Mutui e prestiti più interessanti del momento

 Ogni giorno, in base alle esigenze di spesa di un utente, è possibile fare una selezione di prestiti e mutui utilizzando i suggerimenti forniti dai siti d’intermediazione come PrestitiSupermarket, MutuiSupermarket e Supermoney.

Nella giornata di oggi abbiamo avuto la possibilità di vedere numerosi aggiornamenti relativi a prestiti e mutui. In questa seconda categoria abbiamo illustrato due proposte della Banca Carime, una a tasso variabile con cap e una a tasso misto.

Il mutuo PreFix della Banca Carime conviene davvero? Per rispondere a questa domanda siamo entrati nel merito di una serie di informazioni reperibili sul sito dell’istituto di credito in questione che offre una panoramica completa sul funzionamento del mutuo. Abbiamo provato poi ad approfondire le caratteristiche di un altro prodotto, sempre della Banca Carime, il mutuo Formula Open dove l’apertura riferita alla formula si riferisce al fatto che con scadenza biennale si può effettuare il passaggio da una formula a tasso fisso ad una formula a tasso variabile senza spese aggiuntive.

Per quanto riguarda i prestiti, invece, abbiamo simulato la richiesta di un prestito per l’acquisto degli elementi di arredamento di 10 mila euro da rimborsare in 10 anni. Le soluzioni enucleate da PrestitiSupermarket sono state due: il Credito casa arredamento Findomestic e il ProntoTuo Casa di Consel.

Dall’Euro potrebbe sempre uscire la Germania

 La Germania, che rappresenta il cuore pulsante dell’economia europea, potrebbe decidere presto di uscire dall’euro. Attenzione, stiamo facendo soltanto un’ipotesi che per quanto strampalata ci abitua ad un’analisi degli scenari molto accurata.

Commerzbank e il prelievo forzoso in Italia

Il fatto è che il sentimento antieuro e antieuropeista è al centro di moltissimi discorsi  nel nostro paese e nell’UE, perché adesso, in questo momento di grande fragilità del Vecchio Continente, anche la perdita di un solo paese nello scacchiere europeo, sarebbe fatale.

Tutti si sono messi sul piede d’allerta sentendo dell’ascesa del Movimento 5 Stelle in Italia, un voto che per quanto possa essere di protesta, accoglie in sé il malcontento per la situazione economica del paese. Ma questo non vuol dire che siamo gli unici ad essere interessati dalla crisi dell’Euro.

La Germania contro l’antieuropeismo italiano

Anche la Germania, per esempio, cova le serpi al suo interno e il partito anti-euro “Alternativa per la Germania” sta prendendo piede nel paese. Se il governo tedesco decidesse allora di uscire dall’euro tornando al marco, cosa ci si può aspettare che accada?

Il marco potrebbe apprezzarsi nei confronti dell’euro e delle altre valute, anche del 40 per cento e questo potrebbe determinare la definitiva perdita di competitività del paese. Gli investimenti non sarebbero più così appetibili e quindi è probabile che la considerazione della Germania tra gli investitori, sarebbe in discesa. Infine i rimborsi dei crediti verso l’estero che sarebbero restituiti con sempre maggiore difficoltà.

Il punto sul salvataggio di Cipro

 Cipro doveva essere salvata in qualche modo perché in un momento di crisi del debito come quello che sta interessando da diversi mesi il Vecchio Continente, perdere anche soltanto una pedina dello scacchiere europeo, può incrinare l’equilibrio dell’UE nella sua interezza.

Il caso di Cipro, però, è emblematico, visto che le conseguenze del suo bailout hanno un effetto immediato su diversi paesi e sul mercato valutario. Per esempio chiude in rosso Milano ma non si parla di contagio, eppure, l’effetto di Cipro sul mercato valutario è indiscutibile.

Nel prendere in considerazione tutti questi elementi si scopre anche che ci potrebbe essere un’alternativa a tutta questa situazione ma la discussione è ancora aperta all’interno del governo cipriota. L’alternativa è proprio nella doppia tassazione, più piccola per i piccoli risparmiatori e più elevata per i grandi risparmiatori. Se fosse accettata questa visione, probabilmente, si potrebbe arginare la corsa agli sportelli bancari.

