Il roaming sarà abolito e c’è un accordo

 Il roaming international è la tariffa maggiorata che si paga oggi per effettuare e ricevere chiamate dall’estero. Chi abita in Italia, per esempio, e desidera chiamare oltre i confini nazionali, deve pagare una tariffa maggiore rispetto a quella applicata per le chiamate nazionali.

In Europa, fino a pochi mesi fa, c’era una giungla di tariffe che impediva anche al cittadino, di conoscere con chiarezza l’operatore più conveniente. Adesso tutto sembra risolto con l’applicazione di tariffe uniformi per il roaming international. Non basta però, perché di recente si è tornato a parlare addirittura dell’abolizione dei confini nazionali per la telefonia. Che significa?

I nuovi costi della telefonia in Europa

Gli operatori telefonici sono finalmente arrivati ad un accordo con il commissario europeo Kroes. Hanno trovato un compromesso che è stato messo nero su bianco da un articolo dell’Herald Tribune.

Il roaming non sarà più a pagamento

Il commissario europeo che si occupa dell’agenda digitale del Vecchio Continente, infatti, cerca di promuovere la soluzione netta: l’abolizione delle tariffe del roaming per tutti coloro che chiamano all’estero. Oggi il roaming vale quando si parla con qualcuno che non è nel Vecchio Continente.

Il compromesso, che forse potrebbe garantire un minimo di concorrenza, è la non abolizione del roaming ma un ritocco al ribasso delle tariffe degli operatori europei.

 

La Grecia avrà bisogno di altri aiuti nel 2014

 Secondo quanto riportato dal settimane tedesco Der Spiegel, la Grecia, entro il 2014, avrà bisogno di altri aiuti internazionali. Il settimanale tedesco cita infatti un documento emesso dalla Banca Centrale Tedesca, la Bundesbank, il cui tema è appunto quello della necessità, per la Grecia, di altre risorse provenienti dai partner europei.

La BCE appoggia le ripresa ma taglia le stime sulla crescita

 La Banca Centrale Europea ha pubblicato l’ ultimo bollettino relativo alle previsioni economiche per l’ Eurozona valide a partire dal prossimo autunno. Come altre voci internazionali, l’ istituto di Francoforte vede, a partire dal mese dalla fine del 2013 e per tutto il 2014 aprirsi delle possibilità di ripresa, che tuttavia si contenderanno il campo con il perdurare dei rischi, che resteranno sempre orientati al ribasso.

L’austerity spagnola sembra avere ragione

 Gli investitori che vogliono qualche dritta sul prossimo paese che accuserà grandemente la crisi, devono provare a leggere un interessante articolo pubblicato sul wall Street Journal e firmato da Simon Nixon. Il giornalista in questione ha dedicato molta attenzione alla situazione finanziaria del governo di Madrid.

Quando si parlerà di ripresa economica

La domanda che tutti si pongono, in queste settimane, è se la Spagna sia davvero sul viale della ripresa e se il piano di austerity promosso da Berlino ed adottato dal governo spagnolo, abbia avuto ragione sul medio periodo. L’austerity, in generale, è criticata su più fronti. Basta considerare quello che sta succedendo in Portogallo.

La Spagna ha dovuto effettuare delle riforme strutturali ed ha prediletto la strada della competitività, del taglio dei salari, al fine di raggiungere l’obiettivo della svalutazione interna senza dover mettere le mani nei tassi di cambio. Secondo Simon Nixon l’esperimento si può considerare riuscito.

Non ci sarà la bolla immobiliare

La Spagna, tra l’altro, è emblematica dal punto di vista finanziario visto che ha subito più di un colpo in periodo di crisi: ha dovuto fronteggiare la crisi del mercato immobiliare, ha dovuto rimettere in sesto le finanze di molte banche visto che il sistema creditizio ha vacillato.

I segnali oggi restituiti dal mercato, fanno pensare agli ottimisti, di essere in una fase crescente. Gli scettici, invece, prevedono l’avvio di una fase di stagnazione.

