Borsa giù a Milano e in Europa e Spread che sale dopo il voto

Il risultato del voto non è stato gradito dai mercati e oggi si vedono gli effetti. L’ingovernabilità dell’Italia fa paura all’Europa e ai mercati e la Borsa va giù. Il Ftse Mib perde il 5% con le banche quasi tutte in eccesso di ribasso. C’è il rischio contagio con Wall Street e Tokyo negative.

Dopo le proiezioni del voto sale lo Spread

Il mercato teme per l’affidabilità del debito italiano. La Consob potrebbe intervenire sulla volatilità, mentre c’è preoccupazione per l’asta dei Bot semestrali, il primo indicatore della fiducia dei mercati dopo le elezioni, con i rendimenti che sono quasi raddoppiati.

E lo Spread torna a salire. È arrivato a 348 punti e poi a 330 punti, comunque sopra a quella quota di 287 punti che era stato l’obiettivo raggiunto del precedente governo.

Si abbassa anche il livello dell’Euro rispetto al Dollaro a 1,3053 e rispetto al franco svizzero a 1,2139 e lo Yen a 120,11.

La Borsa di Milano trascina al ribasso anche le altre Borse europee, con Madrid al -2,7% Atene al -2,4%, Parigi al -2%, Lisbona al -2% e Francoforte al – 1,7%.

Sulla situazione economica ci sarà un vertice tra il premier uscente Mario Monti, Vittorio Grilli, il ministro degli Affari europei Enzo Moavero Milanesi e il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.

Draghi fa il quadro della situazione monetaria UE

 Draghi, nel suo discorso davanti al Parlamento europeo, ha dovuto necessariamente affrontare il “problema” della politica monetaria dell’UE dove, in questo momento, l’evento più eclatante, è la stabilità dei tassi d’interesse a livelli molto bassi.

Wall Street, Tokyo e Piazza Affari nell’analisi di Draghi

Il presidente della BCE, però, ci ha tenuto a parlare più in generale della condizione economica della zona euro, a definire l’approccio politico della BCE, ad illustrare gli strumenti a disposizione per ridefinire la situazione. Nel momento in cui l’Europa è caratterizzata dalla debolezza dell’economia reale, il ruolo della Banca Centrale è decisivo, ma non può prescindere dal Meccanismo di Supervisione Unico e dall’unione fiscale.

Draghi parla della debolezza dell’economia reale

La prima domanda che Draghi si pone, quindi, è questa: come influiscono la politica monetaria e i tassi d’interesse sull’economia dei paesi dell’UE? Per rispondere c’è da premettere che l’attività economica della zona Euro si è contratta durante l’ultima parte del 2012 e probabilmente, anche per il 2013, la parola d’ordine sarà “debolezza”.

Inflazione e stabilità dei prezzi nel discorso di Draghi

La ripresa economica e la riconquista della fiducia degli investitori e dei consumatori, si può ottenere soltanto attivando una serie di strategie. In primo luogo è necessario rafforzare la domanda economica a livello globale, quindi la ripresa dell’UE si lega alla salute delle economie del resto del mondo. In secondo luogo bisogna conservare una politica dei tassi che stimoli l’economia.

Una volta migliorati i sistemi finanziari, allora si potrà procedere con interventi mirati di rilancio dell’economia.

Il calendario economico del 19 febbraio

 Nella giornata di oggi ci sono numerose pubblicazioni che possono incidere sull’andamento delle principali monete in circolazione, come l’euro, lo yen, il dollaro canadese o quello australiano. Le pubblicazioni cui facciamo riferimento sono le minute delle banche centrali, la definizione dell‘indice ZEW per l’UE e la panoramica sulle vendite al dettaglio in Canada.

 Previsioni BCE per il biennio 2013/2014

Iniziamo dal primo dei market mover in elenco: le minute delle banche centrali. Già nella notte la Bank of Japan e la Reserve Bank of Australia, avrebbero dovuto pubblicare delle minute relative alla politica monetaria scelta dai loro consigli direttivi.

