La Germania contro l’euro

 Il mercato forex è molto controverso. Dal punto di vista dell’investitore resta un terreno privilegiato, soprattutto se gli strumenti d’investimento sono le opzioni binarie. In più, comprendere l’andamento di una certa moneta è a dir poco facile rispetto alla considerazione delle oscillazioni di un titolo azionario.

A Bruxelles non piace l’analisi del FMI

Di fatto, però, le variabili che influiscono su alcune monete, possono crescere in base alla valenza “politica” piuttosto che “monetaria in senso stretto” della valuta. Per esempio, sull’euro, influisce la particolarità della struttura politica dell’Eurozona dove hanno un discreto peso tutte le decisioni dei singoli stati membri. Se poi a pronunciarsi è uno dei big come la Germania, allora si capisce bene che l’andamento dell’euro è bello che condizionato.

La più grande sfida è l’occupazione

La Germania, per esempio, in queste ore, sta effettuando un vero e proprio processo all’euro. Ha chiamato in causa la Corte costituzionale tedesca che adesso dovrà giudicare il comportamento tenuto dalla BCE che continua nell’acquisto dei bond privilegiando le economie italiana e spagnola.

Il processo all’euro, che probabilmente condizionerà tutta l’estate, sarà lo sfondo della campagna elettorale tedesca. In Germania, infatti, a settembre, i cittadini tornano alle urne. C’è da capire allora se questa querelle condizionerà l’ascesa del partito europeista o finirà per alimentare il sentimento antieuropeo latente anche in Germania.

La Lettonia entra nell’euro

 La Commissione Europea ha detto sì: la Lettonia ha le carte in regola per entrare nel novero dei paesi che utilizzano l’euro. Sarà il 18° paese.

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La Lettonia inizierà il passaggio all’euro a partire dal 1° gennaio 2014, a meno che qualche leader dei paesi che già ne fanno parte non decide di opporsi alla decisione della Commissione Europea. Una data molto ravvicinata ma, secondo la Commissione, la Lettonia ha tutte le carte in regola per aderire alla moneta unica senza particolari scossoni. Il paese, poi, aderirà anche all’unione bancaria.

Nonostante, infatti, la Lettonia abbia attraversato un grave periodo di crisi tra il 2008 e il 2009, è riuscita, con interventi mirati e decisi, a ridurre il deficit e a rientrare nei criteri di convergenza che Bruxelles esige per entrare nell’euro: tasso di cambio e inflazione stabile negli ultimi dodici mesi.

Olli Rehn si è dimostrato particolarmente soddisfatto per questa decisione, soprattutto perché l’entrata delle Lettonia nella moneta unica è la dimostrazione che l’Unione Europea e la sua moneta non si stanno disgregando, come si sostiene sempre più frequentemente.

► C’è chi crede nella fine dell’euro

Qualche perplessità, invece, arriva dalla Banca Centrale Europea che teme qualche scossone per i depositi bancari provenienti da altri paesi.

Prestiti online sempre meno accessibili

 Più di una volta abbiamo detto che le migliori offerte per mutui, prestiti e assicurazioni, si possono trovare online ed è proprio così visto che tantissime compagnie assicurative e tante banche, azzerando le spese d’istruttoria della pratica tramite l’erogazione online del finanziamento, possono diminuire i costi di quest’ultimo.

Una recente indagine dimostra però che i costi accessori e gli interessi elevati dei finanziamenti, in questo particolare momento storico ed economico, finiscono per essere proibitivi e frenare in qualche modo lo sviluppo dell’economia nazionale.

Il prestito della Speranza della Caritas

I prestiti alle famiglie e alle imprese, dunque, siano essi chiesti online o in filiale, dimostrano che i richiedenti hanno sempre meno le credenziali creditizie necessarie per sbloccare la pratica. Questa mancanza, in genere, è evidente già nella fase istruttoria dove si evince che tra interessi e costi accessori, il prestito può diventare inaccessibile, oppure, alla lunga, la stessa rata calcolata, può risultare impossibile da pagare.

I prestiti più convenienti per le ristrutturazioni

Il Comitas, che racchiude le microimprese, cerca di tutelare le piccole realtà imprenditoriali oliando i meccanismi creditizi, quindi stipulando delle convenzioni con le banche e le finanziarie. Il Comitas si batte poi per l’azzeramento delle commissioni sul massimo scoperto, si scaglia contro l’anatocismo bancario e contro le pratiche commerciali scorrette, insomma tutto ciò che rende inaccessibile un finanziamento.