La Germania, intanto, dice la Reuters, caldeggia un cambiamento di programma. Secondo il portavoce della Merkel, il governo tedesco è convinto che per salvare Cipro sia necessario l’intervento di tutti, banche, correnti e proprietari ma il “come” deve essere definito dal governo dell’isola. Insomma si può cambiare programma ma l’ultima parola spetta a chi ha il polso della situazione.

L’effetto di Cipro sul mercato valutario

 La riflessione sulle conseguenze del bailout di Cipro e il fatto che chiude in rosso Milano ma non si parla di contagio è importante perché fa capire che la situazione cipriota ha un’influenza diretta sulle condizioni del Vecchio Continente e sulla sua moneta unica, l’euro.

Nel giorno in cui i mercati valutari sono costretti a digerire le condizioni del salvataggio di Cipro, si prende atto di una flessione dell’euro fino a 1.2880 punti con un recupero dell’euro sul dollaro che torna nel range tra i 1.2940 e i 1.2950.

Questo recupero dell’euro dipende anche dalla notizia emanata dal governo di Nicosia riguardo la volontà di operare un prelievo sui conti deposito, salvaguardando però i piccoli correntisti, i risparmiatori cioè che in cassa hanno meno di 100.000 euro. Il movimento dei tassi di prelievo potrebbe essere infatti in salita per chi supera questa cifra di risparmi e in discesa per tutti gli altri.

Rivedere il salvataggio di Cipro, anche nelle regole per i conti correnti, adesso, è fondamentale, visto che si va ad operare direttamente sui grandi mercati europei, con effetti anche sulle borse asiatiche ed americane.

In generale, per quanto riguarda l’euro, le decisioni di Cipro dovrebbero spingere al ribasso le quotazioni. La preoccupazione, però, resta, perché ci potrebbe essere una corsa agli sportelli delle banche con una nuova crisi di liquidità.

Aliquote, versamento e certificazione delle ritenute d’acconto

 Le ritenute d’acconto sono versate dai sostituti d’imposta come anticipo del pagamento dell’IRPEF dovuto da alcune categorie di lavoratori per una serie di prestazioni d’opera. L’Agenzia delle Entrate è di recente tornata sull’argomento per fare chiarezza.

L’Erario spiega per chi si paga la ritenuta d’acconto ma entra anche nel merito di altre questioni che servono a concludere in modo esaustivo il discorso: parla di aliquote delle ritenute d’acconto, di base imponibile delle stesse, di versamenti e di consegna delle certificazioni.

Le aliquote delle ritenute d’acconto sono due: quelle al 20 e quelle al 30 per cento. Questa seconda aliquota si applica soltanto per i compensi dei non residenti, relativi all’uso di opere d’ingegno, invenzioni industriali, brevetti e similari. Per tutti gli altri casi si applica una ritenuta d’acconto del 20 per cento.

Quanto costa un dipendente a tempo determinato?

L’aliquota si applica ad una base imponibile formata da: compensi professionali, rimborsi  a piè di lista, spese documentate, mentre non fanno parte dell’imponibile i contributi previdenziali, l’addebito come rivalsa del contributo e i compensi ricevuti per le spese anticipate.

Quanto al tempo del versamento della ritenuta, si specifica che va versata entro il 16 del mese successivo a quello del pagamento del compenso, tramite il modello F24 con modalità telematiche. La certificazione delle ritenute d’acconto, invece, deve essere inviata o trasmessa telematicamente ai collaboratori, entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello d’imposta. Le ritenute del 2012 devono essere certificate entro il 28 febbraio del 2013 e così via.

Se l’Italia uscisse dall’Euro

 L’incertezza politica che contraddistingue il nostro paese, porta gli analisti a fare le considerazioni più varie. Non solo gli analisti chiaramente, visto che è stato di recente Beppe Grillo a lanciare la provocazione, spiegando che il nostro paese, formalmente è già fuori dall’Europa.

