Guadagnare ai tempi della guerra valutaria

 Il mercato ForEx è probabilmente uno dei più semplici da interpretare ed è chiaro a tutti che in questo momento è interessato da una vera e propria guerra, legata molto spesso alle decisioni delle banche centrali. Sono questi istituti quelli maggiormente interessati al deprezzamento delle monete locali, utile ad attirare nuovi investimenti.

Le scelte della BoJ fanno arrabbiare la Germania e si determina una lotta valutaria tra Tokyo e Berlino. La Bank of Japan, come anche al Fed in America, stanno premendo affinché il dollaro e lo yen perdano quota e così, come già indicato dalle statistiche, l’euro resta la valuta forte in circolazione. 

► L’indice Big Mac evidenzia la forza dell’euro

In questo panorama in cui le banche centrali sono impegnate fortemente nella rincorsa alla liquidità, ci rimette soprattutto l’euro. Ecco allora che le indicazioni su monete forti, monete deboli e monete indebolite a scapito di altre rafforzate, aiuta nella scelta del portafoglio ForEX.

Gli analisti e i broker consigliano anche di diversificare gli investimenti puntando qualcosa sui fondi comuni d’investimento e sui mercati che replicano le oscillazioni del mercato valutario. Parliamo ad esempio dei mercati ETF (Exchange Traded Funds), degli ETN(Exchange Traded Notes) e degli ETC (Exchange Traded Commodity).

 

Morgan Stanley si preoccupa per l’Italia

Now we’re getting worried (“Ora ci stiamo preoccupando”). E’ questo quanto detto da Laurence Mutkin, “rate strategist” di Morgan Stanley, in una nota.

L’economista è preoccupato che la crisi europea, di tutta l’Europa, ma in particolare di Italia e Spagna, possa ulteriormente aggravarsi e dà due motivazioni: il rialzo dei tassi di mercato e l’apprezzamento dell’euro.

► Morgan Stanley rivede al ribasso la crescita italiana

Il rialzo dei tassi di mercato

Le banche hanno iniziato a restituire una parte del mega-prestito alla BCE. Si tratta di 139 miliardi di euro che le banche stanno rimborsando e che se da un lato può essere letta come un segno di stabilità da parte delle banche, secondo Mutkin, è, invece, una sottrazione di liquidità ad un’economia ancora lontana dalla ripresa, che potrebbe avere l’effetto di un nuovo rialzo dei tassi dei tassi di mercato: vendita di bond e bonos che farà alzare nuovamente lo spread con in bund tedeschi.

 Per Goldman Sachs l’Italia è un’ottima opportunità di investimento

Apprezzamento dell’euro

Il fatto che una moneta sia forte non è sempre positivo. Nel caso dell’euro, che sta raggiungendo la soglia critica dell’1,40 nel cambio con il dollaro, si tratta di un forte pericolo per le esportazioni, soprattutto per i paesi dell’Europa Meridionale.

 

L’indice Big Mac evidenzia la forza dell’euro

 Il mercato ForEX è un terreno d’azione molto importante a livello di investimenti perché consente di avere alti rendimenti a fronte di un impiego di risparmi anche molto contenuto. Ma per capire, in linea di massima, quali sono le valute più forti del momento, si può usare la potenza euristica dell’indice Big Mac.

► Uno sguardo al mercato valutario per calibrare gli investimenti

L’indicatore in questione è presentato ogni anno dall’Economist, per il 2013 la grande novità sta nel fatto che presentazione è interattiva. La teoria economica che sottosta all’indice Big Mac è quella della parità del potere d’acquisto. In pratica si cerca di capire quanto costa un prodotto diffuso universalmente, nelle varie zone del mondo.

► Tutto il ForEX concentrato sulla zona Euro

L’indicatore, all’inizio, aveva un solo riferimento, un elemento esclusivo, che era appunto il panino del McDonald Big Mac. Stando all’ultima rilevazione, l’indice Big Mac ci dice che l’euro è la valuta forte, sia rispetto allo yuan cinese, sia rispetto al dollaro americano.

I numeri parlano chiaro: un Big Mac acquistato nei 17 paesi dell’Eurozona viene a costare qualcosa come 3,59 euro, mentre se lo si acquista in Cina, bisogna corrispondere 16 yuan che sono anche 1,90 euro. Se invece si va a comprare un Big Mac in America, allora saranno pagati 4,37 dollari che equivalgono a 3,22 euro. In questo momento, quindi, l’euro è la valuta forte e lo yuan è la valuta più debole.

Olli Rehn parla di Italia e Europa

 Olli Rehn ha parlato diffusamente al Parlamento europeo dell’Italia, in una lunga analisi che vede il nostro paese preso sia come esempio di ciò che non andrebbe fatto e anche come esempio, invece, di ciò che tutti dovrebbero fare per accompagnare l’Europa fuori dalla crisi.