In queste minute oltre alle indicazioni operative, sono riassunti i dati dell’economia di riferimento, le statistiche più importanti del paese e un quadro complessivo sulla situazione finanziaria del paese. Si tratta di documenti tenuti in grande considerazione dagli investitori del Forex per capire le prossime mosse valutarie.

► Germania tra PIL e guerra delle valute

L’indice ZEW, invece, è qualcosa di squisitamente europeo e misura il sentiment degli investitori in relazione all’Eurozona (basso impatto) e in relazione ai singoli paesi. L’indice ZEW di oggi riguarderà la Germania ed avrà un impatto massimo, ma sarà anche pubblicato quello relativo all’Eurozona. Valori superiori alle aspettative, potrebbero determinare un apprezzamento della moneta unica.

Per quanto riguarda le vendite all’ingrosso in Canada, si tratta di un indice che ha delle correlazioni positive con la moneta di riferimento nel paese.

Le migliori offerte di prestiti di febbraio

 Ci sono ancora pochi giorni per accaparrarsi la migliore offerta di prestito del mese. Vista la celerità delle operazioni per l’erogazione dei prestiti, non è detto che in 10 giorni non si possa concludere un affare. Di certo, per capire se ci troviamo di fronte ad una vera “offerta”, è necessario conoscere i tassi medi applicati dalle agenzie nel nostro Paese.

 Idealista cerca i migliori mutui per la ristrutturazione

Una panoramica dettagliata è offerta da PrestitiOnline che ha rilevato i tassi medi di febbraio. La prima considerazione fatta dal portale in questione è che rispetto a gennaio non ci sono cambiamenti riguardo i prestiti migliori per l’acquisto di un’auto nuova o quelli per la ristrutturazione della casa.

Se i mutui sono costosi è colpa dello spread

Per comprare una casa nuova, infatti, il TAN è fissato al 7,10 per cento e il TAEG al 7,37 per cento o al 7,48% sulla base della durata del piano di rimborso. Per quanto riguarda i prestiti finalizzati al pagamento delle spese di ristrutturazione della casa, invece, il TAN migliore è del 7,05% per quasi tutte le durate del piano di rimborso e il TAEG resta sempre al di sotto dell’8 per cento anche per le durate di rimborso più lunghe, dai 96 ai 120 mesi.

Riepilogando i TAEG in vigore per l’acquisto dell’auto nuova, si va dal 7,37% per i prestiti da rimborsare in 84 mesi fino al 7,48% per i prestiti da rimborsare in 12 mesi. Per la ristrutturazione della casa, invece, si va dal TAEG del 7,32% dei prestiti a 72 mesi fino al 7,98% dei prestiti a 96 e 120 mesi.

Dollari, euro e sterlina nel mercato valutario di oggi

Il mercato valutario, in questi giorni, è scosso dalle diverse notizie che arrivano dall’Europa – dov’è stato raggiunto l’accordo sul bilancio del periodo 2014-2020 – e dall’America, dove Barack Obama ha fatto il suo discorso di presentazione dello Stato dell’Unione.

► Eur/Usd ed Usd/Jpy dopo il discorso FED

Nella giornata di oggi, quindi, cosa può influenzare le valute? Partiamo proprio dai market mover del dollaro americano e dell’euro. Per quanto riguarda il dollaro americano, oggi saranno pubblicati i dati relativi alla vendite al dettaglio. Sarà data in pasto ai media e agli analisti la versione completa del report, ma non mancherà anche la versione core. La lettura superiore alle aspettative, come al solito, potrebbe avere un effetto rialzista sul dollaro.

► Forex: la coppia EUR/USD vicina al pull back

Per l’euro, invece ci sono in programma due appuntamenti: il primo è la pubblicazione dei prezzi all’ingrosso in Germania che serve a prevedere i possibili cambiamenti dei prezzi dei prodotti destinati ai consumatori, partendo dai prezzi applicati all’ingrosso. Il market mover in questione è comunque considerato di medio impatto. Molto più consistente, dovrebbe essere, l’effetto della pubblicazione dei dati sulla produzione industriala nella zona euro, per il quale ci si aspetta un passaggio dal -0,3% della rilevazione precedente, al +0,3% dell’ultima rilevazione. L’effetto potrebbe essere un apprezzamento della zona euro.

