequester che aveva bloccatole attività del Paese  nei mesi scorsi.

Stop alla recessione in Italia ma il lavoro preoccupa

 I dati di ieri sulla situazione economica italiana delineano una realtà che non parla ancora di ripresa anche se la recessione sembra essersi fermata. I dati sul lavoro preoccupano, con l’Inps che ha comunicato che le richieste di disoccupazione sono in crescita a 1,7 milioni e al +31% rispetto ai primi dieci mesi dello scorso anno; le assunzioni a tempo indeterminato nel terzo trimestre sono state solo il 15%. Di contro, lo spread è arrivato ai minimi da luglio 2011 a 222 punti e la produzione industriale a ottobre ha fatto registrare un +0,5% rispetto al mese precedente. Un contesto quindi leggermente migliore dopo mesi di dati negativi con il Fondo monetario Iinternazionale (Fmi) che afferma come per l’Europa sia vicina una svolta, ma anche che la crisi economica non è ancora finita.

► Ancora in salita la pressione fiscale in Italia

Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni conferma i dati che mostrano come la recessione si stia avviando alla fine, ma rileva anche i grossi problemi del nostro Paese per la questione del lavoro. I riflessi sull’occupazione non saranno quindi immediati perché la situazione e complessa e di non facile soluzione. Il ministro ha affermato che è importante che la ripresa si consolidi e che “se l’anno prossimo, oltre a questo quarto trimestre, saranno tutti di crescita positiva, l’impatto sull’occupazione si comincerà a vedere, ma non succederà subito perché la situazione è molto grave”.

► Il gettito IVA diminuisce nel 2013 ma le entrate sono stabili

I dati Istat mostrano come la recessione sia vicina alla fine e Saccomanni rileva la ripresa delle importazioni, delle esportazioni e della produzione industriale.
L’Istat ha anche mostrato un Pil italiano fermo dopo  due anni di caduta. Nel terzo trimestre 2013 è nullo mentre i valori negativi si presentavano dal 2011. L’Istat afferma che questo non significa la fine della recessione e che in tutti i casi non compete all’Istituto di Statistica certificarlo.

Groupon è alla ricerca di personale anche inesperto

 Groupon Italia, il sito web che è attivo nella vendita di coupon relativi a prodotti, servizi ed esperienze, da la possibilità di fare quello che per molti potrebbe un impiego molto piacevole: essere pagati per testare le sue offerte e per scrivere le recensioni su un blog. Fra le cose da provare ci saranno cene, soggiorni all’estero, trattamenti benessere e altro ancora. Insomma, un attività che sembra un sogno!

L’Inps mostra l’aumento delle richieste di disoccupazione

 Gli effetti della crisi economica in Italia si mostrano su diversi indici. Il tasso di disoccupazione è in crescita in Italia e lo dimostrano i dati e gli indicatori specifici che fanno vedere una situazione difficile per quella giovanile. Ora i dati dell’Inps mostrano la crescita delle domande di disoccupazione che nei primi dieci mesi di quest’anno sono aumentate del 31% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le richieste totali ricevute dall’Inps nel 2013 dono di 1,7 milioni. A ottobre le richieste di disoccupazione ricevute sono state 168 mila, ma le risorse a disposizione sono quasi finite.
C’è quindi il rischio che alcune richieste non possano essere soddisfatte. In effetti, i 20 milioni di euro a disposizione per il 2013 sono quasi finiti, con circa un mese di anticipo visto l’aumento del tasso di disoccupazione e l’insistere della questione lavoro e della crisi economica nel nostro Paese. L’Inps può garantire i fondi che sono stabiliti dalla norma e fino ad esaurimento e quindi il rischio di non garantire tutti è presente.
In crescita ci sono anche le ore di cassa integrazione. A novembre la crescita è dell’1,7% con 110 milioni di ore. Una crescita lieve, ma il dato era già alto e quindi l’aumento ha una certa importanza. L’Inps ha rilevato come nei primi 11 mesi del 2013 le ore di cassa integrazione sono state 989,9, in calo rispetto allo stesso periodo del precedente anno. Le ore per la cassa ordinaria sono in calo del 19,1% a novembre con 26,7 milioni, mentre le ore per la cassa straordinaria sono in aumento nello stesso mese del 14,8% con 53 milioni di ore.