Rehn attacca Berlusconi e difende Monti

Nel secondo esempio, com’era prevedibile, Rehn ha citato quanto fatto dal governo tecnico presieduto da Mario Monti, per il primo la stoccata è arrivata direttamente a Silvio Berlusconi.

Secondo il Commissario, infatti, il Cavaliere non ha rispettato gli impegni presi per il consolidamento di bilancio previsti per l’estate del 2011 (il consolidamento era fondamentale per l’acquisto dei titoli di Stato italiani da parte della BCE).Il mancato rispetto dei termini ha fatto sì che il costo del finanziamento diventasse molto più pesante per lo Stato e questo ha provocato il soffocamento della crescita dell’Italia, fino a che, come dichiarato dallo stesso Rehn, l’Italia non ha fatto passi da gigante, riguadagnando la fiducia dell’Europa, con l’arrivo di Monti.

Per il Fmi l’Italia può tornare a crescere

Oltre al caso Italia, Rehn è anche intervenuto sulla situazione dell’Europa e dell’euro, definendo la situazione buona, ma ancora insicura. Ciò che gli stati membri devono fare, ora, è consolidare il mercato del lavoro con riforme atte a rimuovere gli ostacoli all’occupazione.

 

Uno sguardo al mercato valutario per calibrare gli investimenti

 Oggi, sulla base delle pubblicazioni economiche che il mercato si aspetta, c’è da star sicuri che ci sarà qualche movimento interessante per il dollaro australiano, per quello americano e per l’euro. Andiamo con ordine.

Il dollaro australiano sarà influenzato dalla pubblicazione dell’indice di diffusione delle aziende che non comprende il settore agricolo. Il documento è curato dalla National Australia Bank Limited e si può considerare un market mover di impatto medio, anche se i suoi effetti saranno immediati. In generale ci si aspetta un incremento di questo indicatore che dovrebbe avere una correlazione positiva con l’ascesa del mercato valutario.

 Tutto il ForEX concentrato sulla zona Euro

Sul fronte euro, invece, ci sono due episodi da tenere in considerazione. In Germania, ad esempio saranno pubblicati l’indice di fiducia dei consumatori con impatto medio e l’indice dei prezzi d’importazione considerato invece d’impatto scarso. Per quel che riguarda la fiducia dei consumatori ci si aspetta una lettura con un leggero miglioramento.

Resta da dare un’occhiata al dollaro americano cui è associato per la giornata di oggi un market mover di massimo impatto: l’indice di fiducia dei consumatori statunitensi, studiato dalla Conference Board.

 Elementi caratterizzanti della settimana valutaria

Se i consumatori sono fiduciosi, in genere si stima che l’economia sia in forma e quindi si ha un effetto positivo sulla valuta. Per questa volta si prevede un calo dal 65,1 al 64,5.

Le piccole variazioni dell’Euribor fondamentali per gli investimenti

 L’Euribor è l’indice cui si vincolano la maggior parte dei mutui variabili accesi nel nostro paese per questo delle variazioni in rialzo o in ribasso dell’indice mandano in apprensione i cittadini mutuatari. Le ultime notizie, tuttavia, non sono delle migliori.

 La nuova vita dell’Euribor

Durante la settimana finanziaria già archiviata, infatti, si è notato è un buon quantitativo di denaro è tornato indietro alla BCE determinando un’ascesa dell’indice. Questo movimento è stato documentato dagli analisti di Francoforte che hanno ammesso di aver avuto una restituzione dell’Ltro superiore a quella attesa.

 Scandalo tassi Euribor ora tocca alle banche tedesche

L’influenza, di questi spostamenti di denaro si è sentita soprattutto sui tassi a breve termine che sono anche quelli più sensibili alla politica monetaria. L’Euribor a 3 mesi, e facciamo soltanto un esempio, è cresciuto dallo 0,188% allo 0,214%. Il punto di partenza è considerato un livello minimo “storico”. Le attese del mercato erano ben altre. Adesso sono state riviste tutte le stime e si pensa che entro dicembre l’Euribor a 3 mesi crescerà fino allo 0,54%, che è più del doppio di quello che si prevedeva due settimane fa.

A livello di rendimenti i titoli tedeschi a due anni sono saliti fino allo 0,28% superando i Treasury USA. Secondo gli analisti questi movimenti sono legati a due cause principali: il primo è l’atteggiamento della BCE che è molto meno espansivo rispetto alla penultima riunione e poi la progressiva riduzione della liquidità che, tempo fa, aveva determinato il quasi azzeramento dei tassi.

