Borse in attesa del tapering

 Borse europee senza particolari scossoni in questa giornata. Il tapering negli Stati Uniti sembra rimandato, visto che l’economia è in crescita del 3,6% e che il tasso di disoccupazione è sceso al 7%. Il rialzo dei tassi è ancora lontano e le Borse europee, compresa Piazza Affari, sono caute.
Il Fomc, che riguarda la politica monetaria della Federal Reserve, si dovrebbe riunire entro il 18 dicembre e potrebbe dare l’avvio al tapering, la riduzione degli stimoli monetari da 85 miliardi di dollari al mese. I mercati sono in attesa di questa scelta e vedono nella ripresa economica degli Stati Uniti con i mercati emergenti stabili la possibilità di un’altrettanta ripresa in Europa.
Piazza Affari è in crescita dello 0,4%. Negli altri mercati europei, sale Francoforte dello 0,25% e scendono Parigi dello 0,3% e Londra dello 0,01%. Borse quindi contrastate e in attesa di sviluppi per mostrare maggiori movimenti.
Tra i titoli, bene Mps dopo un periodo di ribassi e grazie alla richiesta della Fondazione di fare slittare l’aumento di capitale. In ribasso Mediaset.
In crescita l’euro a 1,3715 nel cambio con il dollaro e a 141,5 rispetto allo yen. Nel cambio con la moneta giapponese l’euro arriva a un livello che non si vedeva da 5 anni.
In calo lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi a 230 punti. La situazione politica caratterizzata dalla vittoria delle primarie di Matteo Renzi, che diventa il segretario del Pd, non dovrebbe avere ripercussioni negative sui mercati secondo quanto affermato dagli esperti.
La Borsa di Tokyo ha fatto registrare un rialzo del 2,29% che rappresenta la migliore seduta degli ultimi tre mesi.

Confindustria, ci sono indicazioni di ripresa

 Secondo le stime di Confindustria, “L’inversione di marcia è in atto. Ma l’euro più forte dell’atteso, la minaccia di deflazione e la restrizione del credito, appena attenuata dal parziale pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione, mettono a rischio le già modeste previsioni di crescita del 2014”.
In Italia a frenare la già tenue  ripresa è la contrazione del pil nel terzo trimestre (-0,1%, dal -0,3% nel secondo) con un livello che va a -9,1% dal picco di sei anni prima. La variazione acquisita per il 2103 è del -1,9%. Il Centro studi di Confindustria fa notare che “La Legge di Stabilità presentata dal governo fa molto poco per rimettere al centro l’industria e rilanciare lo sviluppo.

>Investire nei mercati azionari Usa. Previsioni 2014

Dal passaggio parlamentare potrebbe perfino uscire indebolita, come ha correttamente sottolineato anche la Commissione europea, in quello che dovrebbe essere uno dei capisaldi della politica economica per il Paese: il taglio del cuneo fiscale a beneficio delle imprese manifatturiere, oltre che dei lavoratori.

>Perché conviene investire nelle obbligazioni dei mercati emergenti?

Senza questa chiave di volta è vano attendersi rapidi progressi nel ritmo di marcia del pil e, quindi, nella creazione di occupazione. La quale peggiora più in fretta di quel che era temuto e che le statistiche provvisorie lasciavano intravedere. Chi ha imboccato con più decisione la dura strada delle riforme (Irlanda, Portogallo, Spagna) sta raccogliendo i primi frutti”. Nel terzo trimestre 2013 la Spagna è uscita dalla recessione (+0,1% il Pil) e il Portogallo ha tenuto la ripresa iniziata nel secondo (+0,2%, dopo un +1,1%).

 

Gli euro più piccoli sono anche i più costosi da produrre

 Quante volte, a partire dall’introduzione dell’euro, è stata sollevata, sia a livello pubblico che a livello privato, la questione della reale necessità delle quasi – inutili monete da 1, 2 e 5 centesimi? Sicuramente tante, ma le logiche di conversione valutaria  impongono e hanno imposto anche in passato, di sicuro, un certo rigore. 

Paesi emergenti in crisi – Le valute più a rischio

 La crisi ha colpito anche i paesi emergenti e la situazione è stata peggiorata dall’annuncio di Ben Bernanke di un probabile avvio del tapering a partire da questo settembre. Ciò vuol dire che gli Stati Uniti ridurranno gradualmente il Quantitive Easing (il denaro previsto dalla FED nei programmi di acquisto di bond e altri titoli di stato di questi paesi che garantiva un costante afflusso di denaro a basso costo) con delle inevitabili conseguenze sull’economia di questi paesi.