Abbandonate le monete di piccolo taglio

 Le monete di grosso taglio sono uno strumento privilegiato per chi si occupa di riciclaggio di denaro sporco, mentre le monete di piccolo taglio, poco usabili negli scambi quotidiani portano molti commercianti ad arrotondare i prezzi per difetto o per eccesso pur di non mettere in circolazione quelle fastidiose monetine.

Ecco perché è stata depositata a Bruxelles una proposta per l’eliminazione anche delle monetine. Questo passo che sembra essere davvero rivoluzionario, è già stato fatto localmente da alcune nazioni, per esempio la Finlandia e l’Olanda.

A livello monetario saranno eliminati i 500 euro

La considerazione generale che si può fare prendendo in esame le monetine da uno e due centesimi è che queste monete costano più di quello che valgono, almeno tenendo conto dei soldi impiegati per costruirle.

Da oggi le nuove banconote da 5 euro

La Commissione Europea ha quindi accettato con molto interesse la proposta della Germania che, tramite il presidente della Bundesbank, ha introdotto questa ventata di cambiamento. La stima fatta dal Nein tedesco è che ci sono in circolazione ben 46 miliardi di monete da 1 e 2 centesimi, coniate a partire dal 2002. Ipoteticamente ogni europeo dovrebbe avere in tasca o in casa 137 monetine.

La loro circolazione è però compromessa dal fatto che le monete così piccole sono considerate di scarso valore e responsabili anche dell’inflazione. I cosiddetti ramini sono stati aboliti con soddisfazione da Olanda e Finlandia.

Monete da uno e due centesimi già sparite in Olanda e Finlandia

 Tante e inutili. Sono le monete da 1 e 2 centesimi che, molto probabilmente, molto presto verranno messe al bando nei paesi dell’Unione Europea. Le motivazioni sono molto semplici: hanno un valore di acquisto praticamente nullo e il costo della loro produzione è più alto del valore che realmente generano.

► Presto spariranno le monete da 1 e 2 centesimi di euro

Per questo la Commissione Europea e il Parlamento stanno pensando alla possibilità di eliminarle, ma prima di farlo è necessario comprendere quali conseguenze questo potrebbe avere sul costo dei beni di consumo e sull’inflazione. C’è poi anche da ottenere il consenso di tutti i paesi coinvolti e la Germania ha già detto di no.

Ma in alcuni paesi d’Europa le piccole monete sono già sparite. Si tratta dei Paesi Bassi e della Finlandia, paesi che hanno già trovato il modo di eliminare le monetine senza grosse conseguenze sull’economia.

 

Le banconote da 500 euro saranno ritirate dalla BCE

I prezzi rimangono ancora espressi in centesimi (ad esempio 0,99 euro, quello che viene definito il prezzo psicologico) ma i consumatori hanno due opzioni, entrambe che non prevedono l’utilizzo delle monetine di rame: pagando in contanti i prezzi sono arrotondati, per eccesso o per difetto, mentre rimangono invariati se si paga con carta di credito.

I distributori automatici non accettano le nuove banconote da 5 euro

Se qualcuno vuol fare una prova, una volta munito del nuovo biglietto (verde) da 5 euro, può recarsi al distributore automatico di sigarette più vicino e fare come segue:

– inserire piano piano la banconota;

– allineare la banconota perfettamente alla freccia;

– stirare le pieghe della filigrana prima dell’inserimento;

– girare la banconota e cambiare verso.

Tutti tentativi quasi istintivi che si fanno quando i nostri soldi sono stropicciati, prima di perdere la pazienza.

Ebbene, tutte queste prove, pur se ripetute all’infinito, non aiutano: la nuova banconota da 5 euro, che è in circolazione dallo scorso 2 maggio, non viene accettata dal distributore automatico. In nove casi su dieci esso “risputa” fuori il ‘pezzo di carta’, non riconoscendolo. E’ come se il nuovo foglio da cinque Euro fosse falso.

Dal 2001 ad oggi, questo è il primo restyling che ha l’euro per oggetto. Mai prima di oggi, si era cambiato qualcosa nel design dall’introduzione della moneta unica. Ma evidentemente le macchinette non erano preparate.

I gestori, probabilmente, non hanno aggiornato i software che leggono e riconoscono i soldi.

Così, tabaccai, benzinai, bigliettai di ticket per le metro, e distributori di snack, al pari di farmacisti e parcometri sono in difficoltà.

Per chi non l’avesse ancora vista, la banconota da 5 euro introdotta venti giorni fa ha il volto della dea greca Europa che affiora in controluce e sull’ologramma.

