Quello che doveva essere l’anno della ripresa si sta evolvendo in maniera pressoché disastrosa. Le ragioni del flop sono da ascrivere alla crisi, all’incertezza, alle difficoltà riscontrate dai comuni nell’applicare la clausola della flessibilità. C’è poi chi “se la prende” con il nuovo codice degli appalti, entrato in vigore appena approvato, il 19 aprile, senza alcun periodo transitorio.
Edilizia
Edilizia, la crisi incessante del settore
L’edilizia è un settore sempre più in crisi. Durante il mese di aprile l’indice di attività dell’edilizia ha fatto segnare una flessione del 3,3% su base annua, gli investimenti sono calati del 2,2% in confronto al primo trimestre del 2014 e il valore aggiunto è calato dell’1,6%.
L’edilizia non riesce a ripartire
Il comparto del credito parla di un inizio di primavera per l’emissione dei mutui, che a ben vedere è per lo più spinta dalla richiesta di surroga da parte dei contraenti.
Crisi e disoccupazione, edilizia continua a mietere vittime
Sembrava si potesse superare il momento più drammatico dagli ultimi anni a questa parte, momento che il settore edilizia ha vissuto durante la prima parte del 2013.
Un 2013 negativo per l’edilizia
Si è chiuso un altro anno disastroso per il comparto edile. Lo ha dichiarato l’istat, che ha certificato una caduta dell’11% in confronto al 2012 per ciò che concerne la media di produzione delle costruzioni. Il settore, dunque, fa registrare ancora un ‘profondo rosso’ in bilancia, con perdite che raggiungono la doppia cifra. Nel 2012 si parlava già di un -13%.
Edilizia in caduta libera
La crisi colpisce anche il ”mattone”, che tira sempre meno sul mercato. La crisi immobiliare continua anche se ci sono segni di ripresa.
Nella prima metà del 2013 l’edilizia residenziale ha infatti fatto registrare una flessione senza precedenti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: il calo, molto sensibile, si aggira sul 37,2 % per quanto riguarda il comparto delle case d’ abitazione e attorno al 35,5% per quanto concerne le superfici utili abitabili. Secondo i dati Istat il numero dei nuovi fabbricati è così sceso al minimo storico, collocandosi al di sotto di 15 mila unità per trimestre.
► Edilizia, persi 500.000 posti di lavoro in 4 anni
Anche per l’edilizia non residenziale, quella destinata ad usi economici e commerciali (capannoni, negozi, uffici) l’Istat segnala un’analoga diminuzione, pari a quasi un terzo di superfici in meno rispetto al primo semestre del 2012 (-31,6%).
In particolare per quanto riguarda l’edilizia residenziale, il numero totale di nuovi appartamenti edificati, per i quali è stata concessa l’autorizzazione alla costruzione, segna una flessione a livelli critici alla quota -38,2% nel primo trimestre e a quota -36,2% nel secondo. In conseguenza anche l’entità delle superfici abitabili è diminuita , perdendo un terzo abbondante di metri quadri calpestabili, (-36,6% nel primo trimestre contro il -34,3% nel secondo trimestre.
A questi dati consegue che il numero totale di abitazioni costruite si colloca a 14.043 nel primo trimestre contro le 14.359 realizzate nel secondo trimestre. Analoga constatazione va fatta per le superfici utili abitabili che nel primo trimestre 2013 hanno toccato il nuovo minimo della statistica storica (avviata nel 2000), attestandosi a 1.171.090 metri quadri realizzati, numero di poco superiore al precedente trimestre (1.191.597 metri quadri).
I prestiti delle banche al settore edile e immobiliare nel 2013
Il settore dell’edilizia è stato in Italia uno dei più colpiti dalla crisi economica. Basta pensare infatti che a partire dal 2007 il settore ha perso il 22 per cento del suo valore aggiunto, mentre il calo degli altri settori si è limitato ad un 6 per cento. Da questa differenza si può capire quindi quanto l’edilizia sia stata colpita dalla crisi economica.