Forex, Jens Weidmann teme la deflazione

 Nel Mercato Forex sono state le dichiarazioni dei governatori delle banche centrali a muovere il cambio. Settimana scorsa il governatore della FED, Janet Yellen, ha deciso di togliersi il travestimento da “colomba” e diventare “falco” aumentando le attese su un possibile rialzo dei tassi d’intesse negli Stati Uniti nel secondo trimestre 2015 (ben prima del previsto).

Il premier inglese Cameron elenca i presupposti per restare in Europa

 Il premier inglese David Cameron detta le sue «condizioni» per restare in Europa. La pretesa è anzitutto una riforma delle leggi sull’immigrazione, meno burocrazia e maggiore indipendenza della giustizia da Bruxelles, questi alcuni dei sette punti che vuole negoziare con l’Europa nel cosiddetto «rimpatrio» dei poteri per evitare l’uscita del Paese dall’Unione.

L’Europa è in ripresa e tornano gli investimenti

 La produzione industriale e le attività di servizi in Europa sono vicini al livello più alto da quasi tre anni, secondo i dati rilasciari ieri. I dati mostrano la crescita anche in un contesto di sconvolgimento geopolitico con la crisi politica in Ucraina e il rallentamento economico in Cina, suggerendo che le politiche del presidente della Banca centrale europea (Bce) sono state utili contro la crisi finanziaria della zona euro.

I tagli dei tassi di interesse di Draghi, le iniezioni di liquidità e l’impegno controverso per comprare i titoli dei Paesi in crisi hanno rafforzato la fiducia delle imprese e hanno spinto verso un’economia migliore. Draghi a mantenuto i tassi fermi in questo mese e a parte la ripresa ha avvertito che restano i rischi dei prezzi tenui, cioè l’inflazione bassa, e una valuta in rafforzamento, cioè l’euro.

 

L’Europa tra crescita e rischio deflazione

 

Il segnale che arriva dai dati economici è che c’è una migliorata fiducia e una modesta ripresa nell’Eurozona. A condizione però che l’inflazione non scenda ulteriormente.

L’indice sul settore manifatturiero e dei servizi nell’area dell’euro a febbraio, come ha comunicato Markit Economics Londra, è a 53,3 che è il più alto da giugno 2011. L’indicatore è stato superiore a 50, la linea di demarcazione tra espansione e contrazione, da luglio.

I dati dei primi tre mesi di quest’anno sono stati i migliori dal secondo trimestre del 2011 con la produzione in Francia, la seconda più grande economia della zona euro, che è aumentata per la prima volta da luglio 2011.

Gli investitori internazionali stanno tornando in Europa anche verso nazioni che hanno ricevuto salvataggi nelle profondità della crisi. Il Portogallo ha attirato più di 14,5 milioni di euro con un aumento di nove volte quest’anno. Il denaro è anche defluito in Grecia e Irlanda, che hanno visto gli investimenti aumentare rispettivamente del 75% e del 25%.

Economia, bene i dati PMI flash di marzo in Europa

 Decisamente migliori i PMI flash di marzo in Europa. Sostanzialmente stabile il composite (53.2 da precedente 53.3 e in linea con attese) a confermare il consolidamento della ripresa dell’ economia europea nel primo trimestre dell’anno, pure ad un livello moderato.

L’Europa tra crescita e rischio deflazione

 In Europa, la solida espansione nel settore manifatturiero e un ritorno alla crescita nella seconda più grande economia della zona euro, la Francia, la ripresa sembra avere una base più ampia. Il ritmo di crescita dell’Eurozona tra le imprese private ha però rallentato a febbraio, e le aziende sono state costrette a tagliare i prezzi per mantenere lo slancio.

L’indice composito Purchasing Managers di Markit, che si basa su indagini di migliaia di aziende in tutto il continente ed è visto come un buon indicatore della crescita, è sceso a febbraio a 53,2 da 53,3, ma ha fatto registrare il nono mese consecutivo in cui l’indice è sopra i 50 punti, un parametro che divide la crescita dalla contrazione.

 

L’Europa cresce in produzione industriale, ma ci sono ancora rischi per occupazione e inflazione

 

Le preoccupazioni però non mancano. L’inflazione in tutta l’Unione monetaria è allo 0,7% nel mese di febbraio, ben al di sotto del 2% che è l’obiettivo della Banca centrale europea (Bce).  I timori sono per la deflazione con una certa pressione al ribasso dei prezzi alla produzione che si vede anche in Germania, che è l’economia migliore in Europa. La Bce rassicura che non ci sono problemi di deflazione nell’area dell’euro, ma un numero significativo di economisti ha dubbi su questo punto di vista.

