Europa: Draghi pronto a partire

 Mario Draghi, davanti alla difficile situazione ancora esistente in Europa, si è detto pronto ad intervenire per supportare i mercati, sottolineando che insistere sulla politica monetaria è ammesso ma non risolve i problemi strutturali degli stati membri. Un passo più avanti, una riflessione diversa da quella maturata in seno alla Fed e alla Banca del Giappone.

L’Italia esce dalla procedura di deficit

Le banche centrali, in questo particolare periodo storico, sembrano essere le uniche a fare il bello e il cattivo tempo. La Fed ha tenuto tutti i mercati con il fiato sospeso fino all’ultimo meeting in cui ha annunciato finalmente che il piano d’acquisti nominato Quantitative Easing, non sarà interrotto fino all’anno prossimo.

L’economista greco Varoufakis sulla crisi

Stessa cosa per la Banca del Giappone che sembra raccogliere i frutti di una politica monetaria espansiva e considera già l’opportunità d’insistere in questo tipo di comportamento economico. La BCE che non era mai stata d’accordo allo stimolo monetario senza controllo della crescita economica, si è inserita nella scia delle due omologhe americana e giapponese.

Mario Draghi ha quindi sentito la necessità di rassicurare i mercati spiegando agli investitori che la BCE è pronta all’intervento diretto, all’iniezione di liquidità a patto che gli Stati membri avviino o continuino con le riforme strutturali necessarie.

L’Italia esce dalla procedura di deficit

 Forse ha ragione Enrico Letta: la giornata economica dell’Italia è iniziata molto meglio del previsto. Le conclusioni finali del vertice europeo infatti, hanno finalmente liberato il nostro paese dalla procedura di deficit. La parole con cui è stato archiviato il meeting sono le seguenti:

“Il Consiglio europeo accoglie con favore l’abrogazione della procedura di disavanzo eccessivo per vari stati membri”.

Come saranno usati i soldi per i giovani europei

L’Italia, dunque, esce così dalla procedura di deficit eccessivo e in fondo, quella che hanno ben presente davanti agli occhi gli investitori è una decisione politico-formale su un tema molto importante e già anticipato dall’Ecofin. Letta è molto speranzoso sulle conclusioni del vertice europeo visto che si è parlato anche di occupazione.

La BCE punta il dito sull’Italia

L’Europa, infatti, si è impegnata a dedicare delle risorse finanziarie, circa 6 miliardi di euro, all’occupazione giovanile. Il finanziamento dovrà essere usato per nel prossimo biennio, poi ci potrebbe essere un rifinanziamento del programma per altri due o tre anni fino ad un totale di 9 miliardi di euro investiti per i giovani.

Il debutto di questo programma non può andare oltre il prossimo gennaio. Dal 2014 ci devono essere delle misure pronte e devono soprattutto essere disponibili i soldi per le regioni UE con la disoccupazione che supera il livello del 25 per cento.

Le banche centrali continuano a sostenere i mercati

 I mercati sono molto sensibili alle scelte della politica in materia monetaria e finanziaria. Di recente le maggiori piazze su scala globale sono state scosse dai dati relativi alle economie cinese ed americana, nonché dalla perseveranza del Giappone negli stimoli monetari al paese.

In pratica a tenere a galla i maggiori listini, ci hanno pensato le banche centrali. Basta pensare alle reazioni borsistiche a quanto dichiarato dai funzionari della Banca centrale america e della Banca centrale cinese. Dagli USA alla Cina si è deciso di continuare con gli stimoli monetari e con l’iniezione di liquidità nel paese.

Draghi pronto a partire

L’Europa, intanto, più che chiedere aiuto alla BCE che nei giorni scorsi si è detta pronta ad intervenire, ha preferito concentrarsi sul tema lavoro. In questo modo le borse asiatiche hanno tirato il fiato e le notizie in arrivo da Bruxelles sono riuscite a risollevare gli indici del Vecchio Continente. Gli indici nostrani non hanno brillato, anzi, la borsa di Milano è rimasta debole per tutta la giornata nonostante lo spread non abbia mai superato la soglia dei 300 punti aggirandosi intorno ai 280.

Secondo il BRI bisogna tagliare la spesa

Le rassicurazioni che sono arrivate da ogni parte del globo hanno fatto sì che l’indice Nikkei di Tokyo guadagnasse a fine giornata il 3,51% e che salissero leggermente tutte le borse europee.

 

Come saranno usati i soldi per i giovani europei

 Il mercato del lavoro sta attraversando una fase di contrazione molto importante che potrebbe mettere in seria difficoltà molti paesi dell’Unione. Per questo motivo è importante che a livello politico si prendano delle decisioni forti riguardo l’occupazione dei ragazzi, soprattutto nei paesi che hanno un tasso di disoccupazione giovanile che va oltre il 25 per cento.

Nel vertice UE dedicato anche a tale argomento, le risposte che cercava l’Italia sono arrivate, anzi, è andato tutto meglio del previsto. La prima cosa di cui si prende atto, infatti, è che L’Italia esce dalla procedura di deficit dopo diversi mesi di sacrifici che hanno impegnato anche la popolazione.

