Come comportarsi sul cambio euro dollaro

 Il mondo Forex è senz’altro uno dei più facili da interpretare anche se attualmente tra dati del PIL e crisi imperante, bisogna fare più di una riflessione prima di mettere in atto una strategia d’investimento efficace. A parte quello che sta succedendo nel Regno Unito dove la sterlina reagisce tutto sommato debolmente alle buone notizie sul prodotto interno lordo, molti si concentrano sul cambio tra euro e dollaro.

Dobbiamo preparare gli investimenti per la sterlina

Saxo Bank, grazie all’interpretazione fornita da Alan Collins, prova a suggerire una direttrice da seguire. Molti ritengono che il profit taking è declino da mercoledì ed è durato fino alla fine della settimana. Il declino, però, come la maggior parte dei trend, è limitato nel tempo, soprattutto adesso che c’è di mezzo la formazione Ichimoku Cloud che punta a rinverdire la domanda delle valute considerate.

Vince Abe e cala lo yen

I guadagni legati dunque alla coppia euro/dollaro, sono forti. Si pensi soltanto che le perdite registrate mercoledì per il calo del profit taking, sono state surclassate dai guadagni messi a segno nelle precedenti cinque settimane. Adesso però non si può prevedere una battuta d’arresto del trend, visto che ci sono parecchi guadagni e si potrebbe arrivare anche ai massimi di giugno.

Il cambio euro/dollaro si muove verso i 1.3350 e i parametri di riferimento, entry e stop per il trade, sono rispettivamente area 1.3260-85, 1.3227.

Valute e materie prime legate verso il ribasso

 Ci sono moltissime valute legate irrimediabilmente e storicamente allo scambio di materie prime specifiche. Queste valute variano sulla base della disponibilità di una materia e aumentano il numero di variabili che incidono sul Forex.

In questi giorni si prende atto che ci sono state delle quotazioni in forte decrescita legate all’andamento delle materie prime. In gergo, queste valute, si chiamano commodity currencies anche se fino a poco tempo fa, quando l’economia andava meglio, si era soliti chiamarle “valute privilegiate”.

L’oro ancora al ribasso va verso i livelli minimi

Le banche centrali, spesso, s’inserivano in questo flusso, attirando un gran quantitativo di denaro, tagliando i tassi fino a rasentare lo zero e via dicendo. Adesso, invece, in tempi di crisi, bisogna prendere atto di un bel po’ di cambiamenti.

Per esempio le materie prime, anche per effetto dei cambiamenti climatici, hanno perso valore e così hanno indotto con il loro comportamento, la diversificazione dei flussi di denaro degli investitori che hanno ritrovato interesse, soprattutto, per azioni e bond.

Allarme per carenza di elio

Alcune valute sono state al centro di una specie di bolla speculativa. Per esempio il dollaro australiano, il dollaro neozelandese, la corona norvegese, ma anche il rand sudafricano, il real brasiliano e il peso cileno, si sono adagiati troppo sui prezzi delle commodity.

Le trimestrali lanciano Piazza Affari

 Per conoscere l’andamento futuro di piazza Affari era necessario aspettare i dati trimestrali di alcune aziende quotate nel listino di Milano. In effetti qualche indiscrezione è già stata diffusa e gli investitori stanno prendendo atto dei numeri dei vari Unicredit, Generali, Sky. Quest’ultima azienda, in particolare, fa discutere visto che resta il mistero sui conti ma si sa già che gli abbonati sono 51 mila in meno rispetto al precedente trimestre.

51mila abbonati in meno per Sky

Unicredit, Generali e Mediobanca, invece, hanno presentato dei conti in crescita che si trasformano in una buona notizia per Piazza Affari. Una good news che si aggiunge ai risultati sui Bot.

Bot annuali ai minimi

Nell’ultima seduta della settimana, Piazza Affari ha concluso le contrattazioni in rialzo dell’1,13 per cento. Le altre piazze europee non sono state da meno, nel senso che hanno chiuso in rialzo, ma non come Milano. Francoforte, per esempio, ha fatto registrare il +0,19%, Parigi ha fatto un balzo in avanti molto contenuto del +0,64% e Londra è salita dello 0,49%. Soltanto Madrid è andata male perdendo lo 0,33 per cento.

Sul mercato valutario l’euro ha chiuso sotto quota 1,30 dollari. La moneta unica ha raggiunto il massimo di seduta per poi assestarsi sui 1,2975 dollari.

Morgan Stanley sul mercato valutario

 Morgan Stanley, come molte altre banche d’affari, hanno capito che il movimento impresso al mercato forex dalle scelte delle banche centrali, può essere usato per individuare i trend relativi alle maggiori valute. Per questo ha proposto un’analisi del rialzo del dollaro che è cresciuto a dispetto dell’euro, dello yen e della stessa sterlina. Un rialzo che sembra essere di lungo periodo.