Draghi ripete ancora che non c’è una guerra di valute

 L’Europa ha appena approvato il bilancio valido per l’Unione nel periodo compreso tra il 2014 e il 2020 ed è la prima volta che si ha un bilancio più basso di quello antecedente. La volontà del Vecchio Continente è quella di ridimensionare le spese, senza nulla togliere agli investimenti.

 L’UE e i segnali dell’inversione di tendenza

Proprio adesso, tra l’altro, che gli investitori hanno ritrovato la fiducia nell’UE. Il simbolo inequivocabile di questa tendenza è nell’apprezzamento dell’Euro. Ne è convinto Draghi che propone una prospettiva nuova sull’euro forte. In fondo i rialzi costanti della moneta unica non sono indicativi di una guerra tra valute.

 L’indice Big Mac evidenzia la forza dell’euro

Anzi, il mercato ForEX non evidenzia alcuna tensione tra gli stati e forse occorre abbassare i toni della discussione a riguardo. Il Presidente della BCE ci tiene comunque ad approfondire il tema e l’appuntamento per tutti è al G20 di questo fine settimana.

Lì probabilmente si confronteranno le posizioni simili a quelle del presidente francese Hollande che sostiene la necessità di un intervento sul tasso di cambio e le posizioni filo-mercato di molti altri paesi dell’Unione che vogliono, infatti, lasciare agli scambi, la decisione del valore delle diverse monete.

Se poi ci dovessero essere degli screzi evidenti, come quello tra Berlino e Tokyo, saranno considerati espressione della volontà dei diversi Stati di “proteggere” l’economia nazionale, piuttosto che di “attaccare” gli avversari.

► Una lotta valutaria tra Tokyo e Berlino

Un tetto per il fondo salva stati

Il commissario agli affari economici Olli Rehn ha parlato dopo l’Eurogruppo della crisi e della situazione economica in Europa. Il commissario ha detto che le prospettive sono preoccupanti e che serve un limite al fondo salva stati.

L’analisi economica fatta da Draghi

I leader europei hanno quindi mostrato le difficoltà dell’Eurozona e messo in evidenza la questione dell’indebitamento dei Paesi europei. Olli Rehn ha affermato che i mercati si stanno normalizzando, ma anche che “le prospettive di breve termine restano preoccupanti, con la disoccupazione alta e un debito pubblico della zona euro sopra il 90% che ha ridotto il dinamismo e la crescita”.

Jeroen Dijsselbloem nuovo presidente eurogruppo

Si parla quindi della possibilità di mettere un tetto al fondo salva stati dell’Esm. Lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem dopo la riunione. La questione è in agenda e a discussione con i ministri degli esteri europei non è arrivata a delle decisioni. A Giugno se ne riparlerà e una decisione dovrà essere presa, magari considerando la situazione economica in questi mesi. Uno dei problemi è il fatto che i fondi vengono dati alle banche in crisi e non agli Stati. Una situazione che limita il fondo e sembra non arrivare a contrastare la crisi economica che vivono molti stati. L’ipotesi è quindi quella di un tetto del fondo.

La BCE non cambia il costo del denaro

 Il presidente delle Banca Centrale Europea Mario Draghi ha parlato chiaro: le previsioni fatte dal suo istituto sulle condizioni dell’economia dell’Eurozona si stanno verificando e, quindi, non c’è alcun motivo per modificare la politica monetaria fin qui messa in atto.Una politica che resterà accomodante, in quanto le prospettive di crescita restano deboli e l’uscita dalla crisi presenta ancora dei rischi che rappresentano le priorità della BCE.

