Lo scorso anno, appena concluso, ha visto una forte ripresa dei listini azionari, soprattutto quelli degli Stati Uniti. ora che effettivamente è iniziato il nuovo anno finanziario, i temi più interessanti potrebbero rimanere sempre i mercati azionari.
Europa
La pressione fiscale italiana sale al 44,4% del PIL secondo l’OCSE
Nel corso dell’ultimo anno e più ancora nel corso degli ultimi anni caratterizzati da un clima di recessione e di crisi economica che non si è ancora concluso, nel nostro paese la pressione fiscale è andata diventando sempre più elevata, tanto da far guadagnare all’Italia un altro premio in ambito internazionale.
Le prime mosse della Bce nel 2014 e l’Unione bancaria
La prima riunione della Banca Centrale Europea (Bce) sarà dopo le feste il 9 gennaio. Ci sarà la conferenza stampa programmatica del Presidente della Bce Mario Draghi e si continuerà verso l’Unione bancaria.
A dicembre, la conferenza stampa di Mario Draghi faceva capire che la Bce non poteva allentare di più il credito, ma il rischio della deflazione potrebbe portare a scelte diverse a gennaio in termini di politica monetaria. Per gli analisti è possibile un ulteriore taglio del tasso refi nel primo trimestre 2014. Questa potrebbe essere la prima scelta della Bce per aiutare l’economia dell’Europa e dovrebbe quindi evitare clamorose posizioni a inizio anno. Il taglio del tasso refi dovrebbe essere di 15 punti base.
Intanto l’Europa è impegnata con la nuova disciplina bancaria e con l’Unione bancaria. L’obiettivo, dopo che è stato trovato l’accordo tra i Paesi, è che inizi il negoziato con il Parlamento europeo. Lo ha detto Mario Draghi commentando l’accord che si è raggiunto qualche giorno fa all’Ecofin e che si basa sul meccanismo unico di risoluzione bancaria raggiunto. Mario Draghi ha affermato: “La Banca centrale europea saluta con grande soddisfazione questo accordo che rappresenta un passo importante per completare l’Unione Bancaria”.
La supervisione della Bce da novembre 2014 rende l’accordo importante per una maggiore solidità dell’unione monetaria a livello europeo. La questione del backstop, cioè del paracadute finanziario che è stata alla base delle difficoltà a trovare l’accordo, è ancora da considerare meglio. In effetti, il paracadute finanziario ancora non c’è. Ci sono anche il lungo tempo di transizione al Fondo unico di risoluzione di dieci anni e la questione del finanziamento sul mercato del nuovo organismo che sono altri due punti che necessitano di essere visti. C’è un meccanismo complesso che garantisce quando gli azionisti, i creditori e i grandi depositanti non sono in grado di risolvere i problemi. Un caso raro si afferma e che si riferisce a prestiti tra fondi nazionali, finanziamenti ponte e coinvolgimento dell’Esm.
Standard and Poor’s declassa il rating dell’Unione europea
L’agenzia di rating Standard and Poor’s boccia l’Europa. Un taglio del rating che di certo non fa bene agli sforzi che l’Europa sta facendo per riprendere a crescere e per convincere gli investitori internazionali a tornare a scommettere sulla propria economia. L’agenzia di valutazione del debito americana ha abbassato il rating di lungo termine dell’Europa da AAA ad AA+.
Standard and Poor’s parla di prospettive stabili e di giudizio sul debito di breve e medio periodo ad A-1+. In una nota, l’agenzia di rating spiega che il downgrade si basa sulla debolezza del credito nell’Unione europea a 28.
L’Europa perde quindi la tripla A dopo anni in cui la stessa era minacciata dal downgrade. Nel gennaio del 2012 Standard and Poor’s aveva portato l’outlook dell’Europa a negativo e parlato di un possibile declassamento. Ora questo si è realizzato visto anche che la condizione economica dell’Europa resta di un malato caratterizzato da debolezza seppure in ripresa rispetto al periodo di crisi più profonda vissuto in passato.
Standard and Poor’s, nella nota che spiega il downgrade, afferma che a preoccupare è la scarsa coesione dell’Europa. La controversia sempre più persistente nei negoziati sul bilancio in Europa è un elemento negativo. L’agenzia di rating precisa che il downgrade dell’Europa non influenza il rating dei singoli Paesi.
La Commissione europea esprime il suo parere contrario alla scelta di Standard and Poor’s affermando di essere in disaccordo e che il rating dell’Unione europea “dovrebbe essere valutato in base ai meriti, alla luce dello status speciale basato su Trattati del bilancio Ue”.