L’economia dell’Europa in debole ripresa

 In Italia il primo semestre del 2013 è stato contrassegnato da ulteriori cali nei consumi. I consumatori italiani, infatti, stretti dalla congiuntura negativa della recessione, hanno cominciato a risparmiare sempre di più negli acquisti, riducendo sia quantità che qualità dei prodotti acquistati. 

La BCE non modifica la politica dei tassi

 La Banca Centrale Europea, BCE, ha confermato ancora una volta la propria fedeltà alla politica monetaria inaugurata alcuni mesi fa con l’ abbassamento del tasso del denaro al suo minimo storico. Il numero uno dell’ Eurotower, Mario Draghi, ha infatti assicurato che il costo del denaro verrà tenuto sullo 0,5% ancora per un periodo di tempo prolungato, e, se necessario, i tassi di interesse verranno ulteriormente abbassati.

L’esigenza di un rating imparziale

 Le agenzie di rating sono degli strumenti in mano ai privati e questo danneggia tantissimo i paesi che la loro agenzia di rating non ce l’hanno. Nel nostro paese, la procura di Trani ha avviato anche un’inchiesta per capire fino a che punto sono manipolate le valutazioni.

Declassate 18 banche italiane

Il nostro paese, tra l’altro, nell’ultimo periodo è stato notevolmente bersagliato dalle agenzie di rating che ne hanno declassato prima la reputazione in generale e poi hanno effettuato il downgrade di alcune banche tricolore. Una declassamento che pone in una condizione molto rischiosa anche il governo.

Adesso, al di là di quello che succederà a Montecitorio, è necessario fare in modo che siano create delle agenzie di rating non più private ma imparziali. Il nostro paese ha già elaborato una proposta e forse verrà presentata in modo articolato anche al G20.

Dov’è arrivato il debito italiano

Il problema più grande evidenziato non solo nello Stivale è che abbassando il rating dei titoli di stato di un paese, si mette lo stesso in una condizione di difficoltà ma allo stesso tempo gli si chiudono le strade d’accesso al credito sovrastatale. L’Europa, per esempio, che ottiene i bond come garanzia della credibilità di un paese, non offre denaro ai paesi che hanno un rating basso.

La BCE secondo Hetzel sbaglia tutto

 Le banche centrali si sfidano a parole nel senso che dal discorso di Londra di Mario Draghi in poi, tutti gli istituti hanno iniziato ad annunciare quello che avrebbero fatto in merito ai tassi d’interesse in modo da dare indicazioni sempre più precise sulle forward guidance agli investitori.

La BCE, però, con il suo modo di fare e con il crescendo della sua politica di tassi ai minimi, secondo Robert L. Hetzel, sta sbagliando tutto. Chi è Hetzel? Si tratta di un economista che ha lavorato alla Federal Reserve e che ha già scritto un saggio per dimostrare che anche la crisi americana, non ha avuto certo inizio dal crollo della Lehman Brothers, quanto piuttosto dalle scelte della banca centrale.

BCE e BoE protagoniste del mercato

Insomma Hetzel se l’è presa con la FED ed ha usato il modello matematico monetarista, che in molti definiscono new-keynesiano, per spiegare gli errori della banca centrale. Errori che in realtà hanno una radice profonda e prendono il via dal 2006, anno in cui l’offerta monetaria in generale ha iniziato a rallentare.

La BCE, nel 2011, quando c’erano dei timidi segnali di ripresa, ha tenuto i tassi troppo alti ed ha tarpato le ali alle imprese creditizie e non che avevano bisogno di prestiti ingenti per dare una mano alla produzione.

In arrivo altri 2,5 miliardi di aiuti per la Grecia

 L’ Unione Europea ha dato, nelle ultime ore, il suo beneplacito allo sblocco di ulteriori fondi per gli aiuti internazionali destinati alla Grecia. Come ha confermato anche il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, questa volta si tratterà di una tranche da 2,5 miliardi di euro, a cui però vanno aggiunti circa 1,5 miliardi di profitti che gli Stati dell’ Unione verseranno per la detenzione dei bond della nazione greca.