► Come Draghi ha cambiato la BCE

Secondo Draghi il tasso di inflazione scenderà sotto al 2% nei prossimi mesi ed è per questo che la BCE ha deciso di lasciare invariato allo 0,75% il costo del denaro, una decisione che lo scopo preciso di dare un ulteriore sostegno alla crescita, che farà vedere i primi risultati a partire dalla seconda metà dell’anno in corso.

A dare linfa vitale all’economia saranno l‘aumento della domanda interna e più in generale della domanda globale, il tutto a favore delle esportazioni, anche se resta ancora da vedere come agire nei confronti dell’apprezzamento dell’euro, che, se da un lato è un chiaro segno di fiducia da parte dei mercati, dall’altro potrebbe rendere sfavorevole il cambio.

► Una panoramica sull’andamento dell’euro

Draghi ha così risposto, anche se in maniera indiretta, alle osservazioni di Hollande che chiede una maggiore flessibilità della politica di cambio della BCE, ribadendo, inoltre, che la Banca centrale è un organismo indipendente.

Il calendario ForEX del 7 febbraio

 Il mercato valutario odierno sarà molto ricco di appuntamenti che vanno ad incidere sulle quotazioni del dollaro, dell’euro e della maggior parte delle valute importanti sullo scacchiere internazionale.

I market mover, come si chiamano in gergo, sono numerosi ed interessanti ma per l’area euro contano soprattutto le mosse della Banca Centrale Europea e della Bank of England che devono decidere in merito ai tassi d’interesse da applicare nelle aree di riferimento.

S’inizia comunque il giro dall’Australia dove il governo è chiamato a pubblicare i dati sull’occupazione nel paese e ci dovrebbe essere una lettura dei dati in aumento. A gennaio, infatti, 5,8 mila persone hanno trovato una nuova occupazione e il tasso di disoccupazione è contestualmente calato dal 5,5 al 5,4 per cento. La valuta è data in rialzo.

 Mercato valutario e pubblicazioni odierne

Sul fronte europeo sarà molto interessante anche conoscere quel che ha in mente la Svizzera che deve rendere note le riserve di valuta straniera detenute nei suoi forzieri. In più il tasso di cambio tra euro e franco svizzero è sempre di moda.

Nel Regno Unito, come anticipato in precedenza, la BoE deve esplicitare la sua strategia riguardo tassi d’interesse e programma di acquisti ma nonostante il fermento, si pensa che tutto resterà invariato.

► L’indice Big Mac evidenzia la forza dell’euro

Grande attesa anche per il discorso di Draghi chiamato a dare la posizione ufficiale della BCE rispetto alla guerra valutaria in atto.

► Guadagnare ai tempi della guerra valutaria

La proposta anti-crisi di Hollande

 François Hollande, per la prima volta da quando è stato eletto presidente della Repubblica francese, ha tenuto un discorso davanti al Parlamento di Strasburgo ed ha ottenuto un discreto successo con strascichi e polemiche legati alla sua “proposta alternativa”.

In pratica Hollande, guardato un po’ il mercato valutario, ha spiegato che l’Europa ha allentato la presa sull’euro e la moneta unica è sempre più vulnerabile, sottoposta a movimenti che psi potrebbero definire addirittura irrazionali. Hollande allora propone all’Europa unita d’intervenire sui tassi di cambio con un progetto di medio termine, in pratica riducendo in modo “artificiale” il valore della moneta unica.

L’euro, in questo momento, con l’indice Big Mac che ne evidenzia la forza è deleterio per la ripresa. Eppure non tutti sono d’accordo con questa visione del Vecchio Continente e la Germania, ad esempio, si è opposta in modo vivace alla proposta del leader francese.

Di nuovo crisi per l’Eurozona? Sicuramente l’incertezza a livello politico non giova a nessuno ma se anche gli investitori che avevano percepito la situazione, adesso si sentono più sicuri nell’affermare che gli ultimi eventi che hanno interessato Spagna e Italia minano la forza dell’euro.

Gli attacchi speculativi sono alle porte, per questo è sempre più atteso l’intervento deciso della BCE in risposta ai continui incrementi di valore della moneta unica.