Con poco spazio di manovra, avendo già ridotto il principale tasso di interesse vicino allo zero e avendo dato molto denaro a buon mercato alle banche per un periodo di tre anni, la Bce ha tenuto ferma la politica monetaria di questo mese.

L’Europa cresce in produzione industriale, ma ci sono ancora rischi per occupazione e inflazione

 La crescita nel settore manifatturiero e dei servizi della zona euro a marzo è al livello più veloce dal 2011. Il miglioramento  della Francia fornisce ulteriori prove che la ripresa della regione è sulla buona strada.

Il presidente della banca centrale europea (Bce) Mario Draghi ha previsto la ripresa graduale dopo la crisi del debito sovrano. Le preoccupazioni che si possa ricadere nella crisi economica sono legate allo scenario attuale che vede l’aumento del 6,2% dell’euro nei confronti del dollaro nel corso dell’anno passato e i segnali di rallentamento della crescita in Cina. L’euro, che si è apprezzato del 6,1% contro il dollaro negli ultimi 12 mesi, è stato scambiato a 1,3779 dollari.

 

L’attività manifatturiera in Francia cresce a sorpresa in riferimento alle previsioni

 

La ripresa in Europa è in corso è a marzo completa il miglior trimestre della zona euro a partire dal secondo trimestre del 2011.

Anche se la Bce prevede che l’economia della zona euro tornerà a una crescita per l’intero esercizio quest’anno, si sta espandendo meno rapidamente rispetto alle altre grandi economie e la disoccupazione rimane elevata. I funzionari stanno anche misurando il rischio che l’inflazione bassa potrebbe trasformarsi in deflazione.

L’inflazione della zona euro ha inaspettatamente rallentato nel mese di febbraio, il che significa tasso di inflazione è stato inferiore all’1% per cinque mesi. La Bce mira a mantenere l’inflazione vicina al 2%.

La relazione Pmi evidenzia anche i rischi di una caduta dei prezzi nella regione dell’euro, una minaccia che ha spinto Draghi a mantenere i tassi di interesse al minimo storico per un periodo di tempo prolungato.

 

L’attività manifatturiera in Francia cresce a sorpresa in riferimento alle previsioni

 L’attività manifatturiera francese ha inaspettatamente ripreso a crescere a marzo con una espansione che è la più veloce in quasi tre anni, segno che l’economia europea sta guadagnando slancio.

L’indice sull’attività industriale manifatturiera è salito a 51,9 da 49,7 di febbraio, il più alto da giugno 2011, come ha messo in evidenza una relazione di Markit Economics che è stata pubblicata oggi a Londra. Gli economisti prevedevano un aumento a 49,7. L’indicatore dei servizi è salito a 51,4 ​​a marzo da 47,2.

 

Francia e Italia spingono per un’economia europea più stabile

 

La Francia ha migliorato le condizioni sia del mercato interno sia di quello estero. Questo è un elemento che dimostra come la regione dell’euro sta mostrando alcuni segnali di ripresa dalla peggiore recessione da cui viene. La strategia della Banca centrale europea (Bce) di mantienere i tassi di interesse al minimo storico per stimolare la domanda sta ottenendo i suoi frutti.

Mentre la salita dell’euro a un massimo da due anni a 1,3934 dollari questo mese minaccia le esportazioni, per l’Europa si prevede un recupero graduale.

In Francia, se la crescita dell’attività manifatturiera continuerà a guadagnare nei prossimi mesi potrebbe trainare l’occupazionale, e questo darebbe una spinta per l’aumento della fiducia.

In Cina, i dati di oggi hanno messo in evidenza come la produzione industriale si è indebolita per il quinto mese consecutivo, con la nazione che potrebbe non raggiungere il suo obiettivo di crescita del 7,5% di quest’anno.

In Europa, la produzione manifatturiera cresce anche in Germania e questo dimostra che la ripresa, seppure debole, è in atto e la crescita continua il suo ritmo di uscita dalla recessione edalla crisi economica.

L’attività manifatturiera in Germania sempre ad alti standard

 L’ attività manifatturiera e dei servizi della Germania è rimasta vicino al massimo da tre anni a marzo. La più grande economia europea ha contribuito a mantenere la ripresa dell’Europa.

La Germania sta sostenendo la ripresa dell’euro, che è sotto la minaccia di un rafforzamento e di un rallentamento in Cina. La disoccupazione è scesa per il terzo mese a febbraio e le azioni di Bayerische Motoren Werke AG sono salite a un record la scorsa settimana, dopo che la casa automobilistica ha previsto un significativo aumento dei  profitti nel 2014.