I market mover del 9 maggio

Secondo Morgan Stanley oggi, rispetto al dollaro, si può parlare di long call, visto che il trend rialzista del dollaro è destinato a continuare per diversi giorni e nonostante l’andamento della moneta, che oggi è positivo, i fondamentali USA continueranno ad attirare dei flussi di capitale.

Crescente il cambio euro dollaro

Vuol dire che sta crescendo la correlazione tra il dollaro e l’andamento dei mercati finanziari perché la cosiddetta propensione al rischio di chi investe nel dollaro, è in continua modifica.  Il dollaro, dunque, non è più una valuta di rifinanziamento, ma ha tutte le caratteristiche di un asset currency.

Secondo Morgan Stanley, il rialzo del dollaro avrà effetto soprattutto sulle altre valute maggiori in circolazione, quindi sull’euro, sullo yen e sulla sterlina. Sulla nostra valuta, infatti, pesa ancora l’incertezza politica e quindi il valore della moneta non può fare da contraltare all’ascesa del dollaro.

Per quanto riguarda yen e sterlina, invece, gli investitori è molto facile che andranno a cercare un terreno fertile altrove, quindi saranno sottoposti ad un’ulteriore flessione.

Crescente il cambio euro dollaro

 Dopo una fase che potremmo definire di stasi, legata al fatto che la crisi economica, collegata alla crisi valutaria ha messo in ginocchio il Vecchio Continente ma non ha risparmiato il resto del mondo, adesso il mercato valutario sta vivendo una nuova fase “crescente” almeno per quanto riguarda il volume degli scambi.

La Nuova Zelanda parte dal kiwi

La prima notizia presente nel mercato riguarda il cambio tra il dollaro neozelandese e il dollaro americano che tutti conoscono come kiwi. Questo è arrivato ai minimi storici, fino a quota 0,8350, ed ora la Nuova Zelanda ha deciso di avviare una politica economica di svalutazione della valuta locale per far ripartire l’economia.

Bini Smaghi critica la forza dell’euro

Per quanto riguarda il cambio tra euro e dollaro, entrano in ballo i rapporti economici e le prospettive di crescita del Vecchio Continente e dell’America. Ad influenzare questo cambio, di recente, è intervenuto il dato sulla produzione industriale della Germania. Il dato diffuso che ha subito colpito gli investitori, si è dimostrato superiore alle aspettative, almeno in relazione al mese di marzo.

Oggi il cambio euro/dollaro si assesta intorno al +1,2 per cento che è anche lo 0,5% in più del mese precedente. Nel giro di pochi minuti dalla diffusione dei dati sulla produzione industriale tedesca, la coppia euro/dollaro è passato da 1.3106 a 1.3138.

 

C’è chi crede nella fine dell’euro

 Il mercato valutario procede con un andamento molto particolare. L’euro nel dettaglio è sotto i riflettori per via della crisi che sta interessando il Vecchio Continente. Per diversi anni, quindi, ci si è chiesti quanto entrare nell’euro sia stato vantaggioso per gli stati membri dell’Eurozona. Oggi molti paesi ripensano all’adesione alla moneta unica, tranne la Lettonia, decisa a togliersi di dosso lo stereotipo di paese povero.

La Fed condiziona il mercato Forex

Uno scenario variegato su cui entra a gamba tesa il cofondatore di Saxo Bank, un certo Lars Seier Christensen che considera l’euro una moneta destinata al fallimento. Anche il suo saliscendi, in fondo, secondo Christensen, non è che un’illusione ben costruita.

L’evoluzione del cambio euro/dollaro

Il fatto è che l’euro, finora, si è appoggiato a fondamenta poco solide. Tutto il sistema della moneta unica, quindi, potrebbe crollare, a meno che qualcuno non voglia fare delle modifiche in modo da eliminare i problemi di sempre. Il CEO di Saxo Bank ritiene che molti investitori sapessero fin dall’inizio che l’euro non era il massimo delle cose auspicabili ma tutti speravano nell’unione fiscale e nei grandi trasferimenti di denaro. La popolazione invece, non era preparata ad un passaggio simile.

Qualcosa riguardo il destino dell’euro, potrebbe cambiare da settembre dopo le elezioni tedesche a patto che le aspettative, il terzo mandato per Angela Merkel, sia confermato dalle urne. Leggi anche: Come cambiare bitcoin in euro

Il calendario valutario per euro sterlina e dollaro

 Il 15 gennaio è una data molto importante per diverse valute. Molti gli incontri in programma che dovrebbero influenzare l’andamento del dollaro americano, della sterlina e dell’euro.