Il nostro premier si è detto molto soddisfatto ma il riferimento era soprattutto all’accordo sui 9 miliardi da destinare nei prossimi anni, a partire da gennaio 2014, all’occupazione giovanile. C’era lo scoglio Cameron da superare. L’Inghilterra, infatti, non aveva intenzione di dare il via libera a cuor leggero all’approvazione del bilancio 2014-2020.

Draghi pronto a partire

In questo “gioco” europeo, l’Italia avrà più soldi del previsto. Un risultato importante per il nostro paese anche se spuntarla è stato difficile visto che il rimborso britannico si è configurato come una vera “gatta da pelare”. Van Rompuy, presidente del Consiglio UE, ha comunque specificato che per i primi due anni, per il 2014 e per il 2015 saranno disponibili soltanto 6 miliardi di euro che andranno a coprire le spese di Spagna, Grecia, Italia e Francia. Poi gli altri soldi e gli altri stati membri.

I commenti di Letta dopo il vertice di Bruxelles

 Il Presidente del Consiglio Enrico Letta, in conferenza stampa, ha commentato in maniera più che soddisfatta i risultati conseguiti nel corso del vertice europeo sull’ occupazione giovanile che si è da poco concluso a Bruxelles. E’ opinione del premier, infatti, che sia l’ Italia, sia le altre nazioni dell’ Unione Europea abbiano raggiunto in questa consultazione dei risultati veramente importanti.

9 miliardi per il lavoro dei giovani dal vertice UE

 E’ soddisfatto il Presidente del Consiglio Enrico Letta a conclusione del vertice UE che si è tenuto in questi giorni a Bruxelles. L’ accordo è arrivato solo a notte inoltrata, ma la partita sull’ occupazione, e sull’ occupazione giovanile in particolare, sembra essere stata vinta nella direzione che l’ Italia si era prospettata. Anzi, addirittura per eccesso.

Bibow affronta il rapporto tra euro e Germania

 In un documento molto complesso, elaborato da Jörg Bibow, un professore di economia dello Skidmore College ma anche ricercatore al Levy Economics Institute, si spiega il trilemma dell’euro che attanaglia la Germania. Da tempo, da quando l’Europa è in crisi, il tentativo di sciogliere il nodo del rapporto tra la moneta unica e le economie solide come quella tedesca, è il pallino di tutti gli analisti.

La Cina condiziona gli scambi

Il primo punto da considerare in questo rapporto è l’Europa inserita nel contesto globale dell’economia. La situazione finanziaria a livello mondiale, è precaria, soprattutto adesso che si parla del rallentamento dell’economia cinese e della possibile crescita ridotta anche per i paesi emergenti come il Brasile.

In Brasile si teme il crollo economico

Purtroppo l’Europa è diventata una specie di detonatore della crisi economica, in grado di trasmettere instabilità sotto il profilo economico e politico. In realtà questa è una falsa immagine del Vecchio Continente dove le nazioni che fanno parte dell’UE non si mostrano poi così povere.

Quello che è realmente successo in Europa è stato l’incremento del rapporto tra debito e PIL nel boom del biennio 2006-2007, per poi sprofondare nella crisi. E poi arriva la questione tedesca: l’euro ha finito per rendere sempre più forte e importante la Germania che adesso tiene sotto scacco l’economia europea e mondiale spiegando di essere diventata troppo grande per fallire.

Anche S&P taglia le stime italiane

 Se proprio nelle ultime ore il Centro studi della Confidustria ha rilasciato stime non troppo entusiasmanti sull’ andamento dell’ economia italiana nei prossimi mesi del 2013, anche sul fronte internazionale le cose non vanno poi così bene.

La sola politica monetaria non genera crescita

 Il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, si è trovato in questi giorni a ribadire la posizione e l’ operato dell’ Eurotower nei confronti della crisi economica che ha investito l’ Europa. 

Il fallimento ordinato delle banche non trova accordo

 Le banche, in questo momento, sono sotto il tiro della finanza, dell’economia e della politica perché è stato visto che nonostante gli interventi degli istituti centrali e dei vari stati a favore delle banche, continuano ad esistere dei problemi strutturali.

Anche Intrade colpito dallo scandalo

I ministri delle Finanze dei paesi dell’Unione Europea si sono dunque riuniti per discutere dell’opportunità di un fallimento ordinato degli istituti di credito ma i negoziati, durati ben 18 ore, non hanno portato ad alcuna conclusione.

Le posizioni dei vari rappresentati sono rimaste antitetiche e quindi è stato rinviato tutto a mercoledì. Secondo Moscovici, l’incontro non è da ritenere vano poiché è stata percorso comunque il 90 per cento della strada che dovrà condurre ad una conclusione unitaria.

Il ministro delle finanze tedesco contro Cipro

Il meccanismo del fallimento ordinato delle banche è difficile da definire e perfino i ministri preposti al controllo delle finanze pubbliche, non sono riusciti ad avere una visione unica sul regolamento da attuare. Il vertice del Lussermburgo di mercoledì dovrebbe essere definito.

Si cerca in pratica di trovare una strategia univoca per liquidare le banche che in un periodo di crisi possono trovarsi in difficoltà, al fine di non gravare sui contribuenti. Secondo Pierre Moscovici, mancano ancora pochissimi questioni da risolvere.