 

Germania, aumenta il salario minimo

 

L’economia del settore privato della Germania ha continuato a crescere ad un ritmo record alla fine del primo trimestre. Il rapporto arriva dopo i dati sulla produzione in Cina che si è indebolita per il quinto mese consecutivo, con la nazione che mancherà il suo obiettivo di crescita del 7,5% per quest’anno.

Oltre alla Germania buone notizie per l’economia in Europa arrivano dalla Francia. Nella seconda più grande economia della regione dell’euro, l’attività manifatturiera ha inaspettatamente ripreso a crescere a marzo.
L’euro, che si è apprezzato del 6,4% contro il dollaro negli ultimi 12 mesi, è stato scambiato a 1,3794 dollari.

Ci sono quindi i dati che dimostrano come l’Europa abbia iniziato la sua fase di ripresa. La crescita però è ancora debole ed è diversa nelle varie nazioni europee. La Germania conferma di essere solida a livello economico e la Francia e l’Italia stanno crescendo in maniera meno decisa con problemi per quanto riguarda la disoccupazione e la competitività delle loro aziende.

Accordo provvisorio sull’unione bancaria

 L’Unione europea ha  raggiunto un accordo di tipo legislativo per creare un’agenzia unica per la gestione degli istituti di credito della zona euro in crisi dopo che la Banca centrale europea (Bce) ha avvertito che il fallimento sarebbe possibile.

I negoziatori, tra cui il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem e i legislatori del Parlamento europeo, hanno trovato un accordo provvisorio sul disegno di legge. Il ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici ha detto che i dettagli sarebbero emersi a breve. Moscovici  ha affermato che si è lavorato all’accordo per tutta la notte e che è un grande passo avanti.

 

Vicino l’accordo sull’unione bancaria

 

L’accordo deve ancora essere approvato formalmente dai governi nazionali e dal Parlamento europeo per avere effetto. I leader hanno lavorato per quasi due anni per stabilire l’unione bancaria nella zona euro per salvaguardare la moneta ed evitare ulteriori crisi innescate dal contagio tra banche e debito sovrano.

L’Ue è vicina quindi al raggiungimento del suo obiettivo di prevenire future crisi finanziarie mettendo in comune la responsabilità per le banche dell’area dell’euro, un progetto noto come unione bancaria. In una prima fase, la Bce assumerà pienamente la vigilanza degli istituti di credito del blocco di 18 nazioni dell’Eurozona nel mese di novembre.

L’accordo di oggi conserva elementi chiave di un piano presentato lo scorso anno da Michel Barnier, responsabile dei servizi finanziari dell’Ue, compresa la creazione di un comitato centrale di risoluzione sostenuta da 55 miliardi di euro. Un fondo finanziato da contributi del settore.

L’accordo di oggi stabilisce un modello per il sistema complessivo. Saranno necessari ulteriori colloqui nei prossimi mesi sulle misure per alcuni aspetti e anche sui metodi da utilizzare per il calcolo dei contributi delle singole banche al fondo centrale di attuazione.

Francia e Italia spingono per un’economia europea più stabile

 Il presidente francese François Hollande e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi hanno presentato un fronte unito, in occasione della prima visita di Stato di Renzi a Parigi. I due leader hanno trovato un terreno comune su molte questioni e sull’economia in particolare, chiedendo un’Europa forte per affrontare l’impennata della disoccupazione giovanile.

Meno burocrazia per le aziende e più regimi di lavoro per i lavoratori. Questi sono solo alcuni dei punti su cui Parigi e Roma hanno si sono trovati d’accordo.

 

Renzi trova l’appoggio della Merkel per le riforme economiche

 

Alla sua prima visita ufficiale come primo ministro italiano, Matteo Renzi ha asuspicatoun’Europa forte capace di stimolare la crescita e ridurre la disoccupazione elevata. In Hollande ha trovato un interlocutore pronto che si prepara a introdurre un patto di responsabilità che offre agevolazioni fiscali alle imprese. Misure simili a quelle che sono anche state presentate in Italia.

All’inizio di questa settimana, Renzi ha annunciato riforme radicali che comprendono 10 miliardi di euro di tagli al cuneo fiscale a favore dei lavoratori meno a medio reddito e una riduzione della tassa sul lavoro entro maggio. Egli ha tuttavia insistito sul fatto che l’Italia non supererà il limite di disavanzo del 3% stabilito da Bruxelles. Il livello del debito in Italia è attualmente in bilico al 133% del Prodotto interno lordo (Pil) ed è ora nella lista di controllo dell’Unione europea.

François Hollande ha evidenziato la lotta comune dei due leader di centrosinistra per la protezione del welfare state. Entrambi i Paesi stanno proponendo riforme strutturali per aumentare la competitività e allegerire la politica fiscale.