Cambio Euro/Dollaro – Le previsioni per settembre 2013

 Durante il mese di agosto il cambio Euro/Dollaro è stato sempre sui massimi livelli, per poi riportarsi verso quote più basse appena è subentrato il mese di settembre. Potrebbe essere questo il trend che seguiranno Euro e Dollaro nei prossimi giorni, ma mai come in questa settimana è difficile fare delle previsioni a lungo termine.

► Le valute maggiormente in crisi

Prima di capire se è possibile fare delle previsioni, magari non a lungo termine, vediamo quali sono i fattori che determineranno l’andamento del cambio Euro/Dollaro (come base di partenza c’è un solo dato già certo, che è quello relativo alle PMI della zona Euro sulla manifattura, che è  risultato di 51.4 punti, superiore a quanto si attendevano gli analisti):

– dati PMI del settore dei servizi: attesi per mercoledì, secondo gli esperti potrebbero essere molto positivi;

– dati sulle vendite al dettaglio nella zona euro, che la BCE vede in crescita dello 0,5%, ma bisogna attendere mercoledì per il dato reale;

– decisioni della BCE sulla politica monetaria, che saranno comunicati in conferenza stampa giovedì, come da tradizione;

– per venerdì sono attesi i dati della bilancia commerciale tedesca; per i quali è atteso un surplus di 15.9 miliardi di euro.

► Da settembre via al tapering

Quindi, prima di poter prevedere come sarà il cambio Euro/Dollaro per settembre, è necessario attendere fino alla fine della settimana, quando la Germania, al momento l’economia centrale dell’Europa, rilascerà i dati sulla sua situazione. Ma le acque sono parecchio mosse anche sull’altra sponda dell’oceano: difficile dire come reagirà il Dollaro alla decisione della Federal Reserve sull’avvio o meno del tapering peril mese di settembre.

Il PIL italiano calerà dell’1,8% nel 2013 secondo l’Ocse

L’ economia europea sembra aver imboccato una fase di ripresa e di crescita, annunciata da molti segnali positivi che sono oggi sotto osservazione da parte degli addetti ai lavori.

Anche per l’Eurostat l’Eurozona è fuori dalla recessione

Dall’ ambiente internazionale però non arrivano buone notizie per la futura ripresa economica dell’ Italia. L’ Ocse ha infatti previsto che nel corso del 2013 il Prodotto Interno Lordo Italiano subirà una ulteriore contrazione dell’ 1,8%.

In crescita l’indice Pmi per il settore manifatturiero europeo

La ripresa dell’ economia dell’ Europa riparte dal settore manifatturiero

Dall’ Europa arrivano segnali positivi in merito alla ripresa della produzione industriale. L’ indice Pmi europeo per il settore manifatturiero ha infatti fatto registrare un consistente incremento negli ultimi mesi. Segnale che la ripresa economica, almeno per quanto riguarda il settore dell’ industria, è più che reale.

Più donne manager per la Banca Centrale Europea

 Joerg Asmussen, uno dei membri del Direttorio della Banca Centrale Europea –BCE – ha recentemente annunciato che è intenzione dell’ Eurotower aumentare la percentuale delle donne inserite all’ interno dell’ organico dell’ istituto in posizioni di alto livello. L’ istituto di Francoforte guidato da Mario Draghi vorrebbe infatti portare la percentuale delle quote rose della Banca Centrale Europea almeno al 35%, assegnando posizioni da manager almeno di medio livello. 

Ulteriore contrazione dei prestiti nell’Eurozona a luglio 2013

 Anche nel mese di luglio il mercato finanziario non ha regalato novità agli osservatori europei della Banca Centrale – BCE – che per il settimo mese dell’ anno hanno riscontrato una ulteriore contrazione nel numero dei prestiti e dei finanziamenti concessi nell’ Eurozona dagli istituti di credito.

Francia nel mirino del NYT

 Molte riviste americane considerano ancora preoccupante la situazione del Vecchio Continente e ritengono che la vera bomba ad orologeria dell’Europa sia la Francia che con il suo declino ha lasciato spazio all’affermazione indiscussa della Germania. Le agenzie di rating hanno poi messo il carico sulla situazione, assottigliando l’insieme dei paesi che possono vantarsi della tripla A.

