Il debito pubblico dell’ Italia oltre il 130% del PIL

 Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ Eurostat il debito pubblico italiano nel primo trimestre del 2013 ha superato il 130% del Prodotto interno Lordo – PIL. Anzi, secondo i dati ufficiali dell’ Istituto di Statistica Europeo, il valore corretto sarebbe pari al 130,3%, cosa che porterebbe l’ Italia ad essere seconda, quando a consistenza del deficit, nell’ Eurozona, solo alla Grecia, che oggi ha un rapporto debito – PIL che si aggira intorno al 160%.

Bernanke gioca a fare l’alleato di Draghi

 L’Europa è in crisi e non c’è speranza di modificare le basi dell’economia del Vecchio Continente. L’unica cosa da fare è stimolare monetariamente gli stati membri. Il messaggio, inviato da Bernanke alla Banca Centrale, sembra pieno di senso e solidarietà, tanto che il numero uno della FED è stato immediatamente ribattezzato “l’alleato di Draghi”.

Bernanke sulla stessa linea di Draghi

La Federal Reserve è stata di recente protagonista di un’audizione al Congresso dove ha parlato della necessità per l’Europa di una politica monetaria accomodante, adatta al Vecchio Continente e duratura nel tempo. Una dichiarazione d’affetto e solidarietà, se possiamo usare questi termini molto romantici, che ha fatto riprendere vigore ai listini europei.

A Krugman non piace l’atteggiamento della FED

Il discorso di Ben Bernanke ha di poco preceduto, tra l’altro, la pubblicazione dei beige book. Nel frattempo, per quanto riguarda l’Europa, se volessimo effettuare una ricognizione a volo d’uccello, potremmo notare un aumento del rendimento dei titoli di Stato portoghesi e una stabilizzazione dello spread tra bund e BTp intorno ai 290 punti. Dall’altra parte del mondo, in Giappone, il Nikkei ha chiuso le contrattazioni con un leggero incremento dello 0,1 per cento.

Bernanke, pur concentrandosi sull’Europa, non ha dimenticato di rassicurare i mercati del fatto che la Banca centrale americana si defilerà dal programma di sostegno all’economia, riducendo il quantitative easing.

Report sul mercato europeo dell’auto

 Le auto non piacciono più agli europei che con la loro ostinazione nel disertare il mercato automobilistico, stanno mandando in crisi molte aziende, tra cui anche la FIAT. Il crollo delle vendite, in questo caso, si traduce immediatamente in un crollo dei titoli in borsa.

In calo i prestiti per auto e moto

Il dato di fatto è che in Europa sono crollate in modo netto le vendite delle macchine. Questa consapevolezza ha mandato nel pallone gli investitori che si sono affrettati con le vendite dei titoli automobilistici del loro portafoglio. L’effetto è stato la perdita di valore dei titoli.

Ancora aumenti per le assicurazioni

Andiamo a dare qualche numero riferendoci alle performance di giugno. Il mercato europeo dell’auto ha chiuso i battenti del primo semestre dell’anno con un calo del 6,3 per cento delle vendite. Sono state infatti vendute soltanto 1.175.363 vetture, rispetto al 1.254,022 del 2012. Non solo, questo dato è il più basso mai registrato dal 1996, indice del fatto che le esigenze della popolazione stanno cambiando notevolmente.

Tanto per capire la gravità della situazione FIAT diremo che il Lingotto ha piazzato sul mercato soltanto 69.027 vetture a giugno, contro le 79.892 del 2012. A livello geografico, le riduzioni delle vendite più ampie ci sono state in Francia, in Italia e in Germania. L’unico paese in crescita è stata la Gran Bretagna dove le vendite di auto sono aumentate del 13,4 per cento.

Italia recupera terreno ma i fondi UE sono a rischio

 L’Europa è diventata un terreno d’investimento per tutti coloro che sono a caccia di opportunità economiche e finanziarie. L’Europa, d’altro canto, con una serie di fondi tende a stimolare l’economia di tutti gli stati membri del Vecchio Continente. Peccato che non tutti sappiano usufruire di questi fondi.

► Olli Rehn tiene duro sulla questione deficit

L’Italia, all’indomani del meeting di Bruxelles in cui sono stati definiti gli obiettivi di bilancio e in cui si è deciso di destinare parecchi soldi alla lotta contro la disoccupazione giovanile, era molto felice del risultato ottenuto. Lo stesso premier ha precisato di aver ottenuto più del previsto.

Trovato l’accordo sul bilancio UE

Purtroppo le ultime ricerche non sono altrettanto ottimiste visto che dopo la fine del periodo di programmazione 2007-2013, i soldi europei usati dall’Italia sono stati pochissimi. Il resoconto parla chiaro: il nostro paese ha usato soltanto il 38 per cento delle risorse del Fers, il Fondo per lo sviluppo regionale, ed ha usato meno risorse del previsto del Fse, il Fondo sociale europeo.

Peggio del nostro paese è riuscita a fare soltanto la Romania. In fondo, anche l’uso più corposo del Fse è da a attribuirsi all’escamotage trovato dal ministro Barca che ha usato quei soldi messi a disposizione dall’Europa per finanziare gli ammortizzatori sociali.

Retrocesso anche il Fondo Salva Stati

 La tripla A, ormai, è da considerarsi una chimera, eppure, questo non vuol dire che le considerazioni delle agenzie di rating siano del tutto bypassate. Per esempio ha fatto molto discutere l’ulteriore declassamento dell’Italia e la contemporanea conferma della tripla A della Germania.

Così facendo le agenzie di rating non fanno che disegnare una mappa dell’Europa piena di paesi di serie A e paesi di serie B. Esistono però delle strutture sovranazionali, come può essere ad esempio il Fondo Salva Stati che non rientrano nella mappa geografica del Vecchio Continente, ma non sfuggono alle agenzie.

Record a Wall Street ma crolla l’Asia

L’ultima notizia, in tal senso, riguarda proprio la scelta di Moody’s e di Standard&Poor’s che segue quella già fatta da Fitch, di declassare il fondo ESM che fino a ieri campeggiava nell’olimpo delle triple A mentre ora deve accontentarsi dello status AA+.

Italia tra IMU ed ESM

Questo downgrade dipende a sua volta dalla modifica dello status di Germania e Francia, nazioni da non considerare più debitrici super-affidabili del fondo europeo. Fitch, rispetto alle altre due agenzie di rating, ha ribadito di essere pronta a declassare anche i paesi con il rating più elevato se non cambieranno le condizioni dell’economia europea nel suo complesso.

Il riferimento è a Germania, Olanda, Austria, Finlandia e Lussemburgo che hanno ancora la tripla A e alla Francia che è già al gradino AA+.

L’ Ocse presenta al G20 il piano anti – elusione

 Si intitola “Action Plan on Base Erosion and Profit Shifting” il piano anti  – elusione presentato nelle scorse ore dall’ Ocse sul tavolo delle conferenze di Mosca per il G20, il cui scopo è quello di porre un freno alla pratica dell’ evasione delle imposizioni fiscali da parte delle grandi aziende internazionali. 

In Europa precipita il mercato dell’ auto

 Continua anche nel mese di giugno a livello europeo l’ agonia del settore delle automobili, che ha fatto registrare un ulteriore calo del 6,3% nelle vendite. I dati pubblicati dall’ Acea parlano infatti di sole 1.175.363 vetture vendute nel mese di giugno 2013 rispetto alle 1.254.022 del 2012.