Calano le vendite nell’Eurozona

 Il mese di marzo 2013 ha fatto registrare per il nostro Paese il primo rosso delle esportazioni su base annuale a partire dal lontano 2009. Ma che cosa è successo, invece, in Europa, alla bilancia commerciale delle altre nazioni della zona euro?

A marzo negativo l’export italiano

Nel mese di marzo 2013 a livello di Eurozona si è potuto registrare un aumento delle esportazioni pari al 2,8%, mentre le importazioni hanno subito un calo dell’ 1%. Una situazione abbastanza simile, poi a livello tendenziale si è potuta rilevare anche nella UE, dove le esportazioni sono aumentate del 3,4%, mentre le importazioni sono diminuite dell’ 1,1%.

Tutta l’Eurozona è in recessione

Andando più nello specifico, per quanto riguarda la situazione dei singoli Paesi, il dato sorprendente è che nell’ ultimo periodo, cioè a marzo, anche l’ export della Germania ha subito un forte calo del 10%, calo seguito da quello della Francia, che ha fatto registrare una flessione del 7,1%. Ma le cose non sono andate bene neanche in Spagna, dove i dati attestano un picco negativo addirittura di 20 punti.

La situazione dell’ Europa, dunque, appare quella di un’ area in cui gli acquisti hanno subito in generale un drastico calo, che si è inevitabilmente riversato sulle economie nazionali come la nostra, che perde 2,76 miliardi di acquisti nel primo trimestre 2013.

L’UE perquisisce gli uffici londinesi di BP e Shell

 Il sospetto era quello dell’ esistenza di una strategica manipolazione del prezzo del greggio: così gli ispettori della Commissione europea ieri mattina hanno perquisito gli uffici londinesi di due tra le più grandi compagnie petrolifere del mondo. Le multinazionali in questione sono, ovviamente, la BP e la Shell, sospettate di aver creato un cartello al fine di tenere sempre alto il prezzo del petrolio.

I prezzi del petrolio sono in calo

Ne hanno dato notizia, stamattina, le prime pagine dei più importanti quotidiani anglosassoni. Un eventuale manipolazione del prezzo del greggio, infatti, avrebbe il potere di creare un impatto e delle ricadute enormi sulle spalle dei consumatori europei.

> GDF indaga sulle società petrolifere per truffa a danno consumatori

A seguito delle ispezioni, tuttavia, i rappresentanti delle due multinazionali non hanno rilasciato commenti, anche se ammettono l’ esistenza di indagini in corso anche presso le altre sedi europee dei gruppi e la piena disponibilità aziendale nell’ agevolare la buona riuscita delle ispezioni stesse.

Dalla parte degli ispettori sta tuttavia il fatto che negli ultimi dieci anni il prezzo della benzina è cresciuto veramente a dismisura, tanto da far sospettare che non si basi su parametri reali, frutto delle oscillazioni del mercato. Il legittimo sospetto è dunque quello che siano stati inviati alle autorità europee dei parametri ritoccati a rialzo.

La recessione investe anche la Francia

 A partire dal primo trimestre del 2013, anche la Francia, da sempre compresa all’ interno dei Paesi e delle economie più forti e solide dell’ intera Eurozona, è ufficialmente in recessione. Lo rivelano, infatti, gli ultimi dati pubblicati dall’ Insée, relativi al PIL dell’ economia francese, che ha perso, solo a partire da gennaio 2013, un buon o,2% su base congiunturale e un altro 0,4% su base annua.

Settimo calo consecutivo del PIL italiano

E se l’ Italia quanto a PIL può ormai vantare il record storico delle serie negative, per Parigi si tratta della terza caduta consecutiva nel giro di un anno. Alla luce di questi dati, dunque, gli analisti ritengono molto difficile che l’ economia francese possa raggiungere, almeno per l’ anno 2013, quel target inserito all’ interno del piano pluriennale di stabilità da poco presentato, e che prevede per quest’ anno un prodotto interno lordo in crescita dello 0,1%.

Tutta l’Eurozona è in recessione

Alle riflessioni e alle previsioni sul PIL si aggancia dunque, inevitabilmente anche il discorso sul deficit. Il target francese per il 2013 sarebbe quello del 2,9%, ma alla luce di tale situazione l’ obiettivo appare sempre più una difficile conquista. Basti pensare che la Commissione europea ipotizza per la Francia un deficit al 4,2%.

Tutta l’Eurozona è in recessione

 Le ultime analisi Eurostat relative al PIL dei 17 Paesi membri dell’Eurozona mostrano la chiara immagine di una economia comunitaria in piena recessione. Nella spirale recessiva è finita, dunque, l’ intera zona euro, l’ economia di quell’ area valutaria che fa oggi segnalare una flessione del PIL rispetto ai tre mesi precedenti dello 0,2% e, contemporaneamente anche una diminuzione dello stesso su base annua dell’ 1%.