► Cambio Euro/Dollaro – Le previsioni per settembre 2013

La riduzione degli stimoli monetari da parte della FED ha già manifestato i suoi primi effetti, con molti dei fondi di investimento internazionali che stanno ritirando i propri investimenti. Ad essere stati colpiti per primi da questa fuga di capitali esteri sono stati il Brasile, l’India, l’Indonesia, la Turchia, la Thailandia e molti altri.

Per loro un immediato crollo delle borse e delle valute.

Le valute che hanno perso di più dopo l’annuncio del tapering

Ad essere maggiormente colpite sono state il Real Brasiliano, che ha perso circa il 20% dall’inizio del 2013 rispetto al Dollaro, la Rupia indiana, che ha mostrato in queste ultime settimane le peggiori perdite rispetto al Dollaro degli ultimi 18 anni, e la Lira Turca, che continua a perdere sia sul Dollaro che sull’Euro.

► La resistenza delle valute dell’Est Europa

Le valute più resistenti

Per chi fa trading, le monete che al momento sembrano aver resistito meglio alla crisi dei paesi emergenti e al tapering sono quelle dei paesi dell’Est: zloty polaccolev bulgaro, corona ceca e rublo russo.

Cambio Euro/Dollaro – Le previsioni per settembre 2013

 Durante il mese di agosto il cambio Euro/Dollaro è stato sempre sui massimi livelli, per poi riportarsi verso quote più basse appena è subentrato il mese di settembre. Potrebbe essere questo il trend che seguiranno Euro e Dollaro nei prossimi giorni, ma mai come in questa settimana è difficile fare delle previsioni a lungo termine.

► Le valute maggiormente in crisi

Prima di capire se è possibile fare delle previsioni, magari non a lungo termine, vediamo quali sono i fattori che determineranno l’andamento del cambio Euro/Dollaro (come base di partenza c’è un solo dato già certo, che è quello relativo alle PMI della zona Euro sulla manifattura, che è  risultato di 51.4 punti, superiore a quanto si attendevano gli analisti):

– dati PMI del settore dei servizi: attesi per mercoledì, secondo gli esperti potrebbero essere molto positivi;

– dati sulle vendite al dettaglio nella zona euro, che la BCE vede in crescita dello 0,5%, ma bisogna attendere mercoledì per il dato reale;

– decisioni della BCE sulla politica monetaria, che saranno comunicati in conferenza stampa giovedì, come da tradizione;

– per venerdì sono attesi i dati della bilancia commerciale tedesca; per i quali è atteso un surplus di 15.9 miliardi di euro.

► Da settembre via al tapering

Quindi, prima di poter prevedere come sarà il cambio Euro/Dollaro per settembre, è necessario attendere fino alla fine della settimana, quando la Germania, al momento l’economia centrale dell’Europa, rilascerà i dati sulla sua situazione. Ma le acque sono parecchio mosse anche sull’altra sponda dell’oceano: difficile dire come reagirà il Dollaro alla decisione della Federal Reserve sull’avvio o meno del tapering peril mese di settembre.

Evoluzioni nel rapporto tra euro e dollaro

 Chi investe nelle opzioni binarie e in particolar modo nel forex, sa che per investire è necessario avere una conoscenza diretta di molti particolari economici. I dati sul PIL o i dati PMI possono incidere moltissimo sull’andamento di una certa valuta. E’ il caso, ad esempio del dollaro che in relazione all’euro, ha visto cambiare il rapporto della coppia.

Perché l’euro ha vita lunga

Il dato più interessante è quello sulla revisione del PIL americano. Nel secondo trimestre del 2013, secondo il Dipartimento del Commercio americano, il prodotto interno lordo statunitense è cresciuto più del previsto. Un’ottima notizia che non poteva non dare lustro anche al dollaro.

Come comportarsi sul cambio euro dollaro

Nello specifico si pensava che il PIL americano crescesse dell’1,7 per cento invece l’ascesa è stata pari al 2,5 per cento in un mese. Il dato comunicato è ancora provvisorio ma alla fine di settembre si avrà la certezza di questo dato molto positivo. Hanno influito certamente sulla situazione corrente l’aumento delle esportazioni pari all’8,6 per cento e l’aumento degli investimenti delle imprese, cresciuti del 9,9 per cento.

A livello valutario, questa situazione economica favorevole si è tradotta di una decrescita del cambio euro-dollaro che si è portato fino a 1,3218. Si tratta del livello minimo registrato nelle ultime due settimane. Il trend ribassista dovrebbe continuare mantenendo il cambio in questione intorno all’1,32.