Il dollaro in rimonta e cambiano le visioni dell’America

Allontanandoci per un momento dalle divisioni ideologiche, quelle che separano gli euroscettici dagli europeisti convinti, e tenendo ben ferma la considerazione che un’uscita dalla moneta unica possa essere adesso considerata sciagurata, proviamo ad elaborare almeno 2 scenari per un’Italia senza euro.

Il primo scenario che arriva alla mente è quello di un abbandono della moneta unica con il conseguente ritorno alla lira. Tutti i risparmi, tutti i depositi, i salari e i consumi, sarebbero immediatamente svalutati e perderebbero valore. La lira, tornando in campo, non potrebbe infatti competere con l’euro. De facto, quindi, diventeremmo tutti più poveri in un sol colpo con un notevole impatto anche sulla perdita del potere d’acquisto. In quale modo e con quali attori, poi, si riuscirebbe a mantenere il debito del paese trasformato in lire?

2013 consacrato anno del Forex

Il secondo scenario è proprio quello che parte dal debito, quindi dalla sua ristrutturazione, che non può partire se non dal default conclamato del paese. Se l’uscita dall’euro fosse la conseguenza del fallimento del paese, sarebbe tutto diverso. A pagare ci sarebbero soprattutto le banche e la situazione finanziaria del paese sarebbe talmente grave che i risparmi dei consumatori si azzererebbero.

Le dichiarazioni di Beppe Grillo su euro e Europa

 Italia de facto già fuori dall’euro. Ecco cosa ha detto questa mattina il leader del Movimento 5 Stelle al quotidiano tedesco “Handelsblatt”.

► Possibili scenari per il dopo elezioni: Beppe Grillo

Punto nevralgico del programma elettorale di Beppe Grillo è stato proprio il referendum per lasciar decidere il popolo italiano sul da farsi in merito alla permanenza o meno nella moneta unica. Ma, stando a quanto affermato nell’intervista di questa mattina, il referendum sembra non essere necessario perché l’Italia sarà presto fuori dalla moneta unica.

Infatti, secondo Grillo, una volta che i paesi del Nord Europa rientreranno degli investimenti fatti sui titoli di Stato italiani non avranno più interesse a sostenere la permanenza tricolore nell’euro e

ci lasceranno cadere come una patata bollente.

Non per questo, però, il leader rinuncia alla volontà di interpellare i cittadini attraverso un referendum che potrebbe essere fatto on line.

► Grillo critica l’agenda-Monti

Un’intervista, quella di Grillo, che ha toccato anche altri punti relativi al panorama politico italiano attuale, soprattutto riguardo al premier uscente Mario Monti, definito:

amministratore fallimentare per conto delle banche che, invece di tagliare in alto i salari dei top-manager o dell’apparato dello stato, ha appioppato tasse più elevate in basso ai cittadini.

Come variano i rapporti tra le valute

 Il Forex, oltre ad essere un terreno d’investimento privilegiato per chi si avvia sul terreno delle opzioni binarie, è da considerare una vera e propria palestra, visto che è sempre in movimento. Se dovessimo seguire ogni giorno tutti i market mover quotidiani, avremo un bel da fare. Di tanto in tanto, capire però quali elementi indirizzano i trend valutari, è sicuramente utile.

La giornata di oggi, per esempio, è da considerare mediamente movimentata, nel senso che si susseguiranno un bel po’ di appuntamenti che arrivano dall’Europa, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti.

Germania contro la Banca Centrale Europea

In Europa, per esempio, al centro dell’attenzione stavolta c’è la Germania dove saranno pubblicati l’indice dei prezzi al consumo e l’indice dei prezzi all’ingrosso. Il primo misura la variazione dei prezzi dei beni acquistati dai consumatori, il secondo, invece è maggiormente legato all’inflazione. Ad ogni modo l’indice dei prezzi al consumo dovrebbe mantenersi stabile, l’altro indice dovrebbe invece essere in lieve calo.

