Continua a crescere l’interesse degli investitori esteri verso le grandi società italiane quotate in Borsa, anche in concomitanza con la recente espressione di JP Morgan Chase a favore del debito pubblico d’Italia (e Spagna) i cui tassi potrebbero prevedibilmente scendere di ulteriori 25-30 punti base.
In questo quadro si inserisce una nota emessa dalla Consob circa la partecipazione della People’s Bank of China al capitale di Eni ed Enel, società controllate dalla mano pubblica. Più in dettaglio la banca centrale cinese detiene il 2,102% del capitale della società petrolifera ed il 2,071% di quello della società elettrica.
► Cina, un rallentamento economico previsto
Benché le partecipazioni cinesi siano minoritarie rispetto alle quote in mano ai soci di controllo dei due enti energetici, esse rappresentano tuttavia un investimento superiore ai 2 miliardi di euro. È questo infatti il valore complessivo in Borsa del 2,102% di Eni (circa 1,36 miliardi) e del 2,071 di Enel (circa 785 milioni).
La partecipazione cinese da 2,1 miliardi in Eni ed Enel fa coppia con il recente investimento nel Monte dei Paschi di Siena da parte di Blackrock, il colosso statunitense del risparmio gestito: il fondo americano, con l’acquisizione del 5,67% è diventato il secondo azionista della terza banca italiana, dietro alla Fondazione MPS che detiene ancora il 15,07% del capitale e davanti ad Axa che ha poco meno del 4 per cento.
Con questo investimento le partecipazioni nel mercato italiano delle varie società facenti capo a Blackrock superano la soglia dei 20 miliardi di euro: Blackrock è infatti uno tra i primi azionisti istituzionali anche di Intesa SanPaolo, Unicredit, Telecom Italia, Azimut, Atlantia e altre blue chip.