Record del debito per le famiglie italiane

 I conti delle famiglie italiane sono pesantemente in rosso. Va peggio per coloro che vivono in grandi città come Milano e Roma, mentre in piccoli centri, come Vibo Valentia, Ogliastra ed Enna, l’indebitamento sembra essere più basso.Questo è quanto emerge da uno studio della Cgia di Mestre che ha messo in evidenza come l’arrivo dell’euro abbia portato le famiglie italiane ad una corsa al mutuo che, dopo la crisi economica, si è trasformata in una crescita rilevante del debito pro-capite. I dati parlano di un aumento tendenziale di questi ultimi cinque anni -la data presa a riferimento è sempre quella del 2007, anno in cui, ormai, è convenzione far risalire l’inizio della crisi- del 140%.

Relazione tra debito pubblico e crescita

Passando dalle percentuali ai numeri reali, le famiglie italiane hanno un debito medio di circa 20 mila euro. Il dito della Cgia è puntato contro la moneta unica che ha

contribuito a far impennare i debiti, non tanto per aver spinto all’insù il costo della vita, ma per aver contribuito a far scendere i tassi di interesse praticati dalle banche nella prima parte del decennio scorso.

Saper scegliere fra mutuo e prestito per le spese di casa

Fatto che ha spinto gli italiani ad accendere un mutuo per l’acquisto della prima o della seconda casa che poi, a causa dell’aumento dell’inflazione (+25,4% tra il 2002 e il 2012) e l’aumento dei tassi di interesse praticati dalle banche (sentito in modo particolare da coloro che hanno prestiti a tasso variabile e pari al +139,6%) ha portato lo scoperto bancario delle famiglie dagli 8.312 euro del 2002 ai 19.916 del 2012.

La situazione peggiore è quella per le famiglie residenti nella provincia di Roma, con un debito bancario medio pari a 29.353 euro (+155,4% rispetto al 2002). Segue Milano (28.472 euro, +161,2% rispetto al 2002).

 

 

Draghi al WEF: il 2012 anno dell’euro

 Mario Draghi al WEF non solo si è scagliato contro il governo Monti, ma nel suo intervento a Davos ha anche parlato di quanto la Banca da lui governata abbia fatto per aiutare i paesi dell’Eurozona a uscire dalla drammatica situazione economica in cui ci troviamo.

Monti e Bersani: è polemica al WEF sugli esodati

Per il presidente della BCE, infatti, il 29012 è stato un anno in cui la moneta unica ha fatto da protagonista e di come abbia riguadagnato terreno, anche grazie agli interventi mirati fatti dal suo istituto. Ma non è finita, la crisi è ancora presente, ma già a partire dalla seconda metà dell’anno sarà possibile vedere i primi segni di miglioramento.

Mario Monti al WEF spiega i motivi della sua candidatura

Ora, però, dopo il tanto lavoro fatto dalla Banca Centrale Europea per evitare problemi drammatici, come i tagli ai tassi e le iniezioni di liquidità per gli istituti bancari in difficoltà, la palla passa in mano ai singoli paesi, perché proseguano la strada del consolidamento fiscale e delle riforme strutturali.

World Economic Forum Outlook 2013

Mario Draghi ha colto l’occasione anche per definire la sua opinione per quanto riguarda la supervisione bancaria: i paesi coinvolti non devono agire come singoli, ma in sinergia con tutti gli altri e con il supervisore centrale che sarà, appunto, la Banca Centrale Europea.

Cosa c’è nel calendario economico di oggi

 Il movimento del mercato valutario, in questa settimana, è stato decisamente in ascesa, ma vogliamo soffermarci adesso sugli eventi, sugli episodi, che possono avere un impatto decisivo sullo yen, sul dollaro e sull’euro.

Sicuramente sarà di forte impatto la pubblicazione dei dati sul PIL della Cina che oggi è la seconda potenza economia mondiale ed ha tutte le carte in regola per influenzare il mercato valutario internazionale. Senza allontanarsi troppo dal continente asiatico, prendiamo in considerazione la pubblicazione dell’indice della produzione industriale giapponese. Siamo alla seconda pubblicazione e gli analisti sono concordi nel ritenere che saranno confermate le stime preliminari del -1,7 per cento, nonostante i trend rialzisti della fine di dicembre.

► La Cina lascia l’Italia

Sulla sterlina, tornando in Europa, potrà essere esercitata l’influenza della pubblicazione delle vendite al dettaglio che a dicembre dovrebbero essere aumentate dallo 0 allo o,2 per cento per effetto degli acquisti del periodo natalizio.  Se il valore medio, in generale, sarà superiore alle attese, si potrebbe avere un effetto rialzista sulla sterlina.

Il calendario valutario per euro sterlina e dollaro

Il dollaro statunitense, infine, potrebbe essere toccato da due eventi: la rilevazione del sentiment dei consumatori che, previsto in miglioramento, fa intravedere la ripresa dell’economia americana. A questo dato, sempre presso l’Università del Michigan, sarà unito quello delle aspettative sull’inflazione.