Il portavoce di Olli Rehn ha detto che Bruxelles “accoglie con favore le riforme” annunciate dall’Italia, “le valuterà non appena avrà i dettagli legislativi”, ma ricorda “l’importanza di rispettare le regole del patto di stabilità, cioè il pareggio in termini strutturali ed essere in regola con la regola del debito”.
Europa
Le possibili sanzioni alla Russia e le energie rinnovabili
Nonostante lo sviluppo delle energie rinnovabili e delle infrastrutture, la dipendenza energetica dell’Ue dalla Russia è un fattore importante. Da Bruxelles si pensa alle possibili sanzioni alla Russia ma con meno certezze di Washington. L’Europa ha un approccio più diplomatico proprio per le relazioni commerciali con la Russia.
L’Europa è dipendente dalle importazioni di gas russo è teme un possibile impatto sugli stati più vulnerabili, tra i quali Ungheria, Romania e Bulgaria. Anche se la situazione è esplosa il mese scorso, le esportazioni di gas russo verso l’Europa hanno continuato a fluire ininterrottamente attraverso l’Ucraina. Una battuta d’arresto nel flusso di gas da parte del fornitore di esportazione russo Gazprom potrebbe avere conseguenze economiche.
► Saipem stipula un contratto da due miliardi in Russia
Il gas russo rappresenta circa un quarto del consumo europeo. I produttori in Qatar e Algeria stanno mostrando una preferenza per l’Asia e per i mercati dell’America Latina. L’Ucraina riceve la maggior parte del suo gas naturale dalla Russia, e la Russia è dipendente dai ricavi del gas.
Nel bel mezzo di questa crisi politica, la Russia ha chiesto all’Ucraina di restituire l’equivalente di 65.000 spedizioni di gas o di pagare un prezzo non scontato per esso. Questo ha suscitato nuove preoccupazioni che le forniture di gas potrebbero essere spenti, come lo sono state per tre giorni nel 2009. Se i flussi attraverso l’Ucraina si dovessero fermare, il deficit si vedrebbe in tutta la rete di gasdotti europea.
L’idea è di un corridoio di gas verso l’Europa meridionale. Gli osservatori hanno recentemente commentato che se l’Azerbaigian dovesse decidere di vendere il suo gas alla Russia, l’intera filosofia del corridoio a sud cadrebbe a pezzi.
Con questo scenario, gli sforzi per accelerare una svolta nel senso delle energie rinnovabili è in corso in Europa. L’attuale crisi in Ucraina aggiunge un’ulteriore nota di urgenza per questo percorso. Allo stato attuale, tutti gli occhi sono sulla Germania, che ha visto le energie rinnovabili salire dal 6% al 25% di energia prodotta negli ultimi 13 anni.
Possibili sanzioni per le banche russe
Le possibili sanzioni occidentali alla Russia preoccupa gli oligarchi del Paese. I banchieri e gli industriali russi stanno cercando di tutelare i propri interessi, e lo hanno fatto in passato mantenendo buoni rapporti con il Cremlino del presidente Vladimir Putin. Questi cosiddetti oligarchi sono ora sempre più nervosi perché sanno che la situazione in Crimea può costargli cara.
Finora, l’unica azione degli Stati Uniti è stata un ordine esecutivo firmato dal Presidente Barack Obama che impone un divieto di visto nei confronti di determinate personalità russe e ucraine. La minaccia è di congelare le attività che queste persone o le loro aziende possiedono negli Stati Uniti. L’Unione europea si sta muovendo su una pista simile e oggi si sta decidendo sulle sanzioni.
► I giochi economici e politici tra Ucraina e Russia
Il sostegno degli Stati Uniti sta portando l’Unione europea a stabilire sanzioni più ampie in grado di intaccare il sistema finanziario russo e il settore dell’energia che spinge le sue entrate. I grandi pilastri dell’economia di Stato che dominano la Russia potrebbero essere a rischio.
Le misure dovrebbero riguardare sanzioni di tipo commerciale come quelle rivolte a Iran o Corea del Nord. Azioni che, se messe in atto contro la Russia, potrebbero intaccare Germania, Italia e altre nazioni che hanno scambi commerciali con Mosca.
Il commercio di petrolio ed energia degli Stati Uniti con la Russia è limitato, ma non è così per i Paesi europei.
Le sanzioni potrebbero essere contro le banche russe. Queste hanno un carattere oligarchico. Le sei più grandi banche del Paese vedono una quota di maggioranza in mano allo Stato russo attraverso la Banca centrale. Il Cremlino ha quindi un’influenza notevole su ognuna di esse.
Il mercato dell’auto in Europa cresce da sei mesi
Il mercato europeo dell’auto da sei mesi a questa parte dà segnali di una discreta ripresa, registrando anche in febbraio un incremento del 6,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. In questo quadro, sono salite anche le vendite di FCA Fiat Chrysler Automobiles che ha immatricolato 59 mila vetture, con un aumento del 5,8% rispetto al febbraio 2013.