Settimo calo consecutivo del PIL italiano

Secondo gli analisti un fenomeno di questo tipo è da imputare alle contrazioni – o alle ulteriori contrazioni – che hanno subito negli ultimi mesi le economie dei Paesi più grandi e più importanti dell’ Eurozona. Tra questi, ad esempio, vi è la Francia, il cui Pil risulta caratterizzato da una certa flessione per il secondo trimestre consecutivo: calo dello 0,2% su base congiunturale e dello 0,4% su base annua.

> Per la BCE il PIL europeo diminuirà dello 0,4% nel 2013

Non rincuora, purtroppo neanche il positivo 0,1% congiunturale della Germania, subito compensato da un calo dello 0,3% su base annua. La situazione italiana su questo fronte del prodotto interno lordo, inoltre, è già abbastanza nota: settimo calo consecutivo anche per il nostro paese, sia su base annua che su quella congiunturale.

Infine la situazione della Spagna: anche qui numeri negativi, dello 0,5% su base congiunturale e del 2% su base annua.

La proposta di Saccomanni a Bruxelles contro frode ed evasione fiscale

Il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni si è espresso questa mattina a Bruxelles a favore delle leggi finalizzate alla lotta contro riciclaggio di denaro sporco e finanziamento delle attività di terrorismo.

Saccomanni, dopo aver analizzato in più occasioni la situazione del nostro Paese, vuole porsi l’obiettivo di far si che tutti gli Stati membri dell’Unione europea siano capaci di arominzzare le proprie norme in merito alla frode e all’evasione fiscale.

Il ministro italiano dell’economia, si è dichiarato in particolar modo favorevole alla posizione espressa dai ministri di Francia e Germania. I suoi ‘colleghi’ nei giorni scorsi hanno presentato una lettera alla Commissione europea.

Saccomanni si è dichiarato pertanto favorevole all’incremento del livello di armonizzazione tra politica e legislazione per quanto riguarda la lotta a riciclaggio e finanziamento di attività terroristiche e ha reso nota la sua posizione anche nel corso di una riunione del Consiglio Ecofin.

Il ministro ha aggiunto anche che è fondamentale esplorare ogni eventuale sinergia tra “Legislazioni nazionali e mezzi di contrasto, per gli obiettivi condivisi”.

La lettera inviata da Francia a Germania lo scorso 24 aprile al Parlamento europeo alla quale Saccomanni fa riferimento parla della possibilità per gli Stati Membri di costringere a rivelare i beneficiari ultimi di qualunque entità legale o fondazione, e di assegnare a Bruxelles il compito di analizzare e monitorare l’attuazione dei regimi anti riciclaggio in tutti gli Stati membri.

 

 

Per Saccomanni è urgente completare l’unione bancaria europea

 Mentre in Europa, nelle ultime ore, i vertici della BCE, attraverso le parole di Joerg Asmussen, membro del comitato esecutivo, e  il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, discutono sulle modalità con cui realizzare l’ unificazione bancaria europea – e in particolare sul problema della cosidetta risoluzione, da Bruxelles interviene sulla questione anche il Ministro dell’ Economia e delle Finanze italiano Fabrizio Saccomanni.

> La risoluzione bancaria al centro del dibattito europeo

Secondo il Ministro italiano, infatti, è urgente completare l’ unificazione bancaria europea, cioè andare ad istituire gli altri tasselli necessari all’ unificazione oltre l’ organo generale di supervisione, in modo da dare certezze e garanzie agli investitori ed evitare eventuali rotture del sistema finanziario.

>Barroso spinge ancora per l’unione bancaria europea

Interrogato poi sulla situazione italiana, il Ministro Saccomanni ha inoltre aggiunto che le banche italiane non hanno bisogno di un intervento dell’ Esm, cioè del meccanismo di stabilità europeo ma che, a proposito della questione della risoluzione, la soluzione preferibile sarebbe quella che garantisse la massima prevedibilità del sistema e la sua massima armonizzazione. L’ Italia è dunque a favore del modello di risoluzione, che garantirebbe un intervento in caso di crisi bancarie.

Il Ministro, all’  Ecofin, si è detto infine soddisfatto dei comuni sforzi europei fatti contro l’ evasione fiscale e il riciclaggio.

La risoluzione bancaria al centro del dibattito europeo

 In Europa, a pochi giorni dall’ approvazione del progetto che prevede una vigilanza europea, appannaggio della Banca Centrale Europea – BCE, sulla futura Unione Bancaria, si discute di un tema strettamente connesso alla questione dell’ unificazione. Ma, come sempre accade, con diversi punti di vista

La Germania contro la BCE e l’Italia

In Europa si discute, cioè, in questi giorni, delle norme da applicare in caso di eventuali ristrutturazioni o fallimenti degli Istituti e dei meccanismi per il salvataggio, la ristrutturazione o la chiusura delle grandi banche. La Commissione europea starebbe infatti elaborando un piano di unificazione bancaria senza modificare i Trattati preesistenti, un piano che non include, dunque, anche l’ accentramento del meccanismo di risoluzione degli istituti.