 

La resistenza delle valute dell’Est Europa

 Il mercato valutario è un ottimo terreno d’allenamento per chi investe in borsa o per chi vuole fare trading con le opzioni binarie. In questo periodo, poi, visti i movimenti politici di molti stati, le acque si stanno muovendo in modo da ottenere ottimi rendimenti. Abbiamo parlato non molto tempo fa del crollo della rupia rispetto al dollaro che ha gettato un po’ di ombra sull’evoluzione economica degli stati emergenti.

Mercati emergenti non più appetibili

In realtà non tutti i paesi periferici se la passano così male e a testimoniare questa affermazione ci sono i paesi dell’est europeo. A livello valutario ricordiamo che esistono realtà come quella polacca in cui c’è una forte resistenza della politica e della popolazione per l’adozione dell’euro e realtà più dinamiche come quella lettone che non rinuncerebbero mai al sentiero ormai intrapreso verso l’integrazione monetaria. La Lettonia entrerà nell’euro da gennaio 2014.

La Finlandia vuole uscire dall’euro

I dati che arrivano dagli indicatori economici dell’area euro sono chiari: le borse dell’Europa centro-orientale sono in fase crescente. L’indice Msci Eastern Europe è aumentato dell’1,2 per cento e sorprende soprattutto l’andamento di alcune valute che stanno guadagnando terreno nei confronti del dollaro. Si tratta dello zloty polacco, della corona ceca e del lev bulgaro.

Insomma la ripresa c’è ed interessa soprattutto i paesi dell’est che possono giovare di questo percorso tutto in discesa.

Perché l’euro ha vita lunga

 Dall’inizio della crisi ad oggi l’Europa ha attraversato momenti di grandissima crisi e questo ha fatto sì che molti smettessero di credere nella potenza dell’euro. La moneta unica, invece, ha dimostrato di essere più longeva e “forte” del previsto. Oggi a parlare è un esperto di M&G che descrive in questo modo la situazione della valuta del Vecchio Continente.

I mercati spaventati dalla Siria

Gli analisti finanziari che dopo l’estate del 2012 erano convinti che l’euro fosse in dirittura d’arrivo comprendevano anche un gruppo di M&G Investments. Il fatto è che prima di salvare l’euro si è stabilito un legame tra questa moneta e l’unità politica dell’UE. I paesi membri dell’Europa e la BCE hanno lavorato sodo per costruire l’unione monetaria.

Questo obiettivo si può ottenere però soltanto dopo aver lavorato sull’integrazione politica ed economica. Passi che l’Europa deve ancora compiere. Il debutto nella moneta unica di alcuni paesi dell’Est e senz’altro rassicurante ma non basta. La convergenza economica, quindi il livellamento delle disparità è un traguardo ancora lontano.

 Da settembre via al tapering

Adesso i segnali della ripresa economica europea fanno ben sperare ma bisogna dire stop all’austerity, alla disoccupazione, ai salari troppo bassi e a tutti quegli elementi che rischiano di minare la coesione sociale. Sicuramente si tornerà a lavorare per l’Europa dopo le elezioni tedesche.

L’usura torna di moda soprattutto a Sud

 L’usura è un problema molto sentito nel nostro paese, basta pensare al fatto che per colpa dell’usura è cresciuto l’indebitamento degli italiani e sono crollati anche i consumi. L’usura, però, è un problema che riguarda soprattutto il Meridione e l’ultimo rapporto stilato dalla CGIA di Mestre, mette in evidenza questa situazione critica.

La contrazione del credito aumenta nel Sud Italia

Secondo il sindacato degli artigiani, infatti, in regioni come la Calabria, la Basilicata, la Sicilia e il Molise, sono diminuiti molto i finanziamenti elargiti alle famiglie, probabilmente a causa della stretta sul credito e delle poche garanzie che le famiglie riescono a offrire agli enti erogatori.

D’altronde il denaro contante serve e le famiglie sperimentano strade alternative, affidandosi agli strozzini. La situazione è molto grave in una regione del Sud Italia che non abbiamo ancora menzionato: la Campania. Qui il rischio di mettersi nelle mani degli usurai è del 70% superiore che nel resto del Paese.

Lo sguardo sul debito proposto da Bankitalia

La flessione dei consumi al Sud preoccupa non poco la politica tanto che sull’argomento è intervenuto anche il premier Enrico Letta dicendo che il PIL, la produzione industriale e la fiducia dei cittadini, stanno ricominciando a crescere ma ci sono delle zone in cui la ripresa è molto più difficile del previsto perché manca il lavoro e perché le banche non sono di supporto all’attività delle imprese e alle difficoltà delle famiglie.