Per l’Istat in Italia ci sono 3 milioni di inattivi

 L’ Istat ha recentemente pubblicato il suo rapporto annuale 2013 e all’ interno di quest’ ultimo un’ attenzione particolare è stata data alla descrizione del mondo del lavoro italiano, che appare sempre di più penalizzato dal problema della disoccupazione.

Le aspirazioni dei giovani disoccupati italiani

L’ Istat ha rilevato, ad esempio, che in Italia il numero delle persone inattive, ovvero coloro che sarebbero disposti a lavorare ma non sono in cerca di una occupazione ha raggiunto oggi i 3 milioni, cifra che, se sommata al numero ufficiale dei disoccupati, altri 3 milioni, dà come risultato un totale di 6 milioni di persone che potrebbero essere impiegate nei processi produttivi.

Un nuovo piano per il lavoro entro giugno

L’ Istituto ha inoltre sottolineato che, soprattutto nel Mezzogiorno, è in aumento il numero delle persone che pur essendo abili al lavoro, non lo cercano più in modo attivo, causa la sfiducia e lo scoraggiamento conseguenti ai numerosi tentativi non andati a buon fine.

La disoccupazione, del resto, nel 2012, è aumentata del 30,2% e la metà dei nuovi disoccupati ha un’ età compresa tra i 30 e i 49 anni. Il 53% dei disoccupati, inoltre, cerca lavoro almeno da un anno, mentre la durata media della ricerca di un nuovo si è allungata fino a 21 mesi. Per le prime occupazioni si aspetta fino a 30 mesi. Anche il numero dei cassaintegrati è salito nel 2012.

Un 40enne su 4 vive a carico dei genitori

 Secondo una rilevazione compiuta dalla Coldiretti in collaborazione Swg in Italia un 40enne su 4 vive ancora a carico dei genitori, che continuano ad aiutare finanziariamente i figli fino ad età abbastanza avanzata.

E se si scende di circa 5 anni le percentuali aumentano addirittura: ad essere a carico dei genitori è il 28% dei giovani. Tra i 25 e i 34 anni, infine, si arriva poi al 43%. E’ questo il quadro generazionale tracciato dalla ricerca “I giovani e la crisi”, condotta dalla Coldiretti, che ha scandagliato abitudini e aspirazioni dei giovani italiani che vivono la realtà della recessione e della crisi economica, in vista del nuovo piano occupazionale promosso dal Governo.

Le aspirazioni dei giovani disoccupati italiani

Anche per i giovani occupati, comunque, gli aiuti finanziari da parte dei genitori non terminano presto: li riceve, ad esempio, il 27% dei giovani. E se ci si interroga sulla condizione abitativa si scopre che il 51% dei giovani italiani vive nella stessa casa dei genitori, nel 38% dei casi perché, di conseguenza, non può permettersi un alloggio proprio.

> Un nuovo piano per il lavoro entro giugno

Nello specifico, abita con i genitori il 26% dei giovani tra 35 e 40 anni, il 48% di quelli tra 25 e 34 anni e l’ 89% dei giovani compresi tra i 18 e i 24 anni.

Quello che ne risulta, dunque, è in generale un quadro in cui la famiglia svolge un ruolo sociale fondamentale.

Le aspirazioni dei giovani disoccupati italiani

 In occasione della Assemblea di Giovani Impresa Coldiretti, l’ associazione ha presentato, in collaborazione con Swg una interessante indagine che getta un cono di luce sulle odierne aspirazioni dei giovani italiani, prevalentemente senza lavoro.

Lavoro: in 9 milione gli italiani in crisi

Coldiretti e Swg hanno infatti realizzato una indagine dal titolo “I giovani e la crisi”, che ha rivelato, ad esempio, che quasi il 50% dei disoccupati italiani accetterebbe oggi di buon grado un posto da spazzino, mestiere che solo alcuni anni fa era dato in estinzione. Sempre il 50% di loro, poi, si adatterebbe a fare il pony express, mentre il 39% l’ operatore di call center. Tali percentuali, inoltre, sono solo di poco inferiori per i giovani che non risultano ufficialmente disoccupati.

