Joseph Stiglitz, premio Nobel critica la Ue e la sua politica dell’austerity

 Joseph Stiglitz non è ottimista sulla situazione europea. E in merito al ritorno della Grecia sui mercati dopo quattro anni di esilio e default, il premio Nobel per l’Economia dice: «Il fatto che si celebri l’emissione di un bond sui mercati senza discutere della devastazione che resta nella vita delle persone è semplicemente criminale».

Forex, poca direzionalità nel trading odierno

 Il mercato valutario non è risultato particolarmente direzionale, con il dollaro americano che non ha mostrato un andamento unidirezionale contro le principali altre valute, confermandoci l’assenza di correlazioni sia intermarket che intramarket, tra valutario e listini azionari.

Nel forex, il cross euro dollaro rimane in trading range

 Se ci concentriamo su altri lidi abbiamo avuto una pausa sul fronte del dollaro australiano (dopo la pubblicazione dell’inflazione inferiore rispetto alle attese), che non è andato a seguire il kiwi nella sua lieve salita, mentre sul fronte sterlina la pubblicazione delle minute della Bank of England, che hanno mostrato ancora una volta l’unanimità nella decisione di non ritoccare il costo del denaro ed il quantitative easing, non ha portato a reazioni eccessive del mercato con il pound che ha continuato la strada correttiva intrapresa sul dollaro americano già dalle prime ore del mattino.

La Francia cresce ma si teme non rispetti il limite del 3%

 Il governo francese sta lavorando per definire la propria tabella di marcia per la riduzione del disavanzo e per mantenere l’impegno con l’Ue. Le previsioni di crescita ottimistiche spingono il Paese, ma l’Europa si aspetta che la Francia si conformerà alle norme di bilancio entro la fine del prossimo anno.

La Francia è in ritardo nel rientrare nei parametri europei di deficit – Pil. Essa ha già ottenuto una proroga di due anni sul termine iniziale per riportare il disavanzo sotto il limite che il trattato dell’Ue ha stabilito nel 3 per cento del Prodotto interno lordo (Pil).

 

La Francia farà dei tagli per raggiungere il 3%

 

I partner europei temono che potrebbe saltare anche la scadenza del prossimo anno, e nel frattempo il governo sta lottando per riuscire a fare i tagli dolorosi. Il primo ministro francese Valls, nominato a fine marzo dopo che i socialisti sono stati sconfitti alle elezioni locali, ha promesso nel suo primo discorso di dare priorità alla crescita, alimentando il timore che la Francia potrebbe non essere in grado di raggiungere gli obiettivi dell’Europa. Ma dopo le parole severe da Bruxelles e da Berlino, il governo ha affermato di volere aderire ai suoi impegni, svelando i termini di un pacchetto di risparmio da 50 miliardi di euro che congela le pensioni e le prestazioni sociali per un anno e si basa su un giro di vite sulla spesa pubblica. Valls presenterà i dettagli del pacchetto in commissione finanze del Parlamento prima di inviarlo alla Commissione europea, che sorveglia le finanze pubbliche degli Stati membri. Il piano dovrebbe mostrare la Francia raggiungerà l’obiettivo di deficit – Pil al 3%, ma attraverso un percorso leggermente più lento.

Il governo francese ha aumentato le sue previsioni di crescita all’1 per cento nel 2014, all’1,7 per cento nel 2015 e al 2,25 nel 2016, contro lo 0,9 per cento, l’1,7 per cento e il 2 per cento.

La Germania cresce più del previsto e sostiene la ripresa dell’Europa

 La Bundesbank ha affermato che l’economia della Germania si è probabilmente rafforzata all’inizio dell’anno e il presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi prevede una ripresa per la valuta del blocco di 18 nazioni. Il settore del manifatturiero e dei servizi tedesco si è  rafforzato più di quanto gli economisti prevedevano questo mese, aggiungendo elementi che dimostrano che la Germania sta sostenendo il recupero dell’Europa.

L’indice sulla produzione industriale è salito a 54,2 da 53,7 di marz, come ha mostrato Markit Economics. Gli economisti avevano previsto un dato del 53,8. Una lettura superiore a 50 indica espansione. Un indicatore di servizi separato è salito a 55 da 53 superando anch’esso le previsioni. Nello stesso tempo, la crisi in Ucraina e la bassa inflazione pongono dei rischi. L’indice mostra che l’economia tedesca è impostata sulle fondamenta di una solida crescita dello scorso trimestre.

 

La Germania guida la ripresa economica dell’Ue

 

L’ euro è salito dopo che gli indici sono stati rilasciati ed è stato scambiato a 1,3815 dollari in crescita dello 0,1 per cento.

L’indice composito del settore manifatturiero e dei servizi in Germania è salito a 56,3 in aprile da 54,3 di marzo. Secondo tale indagine, i costi di produzione sono rimasti invariati nel mese di aprile, che termina un periodo di aumento dei prezzi di nove mesi. I costi delle società di servizi sono aumentati nel modo più lento in 44 mesi, mentre i produttori hanno visto i prezzi d’ingresso scendere di più da luglio.