Qualcuno dice che siamo più ricchi dei tedeschi

Per quanto riguarda il Regno Unito, il dato relativo alla produzione del settore manifatturiero è sicuramente la pubblicazione più interessante, visto che questo settore industriare rappresenta l’80 per cento della produzione del paese. E’ considerato dunque un market mover di forte impatto e si prevede in calo. Sempre dal Regno Unito arriverà la notizia sulla bilancia commerciale che dovrebbe accusare una lievissima variazione.

Infine ci sia spetta anche il bilancio federale degli Stati Unti che dovrebbe essere negativo.

In discesa il cambio tra euro e dollaro americano

 Ormai sono quattro settimane, quindi tutto il mese di febbraio, che il cambio tra euro e dollaro flette verso l’1,30. Tutto sembra dovuto alle elezioni politiche italiane, che hanno generato un clima di instabilità sui mercati, ma gli investitori si chiedono se questa discesa continuerà ancora per molto tempo.

► Si riparte dal mondo valutario

Sicuramente sarà importante tenere in considerazione gli appuntamenti con la Banca Centrale Europea che è chiamata ad esprimersi sulla politica monetaria comunitaria. Molti economisti, infatti, da più parti consigliano all’UE di modificare la prospettiva finora adottata e reagire agli attacchi delle valute straniere, procedendo nella svalutazione dell’euro.

Guerra di valute ed esportazioni

Gli appuntamenti più importanti dell’Eurozona sono tre per questa settimana e da lì si parte per capire se ci potrà essere un’inversione di tendenza. Il primo appuntamento è la pubblicazione dell’indice PMI dei servizi che dovrebbe avere una lettura superiore alle attese, visto il peggioramento della situazione del Vecchio Continente.

Il secondo appuntamento è la pubblicazione del PIL nella versione finale e ci si aspetta in questo caso una contrazione dello 0,6 per cento. In ultimo, ma non meno importante, l’appuntamento con la BCE che oltre a delineare la politica monetaria, sarà cruciale per infondere l’ottimismo nella crescita dell’UE.

Negli USA, il dollaro dovrà invece superare il vaglio delle decisioni della Federal Reserve, della bilancia commerciale e dei dati sull’occupazione di coloro che trovano posto nei settori non agricoli.

Mario Draghi su occupazione e euro

 Nel suo discorso tenuto all‘Accademia Cattolica di Monaco di Baviera il presidente della BCE Mario Draghi ha voluto lanciare un chiaro segnale ai paesi dell’Unione Europea, in un momento politico particolare come quello del post elezioni in Italia che ha riaperto delle questioni mai risolte in seno alla Banca Centrale e all’Unione.Draghi si è schierato in difesa della moneta unica come solo mezzo di stabilità per l’economia dei paesi dell’Unione Europea. Ma è necessario che i paesi che hanno deciso di aderirvi si prendano le giuste responsabilità per far sì che l’euro possa davvero assolvere al suo compito non lasciando alla Banca Centrale il compito, che non potrà mai essere di sua competenza, di portare avanti le riforme strutturali dei singoli paesi.

Quello che la BCE può fare, ora che i paesi con i maggiori problemi hanno ricevuto gli aiuti, è impegnarsi a mantenere stabili i prezzi, come prevede il suo mandato, ma poi l’iniziativa di risanamento deve partire dall’interno dei singoli paesi, che non possono fermarsi agli obiettivi raggiunti fino ad ora.

Anche se i costi sociali delle riforme di questo periodo sono stati molto alti, non ci si può fermare adesso: la disoccupazione è ancora molto alta in molti paesi dell’Eurozona e il presidente ha invitato i paesi ad

attuare riforme fondamentali che spingano il potenziale delle loro economie. La disoccupazione è una tragedia che spreca la vitalità dei lavoratori, impedisce alle persone di avere un ruolo attivo nella società e crea una sensazione di senza speranze, che è frustrante per i giovani.

Non si può sottovalutare il problema della disoccupazione che in Europa colpisce circa 19 milioni di persone, l’equivalente della popolazione dell’Olanda.