La Camusso chiede nuovi ammortizzatori sociali

Se ci si sposta poi sul fronte della retribuzione, le aspirazioni dei giovani italiani restano comunque molto modeste. 4 giovani disoccupati su 10, ad esempio, ovvero il 43%, sarebbe disposto a lavorare full time per 500 euro al mese, mentre il 39% accetterebbe un prolungamento dell’ orario di lavoro anche a parità di stipendio. Ma studenti e occupati, al contrario, sarebbero molto meno propensi.

Le cifre dimostrano comunque il grande spirito di sacrificio che si respira oggi tra le giovani generazioni, che pur di lavorare sarebbero disposte anche all’ espatrio, nel 51% dei casi, o a cambiare posto di residenza, nel 64%.

Un nuovo piano per il lavoro entro giugno

 Ieri sera il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini, in una intervista al Tg1 della sera, ha fatto il punto della situazione sul nuovo piano occupazione che potrebbe essere varato già entro il mese di giugno.

Le proposte del governo per il rilancio dell’occupazione giovanile

Il Ministro ha affermato che all’ interno del piano saranno comprese sia misure a costo zero e a breve termine, sia misure più impegnative dal punto di vista delle risorse, la cui fattibilità sarà quindi da valutare in autunno sulla base delle esigenze di bilancio. All’ interno di queste due, tuttavia, troveranno posto delle misure a medio termine che saranno orientate ad un progetto di ridistribuzione della ricchezza.

Lavoro: in 9 milione gli italiani in crisi

Il fine ultimo del piano per il lavoro, tuttavia, dovrà essere quello di ridurre il tasso di disoccupazione giovanile almeno dell’ 8%, provocandone cioè la riduzione al 30% circa dal 38% attuale. Questo vorrebbe dire, in termini numerici, la creazione di 100 mila posti di lavoro.

A conti fatti, anche se ancora in erba, un tale piano occupazione potrebbe arrivare a costare, afferma Giovannini, circa 7 – 8 miliardi di euro, cifra per cui sarà dunque necessario individuare le opportune risorse, magari anche attraverso l’ attuazione di una manovra estiva.

Si aprirà dunque a questo scopo domani un tavolo di discussione con le parti sociali e i rappresentatni del mondo dell’ impresa, attraverso la realizzazione di incontro tecnico.

Save the Children lancia l’allarme per i giovani italiani

 Il futuro dei giovani italiani, ma anche di quelli europei, sembra essere senza speranza. E’ quanto emerge dal Rapporto di Save the Children, “L’isola che non sarà”, parte dell’indagine “Le paure per il futuro dei ragazzi e genitori italiani”, pubblicato in occasione del lancio della campagna “Allarme infanzia”.

► Le proposte del governo per il rilancio dell’occupazione giovanile

Uno studio che prende in considerazione, sulla base dell’analisi dei dati riguardanti la povertà sociale, economica, d’istruzione e di lavoro, la mancanza di aspettative per i bambini di oggi.

Il dato drammatico è che l’Italia si piazza al terzultimo posto della classifica dove i ragazzi hanno maggiore speranze, davanti solo a Grecia e Bulgaria. Le cifre riportate da Save the Children sono allarmanti: in Italia un quarto degli adolescenti crede che il suo futuro sarà molto più difficile di quello dei propri genitori, il 23% sta già pensando che l’unica soluzione per migliorare sia quella di andare all’estero, l’80% ha fatto rinunce a causa della recessione e il 30% dei genitori non ha mezzi economici adeguati per mantenere i figli all’università.

Come mai in Italia si è arrivati a questa situazione?