Il calendario economico ha in programma un buon numero di appuntamenti. Partiamo dal Vecchio Continente, dove saranno pubblicati i dati relativi all’indice dei prezzi al consumo della Germania. Sembra che il dato in sé non abbia un impatto deciso sull’andamento dell’euro, almeno fino a quando non lo si usa per rilevare dati sull’inflazione in Germania.

In generale non sono previste variazioni rispetto alla versione preliminare dell’indice ferma sul valore dello 0,9 per cento.

Cosa condiziona la valutazione dell’euro

L’indice dei prezzi al consumo del Regno Unito, invece, dovrebbe incidere sulle valutazioni della sterlina. In questo caso il dato avrebbe un’incidenza importante e dovrebbe riportare un valore vicino al 2,7%. Ci si avvicina quindi, pericolosamente, alla soglia più elevata. Da considerare che la Bank of England, rilascia una lettera sull’inflazione nel momento in cui questa supera il livello del 3% in alto oppure si abbassa oltre l’1 per cento in basso.

 Per il dollaro c’è appuntamento con Bernanke

Atteso per la sterlina anche il discorso di Mervyn King, capo della Bank of England, davanti alla commissione parlamentare londinese. C’è molta attesa nel conoscere la politica monetaria pensata dalla BoE.

Vendite al dettaglio e indice della produzione potrebbero essere invece i motori del dollaro. Il secondo dei due indici è considerato molto impattante e capace di dare indicazioni utili per le stime inflazionistiche.

Vendere e comprare sulla coppia EUR/USD

 La coppia EUR/USD è uno dei terreni più interessanti del settore ForEX perché misura anche la qualità dei rapporti politici, economici e finanziari tra il Vecchio Continente e l’America. Per investire sulla coppia EUR/USD, il primo consiglio è sempre “affidarsi ad un broker autorizzato” e per sceglierlo vi abbiamo già dato qualche suggerimento.

Adesso vediamo praticamente come investire sulla coppia valutaria indicata. Nella pratica, in un pannello standard per gli investimenti nel ForEX troverete una tendina con tutte le coppie di valute su cui scommettere. Scegliete quindi quanti soldi dedicare alla vostra intuizione.

A questo punto iniziate a considerare che se aumenta il valore dell’Euro e quindi anche quello della coppia, allora è il caso di vendere opzioni EUR/USD. Allo stesso modo, nel caso in cui cresca il valore del dollaro e diminuisca quello della coppia, è arrivato il momento di acquistare.

Potete anche già pensare ai livelli di EUR ed USD che, una volta raggiunti, vi garantiscono un’ottima remunerazione e disporre vendite o acquisti una volta raggiunta la soglia stabilita. Questa tecnica è utile nel momento in cui il mercato v’impedisce di fare programmazioni o previsioni di lungo periodo.

Gli analisti consigliano poi d’investire in alcune ore particolari del giorno: tra le 8.30 e le 10 del mattino, prima che apra la borsa di Londra (alle 9 ora italiana) e ben distanti dall’apertura di New York (intorno alle 14 ora italiana).

JPY, USD ed EUR: in che rapporti sono?

 Qual è la moneta più forte tra lo yen giapponese, l’euro del Vecchio Continente e il dollaro americano? Per rispondere a questa domanda possiamo dare un’occhiata alla giornata di scambi, nel settore Forex, che c’è stata ieri.

Tutto depone a favore dello yen.

La moneta giapponese sale nei confronti del dollaro che perde circa lo 0,5 per cento contro lo yen e sale anche dello 0,8% rispetto all’euro. Il cambio USD/JPY si assesta sugli 87.70 e quello EUR/JPY è scambiato a 105.60. Tutta la situazione sembra sia da attribuire alla paura del fiscal cliff che influisce sulle sensazioni degli investitori, oppure alla decisione europea di rimandare l’incontro FOMC.

Lo yen, quindi, si è configurato come un porto franco in questo momento particolare per gli investitori che non vogliono prendere rischi durante la configurazione degli affari.

Se lo yen sale, perde quota invece il dollaro che avrebbe dovuto essere spinto dai dati sul settore immobiliare che in genere danno conto della ripresa economica del paese. Invece questi dati si sono mantenuti molto al di sotto delle aspettative.

Basta pensare che nei riguardi del dollaro hanno guadagnato terreno anche il dollaro australiano e quello canadese.

L’euro, infine, delude molto le aspettative e perde quota rispetto a tutte le valute “maggiori”. Sembra che l’accordo sulla Grecia sia stato tradotto in tanto entusiasmo tutto insieme ma gli investitori hanno bisogno di maggiori rassicurazioni.