L’inflazione della zona euro è scesa allo 0,5 per cento in marzo dallo 0,7 per cento del mese di aprile. La Banca centrale europea (Bce) terrà la sua prossima riunione di politica monetaria l’8 maggio e potrebbe prendere delle decisioni per cercare di aumentare l’inflazione verso l’obiettivo del 2% scongiurando il rischio che rimanga troppo bassa per un periodo di tempo prolungato. Parlando a Washington questo mese, il presidente della Bce Mario Draghi ha detto che i responsabili politici sono risoluti nella loro determinazione a mantenere la politica monetaria allentata e unanimi nel loro impegno a ricorrere a strumenti non convenzionali nell’ambito del mandato della Bce se necessario.

In Europa cresce il settore privato e rimane il problema inflazione

 Il settore privato della zona euro ha iniziato il secondo trimestre nel modo migliore da quasi tre anni, con la rapida crescita di nuovi ordini sostenuti soprattutto dal taglio dei prezzi delle imprese. Il settore dei servizi in Europa ha fatto meglio delle previsioni.

I dati sono incoraggianti considerando quello che si è visto per anni. L’economia cresce, ma la preoccupazione principale sono sempre le forze deflazionistiche ancora molto evidenti. Un aspetto che preoccupa la banca centrale europea (Bce) che sta lottando per portare l’inflazione all’obiettivo del 2 per cento. L’inflazione è scesa ad appena lo 0,5 per cento in marzo, il sesto mese consecutivo di quel livello che il presidente della Bce Mario Draghi ha definito una “zona pericolosa”, sotto l’1 per cento che mantiene la pressione della Bce su un possibile intervento.

 

La deflazione, il vero pericolo per i Paesi dell’Europa

 

La Bce ha già tagliato il suo tasso di interesse principale quasi a zero e ha lasciato invariata la sua politica monetaria di questo mese, ma ha aperto la porta a misure per rilanciare l’economia e riportare l’inflazione a un livello che non sia troppo basso. Tuttavia, l’indice composito Purchasing Managers di Markit, che è ampiamente considerato come un buon indicatore della crescita, ha suggerito che il sostegno economico potrebbe non essere necessario. L’indice è salito a 54 ad aprile dal 53,1 di marzo, al di sopra della soglia dei 50 che separa la crescita dalla contrazione per il 10° mese. La crescita è ancora una volta guidata dalla Germania con il resto dei Paesi europei che hanno fatto meno bene. La Francia ha mantenuto l’indice sopra 50 per il secondo mese consecutivo, ma il dato è minore della lettura precedente.

Bank of England, le valutazioni per un rialzo dei tassi

  Attenzione alla pubblicazione delle minute della Bank of England alle ore 10.30, che seguono la decisione sui tassi e QE di due settimane fa, dopo che il tasso di disoccupazione anglosassone è sceso sotto la soglia curata dall’istituto centrale al fine di poter apportare modifiche alla propria politica monetaria.

In Europa gli investitori sono cauti per la questione in Ucraina

 Il presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi cercherà indizi questa settimana nelle aziende della zona euro per vedere se c’è bisogno di ulteriori stimoli all’economia per contrastare i rischi della bassa inflazione e delle tensioni geopolitiche. Gli indici mostrano che la crescita dell’attività manifatturiera tiene al ritmo più debole di quest’anno.

La disputa territoriale tra Russia e Ucraina, da dove arriva gran parte dell’energia per l’Europa, sta minando la fiducia in una ripresa già minacciata dal rafforzamento dell’euro. Ciò porta alla prospettiva che i funzionari della Bce saranno chiamati ad allentare la politica monetaria, se necessario, anche con strumenti non convenzionali come il quantitative easing.

 

Draghi, Bce, potrebbe spingere i tassi in negativo

 

Per gli economisti, la tensione in Europa orientale potrebbe facilmente innescare turbolenze abbastanza grandi da fermare il temporaneo recupero dell’Eurozona. Questo è il più grande rischio per le previsioni di crescita ottimistiche per la zona euro in questo momento.

Gli Stati Uniti stanno pensando a ulteriori sanzioni economiche contro la Russia visto che l’accordo diplomatico non ha mostrato di essere in grado di disinnescare la crisi. In tale contesto, gli indicatori di questa settimana del sentimento nella zona euro mostrano segni di cautela.

L’impatto significativo della moneta non è quindi l’unico visti i venti contrari del mercato che concernono la Cina e la Russia. Il 2014 sarà un anno impegnativo, ma la Bce è fiduciosa di potere raggiungere gli obiettivi finanziari.
L’indice Ifo della Germania sulla fiducia delle imprese si prevede che scenderà a 110,4 ad aprile da 110,7 del mese precedente. La lettura è diminuita a marzo per la prima volta in cinque mesi . Il Zew, il Centro per la ricerca economica europea a Mannheim, ha detto la scorsa settimana che l’indice di fiducia degli investitori tedeschi è sceso per il quarto mese, in parte a causa del conflitto Ucraina.