► Un patto europeo contro la disoccupazione

Secondo Save the children il problema fondamentale sta nella mancanza di investimenti adeguati a favore della famiglia e per l’istruzione (Italia è ventiduesima per il basso livello di formazione tra i giovani con un tasso di dispersione scolastica pari al 18,2% tra gli under 25 e il numero più basso di laureati) e per la mancanza di incentivi al lavoro giovanile.

Lavoro: in 9 milione gli italiani in crisi

 Non solo disoccupati: gli italiani che hanno difficoltà con il mondo del lavoro sono ben 9 milioni e tra loro ci sono scoraggiati, disponibili a lavorare, occupati in cassa integrazione, lavoratori precari e part time, con un aumento delle persone in difficoltà o in disagio lavorativo pari al 10,3% in un solo anno.

► Le proposte del governo per il rilancio dell’occupazione giovanile

E’ quanto riporta lo studio dell’Ires-Cgil che evidenzia come in soli 12 mesi l’area del disagio lavorativo in Italia sia aumentata in modo esponenziale: negli ultimi tre mesi del 2012, infatti, l’area della sofferenza occupazionale, che include i disoccupati, gli scoraggiati e i lavoratori in cassa integrazione era composta da una platea di 4,57 milioni di persone e quella del disagio lavorativo, ossia i precari e i lavoratori in part time involontario ha raggiunto i superava 4,17 milioni di persone.

Il dato è ancora più allarmante se si confronta con i dati relativi al periodo pre-crisi: nel 2007, infatti, l’area del disagio occupazionale è cresciuta di 2,8 milioni di persone, pari ad un amento percentuale del 47,4%.

► Un patto europeo contro la disoccupazione

Lo studio dell’Ires, che si basa sui dati dell’Istat, mette in risalto anche un altro dato, quello della disoccupazione. Secondo l’Ires il fatto che la percentuale di disoccupati in Italia sia in linea con la media europea non risponde a verità in quanto in Italia esiste una larga fetta di persone che sono disponibili al lavoro ma non lo cercano o che lo cercano ma non sono immediatamente disponibili a lavorare hanno raggiunto nell’ultimo trimestre 2012 i 3 milioni 229.000 persone.

Giovannini fa il punto sul rifinanziamento della Cig

 Per la giornata di domani, venerdì 17 Maggio, è attesa l’ approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto relativo al rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga, uno dei tempi principali all’ ordine del giorno. Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini si è quindi espresso oggi dal Senato in merito alle possibilità di reperimento delle risorse che serviranno a rifinanziare il provvedimento.

Rimandata la sospensione dell’IMU sui capannoni

Il Ministro ha così affermato che il Governo sta in queste ore valutando le risorse disponibili a brevissimo tempo, ma che sarà parimenti necessaria anche una rivisitazione dello strumento della cassa integrazione, esigenza che è stata avvertita sia dalle Regioni che dalle parti sociali.

Venerdì il decreto su IMU e Cig

In merito a questo tema il Ministro del Welfare Enrico Giovannini ha quindi confermato che il Governo si impegna, a partire dalla giornata di domani a fornire le prime risposte attese sulla questione, in modo da capire le dinamiche di utilizzo del rifinanziamento della Cig, e ha personalmente accettato la richiesta di confronto sottoposta dal Segretario della Cgil Susanna Camusso, che ha inviato una lettera nei giorni passati.

Il Ministro ha quindi dichiarato alla stampa che una volta che il Governo avrà individuato le possibili proposte sulla occupazione giovanile ci sarà un confronto con i sindacati.

Le risposte di Schulz ai dubbi di Letta

 Di recente si sono incontranti nello scenario UE, il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e il nostro Presidente del Consiglio Enrico Letta che hanno parlato in modo più serio della situazione dell’Europa e dell’Italia. Secondo il neopremier italiano, il problema più urgente da risolvere adesso è quello della disoccupazione giovanile, perciò Letta chiede all’Europa di mettere in campo delle misure adeguate ad invertire la tendenza occupazionale dei giovani che nel 38% dei casi non hanno un lavoro.