In particolare Panda (con 14.550 unità) e 500 con 12.000 unità) sono risultate le city car più vendute in Europa, occupando una quota di mercato del 29,9% nel segmento A. Bene anche la Freemont che con il 5,1% di quota si colloca nella top ten del suo segmento, così come Jeep che è cresciuta in quasi tutti i principali mercati. Alfa Romeo e Lancia hanno conseguito buoni fatturati rispettivamente in Germania e Francia.
► L’auto made in Germany corre di più
Oltre alla crescita complessiva registrata sul mercato italiano (con vendite a +7,6%), la Fiat ha ottenuto positivi risultati in Francia con immatricolazioni in aumento dell’1,9% in un mercato che ha perso l’1,4%, nel Regno Unito (vendite a +14,4% rispetto al +3,1% del mercato) e soprattutto in Spagna dove, a fronte di una crescita del mercato interno pari al 17,8 %, Fiat Chrysler Automobiles ha incrementato le proprie vendite del 50,5%.
Nel bimestre gennaio-febbraio 2014, FCA ha immatricolato in Europa più di 119 mila vetture.
Tornando al continente europeo, a febbraio il mercato francese è stato l’unico a registrare una contrazione delle vendite, con 141.290 immatricolazioni, pari a -1,4% rispetto allo stesso mese del 2013.
Tutti gli altri Paesi europei hanno invece contribuito alla crescita del mercato continentale, con incrementi che vanno dal +3,1% della Gran Bretagna (68.736 unità) al +4,3% della Germania (209.349), dal +8,6% dell’Italia (118.328) al +17,8% della Spagna (68.763).
Bce, le eventuali manovre sui tassi
Le eventuali manovre che la BCE potrebbe implementare dal punto di vista dei tassi di interesse potrebbe rivelarsi inefficace: il margine di intervento sul costo del denaro è oramai minimo e pure un tasso di deposito in territorio negativo non assicurerebbe nessun miglioramento del meccanismo di trasmissione del credito dal sistema bancario a quello produttivo.
Età pensionistica, le differenze tra uomini e donne
L’equiparazione dell’età pensionistica fra uomini e donne è stata, come hanno sostenuto in molti si tra sindacati che tra forze politiche, un’ingiustizia sociale e oggi, ci si aspetta che qualcosa cambi con l’avvento del nuovo governo e il piano di Renzi di presentare un nuovo decreto legislativo che contenga una riorganizzazione degli ammortizzatori sociali.
L’inflazione nell’Eurozona scende a febbraio
Nel mese di febbraio, nell’area Euro, il tasso di inflazione è sceso a quota 0,7% segnando un calo rispetto all’indice rilevato nel mese di gennaio, che era pari allo 0,8%. È questo il dato che emerge dalla recente rilevazione flash di Eurostat. Era dallo scorso mese di ottobre che l’indice non si attestava al medesimo livello: nel mese di novembre infatti l’inflazione era risalita a 0,9%, per poi deflettere a quota 0,8% nel mese di dicembre.
Sempre in Eurozona,nell’anno precedente, l’indice inflattivo si era attestato all’1,8%, con un tasso mensile dello 0,3%.
► In Europa bisogna monitorare l’inflazione
Nell’Unione Europea dei 28 il tasso annuale d’inflazione, a febbraio 2014, ha segnato lo 0,8 per cento, in discesa rispetto allo 0,9% di gennaio. Nel corrispondente periodo del 2013 l’indice si era attestato al 2%, con un tasso mensile allo 0,3%. Anche in Italia l’indice di febbraio è retrocesso a quota 0,4%, in calo rispetto allo 0,6% di gennaio. Nello stesso mese dell’anno precedente era al 2%.
A febbraio i tassi negativi di inflazione annuale hanno riguardato la Bulgaria con un -2,1% e Cipro (-1,%), seguite da Grecia (-0,9%), Croazia (-0,%), Portogallo e Slovacchia (-0,1%).
L’indice annuale più alto ha interessato Malta e Finlandia con l’1,6%, e l’Austria con l’1,5%. Rispetto a gennaio l’inflazione annuale ha segnato una contrazione in 17 Paesi, un aumento in sette Stati e una stabilità in 3. Attualmente in Germania si registra un tasso di inflazione annuale dell’1%, in Francia dell’1,1%, in Spagna dello 0,1%, in Polonia dello 0,7%.
In Eurozona la spinta più forte al rialzo dell’inflazione è derivata da tabacchi (+0,08%),ristorazione,caffè,elettricità (+0,06%), mentre le voci che hanno maggiormente contribuito al ribasso dei prezzi sono i carburanti da autotrasporto (-0,30%), le telecomunicazioni (-0,10%) e gli oli da riscaldamento (-0,07%).
In Europa bisogna monitorare l’inflazione
Con tutti i discorsi che si stanno affrontando, per l’ennesima volta, sull’eccessiva forza della moneta unica europea e su quanto dovrebbe fare la BCE per combattere, in maniera indiretta, questo fenomeno, oggi cominceremo la settimana con la pubblicazione dei dati sull’ inflazione europea, sperando di non dover assistere inermi ad un ulteriore peggioramento.