In che situazione è la zona euro

Il New York Times, di recente, è tornato sulla questione francese per capire se realmente il paese di Hollande abbia le carte giuste per evitare di finire nel circolo dei paesi di serie B. Sicuramente devono essere approvate le riforme fiscali e strutturali, del mondo del lavoro. L’analisi della situazione francese è stata affidata dal New York Times alla penna di Steven Erlanger che però non ha saputo rispondere in modo lineare alle domande più angoscianti, le stesse che da tempo si pongono gli opzionaristi.

In Francia aumenta la disoccupazione

La ripresa economica, per tutta l’Europa, dovrebbe iniziare alla fine di quest’anno e perpetuarsi per tutto l’anno prossimo, ma poi, da paese a paese, la situazione cambia. La questione francese è talmente complessa che un’inversione del ciclo economico, per quanto auspicata, appare ancora troppo lontana.

Hollande, infatti, dovrebbe approvare delle leggi anche impopolari che minerebbero alla radice la sua stabilità all’Eliseo. La politica è pronta a correre questo rischio?

In calo la competitività dell’Italia secondo la Commissione Europea

 La Commissione Europea ha recentemente aggiornato il quadro delle competitività delle nazioni e delle regioni del Vecchio Continente. Ha infatti stilato il nuovo Indice 2013, in cui la posizione dell’ Italia, rispetto a quella delle altre nazioni europee, è risultata più che sofferente. Dal punto di vista della competitività economica, infatti, il nostro Paese ha perso numerose posizioni in classifica, andando ad attestarsi allo stesso livelli di alcune nazioni dell’ area balcanica e di alcune regioni della Spagna meridionale. 

Arrivano i soldi europei per l’Italia

 L’Italia, uno degli stati europei maggiormente colpiti dalla crisi, non può pensare di sopravvivere da sola in questa situazione. E’ necessario al contrario trovare una via d’uscita con l’aiuto dell’Unione Europea. Tempo fa era stato fatto notare come i fondi che l’UE mette a disposizione siano stati sfruttati poco e male dal Belpaese. In pratica con qualche forzatura sono stati usati per finanziare la CIG.

L’Italia deve emanciparsi dei fondi

L’Europa, in questo momento, non vuole più assecondare la crisi ma fornire un aiuto all’Italia, anche di natura economica, ragionato e studiato sulla base delle esigenze del nostro paese. La notizia che sembra dar respiro agli investitori, quindi, è quella dei 30 miliardi di euro che sono stati sbloccati e saranno inviati allo Stivale. Quanto a fondi ricevuti dall’Europa, siamo secondi soltanto alla Polonia. Dei soldi che arriveranno in Italia, poi, 20 miliardi saranno usati per lo sviluppo del Meridione. In pratica al Sud Italia arriveranno complessivamente più fondi di quanti ne arrivino alla Germania intera.

Italia recupera terreno ma i fondi UE sono a rischio

I fondi di cui stiamo parlando fanno parte del budget definito dall’UE per il periodo che va dal 2014 al 2020 per le politiche di coesione. IN tutto si tratta di 72,87 miliardi di euro, di cui 29,24 miliardi vanno soltanto all’Italia. Nelle Regioni meno sviluppate, quelle meridionali, confluiranno circa 20,262 miliardi di euro.

Per l’Ocse rallenta la flessione del PIL italiano

 Anche per l’ Ocse l’ Italia sembra finalmente aver imboccato la strada della ripresa. E se ancora non è possibile parlare di una inversione di tendenza vera e propria, le ultime rilevazioni sul PIL del Belpaese sembrano indicare la presenza di segnali incoraggianti. Nel secondo trimestre del 2013, infatti, da aprile a giugno, l’ Italia non ha ancora sfiorato i numeri positivi, ma almeno la caduta del prodotto interno lordo ha subito un rallentamento.

Meno lavoratori laureati in Italia che nel resto d’Europa

 Il Rapporto Unioncamere 2013 ha scattato una istantanea del mondo del lavoro europeo rilevando il numero delle persone occupate con il più alto grado di istruzione nei diversi Paesi d’Europa. Dalla statistica è però risultato che i lavoratori laureati italiani sono decisamente inferiori a quelli delle altre nazioni.