Ancora problemi sul fronte economico e su quello del mercato del lavoro per la Repubblica francese, che, nonostante le ottimistiche previsioni del suo Presidente, Francois Hollande, non sembra ancora in grado di uscire dalla recessione che l’ ha avvolta.
Disoccupazione
Come certificare lo stato di disoccupazione
In due post che abbiamo pubblicato in precedenza abbiamo approfondito due temi – che cosa si intende e a cosa serve la certificazione dello stato di disoccupazione e quali sono le caratteristiche che per la legge italiana contraddistinguono un disoccupato – che ci saranno utili nella discussione che affronteremo in questo post, che sarà invece dedicato ad uno scopo pratico: quale iter burocratico è necessario seguire per certificare il proprio stato di disoccupazione?
La certificazione dello stato di disoccupazione
Il problema della disoccupazione oggi in Italia è uno dei grandi nodi sociali che ancora deve essere risolto. L’ Italia, infatti, tra i Paesi dell’ Eurozona, è uno di quelli che possiede le più alte percentuali di cittadini di diverse età privi di una occupazione. Le ultime stime parlano di circa il 40% della popolazione, e solo una parte di questa percentuale rappresenta la disoccupazione giovanile.
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I 4 motivi della disoccupazione giovanile secondo l’Economist
Una generazione di giovani istruiti e pronti per il mondo del lavoro si trova a spasso senza un’occupazione e senza alcuna speranza per il futuro. Soprattutto in Europa, dove il tasso di disoccupazione giovanile sta raggiungendo livelli mai registrati prima di adesso: al momento siamo al 12,2%, con picchi che raggiungono il 62,5% in Grecia, il 56% in Spagna e il 41,9% in Italia.
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Ma quali sono i motivi di questo dilagare di giovani disoccupati?
A spiegare perché l’Europa si trova in questa situazione è un articolo apparso sul The Economist, una delle più importanti testate giornalistiche economiche.
Secondo i redattori dell’articolo, i motivi principali della disoccupazione giovanile in Europa e nel resto sono quattro, e non dipendono esclusivamente dalla crisi economica.
In primo luogo, secondo il The Economist, la disoccupazione giovanile è la conseguenza di un mercato del lavoro troppo rigido e che prevede delle tasse troppo alte per l’inserimento di nuovi lavoratori.
Il secondo problema per i giovani che vogliono affacciarsi al mondo del lavoro è la formazione: troppo spesso solo ed esclusivamente teorica che non li rende adatti alle esigenze dei datori di lavoro.
Il terzo motivo della disoccupazione giovanile si lega direttamente al secondo e riguarda il difficile passaggio dei giovani dalla scuola al lavoro, due mondi che sono troppo distanti e separati.
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Il quarto motivo è l’unico che si riferisce nello specifico alla crisi economica: ci sono delle zone che al momento hanno un’economia sofferente e che, quindi, non hanno spazi per mantenere della nuova forza lavoro.
Anche solo 500 euro al mese, ma fateci lavorare
Un’analisi della Coldiretti/Swg smentisce ancora una volta la teoria dell’ex Ministro Fornero secondo la quale i giovani italiani sarebbero choosy.
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Secondo i dati di questa analisi, infatti, i giovani italiani sarebbero disposti anche ad avere uno stipendio mensile di soli 500 euro per un lavoro che magari neanche rispecchia le loro qualifiche e i loro titoli di studio pur di poter trovare un’occupazione.
Il 43% dei giovani disoccupati italiani, secondo l’analisi della Coldiretti, sarebbe disposto a lavorare full time per essere pagato 500 euro al mese, mentre il 39% sarebbero disposti anche a lavorare più ore per avere sempre la stessa retribuzione.
Anche i giovani che un lavoro ce l’hanno hanno pressappoco le stesse esigenze: il 23% ha dichiarato che sarebbe disposto a lavorare anche più ore per mantenere lo stesso livello reddituale, anche se ben il 38% di loro ha il sogno di aprire un’attività in proprio, quasi sempre un agriturismo, piuttosto che lavorare in una multinazionale o accontentarsi del posto fisso in banca.
► Dove vanno i giovani che lasciano il proprio paese in cerca di fortuna?
E tutti i giovani, occupati e non, sono pronti per fare le valigie e espatriare in cerca di una situazione migliore in qualche altra parte del mondo. Lo farebbe il 59% degli studenti, il 53% dei giovani disoccupati e il 47% dei giovani che un lavoro ce l’hanno ma che, evidentemente, non rispecchia le loro aspettative per il futuro.