La Banca Centrale Europea, si attende un’inflazione decrescente

 La Banca Centrale Europea ha lasciato invariati i tassi di interesse allo 0,25%.Le aspettative di inflazione peraltro permangono fortemente ancorate al ribasso e lo stesso Draghi ha evidenziato come il calo di un punto e mezzo percentuale nell’arco di un anno sia considerevole, sebbene legato per l’80% al calo dei prezzi dell’energia e dell’alimentare (e al crollo dei consumi, no?).

Tobin Tax europea, poche adesioni e poca chiarezza

Si parla molto di Tobin Tax in questi ultimi tempi, e non solo in Italia – dove l’argomento è tornato in auge con mario Monti – ma anche in Europa, più precisamente all’Ecofin dove alcuni paesi aderenti stanno cercando di mettere in piedi una nuova tassazione rafforzata sulle transazioni finanziarie, ma non senza grandi difficoltà.

Al momento i paesi aderenti sono 10, e tra questi c’è anche l’Italia, ma il percorso da affrontare per giungere a qualcosa di concreto sembra essere piuttosto lungo nonostante l’intenzione sia quella di rendere operativa la Tobin Tax europea già a partire dall’inizio del 2016.

In Germania il salario minimo crea molte polemiche

 È stato il punto fondamentale dei socialdemocratici in campagna elettorale, un nodo importante per il contratto di coalizione del Merkel-ter ed è stato approvato dal governo nelle settimane scorse. Ma in Germania il salario minimo non ha trovato riscontri positivi. È scontenta la parte industriale, che teme il rischio di far andare migliaia di posti di lavoro in fumo.

Prestiti bancari, in Europa sembrano essere in ripresa

 Dopo 18 mesi negativi consecutivi, il flusso dei prestiti bancari dell’eurozona verso il settore privato è finalmente diventato positivo, segnando una tappa fondamentale sul sentiero della ripresa economica europea.

In Europa inflazione in crescita ma sempre bassa

 L’inflazione della zona euro è salita nel mese di aprile, riducendo le probabilità che la Banca centrale europea (Bce) agirà presto per scongiurare la deflazione, ma il ritmo di aumento dei prezzi è stato minore delle previsioni ed ancora all’interno di una zona di pericolo per la Bce di sotto dell’1 per cento.

L’inflazione al consumo annuale nei 18 Paesi che condividono l’euro è dello 0,7 per cento ad aprile dallo 0,5 per cento di marzo, che è stato il livello più basso dalla fine del 2009 come hanno mostrato le statistiche di Eurostat dell’Unione europea.

 

In Europa cresce il settore privato e rimane il problema inflazione

 

La lettura è più bassa dello 0,8 per cento previsto nonostante la maggiore spesa del periodo pasquale e riflette il cattivo stato dell’economia dell’Eurozona dopo la lunga recessione e con la disoccupazione a livelli quasi record. L’euro è sceso brevemente contro sterlina, ma poi si è ripreso.

Di fronte a tassi di inflazione in esecuzione molto al di sotto dell’obiettivo, la Bce ha aperto la porta alla stampa di denaro con il cosiddetto quantitative easing (Qe) per rilanciare l’economia della zona euro, che sta crescendo a un ritmo più lento di gran parte del resto del mondo.

Alcuni economisti si aspettano che la Bce stabilità una qualche forma di Qe entro la fine dell’anno, ma altri dicono che ciò è molto lontano, perché l’Eurozona non ha ancora una grave deflazione come quella che prese piede in Giappone nel 1990.

La lettura di aprile mostra un’inflazione al livello di febbraio, ma sotto all’1,2 per cento di aprile dello scorso anno. La Bce mantiene la pressione ad agire per stimolare l’economia, eventualmente abbassando ancora i tassi, anche se non si prevede di farlo nella prossima riunione dell’8  maggio.

Probabilmente si attenderanno le previsioni del mese di giugno che daranno alla Bce una migliore idea sulla prospettiva.

L’inflazione al consumo, esclusi i costi energetici e alimentari, è un po’ più alta di quella del mese di marzo all’1 per cento. Ma mentre ad aprile c’è un complessivo miglioramento a causa di un minore calo dei prezzi dell’energia, il ritmo di aumento dei prezzi nei prodotti alimentari, alcol e tabacco è stato inferiore rispetto al mese precedente, mostrando che gli europei restano poco disposti a spendere mentre la crescita economica è fragile.