Barroso spinge ancora per l’unione bancaria europea

A favore di questo modello di intervento si è quindi dichiarato il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, che ha sostenuto la necessità di creare  «una rete di Autorità nazionali», fino a che non saranno decise le necessarie modifiche dei Trattati, proponendo di gestire come in due fasi il problema della risoluzione delle banche.

Di parere opposto, invece, sulla questione si è mostrata la Banca Centrale Europea, il cui membro del comitato esecutivo Joerg Asmussen ha sostenuto l’ inapplicabilità dell’ approccio in due tempi in vista di una vera unificazione.

 

Saccomanni ribadisce a Bruxelles gli impegni dell’Italia

 Si è trovato oggi a Bruxelles, per la prima volta in questa veste dall’ insediamento del nuovo esecutivo, il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni,  il quale, alle richieste dell’ Eurogruppo, non ha avuto tentennamenti nel riconfermare gli impegni presi dall’ Italia in merito ai suoi conti pubblici.

>L’Ue sollecita la discussione sulle priorità del Governo

I 16 Ministri europei delle Finanze hanno infatti chiesto «indicazioni precise, contenute nelle risoluzioni approvate dal Parlamento e nel testo del decreto che sarà approvato a giorni». Ma il Ministro Saccomanni ha confermato che l’ Italia adotterà le misure per rispondere ai problemi nazionali senza interferire su debito pubblico e deficit.

La salvezza dell’Italia dalla BCE

Una relazione, quella del neo Ministro dell’ Economia, a quanto pare, almeno dalle parole del presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, piuttosto ambiziosa e convincente, che ha rassicurato tutti i presenti sulle priorità economiche del nuovo governo italiano e sul fatto che l’ Italia rimarrà all’ interno degli impegni assunti a livello comunitario.

Saccomanni ha inoltre precisato che le misure che il Governo Letta si appresta a varare riguardano solo i saldi della finanza pubblica per il 2013. Il nuovo Governo ha infatti in cantiere anche un programma di riforme di più lungo periodo, di cui si è discusso durante l’ incontro di Spineto nei giorni scorsi.

I market mover del 14 maggio

 Il mercato valutario si muove sulla base di alcune direttrici, rapporti, dati che possono influenzare le quotazioni delle monete che sono in circolazione. Gli elementi che introducono modifiche al trend, sono definiti market mover. Nella giornata di oggi cosa muove il mercato valutario?

I market mover del 9 maggio

Dagli Stati Uniti non dovrebbe arrivare alcun  report e tutta l’attenzione sarà concentrata nel contesto europeo, visto che è iniziato il meeting Ecofin che raduna tutti i ministri delle finanze della zona euro. All’ordine del giorno ci sono i problemi legati alle dichiarazioni d’allarme di alcuni esponenti europei.

Morgan Stanley sul mercato valutario

Nella giornata di oggi, quindi, il primo dato da tenere in considerazione sarà quello delle vendite al dettaglio in Nuova Zelanda: gli investitori si aspettano un valore inferiore a quello rilevato il mese scorso. A marzo l’indice in questione segnava lo 0,9 per cento mentre ad aprile si è assestato sul 2,1 per cento.

Un altro indicatore molto importante è l’indice Zew che serve a valutare il sentiment degli investitori istituzionali in Germania e nell’Eurozona. La crescente preoccupazione per il futuro economico della Germania aveva portato questo indice fino a 36,3 punti mentre ci si aspettava un assestamento intorno ai 42 punti. Adesso si prevede un miglioramento che dovrebbe riportare l’indice fino a quota 39,5 punti.

La Germania contro la BCE e l’Italia

 Il ministro delle Finanze tedesco, Wolkfgang Schaeuble, ha sferrato un altro colpo alla Banca Centrale Europea e all’Italia in particolare, usando le relazioni di cittadinanza tra Mario Draghi e il nostro paese come giustificazione di un atteggiamento non proprio legate della Banca centrale.

Passera è il contrario di Schaeuble

Il ministro Schaeuble ha rimproverato a Draghi l’opzione d’acquisto della BCE di Asset-backed security dai paesi del Sud dell’Europa. Questi acquisti sono considerati problematici perché giustificano la pratica della BCE di acquistare debiti dell’Italia verso creditori privati. Il valore di questi acquisti è di 70 miliardi di euro. Schaeuble ha definito questa pratica una forma di finanziamento statale nascosto.

La Germania si mette dalla parte dell’Italia

Il caso italiano è usato a titolo esemplificativo per illustrare la pericolosità degli acquisti. Dall’inizio dell’anno e soprattutto dopo le elezioni, è passato troppo tempo prima della definizione di un governo di larghe intese. Questo ha fatto sì che la forbice tra debito e Prodotto Interno Lordo si divaricasse, superando la quota considerata “limite” del 100 per cento.

Prima di comprare asset che riguardano l’Italia, allora, sarebbe necessario fare delle riforme strutturali nel paese in modo da riconquistare la competitività nella zona euro e non solo e poi ritrovare la credibilità a livello internazionale.

Secondo il nostro ministro delle Finanze, le riforme finora attuate hanno garantito il raggiungimento di alcuni obiettivi ma il cammino è ancora molto lungo.