Saxo Bank sul cambio euro dollaro

Il mercato Forex è gettonatissimo dagli analisti che in questo momento sono alla ricerca di trend stabili per investire i loro risparmi. Ecco spiegato quindi il copioso effluvio di report da parte degli analisti di Saxo Bank e non solo.

La fine dell’effetto Draghi per i mercati

Abbiamo visto insieme la fine dell’effetto Draghi sui mercati ed abbiamo approfondito la settimana del dollaro.

Alan Collins, sempre per i clienti di Saxo Bank, ha provato ad illustrare le prospettive del cambio tra euro e dollaro, evidenziando la debolezza espressa nell’ultimo periodo da questo rally.

Da aprile in poi, il cambio tra euro e dollaro sta viaggiando ai minimi e le performance deludenti dell’ultima settimana, ne sono la prova lampante. La fase ribassista sembra si possa attribuire ad almeno quattro motivi. In primo luogo siamo in una fase negativa, dopodiché è necessario ricordare che la price action, la settimana scorsa, ha infranto la media mobile a 200 giorni.

In più, c’è la media mobile a 13 giorni che ostacola un po’ il mercato e infine c’è da valutare il trend ribassista del mercato nella sua interezza. In questa situazione, con entry, stop e target rispettivamente a 1,2825/50 (con balzo a 1,2916), 1,3829 bild e 1,2746, 1,2680 e un 62 per cento di correzione, si prospetta un trend di vendite.

 

Si pensa all’abolizione delle monete di piccolissimo taglio

 Le monete in circolazione sono emblematiche della situazione finanziaria di un paese e di un continente e i provvedimenti presi a riguardo, che si tratti di politiche espansive o di tutela dalle frodi, indicano che qualcosa sta cambiando.

È recente la notizia relativa alle monete da 500 euro che saranno presto abolite nel Vecchio Continente, così come saranno escluse dalla circolazione mondiale, le monete di taglio più grande. Queste, infatti, non sono usate dai cittadini per pagare beni e servizi, ma sono appannaggio della criminalità organizzata.

Le banconote da 500 euro saranno ritirate dalla BCE

Adesso si scopre che in Europa c’è l’intenzione di stoppare anche la circolazione delle monete da 1 e 2 centesimi, quindi i tagli più piccoli. I cittadini dell’Unione Europea, secondo un sondaggio fatto da Bruxelles, non vedono l’ora di liberarsi di queste monetine che accumulano durante tutto il giorno e che poi si perdono nei meandri delle borse.

Da oggi le nuove banconote da 5 euro

Le monete da 1 e 2 centesimi sono considerate di poco valore, si pensa che non valgano niente e dire la verità. L’opinione espressa dai cittadini è stata condivisa anche dalla Commissione europea che, sollecitata dal Parlamento e dal Consiglio europeo, ha iniziato a chiedersi se non valga la pena abolire queste monete.

Il commissario agli affari monetari, il celeberrimo Olli Rehn ha già affrontato il problema ed ha reso una dichiarazione scritta sull’argomento spiegando che si procederà con il ritiro integrale delle monete, con la loro scomparsa graduale, oppure con l’emissione a costi ridotti.

I cittadini europei sono sempre più scettici

 Un recente studio di Pew Research Center ha dimostrato che l’Unione Europea è il nuovo “stato malato” dell’Europa, del Vecchio Continente. Una frase che sembrerebbe senza senso ma che in realtà ha soltanto come obiettivo quello di evidenziare che il progetto europeo non gode più della stima di un tempo.

Negli USA torna la fiducia dei consumatori

Questa situazione dipende molto anche dalla crisi economica che ha interessato l’Europa e l’euro e che ha coinvolto in primo luogo le economie del sud del Vecchio Continente. La situazione, adesso, sembra in leggero miglioramento, ma il malcontento persiste.

L’idea dell’Unione Europea, infatti, non convince più i cittadini e la crisi dell’euro, la fiducia nella moneta unica è senz’altro sfumata. Lo dice la ricerca che è stata condotta in otto paesi: Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna, Grecia, Polonia e Repubblica Ceca.

L’Italia combatte contro la crisi

Sotto accusa ci sono i costi dell’integrazione, sempre più elevati e sempre meno sopportabili dagli stati membri. I cittadini europei si riscoprono oggi, sempre più nazionalisti e si dicono contrari al trasferimento di potere alle istituzioni europee. Un’Europa più unita dal punto di vista politico ed economico, è l’unico presupposto possibile per una ripresa finanziaria del Vecchio Continente.

Soltanto con questo ipotetico ed auspicabile nuovo trend, si possono neutralizzare le forze centrifughe presenti in Europa.