L’allarme della disoccupazione giovanile

Secondo Letta è necessario che sia l’Europa a farsi carico della situazione ed inserisca questa emergenza nell’agenda del consiglio di giugno. E’ necessario, infatti, fare un programma straordinario per la disoccupazione giovanile. Schulz, in risposta ai problemi posti da Letta, ha dichiarato quanto segue:

“La sfida più grande è quella della disoccupazione giovanile. In alcuni Paesi dell’Unione europea rischiamo di perdere una generazione intera. Per questo è importante lottare su questo tema e prendere subito misure applicabili.”

Integrazione e fallimento dell’euro per Saxo Bank

Schulz, comprendendo a pieno il problema posto dal collega italiano, si è impegnato in prima persona a “risolvere” la situazione, prendendo in considerazione una proposta fatta dal governo irlandese che era quella di anticipare 6 miliardi di fondi dedicati all’occupazione per il periodo 2014-2020, usandoli fin da subito.

 

Al Sud 300 mila posti di lavoro in meno in cinque anni

 Si è tenuto in questi giorni a Napoli un convegno sul tema del rilancio dell’ economia e dell’ occupazione nel Mezzogiorno italiano. E in questa cornice i rappresentanti di Svimez, l’ Associazione per lo Sviluppo dell’ industria nel Mezzogiorno, hanno fatto il punto sulla situazione del mercato del lavoro nel Sud Italia. 

> L’allarme della disoccupazione giovanile

Sulla base dei dati presentati dall’ Associazione, il Mezzogiorno italiano, ancora una volta, ha pagato il prezzo più alto della crisi economica sul fronte dell’ occupazione. Nel giro di cinque anni, infatti, solo al Sud sono stati persi più di 300 mila posti di lavoro, ovvero quasi il 60% dell’ intera perdita nazionale, concentrata, però, in un’ area molto meno estesa.

> La disoccupazione giovanile è un problema globale

Da Napoli, dunque, il Presidente della Svimez avverte della necessità per l’ Italia di un piano di sviluppo globale che possa riportare il Mezzogiorno all’ interno della crescita futura del Paese, Paese che non può continuare ad essere diviso su basi economiche e occupazionali.

Non sono mancati, infine, anche osservazioni – sulla base di dati Eurostat – relative al Nord Italia, che nell’ ultimo periodo ha sofferto di un drastico calo della produzione della ricchezza, cosa ancora più preoccupante in un sistema in cui le regioni del nord continuano a “trascinare” quelle del sud.

 

L’allarme della disoccupazione giovanile

 I giovani che non hanno un lavoro sono la vera preoccupazione europea. In pratica nel Vecchio Continente l’allarme maggiore è legato alla disoccupazione giovanile. A dirlo e spiegarlo in modo scientifico ci ha pensato l’ILO, l’Organizzazione internazionale del lavoro.

Record di disoccupati in Spagna

L’ILO fa parte dell’ONU ed ha pubblicato un rapporto sulla situazione lavorativa mondiale. Il grande problema da affrontare oggi è che la crescita della disoccupazione giovanile che sarà ancora costante nei prossimi 5 anni. Nel 2018 il tasso di disoccupazione giovanile arriverà al 12,8 per cento. E’ una crisi che interessa soprattutto i giovani ma che deve essere affrontata dal punto di vista economico, sociale e politico.

I giovani hanno difficoltà con i mutui prima casa

Il tasso di disoccupazione giovanile, che riguarda i lavoratori di età compresa tra 15 e 24 anni, è cresciuto molto. Nel 2007 era pari all’11,5 per cento ed ora nel 2012, è arrivato al 12,4 per cento. Tanto dipende dal rallentamento globale dell’economia ma non sembra che su questo fronte ci sia un barlume di miglioramento.

In più, oltre ai giovani senza lavoro, sono aumentati anche i giovani che hanno lavori precari, temporanei o part time. Rispetto ai periodi analoghi a questo, già visti in passato, l’elemento nuovo è il perdurare della crisi.